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Sulla tavola dell’imperatore Federico II non mancano mai lo “scapèce” e la cassata

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federico iiL’appuntamento con le “interviste impossibili” è con un grande personaggio della storia: Federico II di Svevia, re di Sicilia ed imperatore del Sacro Romano Impero. Poliglotta: scriveva e leggeva in sei lingue, poeta e protettore delle arti. Statista sottile ed audace. Insomma una “Meraviglia del Mondo”, lo “Stupor Mundi”. Non si sentì mai né tedesco, né siciliano (A.Fi.)

Donne, è arrivato l'arrotino! A Palermo l'antica bottega dei Cambria resiste alle “intemperie” del tempo e del consumismo

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Ma che fine hanno fatto i mestieri di una volta? Un tempo quando si rompeva il tacco andavi vicino casa e trovavi il calzolaio. Oggi tocca buttare le scarpe.  Ed il macellaio? Se si rovina il filo della lama che fa? Butta il coltellaccio, penserete voi. Ed invece no! Lui potrà ancora trovare chi lo aiuta senza dover ricomprare nulla ( C.Fe.)

VinItaly 2011 premia l'Azienda Agricola Milazzo

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milazzoIl premio speciale “VinItaly Nazione 2011” è stato assegnato alla Azienda Agricola  Milazzo di Campobello di Licata (AG), ex equo con la spagnola Bodegas Marques de Carrion S.A. Il premio di Milazzo è corroborato da un ulteriore prestigioso riconoscimento, il “VinItaly Regione Sicilia 2011″ (Ni.Pa.)

Mafie…in pentola

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mafieinpentolaMarmellate, mozzarelle di bufale, friselle, limoncello. Si assaggia tutto e ci si chiede se si sta assistendo ad uno spettacolo o se ci si trova intorno ad un tavolo con la “giusta” compagnia di amici.

E sì, perché l’atmosfera è proprio quella. S’intrecciano con le parole, in un crescendo di gusto e di emozione, taralli, peperoncini, melanzane, legumi, pasta, miele. Prodotti seminati e coltivati in milioni di ettari di terreni del sud. Quelle stesse terre che  hanno assistito a secoli di violenza, sfruttamento, illegalità, omicidi.

Nelle terre dei mafiosi. Mafie in pentola.  Libera Terra, il sapore di una sfida è uno spettacolo di teatro civile – gastronomico interpretato da Tiziana Di Masi e promosso da Libera Terra e dall’Associazione Siciliana Consumo Consapevole (ASCC), dal Consorzio Sviluppo e Legalità e con il sostegno di Ipercoop Sicilia. Le sue rappresentazioni in Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna hanno riscosso molto successo. Anche a Palermo dopo le prime due tappe siciliane, a Nicolosi e Catania, il suo spettacolo  (gustosissimo, è il caso di dire!)è stato applauditissimo. L’attrice professionista, Tiziana Di Masi nel 2005 dà vita al suo Teatro Gastronomico per la promozione di una cultura del cibo, che la porta nei migliori festival enogastronomici italiani a interpretare -in modo originale- l’interazione fra teatro e cucina, fra arte e mondo della ristorazione, con il coinvolgimento di alcuni professionisti (chef e maitre) del settore. Lo spettacolo che ha portato in scena nei giorni scorsi a Palermo,  prevede il coinvolgimento diretto del pubblico, chiamato sul palco ad assaggiare i prodotti. Mafie in pentola- Libera Terra, il sapore di una sfida, è stato scritto dal giornalista Andrea Guolo ed è tratto da un viaggio all’interno delle cooperative create da Libera in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania. Quelle stesse terre che, oggi, liberate dalla mafia con lo strumento della confisca previsto dalla legge 109/1996, offrono al mercato alcuni prodotti enogastronomici del nostro Paese.

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Arianna Zito

Picone, l’ombelico del mondo dei vini.Viaggio alla ricerca del gusto.

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Non c’è stato poeta, scrittore o pittore che non abbia parlato, dipinto, messo in versi il tema del viaggio. Il Sommo Poeta, Dante, offre a noi nel XXVI canto dell’Inferno, la figura per eccellenza del viaggiatore,Ulisse. L’uomo smanioso di conoscere sempre di più. L’incarnazione dello spirito di avventura e di ricerca ( C.Fe.)

 

I “Pupi cù l'ova”

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La tradizione pasquale di una terra di Sicilia riconosce nelle preparazioni con le uova piatti tipici, storici, unici. Uova non solo strettamente utilizzate negli impasti, ma come farcitura, contorni o decori di morsi dolci e dal gusto un po’ retrò.

 

Il pupo, la pupaccena, sono nomi ricorrenti nei giorni di festa: letteralmente pupazzi, il primo di impasto e la seconda di zucchero; il primo per Pasqua e la seconda durante le festività “dei morti” ovvero il giorno di ogni santo .

Il periodo della quaresima apre spazio all’inventiva e sulle tavole dei Siciliani iniziano a sfilare una miriade di dolci dai gusti svariati e dalle forme particolari, accattivanti. Così i “pupi cu l’ova” si diffondono in tutte le provincie, per paesini e per terre al confine con il mare, assumendo contorni diversi e nomi fantasiosi: “aceddi cu l’ova”, “cuddura cu l’ova”, “vaccaredda cu l’ova, “cannateddi di Pasqua”, “panareddi” e “campanari”. Biscotti a forma di colomba, campana, cesto, bambola, prete o cuore e con un numero di uova generalmente dispari. Più uova a contornare il dolce, maggiore l’importanza data alla persona. E la fidanzata al suo amato? A forma di cuore avrebbe osato, in un contorno romantico per il pupo arricchito da un numero esoso di uova. E la nonna? Preparando dolcetti per i nipotini avrebbe lasciato scegliere forma e dimensione a chi, dopo la messa della Santa Pasqua, le avrebbe fatto visita per primo e poi a seguire. Si comprende come questo dolce non è solo sfarzo concesso per il giorno di festa, ma rappresenta un mezzo per affermare legami, per raccontare i rapporti sociali tra familiari, amici e parenti.

La “cuddura” più sfarzosa al padre o a colui per il quale si sentiva un obbligo di riconoscenza forte, poi gli altri a scendere in numero di uova utilizzate, un po’ a conferma della minor importanza occupata in quella piccola comunità familiare. In un paesino dell’entroterra Siciliano e più precisamente nel Siracusano, Canicattini Bagni, ancor oggi per il Giovedì Santo si usa portare in chiesa un cesto ricco di “pani r’ apuòstili”. Il pane degli apostoli viene, a fine celebrazione, distribuito a dodici poveri convenuti. Ecco che la tradizione si dipana in mille vie e prende forma con nomi, tinte e sapori diversi e non solo in terra di Sicilia, anche la Calabria, con la “cuzzupa”, racconta questa tradizione e voglia di portare in tavola un briciolo di Pasqua d’altri tempi.

Le ricorrenze restano immutate, così come certe pratiche legate ai tempi passati e rinnovate in tempi presenti, nel confermare certi gesti legati al calendario delle feste religiose condite da quel pizzico di paganesimo, insito in un certo simbolismo tramandato. E i “pupi cu l’ova” non sono altro che dei pani speciali, pani Pasquali, in cui la presenza delle uova simboleggia la resurrezione, non solo del Cristo, la speranza che le sementi diano buoni frutti;  perché se la terra risorge allora l’uomo non estingue la sua linfa vitale. Il pane però nasce su presupposti diversi, diversi gli ingredienti e la sua utilizzazione in seno ad un pasto, poi si trasforma e assume connotati dolci e per farlo modifica se stesso nella natura di ciò che lo compone:  l’olio lascia spazio alla sugna, il lievito cede passo all’ammoniaca, i semi di sesamo spariscono lasciando campo all’arte decorativa che non ha nulla da invidiare alle ricamatrici di un tempo. Poi tali pani dolci vengono “allustrati”, ricoperti di una glassa reale (zucchero, albume e limone) con una penna di gallina prima, con pennellini da chef oggi. Le uova vengono bollite e una volta sode, vengono inserite a decoro del biscotto, talvolta colorate di rosso a simboleggiare la fertilità. Tale colorazione veniva ottenuta, talvolta oggi si procede ancora così, mettendo a cuocere le uova in un decotto di rùggia, una speciale radice. Così la Pasqua che richiama Cassate, Pecorelle di Marzapane, Uova di cioccolata, si evolve e racconta nuove mode e tendenze in cucina quando i “viscotta” (biscotti) di casa restano ancorati alle antiche ricette e ricadono nel lusso di certi ingredienti oggi in disuso: lo strutto non può mancare nella dispensa di un siculo ai fornelli e nella sua voglia di un tuffo al passato contornato da uova, pupi e paparina (confettini minuscoli, coloratissimi e usati per arricchire la glassa di zucchero).

 

Di piatto in piatto, la rivisitazione odierna dei “pupi cu l’ova”

Ingredienti:

1 Kg di Farina 00

300 g di Strutto

300 g di Zucchero

1 bustina di Lievito

1 Limone, la scorza grattugiata

250 g (circa) di Latte intero

Per decorare:

4 Uova sode

5 cucchiai di Zucchero a velo

1 Arancia, il succo

100 g di Codette colorate (zuccherini)

Preparazione:

Disponete la farina a fontana e miscelatela con lo zucchero, la scorza di limone grattugiata, il lievito. Aggiungete lo strutto a pezzetti e iniziate ad amalgamare questo con la farina fino a creare la classica sabbiatura che si ottiene quando si prepara la pasta frolla: le polveri miscelate allo strutto si presenteranno con la consistenza di sabbia bagnata. A questo punto continuate ad impastare con l’aggiunta del latte tiepido, procedete gradatamente fino ad ottenere un impasto omogeneo. Più si lavora, più lo strutto tenderà a rilasciare l’unto rovinando l’impasto per cui, così come la pasta frolla, la lavorazione deve essere veloce. Preriscaldate il forno a 180°C e intanto stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di 1 cm. Ritagliate dalla foglia di pasta stesa una mezza luna, potete praticare dei tagli sui bordi di questa o dei decori a vostro piacimento. Con un pezzettino di pasta ricavate il manico, arrotolando l’impasto. Ponete al centro della mezza luna un uovo sodo, fermate questo con due bacchette di impasto e poi praticate dei forellini sul biscotto per non farlo lievitare più del dovuto. Aggiungete al cestino il manico e cuocete il vostro pupo con l’uovo in forno già caldo, su una placca da forno unta o ricoperta da carta da forno, per circa 20 minuti. Con le dosi indicate riuscirete ad ottenere circa 4 grossi cestini, dovesse rimanere impasto potrete tagliarlo a forma di colomba, campana o una qualsiasi altra forma in tema con la festività pasquale. Preparate una glassa di zucchero all’arancia, che servirà per decorare i pupi con l’uovo: mettete in una tazza lo zucchero a velo e impastatelo con il succo d’arancia. Dovrete ottenere una pastella ben consistente da lavorare energicamente, e per almeno 5 minuti, con la frusta. Se lo zucchero stenta a sciogliersi, aggiungete altro succo d’arancia, viceversa se la glassa risulta troppo liquida allora aggiungete altro zucchero a velo. Cotti i biscotti e preparata la glassa, procedete con la decorazione: stendete con un pennello la glassa sui biscotti e cospargete con le codette colorate. Lasciate asciugare un paio d’ore prima di maneggiarli.

Note: abbiamo riportato una ricetta che presenta molte affinità con quella storica e diversi cambiamenti. La glassa reale, nella volontà di non utilizzare albume d’uovo crudo, viene sostituita da una semplice glassa all’acqua o per meglio dire all’arancia. Nell’impasto non sono presenti uova, per un risultato più delicato, e l’ammoniaca viene sostituita con il più contemporaneo lievito per dolci.

 

Tiziana Nicoletti

Ad Alba – Cuneo- una Pasqua all'insegna del vino

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vinumAprile è un mese denso di eventi ed occasioni da non perdere per gli amanti del buon vino; oltre al celebre Vinitaly di Verona, conclusosi lo scorso 11 Aprile, si svolgerà infatti ad Alba, patria del tartufo bianco in provincia di Cuneo, la 35° edizione di Vinum.

L’evento enologico Vinum rientra nelle attività dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba ed è votato alla diffusione della cultura del territorio albese, ricco di storia, arte ed eccellenze enogastronomiche. L’edizione 2011 della manifestazione si svolgerà in due momenti separati; la prima parte nel weekend “lungo” dal 23 al 25 Aprile e la fase conclusiva nelle giornate del 30 Aprile e del 1° Maggio. Il programma completo e definitivo di Vinum 2011 verrà pubblicato sul sito ufficiale nelle prossime settimane ma sono trapelate già alcune indiscrezioni sull’evento; verranno allestite tre diverse location, i Palavinum, all’interno dei quali si svolgeranno i momenti salienti della manifestazione. Gli avventori di Vinum 2011 verranno infatti accolti al Palazzo Mostre e Congressi per partecipare alle degustazioni guidate; all’interno del Cortile della Maddalena si potranno visitare gli spazi dedicati ai produttori di vino e alle enoteche; agli stabilimenti Miroglio Fashion si terrà infine la mostra Architettura del Vino al fianco della quale verranno proposte le degustazioni più importanti. Architettura del Vino proporrà degli interessanti approfondimenti su alcune cantine albesi, evidenziando l’evoluzione di queste realtà, passate da mere strutture di vinificazioni ad affascinanti attrazioni turistiche. Vinum 2011 verrà integrato ed arricchito, come di consueto, da una serie di eventi collaterali, da spettacoli musicali a degustazioni di prodotti tipici del territorio di Alba, oltre ad incontri formativi e convegni. Curiosa ed avvincente sarà sicuramente la rassegna Le etichette nella storia e l’Arte nelle etichette, allestita e curata da Massimo Martinelli, che proporrà oltre 50.000 etichette d’epoca e d’autore. Per il comparto della buona musica sono attesi quest’anno Emile Rivera e il chitarrista Filippo Cosentino, il Festival folk Cantautori d’Italia e la Tribute Band Big Yellow Taxi che proporrà il repertorio di Joni Mitchell. I riferimenti per chi volesse approfondire o magari partecipare a Vinum 2011 sono i seguenti:

Sito ufficiale: http://www.vinumalba.com/

Gabriele Amodeo

 

Vinum – Piazza Medford, 3 – Alba – Cuneo. Telefono: 0173 – 361051

Antica Locanda Mincio

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All’Antica Locanda Mincio ero già stata una volta, poco meno di un anno fa. Anche in quella occasione mi era  sembrato di essere finita all’improvviso dentro al set di un film. Uno di quelli in costume, pregni di atmosfere di un tempo andato. Di scorcio in scorcio avevo visualizzato un ventaglio di personaggi appartenuti ad epoche diverse (A.Ve.)

Finger food: una vecchia storia

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Il cibo fa moda, crea tendenze eppure il finger food è storia vecchia, vecchia come il mondo e questa terra: elegante signora che rammenta il passato, che vive il presente e assaporerà il domani. Oggi? Si apparecchiano tavole più ricche d’arnesi che di cibi (Ti.Ni)

Spumante metodo classico

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Le bevande più amate al mondo sono senza dubbio quelle gassate, dotate di una irresistibile effervescenza  dove le bollicine accarezzano la lingua e il palato, stimolando le papille gustative. Ma per quanto l’uomo si ostini ad inventare bibite gassate per deliziarci, niente eguaglia lo spumante, la bevanda “Cool” per eccellenza (A.Lo.)