La pasta con le pezze? Non saranno forse i tenerumi?

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A pasta cu i tinnirumi è un piatto tipicamente estivo, una verdura che difficilmente cresce oltre i confini della Sicilia, ma che si lascia amare per dolcezza e leggerezza. Unico inconveniente di tale prelibatezza, sembrerebbe il doversi cibare di una minestra in piena afosa e quasi africana estate siciliana (Ti.Ni.)

 

Già, perché i tenerumi crescono nel periodo estivo, foglie di una zucchina “lunga” che riesce a svilupparsi anche oltre il metro e che talune massaie cucinano a minestra insieme alle “pezze”, così definiti i tenerumi per la consistenza: vellutata e morbida, larghe foglie che vanno lavate bene e poi tagliate a listarelle, quindi cotte in abbondante acqua salata e poi… seguendo la ricetta della tradizione o apportando modifiche per ringiovanirle nel gusto e nell’aspetto.

I tenerumi sono buoni comunque li si mangi, ottimi bolliti e accompagnati da un filo d’olio a crudo, ancor più buoni se insaporiti con cubetti di caciocavallo semistagionato. Sono buoni con la pasta o a zuppa, assoluti, magari accompagnati da una degustazione di formaggi locali. Sono squisiti in compagnia delle zucchine lagenaria, questo il nome scientifico dei verdi ortaggi rampicanti ed estremamente lunghi, con le quali dividono la stessa zolla di terra originaria.

Eppure percorrendo lo stivale, più a nord ci si sposta e più i tenerumi divengono dei perfetti sconosciuti. Sarà il clima che solo in Sicilia ne favorisce l’esponenziale crescita? O forse sarà solo il ricordo di gusti che se non radicati nella tradizione alla fine sembrano non esistere, comunque sia un fatto è certo: chi per la prima volta prova i tenerumi, chi ama questo genere di piatti (leggero, gustoso, votato ad una scelta “vegetariana”) allora non potrà che apprezzare e bissare, incurante delle temperature e del bagno di sudore.

 

Ingredienti:

300 g di Scialatielli, o altra pasta corta

2 mazzi di Tenerumi

1 spicchio d’Aglio

150 g di Pomodoro pelato

Olio extra vergine d’oliva, Sale e Pepe q.b.

150 g di Caciocavallo semistagionato

3 foglie di Basilico

Procedimento:

Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua e attendere che arrivi a bollore. Intanto pulire i tenerumi, separando le foglie dagli steli, lavarli ripetutamente in acqua, quindi strizzare le foglie dall’acqua in eccesso e tagliarle a listarelle larghe non più di due centimetri.

Appena la pentola sarà arrivata al bollore, versare in acqua una presa di sale e le foglie di tenerumi tagliate, lasciar cuocere per 10 minuti.

Mondare lo spicchio d’aglio e farlo a fettine, versare in una casseruola un generoso filo d’olio e l’aglio a pezzetti. Accendere il fuoco e soffriggere l’aglio quindi versare sull’olio caldo il pomodoro pelato, aggiustare di sale e pepe, aggiungere il basilico e lasciar cuocere il sughetto per 10 minuti circa, a fuoco moderato e coprendo con apposito coperchio la casseruola.

Ridurre il caciocavallo a cubetti e trascorso il tempo di cottura dei tenerumi, versare in pentola con questi la pasta. Continuare a cuocere per il tempo indicato sulla confezione del tipo di pasta usata.

A metà cottura della pasta, con un mestolo allontanare l’acqua di cottura in eccesso e versare in pentola il sughetto. Terminare la cottura della minestra, quindi servire cospargendo il piatto di cubetti di caciocavallo.

 

Nota alla ricetta:

così come accennato, la ricetta può attestarsi su una scelta classica (spaghetti tagliati o pasta margherita spezzata; potrà essere più o meno “brodosa” la minestra a seconda del gusto personale) oppure accettare delle variazioni. Quella che vi proponiamo è una ricetta rinnovata almeno nella scelta del tipo di pasta, una presentazione più “asciutta”… e buon appetito.

 

Tiziana Nicoletti

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