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Cus cus alla Trapanese

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cous cous tpMentre è in pieno svolgimento il Cous Cous Fest 2011 a San Vito Lo Capo, lo Chef Peppe Giuffrè ci propone la sua personalissima versione del Cus Cus alla Trapanese : rigorosamente a base di pesce e con una sorpresa croccante.

Cus cus alla Trapanese

Mari pescosi e terre riarse del trapanese esprimono e rappresentano un piatto di mille anni fa: il cus cus

Per 6 persone

Ingredienti

500 gr. di semola a grana grossa

500 gr. di pesce da zuppa

100 gr. di concentrato di pomodoro

100 gr. di mandorle

2 cipolle

2 spicchi d’aglio

1 chiodo di garofano

sedano, prezzemolo

olio, sale , pepe, cannella

alloro, acqua, carote, pomodoro

Procedimento :

In un grande recipiente (mafaradda) versare la semola poco per volta e con poche gocce di acqua salata (roteandola con la mano) ridurla a piccoli grani. Condirla con olio, pepe, cannella, cipolla a pezzetti, prezzemolo tritato e sistemarla in un recipiente di terracotta (cuscusiera) con qualche foglia di alloro. Cuocere il cous cous per un’ora e mezza mettendo nell’acqua di ebollizione gli odori (sedano, cipolla, carota, chiodi di garofano, pomodoro) e saldare la pentola del brodo con la cuscusiera con la pasta di pane in modo che il vapore non esca. Preparare una zuppa di pesce soffriggendo la cipolla, il concentrato, sale, pepe e un pesto fatto con aglio, prezzemolo e mandorle. Cuocere aggiungendo un litro e mezzo d’acqua e dopo aggiungere il pesce. Versare i granelli di semola in un zuppiera e versarvi metà del brodo di zuppa di pesce. Chiudere ermeticamente e lasciare riposare per un’ora. Servire con il pesce, privato delle spine, e un po’ di brodo. In tempi remoti si metteva nella “mafaradda”, contenitore in coccio smaltato, e si copriva con una coperta di lana.

Peppe Giuffrè – Chef –

Eventi. Sicilia- Calabria: il ponte enogastronomico sullo stretto

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Il Magliocco Igp Calabria,un rosso da uve selezionate dell’omonimo vitigno autoctono, uno dei più antichi della regione,il Timpa del Principe,un IGP Calabria,bianco,nato  da due autoctoni, Greco e Montonico ed il Serra delle Ciavole, Aglianico in purezza saranno protagonisti della serata siculo-calabra che avrà luogo il 26 settembre nelle terrazze del Living Restaurant La Rinascente (A.Zi.)

Ventisette locali siciliani del Buon Formaggio premiati a Cheese 2011

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Altro prestigioso riconoscimento per l’enogastronomia siciliana. Ventisette tra osterie, ristoranti e negozi specializzati – selezionati tra 500 locali di tutta Italia esaminati da un’apposita commissione – hanno ottenuto il premio del “Buon Formaggio” in occasione di “Cheese 2011”, la manifestazione internazionale di “Slow Food”, dedicata a le forme del latte che si è tenuta dal 16 al 19 settembre scorso a Bra, in provincia di Cuneo. (A.Fi)

I trend di lusso : collezionare vini.

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Rispondo alle tante domande degli appassionati enofili che mi chiedono quali sono i vini da collezione e come si fa ad iniziare una raccolta che possa prendere valore col tempo. Collezionare bottiglie pregiate di vini è un hobby molto antico, prerogativa dei più abbienti, in quanto molte bottiglie hanno valori notevoli dovuti alla loro zona di produzione, alla marca, al millesimo, alla eventuale numerazione delle stesse in etichetta, quindi alla loro rarità (Ni.Pa.)

La caffetteria Zicaffè – Marsala –

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E’ sempre un piacere scoprire di avere nella propria città un locale di grande tradizione, dove si alimentano giorno dopo giorno la qualità, la genuinità, la cura dei particolari, il buon servizio. E’ quasi un dovere segnalare questi locali affinché le persone, spesso distratte dalla vita di ogni giorno, possano ritrovare se stessi bevendo un buon caffè o gustando una pasticceria squisita.

Oggi faccio riferimento alla Caffetteria Zicaffè di Marsala. Essa nacque inizialmente come torrefazione nel 1929, gestita dal fondatore don Vito Zichittella. Grazie alla messa a punto di una speciale miscela tra caffè quest’uomo è riuscito ad affermare la sua azienda di torrefazione, la Zicaffè, prima a livello locale e provinciale. In seguito il successo fu tale che la vecchia sede, nel cuore di Marsala, divenne piccola e le ciminiere troppo inquinanti, quindi si trasferì in una sede ancora più grande per espandersi a livello internazionale.

La vecchia Caffetteria è diventata oggi un rivenditore autorizzato dei prodotti sfusi Zicaffè e grazie alla mescita di caffè, the e cremini vari, che hanno un eccezionale rapporto qualità- prezzo, riesce ad attirare tanti appassionati, dai ragazzi ai meno giovani. Possiamo tranquillamente dire che la Caffetteria Zicaffè è diventata il punto di ritrovo principale di tanti avventori buongustai che, la mattina per la prima colazione piuttosto che nei pomeriggi, amano riunirsi con amici e conoscenti per gustare le specialità proposte della casa. La Caffetteria si presenta con un design di arredamento piuttosto moderno, sia internamente che esternamente, disponendo di tutti i confort, tra cui schermi al plasma, buona musica di sottofondo, servizio al tavolo, climatizzatore; inoltre il personale qualificato offre un servizio eccellente, ormai raro da trovare in altri locali del genere.

 E chi rifiuterebbe il piacere di potersi accomodare in un luogo fresco dove gustare dolci e prelibatezze in buona compagnia ed un ottimo servizio ? Nel menù sono presenti più di 50 varietà di caffè, ma tra le specialità risaltano il caffè espresso tradizionale ed i caffè freddi, oltre ai cremini. In particolare, nella top dei cremini, brilla il cremino “juppy”, creato da una ragazza locale ( un mix di smarties, meringhe, cioccolato bianco, crema alla vaniglia, crema al cioccolato, crema al caffè); gettonatissimo il croccante ( un mix di crema alla cioccolato amaro, crema alla vaniglia, crema di nocciola con granella). Eccellenti la crema al pistacchio artigianale, ed una serie di caffè aromatizzati: il vaniglino, il nocciolino, lo spagnolo, il mou, etc. Rilevante la carta degli infusi per tea e dei preparati per la cioccolata calda (quelli al cioccolato bianco risultano i più venduti). L’affollamento è massimo durante il tardo pomeriggio e la mattina.

 

Con una nuova e moderna visione commerciale, facciamo notare, il locale durante il sabato resta aperto fino alle 20:30 per poi riaprire alle 22:00, per un “after dinner”. La caffetteria Zicaffè si trova in Via Abele Damiani, 88, il suo numero telefonico è 0923953086 e l’e mail coffestore1977@libero.it.

Chicco Panicola

A Trieste, un pranzo Al Settimo Cielo

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In una placida giornata di fine estate, per scampare al caldo canicolare della città, mi rifugio con un’amica sul Carso triestino, a Monte Grisa, che a dispetto del nome è solo a 350 metri sul livello del mare, ma in mezzo ai boschi, il ristoro è sicuro. Questo, il crinale carsico su cui si erge imponente il Santuario di Maria Madre e Regina, che imponente domina su tutta la città di Trieste e il golfo (E. Ri.)

Come per ogni santuario mariano che si rispetti, anche questo ha la sua ragion d’essere su un fatto miracoloso e l’ex voto che ne è seguito.  La chiesa vera e propria, molto particolare, è a due piani e inoltre, a ridosso di questa c’è il ristorante equo e solidale, “Al Settimo Cielo”,  il bar e un negozio con articoli religiosi e non. Arriviamo qui per pranzare, ci piace l’originalità di un ristorante in un santuario e poi, c’era un gran caldo per restare in città.

Il presidente della Cooperativa Sociale di commercio equo e solidale La Melagrana, nonché responsabile del Ristorante, del bar e della bottega, Salvatore Pilato, racconta volentieri anche noi come fa con tutti, pellegrini e turisti, la storia del Santuario.

“Siamo nel 1945, più precisamente nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio del 1945. Nel resto d’Italia la guerra è già terminata ma Trieste è ancora occupata dai tedeschi che, hanno minato il porto, pronti a farlo saltare. Di contro, in mare, schierata nel Golfo per impedire ai tedeschi di andarsene, c’è la flotta alleata. Sul Carso, dalla parte opposta, ci sono i partigiani di Tito. Il comandante della flotta alleata come anche i partigiani, pensano di chiuderli in una morsa sulla città, dal mare e dal Carso.

Il pomeriggio del 30 aprile c’è un incontro tra il comandante in capo delle truppe di occupazione tedesca e Monsignor Santin, allora vescovo di Trieste; in quell’incontro Monsignor Santin viene a sapere che con ogni probabilità il porto, quella notte, sarebbe stato fatto  saltare in aria, per permettere la fuga dei tedeschi durante la confusione che si sarebbe creata. Monsignor Santin tornato nel suo alloggio toglie dal suo breviario l’immagine di Maria che usava come indice ai vespri di quel giorno, e sul retro ci scrive il voto: ‘Cara Mamma, oggi i miei fratelli uomini hanno deciso di distrugger questa mia bella città e io non so più cosa fare. L’affido al tuo amore materno e, se riuscirai a salvarla cercherò di costruire per Te una chiesa, tuo figlio Antonio.’

Quella fu  la sera in cui i tedeschi per cancellare le tracce del campo di concentramento e del forno crematorio, fecero saltare la risiera di San Sabba  ma, senza apparente motivo, cominciarono a sminare il porto. Gli alleati, visto quest’atto, decisero di lasciarli andar via senza attaccarli e, quando i partigiani scendono in città non li trovarono più.  Così, la mattina dopo, primo maggio 1945 Monsignor Santin venne svegliato e avvertito dal suo segretario che i tedeschi se ne sono andati senza colpo ferire.

‘Sapessi cosa ho sognato: due grandi vele bianche che si incrociavano a formar la M di Maria. Venivano giù dal costone carsico e si poggiavano sul Golfo di Trieste in tempesta, placandola’ rispose Monsignor Santin. Questa la storia che si legge anche nelle cronache diocesane del 1945.

Santin raccontò del voto e del sogno al suo amico, Monsignor Strazzacappa, amico dell’allora nunzio apostolico,  Cardinale Angelo Roncalli. Questi, diventato papa Giovanni XXIII,  nel 1959, su suggerimento di Strazzacappa, pensò di realizzare il Tempio con l’interesse nazionale e consacrare tutta Italia al cuore materno di Maria.

Parte allora quel che è stato chiamato ‘il pellegrinaggio delle meraviglie’, con la statua, copia dell’immagine della Madonna di Fatima, ora nel Tempio di Monte Grisa, che percorre tutte le parrocchie di tutte le diocesi d’Italia; con le offerte verrà costruito questo Santuario Nazionale a Maria Regina. Nazionale, in quanto è stato costruito con il contributo di tutte le parrocchie d’Italia sotto il coordinamento della conferenza episcopale italiana, oggi il Santuario è gestito dagli Oblati del Divino Amore per mandato del Cardinale Vicario di Roma.

Quando chiesero a Monsignor Santin come costruire il Santuario di cui aveva fatto voto, lui ridisegnò le vele del suo sogno, la grande vela e la piccola vela che incrociate formavano la M. Ecco spiegata la forma della chiesa! Alta 45 metri, con il pavimento di 4000 metri quadrati e la struttura senza colonne, cioè completamente autoportante. Tutto intorno un ampio terrazzo panoramico, sulla città e il mare, tutto intorno i boschi di pini del Carso. Comunque – continua Salvatore Pilato –  la storia va avanti. Il primo maggio 1992 a questo Belvedere si affaccia Giovanni Paolo II, parla di confini tracciati da mano d’uomo, e quindi righe artificiali che dividono gli uomini. Dalla sua riflessione è tratta una preghiera, stampata su ogni cero del santuario: riflette su come, in questo posto, il punto più a nord del Mediterraneo, che divide gli uomini dell’Ovest da quelli dell’Est, gli uomini del Nord da quelli del Sud, sia arrivato il momento di farne un punto di incontro. Ed è questo il mandato che è stato fatto proprio dalla Cooperativa Sociale La Melagrana, per il ristorante, il bar, e la bottega col commercio equo e solidale, cioè  far in modo che le culture si possano incontrare, anche sul tavolo o al banco del bar.  La proposta che noi del ristorante portiamo è prima di tutto un servizio di accoglienza e un incontro di culture diverse, che avviene nei cibi.” Ci accomodiamo ai tavoli all’esterno, quasi in mezzo al bosco e chiediamo un suggerimento su cosa ordinare.  Ci viene consigliato un cous cous palestinese, con verdure spadellate e aromatizzate al profumo di Gerusalemme, con il pollo e panna al curry di Ceylon, tutti quanti prodotti del commercio equo solidale. Un piatto unico e sostanzioso ma con il caldo preferiamo altro.


Il tavolo è apparecchiato con delle tovagliette di carta stampate, che raccontano la storia della cooperativa. Portano il pane, e da bere. Io scelgo la birra scura con quinoa e riso del commercio equo e solidale, boliviana, anche se con l’aggiunta di riso di provenienza indiana; il gusto è importante e piacevolmente amarognolo. Avrei potuto anche ordinare del vino, fatto con uve coltivate su terreni confiscati alla mafia, ma col caldo la birra ghiacciata soddisfa di più. 
Come antipasto ci facciamo portare la collezione di formaggi locali abbinati a marmellate africane  e mieli sudamericani  del commercio equo e solidale. L’insieme di sapori e gusti di questi formaggi sia freschi che stagionati, dal pecorino del Carso al latteria della bassa friulana, mescolati  alle marmellate, da quanto ci piace ci ammutolisce finché non svuotiamo il piatto.

E poi andiamo sul tradizionale. Gnocchi di patate al pomodoro con verdure e basilico per la mia accompagnatrice mentre io prendo le tagliatelle con le vongole e il timo. La pasta, mi avvisano, arriva dai terreni confiscati alla mafia.

Alla fine ci concediamo un gelato. Gelato artigianale, ovviamente.

Il pranzo non è stato male, abbiamo apprezzato questo incontro, confronto, mescolamento di culture diverse che avviene a livello del palato. L’offerta del menù va dal classico all’esotico, e avremmo potuto ordinare saute di quinoa all’ananas e pollo (quinoa, ananas, pollo, cipolla, peperoni), ma anche dei nostrani gnocchi con goulash, le penne alla quinoa con salsa equo solidale come dei più classici fagottini con speck e radicchio rosso, o i calamari ripieni al cous cous

Più che altro, è particolarissima, anzi unica, la posizione: nell’area del Santuario e in mezzo ai boschi.

L’associazione ristorante, bar, negozio permette che molti dei prodotti assaggiati a pranzo (nel nostro caso le marmellate e i mieli, la birra, la pasta…) siano anche acquistabili lì, nella bottega equo solidale. Una bella comodità per chi vuol prendersi la briga di rifarsi a casa quanto mangiato, e senza neanche lambiccarsi su come fare perché sul sito del ristorante  http://www.alsettimocielo.org oltre al menù completo, sono riportate anche le ricette.

Sicuramente un’esperienza da fare per chi vuole cominciare ad aprirsi ad altre culture, partendo dal cibo.

 

Eleonora Righini

Grapperie Aperte, la Distilleria Conte Alambicco di Sicilia, apre le sue porte domenica 2 ottobre

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E’ scattato il conto alla rovescia per gli appassionati delle grappe. Ci sarà infatti anche una distilleria siciliana, la Conte Alambicco di Sicilia, con sede in contrada Ferla a  Petrosino, in provincia di Trapani alla kermesse “Grapperie Aperte”, giunta quest’anno all’ottava edizione, in programma domenica 2 ottobre, l’appuntamento più importante dell’anno per gli appassionati del distillato italiano per eccellenza. (A.Fi.)

La Regione Siciliana dichiara guerra ai vini in brik importati.

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Arriva nella GDO il vino siciliano di qualità in brik o bag. Il primo passo ufficiale è stato fatto. Con la presentazione alla grande distribuzione siciliana è partito il progetto “Vini Pop Sicilia”. Attraverso l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, la Regione lancia la commercializzazione di vino siciliano di qualità in brik o bag nei supermercati (A.Zi.)

 

La bottega dello speziale: la cannella

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Un appuntamento questo, che speriamo diventi un rituale, un momento di riflessione su quelli che sono i profumi che aromatizzano l’esistenza, da sempre. Come la cannella considerata una pianta divina, donata e ricevuta – in tempi ormai narrati come lo si fa con i racconti antichi – con gli stessi onori concessi all’oro, alla mirra, all’incenso. Regina delle spezie, la cannella ci aiuterà a cominciare un percorso di scoperta,  o per meglio dire, di riscoperta del sapore e del suo vero utilizzo (Ti.Ni.)

Cous Cous Fest: si parte,

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Al via la XIV edizione del festival che vede protagonista il piatto mediterraneo per antonomasia: il cous cous. Dal 20 al 25 settembre saranno nove i Paesi in gara e due le categorie di giudici. 10 euro il menù degustazione. Britti, Subsonica e Modena City Ramblers gli ospiti d’eccezione. (M.Ma.)