VinItaly 2011 premia l'Azienda Agricola Milazzo

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milazzoIl premio speciale “VinItaly Nazione 2011” è stato assegnato alla Azienda Agricola  Milazzo di Campobello di Licata (AG), ex equo con la spagnola Bodegas Marques de Carrion S.A. Il premio di Milazzo è corroborato da un ulteriore prestigioso riconoscimento, il “VinItaly Regione Sicilia 2011″ (Ni.Pa.)

che viene assegnato alla cantina di ogni regione italiana  che abbia ottenuto la somma più alta dei punteggi riferiti ai tre migliori vini. La cantina Milazzo non ha certamente bisogno di presentazioni, ma questa è una buona occasione per ricordare alcuni dei suoi grandi successi di questi ultimi anni. Basti pensare che nel  2009 si è classificata prima in assoluto al Concours Mondial de Bruxelles e nello stesso anno e’ sta classificata prima allo Challenge International du Vin, manifestazione collegata alla Fiera di  Bordeaux.

Tra i grandi vini, come non citare il Maria Costanza, vino rosso da uve Nero d’Avola sapientemente allevate nei terreni di proprietà e vinificate da mani esperte di enologi siciliani e francesi. Oppure il Bianco di Nera, vino bianco ottenuto da una vinificazione di uve Nero Cappuccio in assenza totale di bucce ed Inzolia .

 Difficile elencare tutti i premi vinti dal Federico II millesimato, tra i quali il Nastro D’Oro 2010: lo spumante viene realizzato con metodo classico e con permanenza sui lieviti di almeno otto anni. E’ necessario sottolineare che il palmares di Milazzo è ricco ad oggi di oltre 150 premi guadagnati nel corso degli anni, dal 1994,  nelle varie partecipazioni ai concorsi vinicoli internazionali, con particolare riferimento al VinItaly, a Bordeaux e a Bruxelles.

Ecco la cantina Milazzo, la cui attività ebbe inizio agli albori del 1990 continuando una tradizione di famiglia di oltre 160 anni, nella sintesi dei numeri: quasi 400 mila bottiglie prodotte annualmente da uve coltivate in 70 ha di vigneti di proprietà a nord del comune di Campobello di Licata, siti in posizione collinare (300/400 mt/h) e condotti con la consulenza di diverse università italiane. La bottiglia siglata Milazzo è venduta ad una media di circa 9 euro.   Vi lavorano circa 50 persone, tra contadini,  operai di cantina e impiegati. Ci dice il titolare, Giuseppe MilazzoQuello del VinItaly è un grande premio che apporta prestigio alla mia cantina e alla mia terra , ne sono orgoglioso. Da anni sto seminando qualità, in tutta la filiera dall’uva al vino, fino alla scelta della  confezione, non badando a spese per poter raggiungere l’eccellenza; anche lo stoccaggio dei vini imbottigliati avviene in magazzini a temperatura controllata. I miei vini sono destinati ai veri intenditori, a coloro che vogliono avvertire nel bicchiere tutta la qualità, l’eccellenza e la tipicita’ del vino made in Sicily.”

D. Un buon vino deve necessariamente avere un prezzo alto ?

R. Il prezzo di un buon bicchiere di vino non deve necessariamente essere alto, prova ne sia che tanti  vini costano intorno a cinque euro, ma sarei cauto sui vini che costano un euro, o poco piu’, a bottiglia. Per quanto riguarda i vini di livello ancora superiore, devo aggiungere che i loro costi sono alti già all’origine, in quanto ottenuti da uve costose perchè provenienti da piante che hanno subito una  particolare  potatura  e  che hanno avuto un diradamento dei grappoli per cui producono anche meno di un chilo a ceppo. Si aggiunga poi una enologia di livello prossimo all’eccellenza, le spese per una elevazione in barrique francesi di primo passaggio; una particolare attenzione e’ rivolta agli accessori che spesso garantiscono e presentano il vino nelle migliori condizioni, . Oltre ai normali costi di commercializzazione, abbiamo costi superiori perche’ distribuiamo i vini con mezzi su gomma termocondizionati, non certo per offrire un” plus” inutile  come qualcuno puo’ credere, ma perché – non posso fare a meno di ripeterlo – il vino e’ un alimento che deve essere tenuto alla giusta temperatura e non può durante la distribuzione  subire stress per il caldo; tutti i nostri sacrifici sarebbero vanificati.

D. A quale vino di casa Milazzo è più legato?

R. Un buon padre ama tutti i figli. Ma capisco che è necessario dare una risposta: amo il Maria Costanza, che è stato il mio primo grande successo. Poi viene il Federico II, uno spumante che ha surclassatto nei banchi d’assaggio tanti conclamati champagne. Infine guardo sempre con simpatia il Bianco di Nera, un grande successo commerciale realmente impensato, vino che ho creato per i giovani ma che e’anche  molto apprezzato dalle persone mature.

D. Obiettivi futuri della Cantina Milazzo ?

R. Non certamente aumentare la produzione , come si potrebbe pensare. Abbiamo dichiarato cinque anni fa che il nostro obiettivo doveva  restare tra le 350.000/400.000 bottiglie, siamo sempre della stessa idea di elevare ancora la qualità, nelle vigne ed enologicamente, offrendo prodotti assolutamente eccellenti , senza difetti e genuini. Ci auguriamo, che parte di quelle persone che bevono non sapendo cosa si nasconde dietro un’etichetta, vogliano indagare e sappiano poi scegliere come tanti competenti ed appassionati fanno oggi , preferendo il vino Milazzo per le loro occasioni conviviali e per il vino di ogni giorno.

Nino Panicola