Conviene davvero a un’azienda del vino pagarsi uno stand al Vinitaly? La domanda sorge spontanea.
VINITALY: UN POZZO DI SAN PATRIZIO
A CASTELLANA SICULA RITORNA IL WEEKEND DEDICATO AL CIOCCOLATO
A Castellana Sicula, piccolo centro delle Alte Madonie in provincia di Palermo, anche per quest’anno è scattato il conto alla rovescia per la seconda edizione del Festival del Cioccolato. Dopo il successo dello scorso anno, per tutti i golosi del cibo degli dei, l’appuntamento è per sabato 24 e domenica 25 marzo. (A.Fi.)
ASPETTANDO VINITALY 2012: LO SPECIAL DELLA NOSTRA REDAZIONE SULLA KERMESSE ENOLOGICA PIU’ RINOMATA
Dietro ad ogni bottiglia tirata a lucido, al di là dell’etichetta che strizza l’occhio con il suo essere così accattivante e ammiccante nella scelta dei colori e delle parole, una riflessione a margine del tran tran che si sta per mettere in moto a una manciata di giorni dal Vinitaly 2012, va fatta. L’obiettivo, per una volta, cambia soggetto (V.Le.)
ASPETTANDO VINITALY 2012: LA PAROLA AI PRODUTTORI. CANTINE VALENTI
Una cantina giovane, un progetto fresco e frizzantino che dalle pendici dell’Etna lavora con passione per portare l’eccellenza siciliana sulle tavole di tutto il mondo. Le Cantine Valenti dal 2004 lavorano in questa direzione.
Ristorante Italia – Sciacca (Ag)
Ristorante La Lampara – Sciacca Porto (Ag)
Il nome un po’ inflazionato, l’estrema vicinanza al porto commerciale con i suoi effluvi di nafta e risacca e la cornice di una giornata un po’ annuvolata farebbero pensare ad una delle tante trattorie di mare come ne esistono a decine. E invece no: il ristorante La Lampara di Sciacca è un vero must per chi ama mangiare bene (SdG)
TASTE FIRENZE 2012, IL MUSEO GUCCI E IL FASCINO DELLA CERIMONIA DEL TÈ MAROCCHINA
Finalmente al via la 7° edizione di Taste, salone del gusto in corso di svolgimento a Firenze presso la Stazione Leopolda, nato dalla fruttuosa collaborazione tra Pitti Immagine e uno dei maggiori esponenti del food-style nostrano quale il gastronauta Davide Paolini (F.Pa.)
ROMA, “CULINARIA”: TRE GIORNI DI CULTURA ENOGASTRONOMICA
Sentiero del gusto nella capitale. Da sabato 10 a lunedì 12 marzo gli spazi Coldiretti di Campagna Amica in via San Teodoro a Roma saranno invasi dai profumi e dai sapori delle eccellenze della terra per la settima edizione di “Culinaria – Il Gusto dell’Identità”, evento curato da “Associazione Zero Sei” volto a valorizzare il sapore italiano in un elogio alla qualità dei prodotti e alla loro esaltazione nella ristorazione del Bel Paese (P.Pi.)
CIOCCOVILLAGE, DOMENICA DOLCE AL SAPOR DI CIOCCOLATO
Il cioccolato protagonista dell’iniziativa sostenuta dal Comune di Broni (Pv), al Cioccovillage per assaggiare e sognare anche con lo zucchero filato al cioccolato (M.P.A.)
Icewine. Quel vino venuto dal freddo
A giudicare dal nome potrebbe sembrare l’ultima trovata radical chic, un brindisi audace figlio dell’ultima tendenza stagionale. E invece un occhio attento o, di più, un fine palato riconoscerà in un calice di “icewine” la leggerezza di più di duecento anni di storia. Parliamo di una varietà di vino molto particolare
La procedura di lavorazione dell’Icewine ha sfumature affascinanti, che affondano le radici delle prime viti da cui prese per la prima volta forma nella Germania di fine ‘700, per poi trovare la sua seconda giovinezza nel 1983 dall’altra parte dell’oceano, in Canada, a due passi dalle celebri cascate del Niagara. La particolarità che rende unico nel suo genere questa tipologia di vino da dessert sta come detto nella lavorazione, ma anche nella geografia climatica del luogo dov’è prodotto. Abbastanza mite in estate, rigidamente freddo in inverno. In una parola, il Canada. Per produrre dell’ottimo Icewine degno erede della tradizione delle valli di Wurzburg, c’è difatti bisogno di una temperatura di almeno 8 gradi sotto lo zero, sufficientemente costante e oscillante tra i 10 e i 13 gradi sotto lo zero. In questo modo si garantisce il congelamento dei grappoli sulla vigna, che concentra tutti i componenti del mosto e trattiene zuccheri e profumi. La vendemmia, una volta che l’uva è pronta per essere raccolta, deve avvenire alle prime luci dell’alba, per permettere la lavorazione del mosto a temperature che non devono provocare sensibili cambiamenti all’uva, cui succo contenuto negli acini deve rimanere in cristalli di ghiaccio.


Il risultato? Una miscela di zuccheri naturali e di intensi profumi, un dono raro regalato dalla magia dell’inverno canadese, come recita un detto popolare. Una resa, va puntualizzato, che è molto bassa e questo fa sì che si possa parlare di vino d’elite (con una intera vite si può addirittura generare appena una bottiglia), spesso confezionato in bottiglie di piccolo formato. Come detto, le regioni che vuoi per tradizione, vuoi per una predisposizione climatica favorevole dominano il mercato sono la Germania e il Canada, in particolare la regione centro orientale di Ontario. La formula originale e tradizionale, viene garantita da severi standard di qualità imposti nella lavorazione dalla Vinters Quality Alliance, al fine di bandire tecniche artificiali di congelamento dell’uva, come la crioestrazione. La gradazione si attesta in media tra gli 8 e i 13 gradi, per un vino che può essere accompagnato da della frutta fresca di stagione, così da risaltare i profumi che rievoca al palato, o ancora, sorseggiato a fine pasto senza accompagnare nulla. Semplicemente, come si suol dire, godendosi il proprio “dessert in a glass”.
Vincenzo Leone











