Questo vulcanico Aglianico del Vulture

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aglianico-05-111Nellaa zona del Vulture il fattore pedoclimatico e la tradizione giocano a favore dell’Aglianico, rosso superbo, austero e generoso. I vigneti sono situati su un vasto altipiano in una zona vulcanica a base tufacea dove il clima è freddo. Gli impianti, molto fitti, alla latina con sostegni di canne, hanno rese bassissime e danno vita ad uve che spesso subiscono un certo appassimento.

La vite è stata introdotta in Basilicata intorno al VI secolo a.C. dagli antichi Greci e ancora oggi il vitigno più coltivato è l’Aglianico, il cui nome non è altro che una storpiatura della parola ellenico.

aglianico_del_vultureIl Vulture è un vulcano spento con altezza di 1.300 metri, che s’innalza isolato nell’Appennino lucano poco distante da Campania e Puglia. Qui i terreni fertili e ricchi di sostanze minerali si appoggiano su strati più profondi di tufo che funzionano da riserva d’acqua nei periodi più siccitosi dell’anno (i contadini del posto lo chiamano “il tufo che allatta”) mentre l’altitudine dei vigneti (500–600 metri s.l.m.), unita all’intensità dei raggi solari tipica del nostro Sud Italia, creano un microclima del tutto particolare che permette ai grappoli di Aglianico, vitigno tardivo e facilmente attaccabile da muffe nei fondovalle umidi non sufficientemente soleggiati, di trovare il suo habitat ideale raggiungendo un’ottimale e completa maturazione polifenolica. Il vino che ne risulta è generoso, forte, di grande personalità, adatto all’invecchiamento, di colore rubino intenso, dal complesso ed articolato quadro sensoriale. L’Aglianico del Vulture si coltiva in un territorio che comprende i comuni di Rionero in Vulture, Barile , Rampolla , Ripacandida , Ginestra , Maschito , Forenza , Acerenza , Melfi, Atella , Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio , Banzi, Genzano di Lucania, alle pendici del Vulture ed è proprio questo particolare ambiente vulcanico a determinarne la giusta maturazione e la particolare composizione. Dove termina il lavoro della natura inizia quello dell’uomo e i Lucani, popolo dai costumi semplici e dalle salde radici, dovendo spesso adattarsi ad una terra povera di risorse naturali, non ha mai dimenticato la tradizione.

aglianico2Da secoli gli impianti di Aglianico del Vulture sono molto fitti, alla latina, sostenuti da canne, con densità che talvolta raggiungono i 20.000 ceppi/ha, con rese bassissime e grappoli che spesso subiscono appassimento. Le antiche grotte scavate nel tufo, delle quali è ricco tutto il territorio e sulle quali sorgono i borghi abitati, sono ancora utilizzate e forniscono al vino la possibilità di riposare in un perfetto e naturale equilibrio di temperatura, umidità e ventilazione, e contribuiscono a far diventare il rosso superbo, austero, generoso. Ed è proprio in uno dei nostri viaggi alla ricerca del paesaggio e del vino che abbiamo visitato le Cantine del Notaio di Rionero del Vulture che ancora oggi conservano nella parte storica il vecchio impianto a ferro di cavallo delle grotte scavate nel tufo. Lì si ritorna indietro nel tempo in un luogo incantato dove tutto è rimasto uguale e custodito gelosamente. L’azienda vinifica il suo Aglianico nelle diverse espressioni: rosato, rosso giovane, invecchiato e con appassimento.

Anna Maria Epifani

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