ASPETTANDO VINITALY 2012: LA PAROLA AI PRODUTTORI. CANTINE VALENTI

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Una cantina giovane, un progetto fresco e frizzantino che dalle pendici dell’Etna lavora con passione per portare l’eccellenza siciliana sulle tavole di tutto il mondo. Le Cantine Valenti dal 2004 lavorano in questa direzione.

Anche loro hanno risposto al nostro appello, dichiarando di essere alla loro prima partecipazione al Vinitaly, con il bagaglio di speranze e aspettative che quindi ci si porta dietro. «La nostra giovane azienda sta molto lavorando per la sua internazionalizzazione ed in poco tempo siamo presenti in paesi extraeuropei, come Hong Kong, Usa, Canada, ed europei come Danimarca, Polonia, Germania, Regno Unito». Tra l’altro l’impegno profuso in questi anni ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori, e non mancano i nomi illustri, come quello del columnist Christopher Matthews, che durante un viaggio in Sicilia è rimasto ammaliato dalla bellezza dell’isola e dall’intensità dei suoi profumi, tanto da scrivere un pezzo sul suo blog sui vini della Cantina Valenti, elogiando il Nerello Mascalese e il Carricante, chiosando come nel Wine World ci siano pochi posti stimolanti come la Sicilia. Tornando a focalizzare la rassegna di Verona, ci fanno sapere di rimanere ben saldi con i piedi per terra: «Non ci illudiamo di dare una svolta alla nostra azienda, ma avremo modo di far conoscere meglio i vini dell’Etna e particolarmente quelli di eccellenza che potranno fare la differenza con i più noti vini di altre regioni. La nostra sarà una piccola sfida portata in casa dei Toscani (la cantina Valenti espone quest’anno al padiglione 8 Toscana, ndr) ed il confronto sarà immediato.

Sarà anche l’occasione di incontrare i nostri importatori per migliorare i rapporti personali». Si punta ovviamente alle pubbliche relazioni: «sicuramente faremo tesoro di tutti gli incontri e di quanto potremo capitalizzare come contatti ed accresciuta esperienza per lo sviluppo futuro, particolarmente cercando di carpire le nuove tendenze del mercato e le crescenti diversificazioni nei canali di consumo». Il finale ha i toni esemplificativi della metafora, che funziona splendidamente: «Se fossi un agricoltore direi che chi meglio prepara il terreno e cura le sue piante durante l’inverno, godrà di una migliore vendemmia. Per assurdo, le aziende si rafforzano nei momenti di crisi dei mercati, se hanno la forza di investire sul marchio. Quindi la presenza al Vinitaly in un momento come questo vale di più, sia come visibilità che come ritorno economico prospettico». Un sacrificio, ci dicono. Indispensabile, aggiungono.

 

V.Le.

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