Quante volte abbiamo pensato all’organizzazione di una cena romantica scegliendo con grande attenzione quell’etichetta che, secondo noi, avrebbe abbattuto muri e spalancato porte? Innumerevoli. E quante volte, in compagnia di qualcuno che ci piaceva e con in mano un calice di vino, abbiamo provato una piacevolissima ebbrezza ed una melliflua leggerezza? Innumerevoli, anche questa volta. Bene: dimenticatevi di tutti questi rituali e sappiate che, se qualcuno vi piace, andranno benissimo cappuccino e brioche, anche se l’ambientazione sarà magari meno suggestiva, a farvi provare un senso di leggerezza e di vertigine e, a volte, quasi di confusione mentale. Ma andrà benissimo anche niente nè da mangiare nè da bere, volendo, a patto che abbiate un cervello. Infatti la delusione è in agguato per gli amanti del nettare di Bacco e dei grandi cibi storicamente legati al sesso : la spiegazione di tutta questa “sintomatologia” che accomuna gli innamorati agli ebbri è scientifica e non ha nulla a che vedere con i tannini e i vitigni che, al massimo, allentano qualche freno inibitore dell’ultima ora ed abbattono barriere mentali alle quali opponiamo ferma resistenza. Il merito di tutte queste sensazioni è infatti dell’ossitocina – conosciuta anche come “ormone dell’amore” – il cui effetto sul nostro cervello è pari a quello dell’alcool. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Neuroscience and Behavioural Reviews da un gruppo di ricercatori dell’Università di Birmingham, capeggiati dal neurologo Ian Mitchell. O ubriachi o innamorati, quindi? Non necessariamente: si può essere anche infatuati ed avere tutti quei “sintomi” peculiari dell’ebbrezza e prodromi di quello che poi magari diventerà un innamoramento a tutto tondo. E quante altre volte abbiamo detto di una persona “ non mi dice niente“, oppure abbiamo capito subito che “ci diceva tutto” ? Inutile cercare spiegazioni, o cercare di ricordare cosa avevamo mangiato o bevuto : la verità la conosce solo la vostra ossitocina, ed il vino difficilmente potrà sovvertire l’ordine delle cose.
Gli studiosi infatti hanno analizzato i dati di precedenti lavori che avevano stabilito l’influenza sull’encefalo umano di alcolici e ossitocina, l’impertinente ormone responsabile dell’eccitazione sessuale. I risultati hanno portato alla scoperta che sia l’alcool che l’”ormone dell’amore” agiscono sulle strutture corticali limbiche e prefrontali andando ad aumentare la trasmissione dell’acido gamma-aminobutirrico, responsabile della regolazione dell’eccitabilità dei neuroni e del tono muscolare. Nel caso di specie, i ricercatori hanno scoperto che l’ossitocina rende generosi, disponibili ed empatici, proprio come bere uno o due calici. Ovviamente nell’essere umano la risposta ormonale e il grado di desiderio sessuale non sono di uguale entità tutte le volte nè rispetto a qualsiasi partner :tra una risposta “tiepida” ad una “rovente” c’è infatti un ventaglio di risposte “mediane”. E’ quella che, frettolosamente, definiamo “chimica“. Anche in questo caso, quindi, un’analogia con l’alcool che come risaputo, ha varie gradazioni con effetti diversi, in rapporto al tasso alcolico ed alla quantità ingerita. Ed è proprio un grande replicante a tutto tondo questo benedetto ormone. Si perchè dell’ebbrezza presenta purtroppo anche gli aspetti negativi rendendoci aggressivi, litigiosi, gelosi, arroganti, esposti alle delusioni e invidiosi, come precisa Ian Mitchell che, da par suo, non scoraggia affatto l’uso degli alcolici moderati per implementare la risposta allo stimolo sessuale. Anche perchè- precisa il medico titolare della ricerca- “gli effetti benefici di questo ormone sono indubbi “certamente in campo psicologico e psichiatrico ma non rispetto ai singoli casi“. Insomma, il fatto è e rimane uno: che siano ostriche, che sia cioccolata, che siano crostacei, champagne, vini di pregio o altre bollicine, ciò che conta è da dove nasce il desiderio e con chi si consumerà tutto questo ben di Dio . Ed anche il resto. Ma c’è di più, e la notizia – ormai un po’ datata – questa volta arriva da Bonn, Germania, e porta la firma di Dirk Scheele : gli uomini infedeli sarebbero indotti all’infedeltà dalla loro stessa inconsapevole compagna di vita , che potrebbe essere una donna con una scarsa produzione di ossitocina.
Tra il serio e il faceto viene da pensare ad improvvise richieste di dosaggi ormonali e di certificati medici a giustificazione di eventuali tradimenti ed all’ultima frontiera delle scuse maschili, del tipo “ non è stata colpa mia; era piena di ossitocina” ma – e la fonte è assai attendibile – pare proprio che la quantità di ossitocina prodotta dalla femmina attivi nel cervello maschile dei meccanismi di ricompensa che fanno apparire il volto della partner più attraente rispetto a quello di altre donne, sconosciute o no. La fase sperimentale della ricerca condotta in Germania prevedeva che alle donne venisse somministrata ossitocina per via intranasale, insomma come si fa con i comuni spray nasali. Dopo questo trattamento gli uomini, compagni o mariti, mostravano reazioni più apprezzabili dinnanzi alle foto delle loro compagne piuttosto che a foto di sconosciute magari anche più avvenenti. Sulla base di questi risultati gli autori hanno concluso che “l’ossitocina può contribuire ai legami romantici negli uomini aumentando il fascino delle loro partner e il valore della ricompensa rispetto ad altre donne”. Attivando i meccanismi di ricompensa questo ormone consentirebbe di mantenere il legame che unisce i due partner e promuoverebbe la monogamia. E per questo non c’è vino che tenga.
Alessandra Verzera