Tommaso Iacono è un giovane cuoco di Realmonte ( Ag) che da qualche tempo è diventato Tommasò Iaconò, à la mode francaise. Il 27enne infatti da qualche tempo lavora a Parigi: con un obiettivo importantissimo.
Iacono, da Realmonte a Parigi è un gran cambiamento…
Si,enorme. Parigi è una città che offre molte opportunità e che è soprattutto basata sulla meritocrazia. Da quando sono qui sono cresciuto tantissimo sia professionalmente che umanamente.
Esiste sempre l’eterna lotta tra italiani e francesi per stabilire chi produca la migliore cucina. Lei che le confronta giornalmente che opinione ha?
Certamente i francesi sono molto conservatori e di conseguenza difendono le loro cose. Noi in italia abbiamo i migliori prodotti del mondo e la migliore cucina in termini di stile di vita ( la nostra dieta mediterranea , nda ) però devo dire che in termine di marketing si vendono molto bene cosa che per noi italiani è un po’ dura da fare . Per i francesi il contenitore è importante come il contenuto, mentre invece noi italiani ci concentriamo sul contenuto tralasciando il contenitore.
La sua scelta di lavorare a Parigi, che è città per molti versi non facile, che obiettivo nasconde?
Tutte le citta non sono facili se non hai degli obiettivi. Quando ho lasciato la mia terra con destinazione Milano è stata durissima, ma avevo degli obiettivi quindi sono riuscito a non farmi inghiottire dallo stress e dalla vita frenetica.A Parigi invece ho come l impressione di essere al mio posto: certo ho sofferto anche qui ma è una città che calza a pennello con la mia filosofia e i miei ideali e soprattutto qui apprezzano realmente la cucina italiana.
Ma i francesi, ed ancor meglio i parigini, apprezzano la cucina italiana “non modificata” ?
Come detto in precedenza si : adorano la cucina italiana, ma la cosa che mi da ai nervi è che adorano una piccola parte dell’ universo gastronomico italiano, e cioè quello che per noi è di bassa qualità o troppo grasso ( colpa anche dei nostri immigrati italiani che nel dopo guerra si sono trasferiti nella capitale abituando i parigini ad una gastronomia diversa e adattata ai loro gusti , nda). Ma io e tanti altri colleghi stiamo cercando da qualche tempo di rieducare il palato dei parigini e non solo.
Cosa prediligono tra primi e secondi?
Soprattutto i primi piatti quali carbonara, lasagne, ravioli etc. Cose che per loro sono difficili da realizzare a casa. Ma il piatto forte è senz’altro la pizza.
I loro dolci però sono migliori dei nostri….
Non per niente sono molto bravi nelle basi e nella decorazione, ma a livello gustativo non c’è neanche paragone. Come per noi italiani è persistente lo zucchero, per loro la base del dessert è il burro .E vogliamo mettere la delicatezza e l espressione di un cannolo siciliano?Dal momento in cui hai assaggiato questo nella tua vita non esisteranno più paragoni.
Lei che tipo di cucina propone?
Una cucina semplice in cui il prodotto di qualità conta nel piatto ma è anche bello da vedere. La mia cucina è molto “provocante”, con azzardi improbabili e gusti decisi. Basti pensare al polpo cotto nel sugo d’ agnello o allo gnocco in osmosi di ricotta con essenza di tartufo rucola e polvere di guanciale.
C’è un piatto tipico della sua zona d’origine che lei ama far conoscere?
Sicuramente il cannolo siciliano; poi ultimamente sto facendo scoprire le sarde alla beccafico (sardine fancie façon becafico ), la gramigna con sugo di spada, melanzana e mentuccia e la pasta con le sarde. Cerco sempre di far vivere ai miei commensali un viaggio in Sicilia raccontando la mia storia con questi piatti della tradizione.
Che progetti ha per il futuro?
Tantissimi : ma per adesso mi limito a lavorare duro affinché possano realizzarsi il più presto possibile.
Alessandra Verzera