A Riccione il “cibo degli dei” fa gola con “CiocoPaese”
Riccione prende per la…gola con “CiocoPaese”, la manifestazione dedicata al cioccolato, giunta quest’anno alla VI edizione. Da sabato 15 a domenica 18 ottobre l’appuntamento è lungo il corso Fratelli Cervi e nelle piazzette Matteotti e Parri. “Cioccolato da gustare… e non solo”, recita lo slogan di quest’anno. (A. Fi.)
Editoriale . Sagre e fiere: la differenza c’è, ma non si vede.
Il pungolo sulle Sagre di paese si ripropone periodicamente, specie quando si decide di frequentarne qualcuna per capire ben presto che di tutto si tratta tranne che di una sagra. Non starò ad entrare nel dettaglio minuzioso di quale sagra abbia convinto più di quale altra, ma un fatto è certo. Nell’enorme macchina mangiasoldi di queste organizzazioni finiscono fondi pubblici. A volte spesi bene, ma anche no.
Bronte, pastificio il Mattarello
A conduzione familiare, il pastificio può festeggiare le nozze d’argento: connubio dato dall’amore per un mestiere che non conosce tempo e la voglia di perseguire un sogno. Esiste da venticinque anni il pastificio della famiglia Saitta ed opera per diffondere l’arte di far la pasta in casa con farina, uova, ingredienti assolutamente naturali e che regalano un gusto unico a maccheroni, tagliatelle, orecchiette e perfino alle trofie al pistacchio e per la gioia del palato.
Nel periodo della sagra di Bronte, la festa che dovrebbe rendere omaggio al principe indiscusso, il pistacchio brontese, la famiglia Saitta espone la pasta fresca in uno stand ricco per formati di pasta, accoglienza e dolci la cui ricetta appartiene alla famiglia ormai da generazioni. La torta al pistacchio e le tortine vengono realizzate, su ricetta della nonna, dal pastificio Il Mattarello solo in occasione della sagra del pistacchio, mentre durante tutto l’anno la produzione è dedicata interamente alla pasta all’uovo.
I brontesi conoscono bene il pastificio ed in molti si recano lì, durante la settimana ed in particolare la domenica, per comprare i classici maccheroni da condire con un bel sugo fatto in casa. Tagliatelle, lasagne, trofie, orecchiette e molti altri formati sono però prodotti da Biagio con l’aiuto della sua famiglia. Ha investito denaro e tempo in quest’impresa, e già da ventidue anni, propone e cerca di far conoscere la sua “pasta al pistacchio”. Si tratta di una pasta dove i pistacchi vengono inseriti all’interno, tritati, tra gli ingredienti in lavorazione. Una specialità che ha reso onori al pastificio, ma che sembra non decollare con facilità il quel di Bronte.
Gli abitanti amano la pasta fresca, comprano la pasta all’uovo eppure il fiore all’occhiello – o quello che a noi è sembrato tale – ovvero la pasta al pistacchio torna in auge sempre e solo per la sagra. Così come per i formati meno convenzionali, pare che i brontesi non amino cambiare gusto ed è un peccato se si pensa al grosso investimento economico che la famiglia Saitta ha dovuto sostenere per l’acquisto del macchinario adatto alla creazione di trofie e non solo.
Forse basterebbe un minimo lavoro di comunicazione affinchè, proprio questo formato di pasta non canonico e dal gusto ricercato riuscisse ad imporsi nella cittadina etnea e non solo. Del resto, conosciuto in tutto il mondo per le inimitabili proprietà organolettiche, è il pistacchio di Bronte a fare la differenza e potrebbe permettere al pastificio di essere conosciuto più ad ampio spettro e raccontato per l’idea, la voglia di fare, l’inventiva, il gusto per la ricerca e la scoperta di nuovi modi di allettare il palato più esigente.
Una cosa è certa, i ravioli sono da elogiare per consistenza, profumo, ispirata golosità: si tratta di una pasta ripiena che porta i pistacchi sia nell’impasto base, pistacchi tritati e nessun uso di coloranti artificiali, sia nel ripieno fatto da pistacchi appunto e da brasato; vien voglia di mangiarli crudi. Durante la prima sagra del pistacchio, ventidue anni or sono, organizzata dall’allora proloco, fu espressamente richiesta questa specialità; da allora Biagio Saitta produce la sua pasta, ma senza brevetto non si può arrestare il flusso di quanti tentano di ricalcare l’idea. Così oggi non è il solo. Di certo, racconta con orgoglio di essere stato il primo e che la sua pasta mantiene, come ci mostra in laboratorio, tutte le caratteristiche del prodotto naturale.
Il macchinario che vediamo in funzione, produce trofie e formati speciali, lavora alacremente anche se la produzione trova confini nella voglia di gusto classico che i maccheroni conducono con se. In base alla velocità del nastro la pasta si attorciglia su se stessa, in modo più o meno intenso, così da ottenere trofie di diverse dimensioni e le imperfezioni, sono il marchio che garantisce la fattura artigianale. Basteranno ancora cinque o sei minuti per l’asciugatura e la pasta è pronta per essere cucinata e portata in tavola come vera prelibatezza. L’asciugatrice ha il compito di velocizzare il processo d’essiccazione e serve per ogni tipo di pasta e le sue varianti, con circa il 70% d’umidità la pasta al pistacchio si asciugherà prima rispetto ad una pasta ricotta e spinaci, altro classico sempre in voga e di sicura realizzazione presso il pastificio Il Mattarello.
Tiziana Nicoletti
Bronte, la sagra del pistacchio 2011
E’un piccolo comune che si abbarbica sulle pendici a nord-ovest dell’Etna. Bronte è conosciuto in tutto il mondo per l’eccellenza del suo pistacchio. La produzione agricola brontese vanta aranci, ulivi, mandorli, noccioli, castagni eppure nel pistacchio trova quella realizzazione e quel rilancio economico che ne fa uno dei comuni più singolari al mondo. Ed ogni anno apre le porte ai visitatori e mette in mostra la sua sagra (Ti.Ni.)
Timballino di Capelli d’Angelo alla Parmiciana
Piatto non facilissimo, se non altro perchè presuppone una certa manualità quando si tratta di sformarlo per renderlo ottimo nella presentazione oltre che nella sostanza. Ma con l’aiuto dello Chef Peppe Giuffrè e dei suoi consigli ci si può senza dubbio provare. Il risultato, una volta conseguito, premierà le papille e la pazienza con un gusto delicato e prelibato.
Ingredienti e dosi per 4 persone.
2 melanzane nostrane
200 grammi di capelli d’angelo
250 g di pomodori datterino (per ora sono più fighi!)
50 g di caciocavallo stagionato grattugiato
noce moscata
Olio E.v.o. trapanese
Peperoncino
Maggiorana, Timo, Menta, Basilico
sale della saline di trapani
pepe
Procedimento:
Mondare le melanzane lasciando delle strisce di buccia, tagliarle a rondelle non troppo spesse cercando di ottenerne 18 fette.
Friggerne in olio bollente 12 fette e arrostire sulla piastra le altre 6
Preparare un soffritto con peperoncino, maggiorana, menta e basilico. Preparare una dadolata con i pomodorini.
Cuocere i capellini, scolarli al dente e saltarli in padella velocemente col soffritto di erbette
Imburrare degli stampini mettere sul fondo una fetta di basilico, una di melanzana fritta, la pasta, i pomodorini, una fetta di guastella del Belice, un po’ di basilico tritato e una spolverata di caciocavallo.
Ripetere con un secondo strato e chiudere il tutto con una fetta di melanzana grigliata.
Infornare a 160° per 10 minuti circa.
Peppe Giuffrè