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A Polizzi Generosa il trionfo dello Sfoglio e della “Badda”

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Polizzi Generosa, piccolo centro agricolo delle Madonie, in provincia di Palermo, oltre ad avere dato i natali ai nonni di Martino Marcantonio Luciano Scorsese, più conosciuto come Martin Scorsese, il celebre regista italo-americano, considerato uno tra i più grandi autori del cinema mondiale, premio Oscar 2007 con “Il bene e il male” e dove è nato anche Domenico Dolce che, dal 1981 insieme a Stefano Gabbana ha dato vita a “Dolce&Gabbana”, una delle firme più prestigiose al mondo della moda.. (A.Fi.)

 

Olivicoltura palermitana: il rilancio parte da Marineo

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oliveL’appuntamento è fissato per sabato 14 maggio a Marineo, in provincia di Palermo. E’ lì che, organizzato da Acli Terra Palermo, Acli Terra Marineo, dall’Associazione e dalla Confraternita SS Salvatore di Marineo, con la collaborazione del Comune di Marineo, della Provincia di Palermo

 della Regione Siciliana,  della Proloco di Marineo, del Gal Monreale Terre Normanne, del Mercato degli Agricoltori dell’Unione dei Comuni Rocca Busambra Alpe Cucco e del consorzio Verdeorolio Bilici si terrà un incontro per fare il punto sulle “Strategie di sviluppo dell’olivicoltura del futuro”. Nella provincia di Palermo sono 26 mila gli ettari di olivo coltivati, in pratica circa il 20 per cento dei 130 mila ettari coltivati in tutta la Sicilia. L’Isola, con 18 milioni di piante  ed una produzione di circa 30-50 mila tonnellate di olio extra vergine, rappresenta la terza regione italiana per il settore olivicolo.

“Il rilancio dell’olivicoltura – dice Nicola Perricone, presidente di Acli Terra Sicilia- deve seguire una strada ben precisa e strategica, in contesto euromediterraneo ed internazionale sempre più selettivo ed esigente. La competitività del comparto potrà realizzarsi quando i coltivatori saranno orientati all’impresa, alla commercializzazione in bottiglia con la tracciabilità completa e al marketing”.

Arianna Zito

Il vino siciliano parla inglese alla “London international wine fair”

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WINE_FAIR_LOGO_2011_RGBDoes sicilian wine speak english? Yes, certainly. Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Grillo, Inzolia, Catarratto, Carricante, Moscanto di Noto, Moscato di Siracusa, Zibibbo, Malvasia delle Lipari, le cultivar dell’Isola, attraverso 24 aziende siciliane Abbazia Santa Anastasia, Abraxas, Ottoventi-Agricola Mazzara, Azienda Agricola G. Milazzo-Terre della Baronia, Azienda Vitivinicola Casa di Grazia, Azienda Vitivinicola Tola, Azienda Vitivinicola Vaccaro.

Ed ancora, Baglio del Cristo di Campobello, Brugnano, Azienda Agricola Buceci, Viticultori Associati Canicattì, Cantina La Vite, Distilleria Fratelli Russo, Donnadicoppe, Donnafugata, Emporio Bruca, Fatascià, Firriato, Funaro, Limonio, Pevin, Principe di Corleone, Santa Teresa, Azienda Agricola Principi di Spadafora, dal 17 al 19 maggio prossimi parleranno inglese alla London International Wine Fair 2011. L’importante Salone Internazionale del Vino di Londra scommette e conferma le “etichette” siciliane consacrandole nel gotha della viticultura italiana.

La Sicilia è un continente vitivinicolo che esprime una ricchezza enologica e condizioni pedoclimatiche straordinarie. E’ questo il messaggio che l’Istituto regionale Vite e Vino che coordina la missione a Londra, vuole ancora una volta lanciare e che caratterizzerà la veste grafica, ricca di immagini centrate sul paesaggio e la cultura dell’isola ma anche su efficaci sistemi di comunicazione e interazione come i “Qr code”, video in 3d e pannelli interattivi touchscreen. La Sicilia del Vino di qualità, negli ultimi anni, infatti, si è impegnata con mezzi efficaci nel raccontare a tutti, stampa, buyers, addetti ai lavori e semplici curiosi, la sua storia verso un’enologia di qualità e di territorio. Una storia fatta di impegno, di tradizione, di accoglienza, di eccellenze e di passione. Una storia e un territorio che, nelle sue infinite sfaccettature, rende unica quest’isola, come unici sono i suoi vini. C’è sempre più territorio e cultura, infatti, nella Sicilia del vino di qualità all’estero. Anche al Wine Fair, sarà forte questo legame con i territori, la cultura e la storia dell’Isola.

“L’investimento che abbiamo compiuto per essere presenti con forza e incisività alla Fiera di Londra rappresenta un punto di svolta nel processo di crescita verso l’internazionalizzazione intrapreso negli ultimi anni e un riconoscimento alla maturità raggiunta dalle nostre aziende – sottolinea Dario Cartabellotta, direttore dell’Istituto Vite e Vino della Regione Siciliana -. Non dimentichiamo che Londra è la porta di comunicazione con altri importanti mercati,  Nord America, ma anche  Asia, India, Cina e i paesi del sud-est di questo immenso continente”. Nelle fiere internazionali più prestigiose, infatti, c’è sempre più Sicilia del vino di qualità. “Con 312 mq di spazi espositivi (stand B30, B40, B50) e quindi quintuplicando la metratura riservata alla Regione Siciliana rispetto allo scorso anno – aggiunge Cartabellotta – la Sicilia è l’area produttiva che più in assoluto ha deciso di investire nella London International Wine Fair,  ritagliandosi così un posto di primo piano sullo scenario enologico internazionale. Abbiamo ritenuto questo investimento dovuto non solo per l’importanza che riveste il mercato inglese nell’export italiano del vino, ma perché Londra è sempre stata la capitale dove si anticipano le tendenze del food and beverage nel mondo”.

Questo lo scenario, quindi, in cui opereranno le 24 aziende siciliane partecipanti che, insieme a 18 cantine presenti soltanto con i propri vini in degustazione, con un totale di più di 150 etichette in degustazione, rappresenteranno una vasta gamma di vini, di diverse tipologie, nati in territori e contesti differenti, ma uniti dal forte appeal della Sicilia.

Antonio Fiasconaro

Firriato ad alta velocità sulla “Freccia Rossa”

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L’azienda vinicola siciliana Firriato viaggia ad altissima velocità. Infatti, è l’unica etichetta dell’Isola inserita nella carta dei vini dei ristoranti dei treni Eurostar “Freccia Rossa”. Firriato è stata selezionata insieme ad altre 5 aziende italiane (A.Fi.)

A Siracusa il XXIX Congresso Onav

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onavDal 12 al 15 Maggio 2011 la Sicilia ospiterà il XXIX° Congresso Nazionale dell’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). I congressisti arriveranno da tutte le parti d’Italia, per partecipare all’evento. La manifestazione avrà luogo nella meravigliosa città di Siracusa, dal 2005 dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

La mattina del 12 Maggio, tutti i partecipanti celebreranno l’evento con un tour sull’Etna dove degusteranno i vini dell’azienda vitivinicola “Torrepalino”, cantina del versante Nord dell’Etna, nella zona di Solicchiata, a Castiglione di Sicilia.

 Nel pomeriggio visiteranno i vigneti e la cantina dell’azienda vitivinicola “ Nicosia S.p.A.“ a Trecastagni sul versante Sud-est dell’Etna. La giornata si concluderà con la degustazione del Moscato di Siracusa, “ Muscateddu Vrancu”(Moscato bianco), organizzata dal “Consorzio Moscato di Siracusa” presso Hotel Arenella Resort a 10 km da Siracusa.

Il XXIX° Congresso Nazionale dell’ONAV inizierà il 13 Maggio al “Palazzo Vermexio”, a piazza Duomo. I lavori saranno inaugurati dal Presidente dell’ONAV Prof. Giorgio Calabrese, volto noto della televisione italiana. Seguiranno il saluto delle autorità locali e del presidente dell’Istituto Vite e Vino Dr. Agueci. Il tema dominante del congresso sarà “il Vino e i Giovani”:

“Vino e Giovani in Italia” relazione del Prof. G. Calabrese, Presidente ONAV;

“Vino e Giovani in Europa” relazione  del Prof. S. Magazzù, Head of Consumers and Food Safety Unit Executive Agency for Health and Consumers;

“Vino siciliano e Giovani” relazione  del Dr. D. Cartabellotta, Direttore IRVV;

“Etilometro e precisione della misura” relazione  del Prof.  V. Gerbi, Docente della Facoltà di Enologia dell’Università di Torino.

“Il Panorama enologico Siciliano” relazione  del Enol. G. Giardina, Vice Presidente ONAV.

A seguire come di consueto ci sarà una Cena di Gala al  Grad Hotel Minareto, dove gli invitati degusteranno i vini e i dolci tipici siciliani in un “angolo di paradiso”. Il 14 Maggio, ultimo giorno del congresso, i partecipanti degusteranno i vini della cantina “Planeta” a Noto in contrada “Buonivini”; poi  raggiungeranno il vecchio “Palmento Rudinì” (Marzamemi) dove avrà luogo un convegno sulle “Esperienze enologiche in Sicilia” con lavori presentati dal Prof. G. Calabrese e Dr. Agueci. Inoltre verrà consegnato un riconoscimento al Dr. Angelo Napoli, promotore dell’ONAV in Sicilia. La mattinata si concluderà con un pranzo preparato dallo chef Giovanni Trombatore.

Il pomeriggio sarà dedicato alla visita della città di Noto, città regina del barocco siciliano, dove sarà possibile vedere l’Infiorata Barocca. La città di Noto consegnerà al Prof. G. Calabrese il Premio “Noto per l’arte”, festeggiando l’evento con una cena a base di prodotti tipici siciliani abbinati a vini del territorio preparata dallo chef Giovanni Trombatore.

Alessandro Lo Genco

Primo concorso enogastronomico ” Giornalisti per caso”

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Scelte di Gusto, in collaborazione con i propri partners commerciali aderenti all’iniziativa, lancia la prima edizione del contest a premi ” Giornalisti per caso.  In breve la competizione si rivolge a  tutti i maggiorenni, residenti in uno qualsiasi dei paesi della comunità europea, che si cimenteranno nella stesura di una recensione di un locale a loro scelta, purchè in lingua italiana.

Un palermitano a Parigi, in Rue de l’Ancienne-Comédie”.

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Dopo Giuseppe Garibaldi e Federico II, per le nostre interviste impossibili sotto i riflettori non poteva mancare un siciliano doc, Francesco Procopio Cutò, di professione cuoco e più conosciuto come Francesco Procopio dei Coltelli, considerato il “padre del gelato”. Si sa che è nato il 9 febbraio 1651 da Onofrio e Domenica Semarqua e battezzato il giorno dopo nella Chiesa di Sant’Ippolito nel quartiere Capo di Palermo (A.Fi.)

 

Sembra pure che si sia trasferito giovane a Trezza, oggi Acitrezza, nel Catanese per iniziare la sua attività di cuoco e dato che alle pendici dell’Etna c’erano le “neviere”, Procopio avrebbe ideato, proprio a Trezza il gelato. Emigra in Francia, a Parigi, dove farà la sua fortuna, fondando nel 1686, sulla riva sinistra della Senna, la più antica caffetteria del mondo. Noi, lo abbiamo incontrato in rue de l’Ancienne Comédie, a pochi passi dal celebre teatro della “Comèdie Francaise” e, come “gancio” dobbiamo ringraziare il barone Charles Louis de Secondat.

“Fiasconaro – sottolinea Montesquieu – io l’accompagno non in un locale qualunque, ma il più alla moda di Parigi. E per farle comprendere l’atmosfera di questa caffetteria posso regalarle una citazione. C’è un caffè a Parigi, il Procope, dove la bevanda viene servita in modo da arricchire lo spirito di chi la prende: o almeno tra gli avventori non c’è n’è uno che non esca dal locale convinto di essere quattro volte più colto di quando vi era entrato. Per l’onor del vero questa citazione Montesquieu l’ha inserita in una delle sue  celebri “Lettere Persiane” e per la precisione si tratta della trentaseiesima.

Fiasconaro: Bonjour, monsieur Procopio, come sta? Vogliamo svelare per i lettori di “Scelte di Gusto” le sue origini, una volta per tutte?

Procopio: “Inizia bene questo incontro… Lei già vuole incastrarmi. Ebbene, voglio confidarle una cosa. Mio padre Onofrio e mia madre Domenica mi hanno messo al mondo nel 1651 e non posso ricordarmi nulla di quel 9 febbraio. Ricordo però come che i primi anni ho abitano nella zona del Capo. Poi ho deciso di trasferirmi per qualche tempo a Trezza nel Catanese. Ho fatto mille mestieri: il garzone, il pescatore, l’agricoltore e il raccoglitore di neve presso un’antica neviera dell’Etna”.

Fiasconaro: Qualcuno sostiene che lei sia fuggito da Palermo e frettolosamente. Era per caso ricercato?

Procopio: “Vecchia storia… Sono andato via da Palermo e frettolosamente e, questo lo posso ormai dire perchè sto lontano. E’ vero, ero ricercato da un capitano di giustizia dell’Inquisizione. Sa una cosa? Se non fossi andato a Trezza, oggi lei non sarebbe qui a parlarmi. Sarei stato giustiziato alla Marina”.

Fiasconaro: Vuole spiegare perchè lei oggi è ricordato come Francesco Procopio dei Coltelli e non Francesco Procopio Cutò?

Procopio: “Semplice. Io all’anagrafe mi chiamo Francesco Procopio Cutò. Il malinteso con Coltelli è facile. In francese il termine coltello è couteaux che si pronuncia cutò, quindi…”.

Fiasconaro: E poi cosa ha fatto?

Procopio: “Dopo qualche anno mi sono stancato di fare questa “malavita”. Ricordo che mio nonno Francesco mi regalò uno strumento per poter lavorare la neve raccolta che io aromatizzavo con foglie di rosa e cannella”.

Fiasconaro: Insomma, mi vuole far credere che lei ha inventato il sorbetto?

Procopio: “Cosi dicono. Fatto sta che io ho abbandonato tutto e tutti ed ho deciso di trasferirmi in Francia, a Parigi. Anche qui ho fatto fatica ad inserirmi. Ho iniziato pian piano a farmi conoscere dalla gente del luogo e, grazie ad un armeno, Paxal, ho iniziato la mia attività di petit garcon presso il suo locale dove ho cominciato a preparare i primi cafè, il liquore arabo”

Fiasconaro: E poi cosa ha fatto? Ci racconti…

Procopio: “Insomma, Fiasconaro lei vuole sapere ancora altro. Cosa dirle, quella vita mi stava stretta. Ho conosciuto un altro anziano armeno che aveva un locale in rue des Fossés Saint-Germain e decisi di rilevarlo. Faccio da mangiare ed i miei clienti sono intellettuali, scrittori, commediografi, poeti, rivoluzionari, politici. Non sto qui ad elencare i nomi, potrei annoiarla. Poi ho conosciuto Marguerite (Crouin, ndr) l’ho sposata”.

Fiasconaro: Si dice che lei piaccia molto alle donne. Lei riesce a conquistarle con l’aroma del buon caffè o con un delicato sorbetto alla frutta?

Procopio: “Cosa vuol sapere se ho avuto altre esperienze dopo Marguerite? Sì, a parte che con lei ho avuto otto figli. Ricordo che ci siamo sposati nel 1675, nella chiesa di Saint Sulpice ma a me le donne piacciono. Eccome. Le parigine hanno un fascino, uno charme particolare. Sapessi com’è vellulata la loro pelle…”

Fiasconaro: Vellulata come i suoi gelati? I suoi sorbetti? Gli “spongati”?

Procopio: “Fiasconaro, non mischiamo l’eros con il cibo, anche se la goduria è quasi sublime in entrambi. Vuol sapere quando ho cominciato a fare gelati per i parigini? Subito dopo che ho aperto il caffè a rue des Fossés Saint-Germain nel 1686 e l’ho chiamato Cafè Le Procope. Ho fatto la mia fortuna. Frequentatissimo. Anche oggi”.

Fiasconaro: Ma lei si è sposato altre due volte ancora…

Procopio: “Si è vero anche questo. Nel 1696 ho sposato Anne Francoise Garnier dfa cui ho avuto altri quattro figli e nel 1718, ho preso un’altra moglie, Julie Parmentier, di cui ho avuto un altro figlio. Insomma, mi sono dato da fare ai fornelli, in gelateria e anche in amore…”.

Fiasconaro: Lei ha fatto la fortuna col caffè e soprattutto col gelato. Lo sa che il suo Cafè è il più antico del mondo?

( Foto: La targa del Cafè Procope, Parigi)

Procopio: “Non mi faccia emozionare. Sono contento di ciò. Ma ho faticato per raggiungere il successo”.

Fiasconaro: Monsieur Procopio è vero che lei sta inventando ancora altri sorbetti?

Procopio: “Mio Dio! Anche questo le hanno detto. Sì, è vero. Sono riuscito a migliorare la consistenza del gelato adoperando lo zucchero e non più il miele. Davvero gustose le mie “acque gelate” (granite, ndr), i gelati alla frutta, alla cannella, ai fiori d’anice, al succo di limone, alla fragola e all’arancia. Ho pure inventato il gelo di caffè”.

Fiasconaro: E’ vero che lei ha una “patente” reale?

Procopio: “Anche questo… Sì è vero. Me l’ha concessa re Luigi Luigi XIV. Con questo documento speciale mi ha consentito di vendere in esclusiva le acque gelate, le francipane”.

Fiasconaro: Vuole spiegarci il mistero del “portauovo”?

Procopio: “Sta scherzando? Macchè. Chi le ha detto questo? Non c’è alcun mistero. E’ un bicchierino di vetro a forma di portauovo. E’ elegante. E soprattutto piace alla mia clientela. E’ raffinato e dentro io adagio i miei sorbetti, i gelati, i geli”.

Fiasconaro: Monsieur Procopio, prima di salutarci vorrei chiederle se lei oggi ha nostalgia di Palermo, della città che le ha dato in natali…

Procopio: “Nostalgia no, perchè sono andato via giovanissimo. Forse qualcosa di mio c’è. Eccome! Tutti i gelatai che oggi operano non solo a Palermo ma in tutto il mondo hanno appreso l’arte dalla mia esperienza qui a Parigi. Insomma, come si direbbe oggi il mio gelato ha un copyright”.

Fiasconaro: Una curiosità. Sembra che nella sua “bottega” sia stato coniato il detto “chiacchiere da caffè”. Lei cosa ne pensa?

Procopio: “Capisco dove vuole arrivare. Le spiego una cosa: ogni giorno per i miei clienti acquisto due copie del Journal de Paris e deve essere ancora umido d’inchiostro. I miei avventori non tutti sanno leggere, sicchè solitamente, c’è sempre qualcuno che si prende la briga di leggere ad alta voce le notizie, naturalmente sollevando i commenti spontanei dei presenti. Si aprono accesi dibattiti, su tutto”.

Fiasconaro: Monsieur Procopio, tra i suoi numerosi cliente c’è anche Francois-Marie Arouet. Che tipo è?

Procopio: “Lei si riferisce a Voltaire. Vero? Un personaggio assai strano. Per colpa dei suoi scritti mordaci ha subito e subisce spesso angherie di ogni genere. Ha eletto il mio caffè come sua seconda dimora. Scrive critiche al vetriolo e spesso è in esilio. Ma è un grande intellettuale. Glielo posso assicurare. Sono certo che i posteri lo apprezzeranno un giorno…”.

Fiasconaro: Vuole omaggiare per i lettori di “Scelte di Gusto” una sua specialità?

Procopio: “Volentieri, così sarò ricordato in eterno. Si tratta di un gelato, ovviamente. Ci vuole mezzo litro di panna, 25 cl di latte, un tuorlo d’uovo e 375 grammi di zucchero. Bisogna frullare il tutto. Far bollire a fuoco lento per 5-6 minuti. Poi far raffreddare e aromatizzare con arancia, limone, bergamotto, fragola. Quanto ottenuto bisogna poi versarlo negli stampi, possibilmente a forma di portauovo. Fare gelare e Buon gelato a tutti”.

Antonio Fiasconaro

(Foto: A.Fiasconaro – Tutti i diritti riservati )

Dello stesso autore :

Federico II di Svevia

Giuseppe Garibaldi

 

Barcellona – La Bouqueria,il mercato del colore

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bouqueria

Tra le innumerevoli mete che mi sovvengono una tra tutte porta con se questo “sapore” primaverile che ben si adatta alla stagione, mi riferisco all’estrosa Barcellona. Il turista che la raggiunge scopre un città antica e moderna al tempo stesso, dove alle maggiori rappresentazioni del gotico catalano si affiancano spettacolari espressioni del Modernismo, e dove l’accostamento tra un vecchio quartiere di pescatori ed una moderna città non sembra poi così contrastante. Barcellona è la città dove ha vissuto e lavorato l’architetto Antoni Gaudí, le cui opere attraggono ogni anno molti appassionati d’arte e non da tutto il mondo,tutti con il naso all’insù per ammirare la facciata della Sagrada Familia, o per perdersi tra gli slanci fantasiosi del Parc Guell, de La Pedrera o di qual che sia la creazione gaudiana.

 ramblasNella città las Ramblas (les Rambles in catalano) è un altro dei luoghi più noti: si tratta della grande via pedonale sulla quale si esibiscono “a cappello” (gratuitamente con la possibilità per i passanti di lasciare un’offerta) dotati artisti da strada provenienti da tutto il mondo;e proprio da una strada che parte dalla Ramblas si arriva ad un’altra grande attrazione della capitale catalana, il mercato di La Boqueria.

bouqueriaQuesto con  i suoi duemilacinquecento metri quadrati di superficie è un’enorme distesa di banchi che vendono ogni genere di prodotti, soprattutto alimentari (in particolare pesce, verdura e frutta che arrivano ogni giorno dai pescatori e dai produttori delle zone limitrofe). La Boqueria è anche fra i  mercati più antichi d’Europa: i primi documenti che ne certificano l’esistenza sono addirittura del tredicesimo secolo d.C.La Boqueria è uno dei mercati più visitati del mondo; certamente è il più famoso e colorato di Barcellona e il più grande della Spagna. È chiamato anche Mercat San Josep e si trova al numero 91, giusto a metà della Ramblas. La visita al mercato è una tappa assolutamente obbligatoria per chi si trova a Barcellona, perché rappresenta il vero esempio di mercato popolare catalano, anticamente veniva allestito dai contadini che vendevano i loro prodotti ai commercianti barcellonesi, e per noi siciliani è un po’ come passeggiare fra luci,suoni,colori e sapori carichi di familiarità. Si trova all’interno di una struttura coperta in ferro molto frequentata. Sull’origine del nome ci sono due versioni, la più credibile deriva dal fatto che qui si vende la carn de boc, la carne di montone.

bouqueria2I prodotti della Boqueria sono davvero di ottima qualità e addirittura le verdure e la frutta sono disposte in modo uniforme, quasi artistico, talvolta rispettando le sfumature cromatiche ed entrando nel mercato si rimane stupefatti dai colori armonici e dai profumi di questo luogo. Difficilmente resisterete alla tentazione di comprare un frullato appena fatto o una gustosa vaschetta di frutta fresca da mangiare all’istante. Tra le particolarità delle bancarelle troviamo quelle che espongono la frutta e la verdura di prima scelta: sia quella del luogo sia quella esotica, ma si possono trovare anche svariate stranezze alimentari come in una libreria gastronomica o in una galleria artistica del sapore. I chioschi sono tutti costruiti con colonne ioniche e rivitalizzati dai carismatici venditori ormai diventati personaggi storici, per la tradizione e la fama popolare che si portano dietro, che con fare esperto incantano i visitatori di tutti il mondo.

bouque3 I commercianti sono quasi tutti vestiti con gli abiti tipici e sono molto disponibili ed esaustivi nel dare informazioni sui prodotti e le pietanze. Le venditrici di pesce e carne sono vestite con caratteristici grembiuli ornati di merletti. I venditori di questo mercato godono ormai di una certa notorietà, anche perché i migliori ristoranti della città si approvvigionano proprio qui e talvolta si possono vedere anche chef famosi in giro. Recentemente nella Boqueria è stata creata un’aula gastronomica, un centro di informazione e formazione relazionato con la cucina e il cibo in generale. Punto di incontro per i professionisti e affezionati del gusto, dove si mescolano i cuochi con gli artigiani, i venditori con gli specialisti, tutti riuniti con un unico scopo: il giusto trattamento degli alimenti, cosa che rende la Boqueria un mercato ancor più di qualità. Una visita a questo mercato risveglierà i vostri sensi, fra luci,suoni,sapori ed odori in un turbinio di sensazioni che conserverete care nel cuore.

 

Deborah Valenza

Cantine Aperte 2011 in Sicilia

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cantineIl 29 maggio 2011 tutti gli appassionati sono invitati a degustare i vini nelle oltre ottocento cantine italiane che festeggiano la cultura enoica italiana. Si calcola che saranno oltre un milione le persone che si recheranno presso le cantine che aderiscono al circuito delle Cantine Aperte, dove potranno acquistare non solo vini, ma anche tanti altri prodotti tipici, come olio extra vergine di oliva e delikatessen gastronomiche.

Questo evento è sponsorizzato da 18 anni dal Movimento Turismo del Vino, che ormai detiene la leadership per l’organizzazione di grandi eventi legati al vino, tra cui ricordiamo Calici di Stelle, appuntamento estivo legato alla notte di San Lorenzo (10 agosto) e San Martino in Cantina, in occasione delal presentazione dei Vini Novelli (5 novembre). Ma ecco l’elenco delle cantine siciliane che parteciperanno a Cantine Aperte 2011.

Provincia di Trapani:

Caruso & Minini,

Tenute di Donnafugata,

Florio.

Provincia di Palermo:

Duca di Salaparuta (Casteldaccia).

Az. Agr. marchesi de Gregorio (Monreale),

Baglio di Pianetto (S. Cristina Gela)

Enna:

Tenute Gigliotto (Piazza Armerina).

Caltanissetta:

Feudo principi di Butera (Butera).

Agrigento:

La Lumia (Licata).

Feudo Arancio (Sambuca di Sicilia),

Planeta (Menfi),

Tenuta barone

 

Ragusa:

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Siracusa :

Az. Agr. barone Pupillo,

Cantina barone Gandolfo di S. Giuseppe.

 

Vero boom per la provincia di Catania e l’Etna:

 

 

Azienda Agrituristica Etna Wine (Castiglione di Sicilia),

Azienda Cosentini (Santa Venerina),

Azienda Vinicola Benanti (Viagrande),

Cantine Don Saro (Linguaglossa),

Nicosia (Trecastagni),

Tenuta di Fessina (Castiglione di Sicilia),

Tenuta Scilio di Valle Galfina (Linguaglossa).


Per tutti coloro che non sono addetti ai lavori e che, quindi, non vanno a visitare il VinItaly a Verona, Cantine Aperte è un’occasione unica per degustare gli ultimi imbottigliamenti di molte cantine ed un modo per visitare strutture vinicole avanzatissime, dotate sia di macchinari straordinari che di centinaia di barrique per l’elevazione dei vini. Il Movimento Turismo del Vino – ricordiamo – è nato nel 1993 a Torgiano (PG) con lo scopo di promuovere la cultura del vino di qualità, ed attualmente annovera oltre mille cantine aderenti. Per ulteriori informazioni : Tel/Fax 075 9889529 mail: info@movimentoturismovino.it

 

Il Presidente della sezione Sicilia è l’enol. Salvatore La Lumia (sicilia@movimentoturismovino.it info@mtvsicilia.it).

Nino Panicola

A Pachino, parte “L’Inverdurata”

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inverdurataVerdure ed ortaggi utilizzati come colori di una tavolozza policroma, è questa l’idea originale, ed elegantemente stravagante, sulla quale poggia le basi l’Inverdurata di Pachino; nella caratteristica cittadina della Sicilia sud orientale si celebra, ormai da 8 anni, questo particolare evento artistico organizzato dall’APAC (Associazione Pachinese AntiCrimine), dall’Amministrazione Comunale e dalla Pro Loco.

 Le strade del centro storico di Pachino si trasformano per l’occasione in “tele” sulle quali dei veri artisti creano dei suggestivi mosaici, utilizzando esclusivamente vegetali prodotti nelle campagne locali. Chi passeggerà il prossimo weekend tra via Roma e piazza Vittorio Emanuele verrà inevitabilmente rapito dai colori vivaci dei mosaici vegetali dell’Inverdurata scoprendo, passo dopo passo, come prodotti che solitamente troviamo sulle nostre tavole, possono tramutarsi in vere e proprie opere d’arte.

L’iniziativa di Pachino è analoga alle celebri Infiorate di Noto, foto in basso (13-16 maggio 2011) e Caltagirone (1 maggio – 5 giugno), due festosi eventi caratterizzati da installazioni ed opere d’arte realizzate con piante e fiori.

 Come è ormai tradizione i “motivi” dei mosaici dell’Inverdurata sono ispirati a temi sociali e di attualità; un tema ricorrente è la commemorazione delle vittime delle stragi di Capaci e Via d’Amelio, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino assieme agli uomini delle scorte. Altre ispirazioni dell’edizione 2011 saranno i 150 anni dell’Unità d’Italia e le eccellenze del territorio di Pachino. Il tema proposto, dal quale gli autori hanno preso ispirazione, è stato: “Mare, terra e ciliegino insieme al famoso vino rendono irresistibile Pachino”.

Lo scorso mese di febbraio l’APAC ha indetto il concorso “Stuzzicate la Vostra Creatività”,  aperto agli studenti e ai cittadini pachinesi, per la realizzazione dei bozzetti per i mosaici dell’Infiorata 2011. Tra tutti gli elaborati verranno scelti sedici bozzetti che verranno premiati con 100 euro; gli autori dei primi tre bozzetti classificati, oltre a ricevere rispettivamente un premio di 300, 200 e 100 euro, potranno pregiarsi di vedere realizzati ed esposti i propri lavori durante l’Inverdurata. Numerosi sono gli eventi collaterali all’Inverdurata di Pachino; il ricco programma prevede concerti di musica live, proiezioni cinematografiche, spettacoli di cabaret, una rappresentazione araba in costume, un torneo di scacchi e degustazioni di prodotti tipici locali. L’Inverdurata di Pachino verrà inaugurata alle 10.30 del 7 maggio e si concluderà il giorno successivo a sera inoltrata. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi all’Assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune di Pachino. Tel. 0931.592611

Gabriele Amodeo