Shamira Gatta: dall’orto del nonno alla molecolare. L’intervista.

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Shamira, un nome che evoca seducenti atmosfere brune e mediorientali ma al quale corrisponde invece una giovane e bellissima donna bionda con occhi di lago e pelle di alabastro.L'immagine può contenere: Shamira Gatta, persona seduta, tabella, spazio al chiuso e primo pianoCome si è evoluta in lei la passione per la cucina?

Ho sempre amato il buon cibo, fin da piccola. Ho dei ricordi meravigliosi di mia nonna che la mattina di Natale preparava tavolate di gnocchi per poi coprirli in attesa del pranzo. Erano così buoni che ancora ne ricordo il sapore. Mi inventavo le ricette già allora, abbinando i sapori che conoscevo, che per lo più erano quelli che l’orto offre. Mio nonno aveva un pezzo di terra, ed avevamo tanta frutta e verdura oltre che galline e conigli, e quando mio papà andava a caccia anche lepri, anatre, fagiani, colombacci e pernici.Amavo così tanto il profumo delle spezie che mi costruì un piccolo scaffale di cartone, ricavando dalla plastilina tanti piccoli vasi con un minuscolo coperchio. Li riempivo con le erbe e le spezie del giardino che personalmente seccavo, e con le scorze degli agrumi. Poi ogni tanto le annusavo ed immaginavo di creare piatti.L'immagine può contenere: ciboA quando risale il suo primo esperimento ai fornelli?

La prima ricetta che feci fu con mia nonna, avrò avuto circa 7 anni,  ed avevo scoperto che i petali di rose erano commestibili perchè anche allora leggevo molto. Così raccogliemmo i petali di rose dal giardino e facemmo dei bignè. Un paio di anni più tardi, con un kit da piccolo chimico provai a fare la ricotta. Come prime prove non erano male, e così mi incoraggiarono a cucinare sempre di più, cose semplici, colorate, ma la passione è uscita fuori con tutta la sua forza quando a 19 anni mi ritrovai ad avere parecchio tempo a disposizione da passare in casa. Li iniziai veramente a cucinare ed esprimere la mia creatività; ho fatto un liceo scientifico ad indirizzo artistico, nei piatti vedevo la mia tela, ed il mio obiettivo era trasmettere emozioni.L'immagine può contenere: ciboSe lo ricorda il suo piatto degli esordi ? Quello che le suggerì con certezza che quella era la strada da intraprendere?

Dopo aver scoperto, o meglio, riscoperto la mia passione per la cucina, iniziai a partecipare a vari concorsi con ottimi risultati. A 21 anni preparai un piatto di cui vado molto orgogliosa “spaghetti al nero di seppia con spuma di pistacchi di Bronte e gamberi grigliati” che mi valse il titolo “Chef del piacere Voiello”.L'immagine può contenere: cibo All’epoca non si parlava ancora di cucina molecolare in Italia, se non per denigrarla, ed io ero motivata a dimostrare che nelle giuste dosi gli ingredienti usati in questo campo non fanno male. Non passai inosservata e dopo poco venni contattata da Allan Bay che mi chiese di scrivere un libro: venne così alla luce “Alchimie in cucina“, libro a cui tengo tantissimo e che ha riscosso più successo di quanto mi aspettassi. L'immagine può contenere: ciboAd oggi siamo alla sesta edizione ed è ancora uno dei libri di cucina moderna più venduti, tanto che il prossimo anno uscirà il seguito. Intanto avevo già iniziato ad interessarmi di cucina molecolare, e volevo dimostrare a tutti che molecolare non significa dannoso, che lo studio della chimica degli alimenti non può che migliorarci, e che la maggior parte degli ingredienti utilizzati nella cucina molecolare proviene da alghe, oppure si tratta di amidi e via dicendo; iniziai così a tenere una vera e propria rubrica, spiegando ogni settimana una nuova tecnica con una ricetta.
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La cosa che ama di più preparare è anche quella che le piace di più mangiare?

Amo provare cose nuove, non ho un piatto preferito, cambia a seconda dell’umore, vado da un estremo all’altro:  passo dagli gnocchi burro e salvia ad un uovo di anatra cotto a bassa temperatura con tartare di chianina affumicata alla canapa e tartufo. Ma è così anche per le cose che amo preparare, mi diverte provare sempre piatti nuovi: ultimamente sperimento molto con il salato.L'immagine può contenere: ciboQuali sono i suoi impegni odierni? So che è molto attiva nell’editoria…

Al momento sono bloccata con il lavoro a causa del Covid, ma sono riuscita a completare il nuovo libro “La cucina al vapore” uscito da poco e che sta andando alla grande. Contiene più di 100 ricette illustrate dalla bravissima fotografa di food Manuela Vanni, molte classiche ma ancora di più gourmet, con piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna, come il “raviolo che si credeva un risotto alla milanese” o il baccalà al vapore mantecato. Sono anche riuscita a completare il seguito di “Alchimie in cucina” che uscirà nelle librerie il prossimo anno.L'immagine può contenere: ciboQuesto è un periodo davvero terribile per la categoria dei cuochi e dei ristoratori: cosa si sente di dire ai suoi colleghi?

Per quanto sia difficile direi di tenere duro. Purtroppo siamo un po’ tutti nella stessa barca, quest’anno ho lavorato pochissimo, ho tutti i corsi di cucina annullati fino a gennaio, questa estate le scuole di cucina per cui lavoro sono rimaste chiuse. A parte settembre e ottobre in pratica non lavoro da marzo, e a parte i due libri su cui ho lavorato quest’anno non ho fatto molto. Quindi stringiamo i denti, questo periodo difficile passerà.L'immagine può contenere: ciboQuali sono i suoi progetti futuri?

Il prossimo anno inizierò a lavorare in Svizzera dove mi hanno chiamata per tenere corsi di cucina molecolare, e spero di poter finalmente iniziare a presentare il mio libro in giro per l’Italia. Ho ricevuto molte richieste ma gli eventi sono stati tutti annullati o rimandati.Nessuna descrizione della foto disponibile.E il sogno nel cassetto?

Spero un giorno di fermarmi ed aprire un piccolo ma modernissimo ristorante, stravagante, un po’ come me. Il mio lavoro mi porta a girare come una trottola, varie scuole di cucina in Italia e all’estero, eventi in ristoranti in ogni dove, non sono solo docente di cucina e scrittrice, ma anche ghost writer ed editor di chef stellati, è un lavoro che mi fa viaggiare molto e che amo, conosco persone nuove, apprendo tecniche che non conosco ed affino quelle che già ho. In cucina non si smette mai di imparare, ed ogni scoperta è bellissima!

Alessandra Verzera

 

NB. Le foto contenute in questo articolo, ad eccezione della foto degli gnocchi, sono di esclusiva proprietà di Shamira Gatta. Pertanto ogni uso delle immagini, se non preventivamente autorizzato dalla legittima proprietaria, è proibito e costituisce violazione del copyright. 

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