Immensi campi verdeggianti, pioppeti, coltivazioni di frutti di bosco, ruscelletti qua e la, pace e tranquillità nell’aria: non ci si immaginerebbe mai di trovarsi immersi nella natura a soli 30 minuti dal trafficato e stressato cuore di Milano, appena 25 dall’aeroporto di Malpensa. Eppure è proprio così: a Casterno, frazione di Robecco sul Naviglio e località delle più antiche del territorio robecchese, su un’altura della valle del Ticino, si trova l’azienda agrituristica La Barcella .
“Siamo una famiglia di contadini“: si introduce così, con umiltà sincera che traspare immediatamente dagli occhi, Massimo Oldani, giovanissimo imprenditore nel campo della ristorazione, aspirante scrittore e a capo del ristorante La Barcella. Mentre Massimo ci fa accomodare in un ambiente confortevole, fra il legno del soffitto e la raffinatezza delle tovaglie, ci presenta le due giovani cameriere e decide di raccontarci la storia dell’azienda agrituristica, partendo proprio dalla sua squadra, quelli che lui chiama ‘i miei ragazzi’: “L’avventura dell’agriturismo La Barcella è nata nel 1996, e siamo stati fra i primissimi della zona a ridare vita e anima ad un’antica tenuta di famiglia. Se mi si chiede cosa sia questo luogo per me, personalmente rispondo dicendo che è tutta la mia vita, come lo sono anche i miei collaboratori, dal cuoco ai ragazzi che aiutano in sala: a loro il merito del successo del ristorante, frutto di un affiatato lavoro di squadra“.
Aspetto ben curato, camicia morbida e bianca aperta sul collo, collanina etnica, un leggero accenno di barba: Massimo quasi si commuove parlando dell’importanza di ciascun membro della sua equipe lavorativa, del suo amore per la terra e di come per lui il suo impegno a La Barcella sia un modo, prezioso, per tramandare tradizioni del territorio attraverso creazioni culinarie. “Tutto parte dal piatto e dalla passione che ci si mette per prepararlo e servirlo”. E a queste parole, come nella miglior poesia simbolista, corrisponde l’intero menù della cena che Massimo ci propone. Per l’appunto, non uno dei classici ‘menu à la carte’. Anzi, di pieghevole con prefissato elenco delle cibarie dall’antipasto al dolce nessuna traccia. Ma un gran numero di portate, una dietro l’altra, svincolate da obblighi e libere di spaziare fra gli ingredienti che dispone la terra robecchese. Un totale di sedici gustosissimi assaggi fra antipasti, primi e secondi, e tre deliziosi dolci. Il tutto accompagnato da un ottimo rosso della cantina limitata di famiglia, fatto dagli stessi Oldani con uva proveniente da piantagioni di proprietà nell’Oltrepo Pavese.
Crostini con pasta di salame, salsiccia in sfoglia, cuore e buccia di melanzana fritta, involtini di asparagi con speck e provola affumicata, frittatine rustiche alla verdura e salsa di parmigiano: sin dagli antipasti di cui questa è sono solo una parte – si nota come gli ingredienti siano legati al terreno su cui poggiano le fondamenta del ristorante. Ogni sapore è ben definito e ogni colore che compare sul piatto è come se volesse raccontare un pezzettino di storia della famiglia Oldani, dell’impegno giornaliero di Massimo e della sua squadra, formata da personale giovane e motivato. Come primo piatto non poteva di certo mancare il risotto, cavallo di battaglia dell’agriturismo La Barcella.
A noi l’onere e l’onore di degustarlo con erbette fini: ottima la tostatura del chicco insaporito da brodo preparato rigorosamente con prodotti naturali. “Sul totale delle materie prime utilizzate dai nostri cuochi, il 70% sono di nostra produzione – spiega Massimo – e ci affidiamo anche a fidate cooperative del territorio che rispecchiano la nostra filosofia del mangiar sano e bene, ma sempre con gusto”.
Deliziandoci il palato con i secondi a base di carne e soprattutto i tre squisiti dolci – salame di cioccolato puro, panna cotta con ribes raccolti nell’orto di famiglia, millefoglie di crema e mirtilli, anche questi di produzione propria – , si percepisce, assaggiando, la chiave del successo de La Barcella: i piatti sono si quelli della tradizione lombarda, a partire dagli ingredienti; ma soprattutto si nota come nell’elaborazione delle portate protagonista sia la rivisitazione.
E quindi alla classica tartara viene riproposto un medaglione di carne trita all’aceto balsamico e grana padano racchiusa in due biscotti salati; al posto della solita crepes ai funghi, un morbido fagottino ripieno di ricotta, panna e porcini lombardi; invece che una bistecchina ai ferri, si è deciso di servire la carne- magra e dietetica – all’interno di un cestinetto di pasta filo leggermente dorato al forno. Si capisce quindi che sperimentazione e tradizione sono gli elementi emblematici e rappresentativi dell’agriturismo La Barcella, due modi di vedere e di tramandare valori e culture locali, in un mondo in continua evoluzione, dove spesso le tradizioni locali sono svuotate e soffocate dalla quotidianità frenetica della città e dai valori del ‘mordi e fuggi’. A termine della cena, basta dare un veloce sguardo ai commensali: sembrano tutti soddisfatti e sereni, rilassati. Sono passate le 23.00 di venerdì sera, la cucina spegne i fornelli. Ma per Massimo la giornata lavorativa non è ancora finita: “Grazie per essere state mie ospiti – dice congedandosi – adesso arriva un’altra parte del mio lavoro: incontrare gli sposi del prossimo matrimonio”. Proprio così: La Barcella di Casterno non è solo un ristorante in cui provare ottimi piatti con buon rapporto qualità prezzo (per il menù sopra elencato, cifra media 40 euro), sorseggiando vini fatti in casa, ma dal 2006 anche un agriturismo all’interno di un mulino restaurato e convertito in B&B con camere e mini appartamenti, nonchè rinomato luogo d’approdo per sposi esigenti che desiderano un pranzo di nozze ricercato e dai sapori della tradizione lombarda immersi nel verde della campagna del Ticino.
Tra le Scelte di Gusto del La Barcella : disegnare sui piatti le iniziali dei commensali, con semi di coriandolo e cacao. Un ulteriore ed inatteso tocco di classe.
Ester Castano