La Pastiera di Nunny
Buongiorno a tutti , oggi ho scelto di postare questa ricetta speciale. Ho deciso di partecipare al mio primo contest , quello organizzato da pecorelladimarzapane.blogspot.com e la rivista www.sceltedigusto.it . Parteciperò con quello che per me è il dolce per eccellenza delle nostre ricorrenze , anche se molti la pastiera la mangiano solo a pasqua , nella mia casa e in tante altre si consuma anche a natale….Vi regalerò la mia versione.
La pastiera di Nunny del blog Io pasticcio!
L’ Allegro pandoro
Voglia di dolce, di colore, di tenerezza. Di solito questo dolce si prepara per non buttare via cio’ che rimane, quando ormai è duro rinsecchito e nessuno piu’ lo vuole vedere. Una specie di fine obbligata, quasi fosse un dolce povero da riadattare. Io invece ne ho preso uno nuovo e ho creato un dolce colorato. Con questa ricetta partecipo al contest di Natale, indetto da “Pecorella di Marzapane” con la collaborazione di Scelte di Gusto.
L’allegro pandoro di Antonella del blog Sapori in concerto
Tronchetto di Natale di Tina
Il Natale è la principale festa cristiana dell’anno.Lo so,direte che e un po’ presto per parlarne ma per me e importante pensare al menu.Ogni famiglia ha i suoi gesti,le sue abitudini. E bello mantenerle nel tempo,ma e divertente secondo me,inventare decorazioni,nuovi piatti e nuove idee per rinnovarsi ogni anno e ritrovare il piacere di scoprire ogni volta un bello e nuovo Natale. Con questa ricetta partecipo al contest di Tiziana del blog PECORELLA DI MARZAPANE e Scelte di gusto
Il tronchetto di natale di Tina del blog La prova della cuoca
A Volta Mantovana tre giornate di festa rinascimentale. Convivium Voluptatis: il programma.
Nell’incantevole Cornice di Palazzo Gonzaga di Volta Mantovana, tra fuochi magici, buon mangiare e buon bere, si alterneranno artisti, musicanti, combattenti, giocolieri e streghe per la magica notte di San Giovanni. La tre giorni di rievocazione è quest’anno dedicata alle arti magiche, ai fuochi e alla stregoneria.
Valorizzazione degli oli extravergine “made in Italy”, la Sicilia partecipa con 18 soci. Intesa Unioncamere-Città dell’Olio
E’ stato siglato nei giorni scorsi a Roma, l’intesa tra Unioncamere-Città dell’Olio per la valorizzazione e promozione degli extravergini “made in Italy”. Il protocollo – a cui partecipano 18 soci siciliani – è stato sottoscritto da Francesco Dardanello, presidente di Unioncamere e da Enrico Lupi, presidente dell’Associazione Nazionale “Città dell’Olio”. (A. Fi.)
La pasta col “broccolo arriminato”: il gusto di una cucina povera ma bella
La necessità fa virtù, e la fa benissimo: un piatto ottimo la cui realizzazione comporta una spesa di pochissimi euro. Il costo medio di questo piatto infatti è inferiore ad 1 solo euro a porzione. Ma il risultato è eccellente.A Palermo la si prepara in vari modi, bianca o rossa, con o senza il formaggio: ma la cosa certa è che tutti – proprio tutti- la apprezzano, sia in una versione che nell’altra. Qui di seguito la mia ricetta personale che, a differenza di quella tradizionale, prevede l’uso del burro.
Come dicevo appunto a Palermo ” ‘a pasta cù vruocculu arriminatu” si prepara in vari modi. La mia ricettina è stata sino ad oggi un piccolo segreto di Pulcinella. Pensate che ho avuto l’ardire di preparare un piatto tanto povero e tanto rustico persino quando ho avuto degli ospiti a cena: ebbene, non avrei potuto fare scelta migliore. Ovviamente la ricetta è rimaneggiata alla mia maniera, per cui i puristi delle ricette tradizionali invariate da secoli storceranno il naso: ma forse, alla fine, si leccheranno anche i baffi.
Vediamo cosa occorre per quattro porzioni.
Circa 300 grammi di Bucatino cottura 6 minuti.
Mezzo broccolo ( per il resto degli italiani il cavolfiore)
100 gr. di burro
Poco olio Evo
Una manciata abbondante di uva sultanina ed altrettanti pinoli
100 grammi di Grana grattugiato ben stagionato
Sale q.b.
Taglio il mezzo broccolo a fiocchetti e lo sbollento velocemente in acqua poco salata: non più di tre minuti.
Nel frattempo sciolgo in una larga padella la metà del burro al quale aggiungo qualche goccia di olio Evo ( serve a non far raggiungere al burro il punto di fumo).Quando olio e burro sfrigolano verso il broccolo ben scolato dell’acqua e faccio rosolare a fuoco vivace. Qualcuno potrebbe voler aggiungere un trito finissimo di cipolla: io non la uso.
Mentre il broccolo frigge metto l’uva sultanina a bagno nell’acqua calda per ammorbidirla. Se vedo che in tegame il broccolo diventa troppo asciutto aggiungo un po’ d’acqua per aiutare la cottura. Il broccolo a fine cottura dovrà avere una consistenza quasi cremosa ed essersi quasi del tutto disfatto. Attenzione: con molta cautela dovrete fare in modo che il fritto si “attacchi” leggermente alla padella.
Il broccolo dovrà avere un aspetto brunito ancorchè non in modo uniforme. Probabilmente questo è il vero segreto della mia ricetta che le conferisce quel gusto in più. Ma dovrete fare molta attenzione: dall’attaccarsi a bruciare il passo è brevissimo. E se fate quel brevissimo passo il tutto finisce purtroppo nella pattumiera.
A metà cottura e quando il broccolo è morbidissimo ( ve ne accorgete pestandolo con i rebbi della forchetta) aggiungo l’uva sultanina ed i pinoli che andranno a tostarsi acquisendo il sapore del burro e del broccolo e rilasciando il proprio. Assaggio ed aggiusto di sale.
Intanto butto la pasta in acqua salata e concedo una cottura di tre minuti. Il resto della cottura avverrà in tegame. Intanto avrò messo da parte un paio di mestoli dell’acqua di cottura della pasta, perchè può servire ad ultimarne la cottura in padella. Una volta versati i bucatini nella padella inizia la manteca. Chi non è bravo a “spadellare” potrà usare un forchettone di legno senza problemi.
A fiamma alta aggiungo il burro rimanente e faccio ultimare la cottura.
Una volta via dal fuoco aggiungo il Grana e continuo a mantecare fuori dalla fiamma.
Questa è la mia ricetta, che sicuramente è una variante dell’originale, ma che altrettanto sicuramente mi garantisce ogni volta un successo strepitoso.
SdG
Una giornata alle Saline di Trapani tra CousCous e Fenicotteri rosa
Una giornata all’insegna del buon cibo al “Molino Excelsior”, a Valderice in provincia di Trapani, certamente alletterebbe chiunque, se poi addirittura si tratta di imparare a cucinare le pietanze tipiche del luogo guidati dalla sapiente arte culinaria di un maestro chef e vedere il tramonto in compagnia dei fenicotteri rosa, nella cornice della Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco, allora la proposta diventa veramente irresistibile.
Ed infatti, non hanno certo saputo resistere i 14 allievi (ed i loro relativi accompagnatori) che la scorsa domenica 6 novembre hanno partecipato a questa “maratona” gastronomica, organizzata dal tour operator “Trippuzzle “, presente durante l’intera giornata nella figura del direttore tecnico Gabriella Costa, che li ha visti dapprima ricoprire il ruolo di “semplici “ degustatori di pane casereccio e ricotta calda e poi, una volta messi in forza grazie a questa “colazione” di tutto rispetto, attori protagonisti di una vera e propria kermesse culinaria che ha fatto “andare in scena” una serie di pietanze sorprendenti, realizzate grazie al supporto dei preziosi insegnamenti dello chef Francesco Pinello.
Per prima cosa gli allievi hanno appreso la tecnica di “incocciare” e “abbivirare” il cous cous, poi i trucchi necessari per la preparazione di una perfetta zuppa di pesce, in seguito la preparazione al mortaio del noto pesto alla trapanese, della mousse di ricotta fresca e gambero rosso, della tuma con bottarga di tonno e cuore di sedano e , dulcis in fundo, di un golosissimo soufflè al cioccolato.
Come ogni “spettacolo“ che si rispetti c’è stato anche un piacevole colpo di scena, ovvero un antipasto fuoriprogramma che lo chef ha preparato a sorpresa, non solo dei partecipanti ma anche degli organizzatori: il melone cartucciaro di Paceco servito su un pesto a base di basilico, aglio , mandorle e olio con l’aggiunta di gamberetti.
Si tratta di un melone invernale caratterizzato dalla forma oblunga , scorza gialla e polpa lievemente rosata. Rappresenta un tipico esempio di biodiversità poiché pur avendo origini molto antiche ( fin dal 1600 ) era caduto nell’oblio mentre oggi, grazie alla sinergia tra il Comune di Paceco, la Banca di Credito Coopertativo, la condotta di Trapani di Slow Food è stato recuperato divenendo un prodotto di nicchia sia per i valori nutrizionali e le qualità organolettiche in esso contenuti che per le esigue quantità prodotte.
Per i lettori di Scelte di Gusto, in esclusiva, ecco la ricetta, carpita allo Chef Francesco Pinelli, del tipico cous cous alla trapanese che di seguito riportiamo in tutte le sue fasi.
Cous Cous con zuppa di pesce alla trapanese
Utensili
– una Couscousiera (recipiente in terracotta smaltata dalla forma conica con fori )
– una Mafaradda (un grosso recipiente in terracotta smaltata nel quale si lavora la semola)
– una Pentola molto alta in acciao inox dello stesso diametro della couscousiera
FASE 1 : “INCOCCIATA”
Ponete la semola nella “mafaredda” versando con un cucchiaio dell’acqua un po’ per volta e con movimento rotatorio della mano imprimetela nella semola fino a ridurla in piccolissime palline, evitando che si creino dei grumi ovvero che più granelli di semola si uniscano. Ripetete l’operazione più volte fino ad esaurimento della semola. Lasciate asciugare la semola “incocciata” su un telo per una notte.
FASE 2: COTTURA A VAPORE
Quando il cous cous si sarà essiccato, disponetelo nella couscousiera su un “letto” di cipolle tagliate a fette grosse e foglie d’alloro e cuocete a vapore ponendola sopra una pentola in acciaio dello stesso diametro in cui avrete messo a bollire dell’acqua salata, aglio pestato ( facoltativo) e olio per “sedare” l’eccessivo bollore. Cuocere a fuoco lento per circa due ore.
FASE 3: ZUPPA DI PESCE.
Soffriggete in una grossa pentola una cipolla tritata, 2 picchi d’aglio pestati insieme alle mandorle . Aggiungete prezzemolo e pomodori tagliati a pezzetti e successivamente versate circa 5 litri di acqua portando il tutto ad ebollizione. Aggiungete il pesce (a scelta) , tutto intero e con le lische, e fate cuocere per 2 ore, assaggiando la zuppa prima di spegnere per verificare la cottura del pesce e regolare di sale e pepe.
FASE 4: “ABBIVIRATA”
Una volta preparata la zuppa, filtratene una parte in un colino per ottenere un brodo e versatelo nella mafaradda (la restante parte della zuppa ci servirà in seguito per condire i piatti in tavola) dopo avervi sistemato il cous cous già cotto a vapore e coprite il tutto con dei panni, per mantenere elevata la temperatura per almeno 30 minuti: si dice che il cous cous “si mette a durmiri”.Infine condite il cous cous così “abbiviratu” (dissetato) con il pesce utilizzato per la zuppa, fatto a pezzetti e pulito dalle spine, a cui potrete aggiungere gamberetti sgusciati e calamari tagliati ad anelli.
Dopo aver pranzato con le pietanze cucinate, i partecipanti sono stati condotti alla “Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco”, istituita dalla Regione Siciliana nel 1995 e affidata in gestione al WWF Italia, che rappresenta un’oasi per gli uccelli migratori poiché consente loro di riprendere le forze dopo i lunghi viaggi di andata e ritorno dall’Africa.
Per questo motivo la Riserva è un vero e proprio paradiso per gli amanti del birdwaching , poiché, al suo interno sono stati censite ben 208 specie di uccelli, tra le quali molte corrono il rischio di estinguersi, che possono essere osservate e fotografate nel loro habitat naturale. In particolare è stato possibile ammirare uno splendido tramonto, con vista sulle isole Egadi, talmente nitido da poterle” toccare con un dito”, in compagnia di uno stormo di fenicotteri rosa che hanno reso speciale e unico un momento già di per sé di grande valore emotivo. L’attenzione rivolta dallo staff di Trippuzzle all’aspetto gastronomico come espressione della cultura di un luogo unita e all’importanza attribuita alla location, curata nei minimi dettagli, e alla cornice naturale in cui si è svolto l’evento, hanno contribuito a rendere questa giornata un’esperienza davvero unica ma, fortunatamente, ripetibile poiché, assicura, il direttore tecnico, Gabriella Costa “ci saranno tante altre occasioni da non perdere”.
La prima tra queste sarà “ l’Enogastrotour da Mazara alla valle del Belice” che si svolgerà domenica 20 Novembre 2011. Per gli interessati, ecco, di seguito, il fitto programma della giornata:
Ore 07:30 Ritrovo a Palermo Piazzale Giotto
Ore 08.00 Partenza in Pullman per Mazara del Vallo
Ore 09:30 PRIMA TAPPA:Visita all’ Oasi protetta del WWF Gorghi Tondi, nei pressi di Mazara Del Vallo (TP)
Ore 11:00 SECONDA TAPPA: Visita guidata alla cantina Tenuta Gorghi Tondi, nelle vicinanze dell’Oasi WWF, con degustazione in piedi ma guidata di un vino bianco leggero, abbinato con la vastedda del Belìce, e dell’Oro di Dora, vino dolce muffato abbinato in discordanza con un pecorino stagionato.
Ore 13:00 TERZA TAPPA :Visita e messa in funzione degli impianti di molitura, degustazione di pasta, pane nero di Castelvetrano, olio extra vergine di oliva appena molito, pizze rustiche e biscotti reginelle. Inoltre, sarà offerta in degustazione un particolare pasta, appena studiata e prodotta grazie alla collaborazione del mugnaio Drago con il Pastificio Artigianale Eocene, realizzata con un cereale che solo recentemente è stato rivalorizzato: la tumminia (o timilìa), più conosciuto per la sua partecipazione alla miscela di farine utilizzate per la preparazione del Pane Nero di Castelvetrano.
Ore 16:00 QUARTA TAPPA :In chiusura della giornata si potrà effettuare una breve visita al vicino Frantoio di Campagna, situato nel Comune di Castelvetrano, normalmente impegnato nella molitura di una delle migliori cultivar di olive siciliane: la Nocellara, di cui la zona è ricca.
Manuela Zanni