Home Blog Pagina 4

Tataki di tonno su gazpacho di fragole e pomodoro, gel alla menta e salsa di alici

0

 

Ingredienti per il gazpacho :

-4 pomodori ramati già spellati
-350 gr di fragole
– extravergine d’oliva
-Un gambo di sedano
-mezzo cetriolo
-scorza grattugiata di un lime intero
-sale e pepe q. B
-2 grattugiate di zenzero

Ingredienti per la salsa di alici

-100 gr di alici sgocciolate
-80gr panna fresca
-80 gr latte intero

Ingredienti per il gel di menta

-Mezzo mazzo di menta
-Olio qb
-100gr acqua
-1gr xantana

————

-2 Filetto di tonno da 150 gr cad
Olio e sale qbPer la preparazione del gazpacho di fragole e pomodoro :

-Frullate tutti gli ingredienti insieme con un frullatore a immersione aggiungendo progressivamente l’olio

extravergine di oliva fino ad ottenere una consistenza abbastanza liquida.

Per la preparazione della salsa di alici:

-Frullate le alici, il latte intero e la panna e portare a bollore facendo ridurre la salsa

Per la preparazione del gel di menta:

-Mixare tutti gli ingredienti e passare al setaccio

Procedimento

Prendete un piatto piano, adagiateci al centro il gazpacho di fragola e nel frattempo cuocete i filetti di tonno su una piastra bollente per pochissimi minuti: dovrà essere dorato fuori e crudo dentro. Una volta pronto, tagliate il tonno a fette di medio spessore e adagiatelo sopra il gazpacho . Infine decorate il piatto alternando il gel di menta e la salsa di acciughe e servite

Vito Poma

Terra Madre Salone del Gusto 2020, da domani i primi appuntamenti

0

Tutti collegati a partire da domani, giovedì 8 ottobre e per sei mesi, su www.terramadresalonedelgusto.com, la piattaforma che ospiterà gli eventi digitali della manifestazione internazionale più importante dedicata al cibo buono, pulito, giusto e sano organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino.Il Salone del Gusto 2020 di Torino: arrivano le date ufficiali dell'eventoUn evento rivoluzionato per adattarsi alle nuove esigenze di sicurezza dettate dal Covid che, grazie alle nuove tecnologie, permetterà a un’ampia platea di spettatori, in Italia e nel resto del mondo, di appropriarsi delle chiavi di lettura per leggere le crisi climatica, economica, sociale, sanitaria e alimentare che stiamo vivendo e comprendere, grazie all’intervento di esperti, quali strade possiamo percorrere per costruire un futuro migliore, per l’umanità e il pianeta.

Terra Madre Salone del Gusto si apre giovedì 8 ottobre a partire dalle 12 con gli interventi inaugurali di:

Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che rivolge un saluto ai delegati di Terra Madre di tutto il mondo e li invita a essere creativi, a sviluppare idee innovative, a mettere in campo nuovi progetti, che possano essere un esempio anche per altri soggetti che in tutto il mondo lavorano in maniera sostenibile tutelando l’acqua, i suoli, l’aria.Chi è David Sassoli, nuovo Presidente del Parlamento Europeo • Prima Pagina  OnlineDavid Sassoli, presidente del Parlamento europeo, che mette in evidenza la grande sfida che abbiamo davanti, nella possibilità di progettare un’Europa più verde, più equa, più digitale che implicherà un cambiamento profondo degli stili di vita, dei consumi, della produzione, nonché della vita quotidiana delle persone.

Marie Hagavicepresidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), partner di Slow Food per i progetti a sostegno delle popolazioni povere delle aree rurali nel miglioramento della produzione di cibo e dell’accesso al mercato, che sottolinea quanto l’evento digitale rappresenti, quest’anno ancor di più, un’opportunità per unire i delegati di Terra Madre.Terra Madre-Salone del Gusto 2020 cresce: sempre più famiglie pronte ad  ospitare i delegati- Cuneocronaca.itAlle 17 a dare il via ai lavori sarà la prima delle grandi Conferenze Nuove geografie e possibili futuri: la conferenza inaugurale. La geografia è la scienza che più di tutte ci permette di leggere il mondo che ci circonda. Ma per leggere la realtà con lenti nuove è necessario abbandonare confini politici e bandiere per focalizzare l’attenzione sulla terra, i suoi ecosistemi, le relazioni fra gli esseri umani e la natura.

Intervengono nella Conferenza:Radio 3 Franco FarinelliFranco Farinelli, già professore ordinario di Geografia dell’Università di Bologna e docente presso le Università di Ginevra, Los Angeles, Berkeley, e alla Sorbona di Parigi, autore del saggio L’invenzione della Terra;Paul Collier | Economics | Business | Chartwell Speakers BureauPaul Collier, direttore dell’International Growth Centre (IGC), centro di ricerca economica con sede presso la London School of Economics, e autore dei saggi Il futuro del capitalismo e L’ultimo miliardoPerché i paesi più poveri diventano sempre più poveri e cosa si può fare per aiutarli;Auteur Virginie Raisson | Robert Laffont CanadaVirginie Raisson, analista in relazioni internazionali, specializzata in geopolitica prospettiva, direttrice del centro studi francese Lépac, e autrice dell’Atlante dei futuri del mondo.

Modera: Davide Papotti, docente di geografia culturale presso l’Università degli Studi di Parma.Geografia, caleidoscopio di saperi. Ma docenti in calo - Gazzetta di ParmaNel giorni successivi andranno on line sulla piattaforma gli altri format dell’evento digitale.I Forum, l’essenza del grande incontro internazionale della rete Slow Food: produttori delle Comunità e dei Presìdi, cuochi, attivisti ed esperti che si confrontano su tematiche legate ad agricoltura, alimentazione, sostenibilità, biodiversità e modelli produttivi. Quest’anno, i forum sono organizzati intorno ai quattro ecosistemi, per mostrare come essi abbiano fragilità simili e, quindi, simili e condivisibili siano le possibili soluzioni. I forum sono organizzati in forma di webinar e per partecipare è necessario registrarsi.

Food Talk, sono una nuova formula di questo Terra Madre Salone del Gusto 2020. Dieci minuti per fare emergere pensieri e parole davanti alla telecamera. Scrittori, economisti, filosofi, antropologi, ecologisti, educatori, insieme a contadini, pastori, pescatori, cuochi offrono la propria visione su ambiente, agricoltura, alimentazione… Un quadro collettivo sul futuro che vogliamo.

Nuovissimi a Terra Madre arrivano i Come si fa? Per scoprire mestieri e tecniche e approfondirne la conoscenza o per riprodurre, da casa, le preparazioni raccontate dai nostri ospiti.

E infine la Staffetta, una vera e propria miniserie, un viaggio in cinque puntate attraverso i fusi orari e i continenti, un dialogo fra saperi intorno alle grandi questioni contemporanee a cui tutti, in tutto il mondo, possono partecipare on line sulla piattaforma.

 

Mandorle: il break perfetto per il tuo trekking d’autunno

0

Le meravigliose mandorle: gustose, facili da portare con sé e piene di energia, sono lo snack ideale per le tue giornate in mezzo alla natura.L’autunno è un periodo meraviglioso per le escursioni. Gli alberi che perdono le loro foglie dorate e l’aria limpida offrono scorci incantevoli, i sentieri sono spesso meno frequentati che nella stagione calda, quindi è più facile osservare la fauna selvatica, e tutto è avvolto dalla magia dei colori del foliage.Inoltrarsi tra i boschi, esplorare nuovi sentieri, vivere esperienze immersive in aree naturali è sicuramente un’attività affascinante, ma non è esattamente come fare una passeggiata nel parco. Non serve essere esperti alpinisti, ma un po’ di allenamento e la giusta carica di energia sono essenziali, non solo per godersi il percorso. Quando si è stanchi, infatti, si perde reattività e brillantezza, situazione in cui è più facile incorrere in un infortunio.Appesantirsi naturalmente non è la soluzione migliore, anche se l’aria fresca dei boschi rende ancor più invitante l’atmosfera calda e confortevole dei rifugi. In questi casi un utile supporto può arrivare dalle mandorle. Le mandorle sono ricche di magnesio, che contribuisce a ridurre la stanchezza, vantano un elevato contenuto di riboflavina (B2) e sono una fonte di niacina (B3), tiamina (B1) e folato (B9), tutti elementi che contribuiscono al metabolismo energetico.In un sacchetto o in una scatolina, una gustosa manciata di mandorle (23 mandorle o 30g), contiene 175 calorie e 6 grammi di proteine vegetali energetiche, oltre che a fibre e grassi sani: uno snack delizioso e facilmente trasportabile, perfetto per stare in una tasca della giacca da trekking, per ricaricare le batterie e rimanere in pista. Quindi mandorle sempre in tasca, le giuste scarpe ai piedi e via a godersi la natura d’autunno!

Il risotto in terrina

0

Ingredienti: cipolla , aglio , carota , peperone , ossa con resti di carne , un po di strutto , vino rosso , erbe aromatiche . Passate in forno per circa 6 ore a 140 gradi . Quando è pronto togliete le ossa  e se ci sono, i pezzi grossi di erbe aromatiche.

Fate riposare per qualche ora , e separate i grassi dal composto .

Io per questa ricetta  ho usato un vialone nano .
Brillatura con un pochino di grasso precedentemente tolto dal composto .
Per una porzione ho messo le verdure cotte frullate ( un cucchiaio ) ,.
Portate a quasi fine cottura con semplice acqua bollente , sempre a poco alla volta .
Mantecatura :
Due cucchiaini di ricotta di bufala , un cucchiaino di verdure frullate , e per finire un cucchiaio di caviale ( storione )

Buona ricetta a tutti

Nicola Stillitano

( Nico Rc sui social)

Enoturismo: le sfide e le opprtunità per la Lombardia e l’Italia

0

La stagione 2020 del turismo italiano ha confermato che un numero crescente di viaggiatori – wine lovers, enogastronauti e turisti di varia estrazione – sceglie l’esperienza enoturistica. Quest’anno, viste anche le restrizioni dovute al Covid-19, l’Enoturismo si è spesso caratterizzato come ‘turismo della ripartenza’: un turismo di prossimità, economicamente accessibile, integrato con altre esperienze culturali, gastronomiche, naturalistiche dei territori, fruibile anche a piccoli gruppi, praticabile all’aperto preferendo la Vigna alla Cantina.

Di questo si parlerà mercoledì 7 ottobre, dalle 10.00 alle 11.30, in live streaming, nel Webinar “Enoturismo oggi, in Lombardia: sfide e opportunità”, promosso da Unioncamere Lombardia, durante il quale esperti del settore, operatori turistici, stampa specializzata e viticultori si confronteranno per fare il punto su come è andata la stagione enoturistica in Lombardia e capire quali siano le nuove prospettive del comparto per la Regione e per l’intero Paese. Il webinar conclude il progetto formativo “Il Nuovo Enoturismo: istruzioni per l’uso”, un ciclo di incontri dedicati alla formazione degli operatori lombardi della filiera enoturistica, dai Produttori agli operatori dell’accoglienza in albergo, B&B e della ristorazione, fino alle guide turistiche, alle agenzie di viaggi e ai tour operator.

Sono previsti gli interventi di Anna Zerboni – Responsabile Area Servizi per le Imprese | Turismo, Cultura, Territorio Unioncamere Lombardia; Lucia Silvestri – Dirigente Unità Organizzativa Sviluppo, Innovazione e Promozione delle Produzioni e del Territorio – Regione Lombardia DG Agricoltura; Magda Antonioli – Vicepresidente European Travel Commission e Consigliere ENIT; Giulio Somma – Direttore de Il Corriere Vinicolo | Unione Italiana Vini; Carlo Giovanni Pietrasanta – Presidente Movimento Turismo del Vino Lombardia; Claudia Crippa – Agriturismo La Costa (provincia di Lecco); Massimiliano Brambilla – Azienda Vinicola Vigne Olcru (provincia di Pavia), con il coordinamento di Francesco Moneta, Fondatore dell’agenzia di comunicazione The Round Table e della piattaforma ‘Il Nuovo Enoturismo’.

Alla Milano Wine Week, la guida Slow Wine 2021

0

L’ appuntamento internazionale dedicato al vino e ai sui protagonisti, la Milano Wine Week,  si apre con la presentazione della guida Slow Wine 2021. L’undicesima edizione, curata da Fabio Giavedoni e Giancarlo Gariglio, sarà disponibile a partire dal 7 ottobre su www.slowfoodeditore.it e in libreria dal 14. Slow Wine, nonostante le difficoltà dovute al Covid-19, si conferma un utile strumento di promozione e conoscenza dell’Italia del vino e un sicuro e approfondito sussidio per wine lovers e non solo.

Anche quest’anno, Slow Wine è andata oltre il bicchiere, alla sola degustazione, sfruttando la tecnologia per coltivare quel desiderio di indagine, di approfondimento, di conoscenza e di confronto con i produttori che sono l’anima della guida da sempre: pur non riuscendo a calpestare i terreni o a stringere le loro mani, gli oltre 150 collaboratori presenti in tutte le regioni sono riusciti ad avere un contatto con la vigna e il suo conduttore realizzando una guida esaustiva, imparziale, capace di offrire un valore aggiunto a chi l’acquista. «Gli autori hanno avuto modo di incontrare i vignaioli in visite virtuali, con un format e una serie di domande studiate in fase redazionale uguali per tutti» hanno raccontato i curatori Giavedoni e Gariglio. «Un tale cambiamento si è rivelato un’opportunità per offrire un ulteriore servizio al lettore: ben 940 schede sono corredate da un QR code che rimanda ai video delle visite virtuali condotte dai collaboratori. Sono oltre 300.000 i minuti di riprese come testimonianza di un anno eccezionale e come apertura della guida al mondo digitale».Testo alternativoAd  inquadrare nell’attuale momento storico il valore di questa rivoluzione è stato Mario Calabresi, il giornalista e scrittore, autore del progetto editoriale Altre Storie, con cui i curatori hanno avviato una riflessione sul tema dell’Informazione ai tempi del Covid: «Avete avuto la lungimiranza di trasformare un ripiego in un’opportunità. Infatti, prima in cantina ci andavate solo voi, adesso ci andiamo tutti. Possiamo permetterci di visitare una cantina molto distante da noi, avere il privilegio di ascoltare la voce del produttore, scoprire cosa c’è dietro al bicchiere che tutti possiamo degustare. Il curatore avrà perso un pezzo del suo percorso, ma da quest’anno voi avete regalato un’esperienza altrimenti impossibile anche per gli appassionati di vino. Avete regalato il viaggio, una storia fatta non solo dei caratteri della guida, ma anche di immagini e parole. E lo avete fatto entrando a casa delle persone, nelle loro vigne e nelle loro cantine. Adesso non si torna indietro, e il prossimo anno alle visite dei curatori in cantina dovete aggiungere anche l’esperienza virtuale per i vostri lettori».Testo alternativoE non è tutto. «Slow Wine non è solamente una guida, ma un progetto che coinvolge tutta l’associazione ed è l’espressione dei valori di Slow Food attraverso il mondo del vino. È per questo che Slow Wine non si ferma con la pubblicazione della guida, ma raggiunge i soci e gli appassionati sia attraverso il web che direttamente sui territori» sottolinea Daniele Buttignol, amministratore delegato di Slow Food Promozione Srl SB.

«Quest’anno la nostra grande degustazione si sposterà sul web: a novembre organizzeremo infatti 4 appuntamenti digitali i cui protagonisti saranno i vignaioli premiati da Slow Wine 2021. A dialogare con loro i curatori, i collaboratori e i tantissimi appassionati che formano una comunità unita dalla passione per il vino buono, pulito e giusto. Poiché con il vino è essenziale l’esperienza sensoriale e non solo la chiacchiera ecco allora che tutti gli appassionati d’Italia che parteciperanno agli incontri potranno ricevere le etichette dei produttori coinvolti, per realizzare il più grande brindisi virtuale che la nostra Italia abbia mai visto» raccontano i curatori.

Un’altra, importante decisione è stata presa sempre a fronte del periodo di lockdown e dell’impossibilità di effettuare le visite dal vivo: nell’edizione 2021 di Slow Wine non sono state assegnate le Chiocciole. Questo, per rimarcare ulteriormente il significato e il valore della Chiocciola, non come premio assegnato una volta per tutte, ma come continua, costante conferma e ricerca della qualità nei vini e nelle cantine.Testo alternativoTutti i vini premiati, inoltre, ottengono il riconoscimento di Top Wine. Tra questi, inoltre, si distinguono i Vini Slow, le etichette che oltre a essere eccellenti per valore organolettico, sono in grado di emozionare, raccontare la storia di un territorio, essere un riferimento per la categoria o esemplare per una cantina, e i Vini Quotidiani, ovvero le migliori bottiglie in Italia vendute a scaffale, nelle enoteche, entro i 12 euro.

Il prossimo appuntamento sarà i domenica 11 ottobre alle 14,30 al Sana di Bologna, dove sarà presentato Il Manifesto Slow Food sul vino: da vignérons d’Europe a Bologna. «Nel 2020 abbiamo deciso di coronare un lungo lavoro che è iniziato nel 2007 con la prima edizione di Vigneron d’Europe a Montpellier, proseguita nel 2009 in Toscana. A Firenze fu letto, nella Sala dei Cinquecento, di fronte a centinaia di produttori, il Manifesto dei Vigneron. Fu un momento toccante e carico di significato. Non per nulla da quelle due esperienze prese vita la Fivi. Ora, Slow Food ha deciso di rivisitare quello stupendo documento e di inserire il percorso che porterà a condividerlo a livello internazionale nei sei mesi di Terra Madre Salone del Gusto» affermano Giavedoni e Gariglio.

Nel 2021 Slow Wine non vuole fermarsi, ma deve fare i conti, naturalmente, con una situazione in rapido mutamento. Per questo motivo la formula tour di Slow Wine all’estero assumerà un’altra formula. «Non si tratterà più di walk around tasting con centinaia di degustatori ma di presentazioni (e degustazioni) one to one in cui i produttori presenteranno i propri vini in totale sicurezza e tranquillità» concludono i curatori.

L’appuntamento è quindi a Monaco di Baviera il 18 di gennaio, poi, tra la fine di febbraio e la prima settimana di marzo ci sono le tappe italiane (Nord Ovest, il Nord Est, il Centro e il Sud). Infine, se sarà possibile, il tour sbarcherà negli Usa a luglio con e in Asia a novembre del 2021.

 

Il Gourmet cena sempre due volte… Il giallo a tavola.

0

“Il gourmet cena sempre due volte”, del giallista torinese Enrico Pandiani, e “Il grande libro illustrato del vino italiano”di Eleonora Guerini, già curatrice della guida I Vini d’Italia del Gambero Rosso, si aggiudicano il Premio Iolanda 2020, primo concorso letterario nazionale dedicato esclusivamente ai libri di cucina e di ricette che quest’anno, alla sua terza edizione, si è arricchito di un’apposita sezione dedicata alla letteratura del vino e di un altro riconoscimento riservato alla cucina del benessere con il premio “Giuseppe da Re”. Attribuito al libro “La dieta mediterranea alcalina per essere longevi e in salute”dei pugliesi Rocco e Giuseppe Palmisano, consegnato ai vincitori da Benedetto Cavalieri.La consegna dei tre riconoscimenti sabato 26 settembre a Santa Maria di Leuca, nello splendido giardino ottocentesco della dimora di charme sul lungomare Villa La Meridiana, alla presenza di colei che ha ispirato l’iniziativa: Iolanda Ferramosca, che ha premiato personalmente il vincitore e che è ancor oggi l’infaticabile animatrice ottantacinquennedel ristorante che da lei prende il nome, la Trattoria Iolandadi Lucugnano(Lecce). I vincitori di ciascuna categoria hanno ricevuto un’opera bronzea realizzata per l’occasione dal maestro Gianni Cudin.Realizzato quest’anno in collaborazione con il gruppo Caroli Hotels, proprietario di uno degli edifici simbolo di Leuca – Villa La Meridiana, appunto – il Premio, ideato da Vera Slepoj e Davide Paolini, ha come obiettivo la valorizzazione degli scrittori e di tutti coloro che si impegnano a promuovere i valori legati al mondo e alla tradizione della cucina italiana. E dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto la partecipazione di decine di case editrici e di scrittori provenienti da tutta Italia, l’iniziativa ha inteso anche in quest’anno di grandi difficoltà generali ribadire a maggior ragione la sua missione: valorizzare la grande tradizione gastro-enologica italiana e celebrarne i rituali che si tramandano di generazione in generazione.

 

Editoriale. Cenare fuori al tempo del Covid

0

Cari amici, il mio giornale ritorna dopo una pausa necessaria ad un riassetto interno ed anche ad un discreto lifting: il che mi ha “costretta” a non occuparmi, se non con qualche breve post sui social, della terribile vicenda Covid19. Non che mi sia dispiaciuto non trattare la questione, ma è adesso doveroso riprenderne le fila. Ovviamente esistono i complottisti, la fantascienza, le ipotesi più fantasiose, quelle più funeste, i servizi segreti, i negazionisti,  gli altri, quei “loro” che non si sa chi siano, gli “esorcisti” di qualsiasi evento nefasto e tutto il resto; compresa una folta compagine di incivili che intende opporsi alle imposizioni imponendo a propria volta le sue “anti regole” e le sue personalissime convinzioni. Il che essenzialmente è una contraddizione in termini. Esistono i difensori della Costituzione, che però ne saltano capitoli e paragrafi a tutto andare, e i paladini delle democrazie e delle libertà: che però non riconoscono la libertà dell’individuo di proteggersi, e lo sbeffeggiano in modo anche irritante a volte. Esiste quindi un caleidoscopio di persone e teorie, di fatti e di tesi, di scienziati e contro scienziati, di chi dice A e  di chi dice Z nel volgere di un paio di  programmi televisivi, spesso anche concomitanti.  Esistono di certo decine di migliaia di decessi. Siccome però non sono un medico non entrerò nel merito di chi sia morto, di come sia morto ed a causa di cosa sia morto. Poi ci sono loro, i ristoratori. I pizzaioli, i baristi, i titolari di attività commerciali del settore Food & Wine, seguiti a ruota dagli albergatori a varie stelle e di varie strutture. Ci sono loro, contro i quali sembrano essersi scatenate tutte le piaghe d’ Egitto. I primi a chiudere e gli ultimi a riaprire, solo poco prima dei cinema e dei teatri, dopo la fine del lockdown, ed anche gli unici ad essere sottoposti a misure di prevenzione e contenimento draconiane che hanno imposto, oltretutto, ingenti esborsi di denari: plexiglass, riduzione drastica del numero di tavoli – e quindi di coperti, ergo di incassi – igienizzanti a tutto andare, sanificazione periodica di tutti gli impianti di aspirazione e di condizionamento dell’aria.

Guardia perenne fuori dai bagni, da sanificare ad ogni uso, mascherine, guanti, menù digitali, termoscanner. Una serie infinita di regole. Gente, quella della ristorazione, che durante i mesi di lockdown ha continuato a pagare affitti, utenze, dipendenti, fornitori, e che ha in parte dovuto anche buttare via quelle forniture per le quali ha continuato a pagare pur senza incassare. Il tutto è avvenuto dall’oggi al domani: e il ” si salvi chi può” ha investito tutti. I ristoratori, con i frigoriferi pieni di merce deperibile, hanno pagato un prezzo immediato, e cioè il doversi disfare del fresco, in un modo o nell’altro. Pochi, ben pochi, hanno ricevuto sostegno economico statale, in ogni caso largamente insufficiente. Pochi, ben pochi, hanno ricevuto la cassa integrazione.

Chi, grazie ad una tassazione massacrante, lavorava in nero, si è trovato sull’orlo del precipizio, talvolta scegliendo di saltare giù. Molti, purtroppo, non ce l’hanno fatta: le nuove attività, chi stava ancora avviando, costruendo, pagando rate, chi aveva da poco investito sul proprio futuro. Per loro, nella totale indifferenza istituzionale, la claire è calata come un sipario scuro, un paramento funebre.

Chi se ne frega… dopotutto potranno fare altro, deve aver pensato qualche grande economista o qualche altrettanto grande pensatore politico. Qualcuno si è anche tolto la vita. Beh, beh..chi si toglie la vita aveva già comunque in animo di farlo a prescindere,deve aver pensato qualcuno di quelli che milita nelle fila dei “minimizzatori” o, peggio ancora, di quelli che calcolano il “danno collaterale” di qualsiasi genere di evento: gli statistici, razza alquanto misteriosa e subdola. Grande solidarietà parolaia è giunta a valanghe da parte dell’ “affezionata clientela”, salvo poi a vederla insorgere quando – subito dopo la riapertura – sul menu si sono notati piccoli arrotondamenti, esigue maggiorazioni.  No! A quel punto l’affezionato parolaio non ci sta e si incazza, e dice – più o meno – cose del tipo ” ma mica è colpa mia il virus”, o anche ” e però neanche io ho guadagnato in questi mesi”, più spesso ” non è che possono pensare di rifarsi gravando sui clienti che tornano”. E quindi il ristoratore cosa fa? Marcia indietro. Ritorna ad abbassare i prezzi. Poi però succede che, quasi seguendo una forma di protesta muta, viene fuori una realtà parallela. Quella degli anti divieti. E i locali diventano qualcosa di simile ad una consorteria ed i clienti, scelgono in base alla loro personalissima idea sulla pandemia. E quindi, i complottisti, i negazionisti, i fantascienziati andranno nei locali che hanno deciso di abdicare ad ogni forma di dovere e di prevenzione lasciando che si formino assembramenti, non indossando presidi di sicurezza, riavvicinando i tavoli e le persone, toccando e smanacciando qualsiasi cosa, abbracciando e stringendo la mano. In questi locali non sarà difficile trovare i teorici del mondo che non c’è, o anche i terrapiattisti, o i cultori dei “the others” . Gli altri, quelli che esercitano il libero arbitrio di proteggersi e che hanno l’assurda pretesa di proteggere anche gli altri, andranno altrove. Non si sa dove vadano i servizi segreti, che d’altra parte se si sapesse non sarebbero poi tanto segreti: e quindi ci sta, è la quadra del tutto.Ora, a parte qualche debole abbrivio di ironia, state sbagliando grossolanamente. Tutti. Tutti tranne quei pochi, davvero abili e davvero pochi, che riescono ad osservare le regole senza che siano invasive, senza che il cliente si senta di dover passare sotto le forche caudine ogni volta che varca la soglia di un ristorante. Io, personalmente, mi accerto rispetto a come venga trattata nei locali la questione Covid: se mi accorgo  di un’eccessiva disinvoltura, molto semplicemente, vado via. Ne faccio una questione di rispetto soprattutto nei confronti degli altri.Apericena. Analisi di un neologismo | l'opinione dello scrittore | L'espresso food&wineEd invece assisto a scene di follia, che però riguardano per lo più la cosiddetta movida: centinaia e centinai di persone schiamazzanti, sbevazzanti, e tutte più o meno con la tosse o che starnutiscono. Ma certo, il motivo è chiaro: l’aria condizionata, in casa, in ufficio o persino in auto, determinano raffreddori vari. Mica tutti hanno il Covid: la maggior parte ha semplicemente un raffreddore stagionale. Ma…esistono gli asintomatici, i grandi diffusori: quelli che se starnutiscono perchè hanno preso un colpo d’aria nelle more ti infettano mezzo locale.
Torino, nuove regole per la movida ritrovata - La Stampa - Ultime notizie di cronaca e news dall'Italia e dal mondoOra, in effetti trovo strano che mi venga puntata una pistola alla fronte che si chiama scanner ogni volta che vado a cena fuori, ma accetto di buon grado che ciò venga fatto. Ma il fatto che si abbia una temperatura normale non implica che si butti via la mascherina o che il personale, che pure spesso la indossa, se l’abbassi per parlare al cliente. Capite bene che è una emerita sciocchezza. Una tribù che balla e si diverte | Gli spassi della movida palermitana - Live SiciliaIl vero problema è che, come tutte le cose inaspettate e sconosciute, questo maledetto virus ha creato tanta confusione, corroborata anche dalle palesi discrepanze tra uno scienziato ed un altro: tutti più o meno impegnati ad essere i primi a dare notizie, di qualunque segno esse fossero, pesando molto poco la forza dell’impatto che le loro rivelazioni avrebbero avuto sul pubblico, sulla massa; che è una cosa assai diversa rispetto alla comunità scientifica. E così si è determinata questa sorta di autogestione, di protocolli individuali e soggettivi, per cui le cose sono due: o decidi serenamente di andare altrove o inizi a mandare controlli a tappeto.Io sono una di quelle che se ne va, ma gli altri cosa fanno? Cosa farete quando, pare già da mentre scrivo, ricominceranno a fioccare le sanzioni e le chiusure che, in qualche caso,ci sono state anche prima dell’ulteriore stretta imposta in questi giorni dal governo? Succederà che si riavvolgerà il nastro di questo annus horribilis e che si tornerà indietro di mesi, ripercorrendo poi tutto pari pari, e quindi proteste, chiusure, debiti e – purtroppo – forse altre perdite di vite umane.

Io, per quanto nelle mie possibilità – intendo dare spazio e visibilità da queste pagine a quei ristoratori virtuosi che hanno capito che il sentire altrui vale almeno quanto il loro, e che le opinioni di ognuno sono meritevoli di rispetto tanto quanto le loro. Che se sbaglia la scienza a maggior ragione sbaglia chi scienziato non è e che le limitazioni delle libertà spesso servono a non limitare e a non accorciare le aspettative di vita. Darò voce e spazio quindi a chi ha tentato di adeguarsi nel miglior modo possibile, a salvaguardia di sè stesso, del proprio personale e della propria clientela. Darò spazio e voce ha chi ha sempre detto ” megghiu diri chi sacciu chi diri chi sapìa”, come ci insegnano i vecchi aforismi della nostra meravigliosa lingua madre.

Pertanto, chi desiderasse una pagina, un’intervista, uno “speaker’s corner” sul mio giornale non dovrà fare altro che contattarmi.

Alessandra Verzera

mailto: alessandra.verzera@sceltedigusto.it

 

 

 

Nota bene: le foto dei ristoranti in questo articolo sono di archivio o tratte dal web – pre Covid –  e non rispecchiano in alcun modo la situazione attuale. Sono ritenute libere da vincoli di copyright ma le rimuoveremo immediatamente a semplice richiesta dei legittimi proprietari.

Sicilia. Uve Grillo e Nero d’ Avola tra i primi vitigni isolani

0

Uve di Grillo e Nero d’Avola eccellenti, ottima qualità di tutti gli altri vitigni del “continente Sicilia” che hanno beneficiato di condizioni climatiche generalmente favorevoli. Si confermano le previsioni di inizio vendemmia con un calo della quantità, già inizialmente stimato, che si attesta su una media del 15 per cento rispetto al 2019.

Grillo, il vitigno e le sue origini - Wine in SicilySecondo i coltivatori del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, l’esito della vendemmia 2020 è positivo e registra nel complesso una buona qualità delle uve a fronte del dato sulla diminuzione del raccolto.IL NERO D'AVOLA E IL GRILLO DIVENTANO DOC - Tele Radio SciaccaIl bilancio di questa vendemmia lo consideriamo abbastanza positivo per diverse ragioni. La prima di tutte è che puntiamo da tempo a privilegiare la qualità dei nostri vini” commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. “Il calo di uve raccolte, registrato mediamente in tutta l’isola durante la campagna che è ormai al termine, ci conferma che anche nel 2020 non avremo una grande produzione. Il vino che verrà confezionato sarà di qualità eccellente”.
Vino, Antonio Rallo nuovo presidente di Unione Italiana Vini - DonnafugataSegnali importanti arrivano infatti anche dai dati delle giacenze del vino siciliano, sia Igt sia Doc. Alla data dell’11 settembre 2020, tra imbottigliato e sfuso, in Sicilia risulta in giacenza il 18% di vino in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: da 2.522.780 ettolitri si è passati ai 2.073.240 ettolitri attuali. Inoltre, dal primo luglio al 15 di settembre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si registra un incremento del 15 per cento di bottiglie prodotte dalla denominazione Doc Sicilia.Crisi del vino comune siciliano, a Petrosino confronto della Cia con Ministero e Regione - Sicilia RuraleA fronte di una ottima qualità generale delle uve, registriamo nella zona del Trapanese un calo di produzione del 20-25 per cento rispetto allo scorso anno – dice Nicolò Vinci, consigliere Consorzio Doc Sicilia, produttore della provincia di Trapani .” La vendemmia ormai quasi al termine ha avuto una particolarità: lungo la fascia costiera tra Marsala e Mazara c’è stata un buon risultato legato alla quantità; nell’entroterra – che si estende fino a Salemi, Gibellina e Castelvetrano – la riduzione di raccolto è stata più evidente. Il maggiore calo di quantità è legato principalmente a due fattori. In alcune zone le vigne sono state attaccate dalla Peronospora tardiva a causa delle piogge cadute agli inizi di giugno. Poi si è verificato un ritardo nella tempistica in cui i Consorzi di bonifica hanno fornito acqua ad alcune campagne, mettendo così in difficoltà i coltivatori. La qualità delle uve è comunque migliore rispetto a quella dello scorso anno: i grappoli sono arrivati sani nelle cantine e hanno 1 o 2 gradi in più rispetto a quelli della passata vendemmia, il che consentirà di avere ottimi vini. I bianchi sono tutti di ottima qualità, dal Catarratto al Grecanico allo Zibibbo. E il Grillo ha espresso il massimo di sé sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo”.“Nel versante nord della provincia di Trapani, nel territorio del monte Erice, la vendemmia si è differenziata sulle varietà con un ritardo nei tempi di raccolta che oscilla tra 10 e 14 giorni, soprattutto per le uve bianche“. A dirlo è Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini “Il raffreddamento delle temperature e le piogge di fine primavera e inizio estate hanno ritardato lo sviluppo vegeto-produttivo, soprattutto negli areali di media e alta collina. Per gli aspetti fito-sanitari, le uve raccolte sono sane e di buona qualità. In alcuni vigneti – soprattutto quelli più bassi e meno ventilati-, ci sono stati problemi di Peronospora, che però sono stati subito ben gestiti. C’è un calo produttivo nello Chardonnay e in parte per le uve Grillo, sostanzialmente nella media le uve rosse. Sui vini è ancora prematura una valutazione approfondita, ma le premesse sono più che ottime, soprattutto per la maturazione raggiunta dalle uve rosse”.Alessio Planeta, componente del cda della Doc Sicilia, si aggiunge al coro entusiastico:“La qualità delle uve quest’anno ha una marcia in più. Una vendemmia con così buoni risultati non la registravo da almeno dieci anni. Le condizioni meteorologiche sono state fantastiche: è stata un’estate non troppo calda e le piogge recenti hanno aiutato le varietà tardive. Nella zona del Mamertino la raccolta è finita venerdì con la vendemmia del Nocera. A Menfi stiamo ultimando la raccolta delle uve tardive come Grecanico e Cabernet.“Il calo generale di quantità è in linea con il momento attuale in cui si registra una prudenza nei consumi di vino, e questo ci consente di poter vedere il bicchiere…mezzo pieno. Il Nero d’Avola e il Grillo, in particolar modo nella Sicilia occidentale, hanno una qualità straordinaria, con grande concentrazione e freschezza delle uve.

 

Per il formaggio Piave arriva il nuovo disciplinare.

0

Il Formaggio Piave DOP si rinnova nella tradizione. Un apparente ossimoro che nasconde un grande risultato, diventato ufficiale con la recente approvazione della modifica al disciplinare di produzione, coincisa con i 10 anni della DOP. I cambiamenti apportati vanno nella direzione di valorizzare ancor più il territorio di produzione, con le sue razze autoctone e i piccoli caseifici di montagna, l’anima più autentica di questo prodotto di recente protagonista del reportage fotografico “Versanti di Gusto”, realizzato nell’ambito del progetto europeo Nice to Eat-EU.

Piave DOP, vaccino, a pasta semidura e dura

La modifica del disciplinare di produzione del Piave DOP ha comportato tempi lunghi e un notevole impegno ma si è rivelata necessaria per adattarsi all’evoluzione delle esigenze produttive dei soci allevatori e a quelle di caseificazione – afferma Chiara Brandalise, Direttrice del Consorzio di Tutela -. Oltre a nuove tecnologie di mungitura importante è stata anche l’innovazione nell’arte casearia e non potevamo non tenerne conto. Abbiamo inoltre introdotto delle modifiche per favorire l’entrata nella filiera del Piave DOP anche di malghe o latterie di piccole dimensioni e inserito la possibilità di utilizzare il latte prodotto da vacche appartenenti alla razza grigio-alpina, una razza tipica montana di queste zone che è stata riscoperta negli ultimi anni”.

Prodotto e Caratteristiche - Consorzio Formaggio Piave DOP

La modifica del disciplinare (Reg. (UE) n. 2020/1198 del 07/08/2020 – GUUE L 267 del 14/08/2020) riguarda le voci relative a descrizione del prodotto, metodo di ottenimento, alimentazione delle bovine, bonifica termica, caseificazione e salatura. Più precisamente, per quanto riguarda il capitolo “descrizione del prodotto”, la modifica definisce in maniera più appropriata il profilo sensoriale del Piave DOP specificando meglio che la colorazione del formaggio varia a seconda della stagionatura (ne esistono ben 5) passando da un colore chiaro ed omogeneo nella tipologia FRESCO per arrivare ad un giallo scuro nelle stagionature più avanzate con una consistenza che diventa più asciutta, granulosa e friabile con il tempo.

Agritur Fior Di Bosco - Ciboprossimo

In riferimento al “metodo di ottenimento”, è stata reinserita la razza locale Grigio Alpina perché particolarmente adatta allo sfruttamento delle risorse naturali del territorio. E’ stata inoltre resa esplicita una caratteristica dell’allevamento bovino tipico delle zone montane ovvero la frequente presenza di incroci tra le razze bovine ammesse. È stata poi introdotta la possibilità di effettuare la mungitura per massimo tre giorni consecutivi eliminando il concetto di due o quattro mungiture superate oramai grazie al diffondersi della mungitura automatizzata e perciò il numero di munte consecutive possibili nell’arco della giornata può essere adattato in base alle specifiche esigenze dell’animale. Per quanto riguarda la bonifica termica, la modalità di trattamento termico è stata adeguata alle reali possibilità produttive eliminando i parametri del trattamento perché possono variare a seconda dell’impianto utilizzato, inserendo la facoltà di pastorizzare il latte. La modifica cerca di andare incontro alle richieste di alcune realtà come malghe e piccoli caseifici di montagna che non hanno la possibilità di pastorizzare il latte.

Per il formaggio Piave la ripartenza è DOP – Comunicati Stampa

Infine, nel paragrafo “caseificazione” e “salatura” sono stati semplificati alcuni passaggi, lasciando indicate solo le temperature di cottura ed eliminando le tempistiche riferite al processo di caseificazione e togliendo il tempo minimo di immersione in salamoia, tutti vincoli molto limitanti che non consentivano di adeguare tali fasi alle differenti realtà produttive.

Il formaggio Piave Dop in degustazione in 14 Conad della Lombardia |  vinialsupermercato.it

Fra gli obiettivi principali del Consorzio di Tutela , vi è la promozione del marchio formaggio Piave DOP e la divulgazione di corrette informazioni sulle specificità del prodotto, oltre alla comunicazione on e offline per favorirne la conoscenza e ampliarne il consumo; Obiettivo che il Consorzio sta perseguendo con il progetto Nice to Eat-EU co finanziato dall’Unione Europea. Attraverso azioni informative e promozionali che vedono protagonista un’eccellenza del made in Italy, Nice to Eat-Eu porta sulle tavole europee tutto il gusto, la tradizione, la certificazione e l’unicità del formaggio Piave DOP e tutti i valori che esso veicola.