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A Palermo torna il sapore dei fasti di un tempo: Villa Boscogrande apre le porte agli eventi di classe

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boscogrande1La Sicilia che riparte da sè stessa lo fa da Palermo, con l’apertura al pubblico di una delle storiche ville della Piana dei Colli, un tempo meta delle vacanze della nobiltà palermitana dato che la città aveva confini molto più ristretti rispetto alla situazione urbanistica odierna. Tra abusivismi, demolizioni e costruzioni mostruose, questi capolavori dell’arte hanno resistito, ma sono stati dimenticati e relegati troppo a lungo al mero ruolo di memoria. Nel tempo però sono state riprese, risistemate ed utilizzate come sale per ricevimenti e feste private. Una certa lungimiranza imprenditoriale oggi ha spinto Natale Di Maria, chef e patron di Villa Boscogrande, a volere di più. In sinergia con il direttore della villa, Mario Di Cristina – GMR Amira e vice presidente nazionale dell’associazione di categoria –  Di Maria ha deciso di aprire le porte ad eventi enogastronomici tematici, ma non solo, affidando il progetto e la stesura del calendario degli eventi al nostro Direttore, Alessandra Verzera.

alevercutLa nostra storia – dice Alessandra Verzera – è impregnata di tantissima cultura. Il nostro patrimonio artistico, architettonico, letterario, enogastronomico, le arti e le scienze ed in tempi assai recenti anche certe tecnologie innovative nel settore – ad esempio – della produzione olearia,  fanno sì che la Sicilia abbia ben pochi rivali al mondo.  Prodotti di assoluta eccellenza, raffinati intelletti, incredibili capacità manageriali ed imprenditoriali e poi i monumenti, le grandi ville, gli affreschi, gli arazzi, le maioliche, gli arredi. Piccoli ma grandi capolavori  a testimonianza di periodi di grande fasto e di opulenza per lo più dimenticati. Avere a disposizione tali meraviglie ed avere il privilegio di camminare su veri pezzi di storia siciliana non può più essere un lusso riservato a pochissimi. Io credo che anche altre dimore storiche ed altre grandi ville dovrebbero inserirsi nel solco che da oggi sta tracciando il management di Villa Boscogrande, divenendo poli di diffusione della cultura siciliana a 360 gradi”.

debuttantiCi si apre quindi al pubblico non più soltanto per le cerimonie?

Noi siamo siciliani – continua Verzera – ed abbiamo il dovere di far conoscere la nostra storia a chi per troppo tempo l’ha ignorata ed ha invece il diritto di conoscerla. Abbiamo il dovere morale ed un debito verso la nostra terra, che è quello di veicolare il buono, il bello, l’operoso, il produttivo, dopo decenni pesanti contrassegnati da fatti di cronaca che hanno privato la nostra terra di personaggi di altissimo valore morale, immolati alla causa della rinascita di una città asfittica, e che hanno sfregiato il volto della nostra città. Porteremo alla conoscenza dei turisti, ma anche a quella di moltissimi palermitani , la meravigliosa cucina borbonica e l’operosità dei siciliani che creano occupazione e contribuiscono a restituire alla propria città l’immagine splendida che merita di avere. Allestiremo defilèe, mostre,  vernissages, presentazioni editoriali, eventi congressuali,  possibilmente anche dei concerti. boscogrande2Tutto questo ferme restando ovviamente le cerimonie, perchè questi edifici sono cornici irrinunciabili per incastonare momenti speciali.  Ci saranno appuntamenti fissi, serate a tema e molto altro. Ma non mancheranno sorprese tra cui un progetto grandioso che speriamo di riuscire a varare il prossimo anno”.

Ed il primo evento in calendario è “Il Brunch del Mandorlo”, in programma per il prossimo 25 di febbraio

mandorlo“Il Mandorlo in fiore – spiega Alessandra Verzera –  con la sagra che da esso prende il nome, è un momento magico nella vita della nostra isola. Quel periodo meraviglioso in cui Agrigento, più di ogni altra località, è ammantata di fiori bianchi, immersa in profumi seducenti, in fioriture che inondano la Valle dei Templi e che si perdono a vista d’occhio. Agrigento è Sicilia, è culla della Magna Grecia: è la madre della nostra storia. Ed allora perché non celebrare il Mandorlo e le sue simbologie anche nel capoluogo di regione? Abbiamo così pensato ad una giornata di ouverture  en plein air e ad un menù interamente a base di mandorle. Un brunch in una delle meravigliose terrazze panoramiche vestite delle maioliche d’epoca ed opportunamente riscaldata, in cui tutto evocherà i profumi, i colori e i sapori delle mandorle. Un menù dolce e salato, caldo e freddo che certamente non mancherà di ingolosire gli amanti di questo frutto prezioso, così tanto presente in tantissime preparazioni gastronomiche, ma anche nei liquori, e così tanto fortemente identitario di una sicilianità di cui dobbiamo riappropriarci giorno dopo giorno, non perdendo mai di vista un punto fondamentale: la cultura, l’arte, il cibo, le tipicità e le eccellenze, insieme al patrimonio naturalistico, sono i veri volani produttivi per una crescita costante dell’economia interna a beneficio anche dell’occupazione”.

Ed ecco quindi il menù ed il  programma dell’evento di debutto:

I taglieri di salumi e formaggi con la marmellata di mandorle.

La Caponata di mandorle con le foglie di mandorle tostate

Il Cous cous di pesce all’agrigentina

La Focaccia siciliana e pesto di mandorle

Le Monachine di manzo in crosta di mandorle

Le Casarecce pesto di mandorle e speck

La Lonza di maialino con crema di mandorle e aglio dolce

Il Pudding di mandorle

Le Verdure in pastella con farina alle mandorle

I Dessert:

Le Crostate alle mandorle

La Cassata siciliana

La Torta mandorlata

Alla buvette:

L’ Acqua minerale
Il vino bianco e rosso
Il latte di mandorla
Il caffe

Dopo il brunch sarà possibile intrattenersi a piacere nei giardini ed effettuare la visita guidata gratuita della villa e dei suoi saloni

Il prezzo per persona è di euro 25 , comprensivo delle bevande. I posti sono limitati ed esclusivamente su prenotazione, inviando richiesta all’indirizzo mail eventbooking@libero.it o contattando direttamente la struttura ad uno dei seguenti numeri telefonici 091-244022 – 336-416033 – 331-5726419

Giovanna Azzariti

Credits:

Foto del ballo www.lettera43.it

Il Maitre. Una professione (non più) all’ombra dei grandi Chef. L’intervista.

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di gristina orlandoQuante volte, frequentando ristoranti anche di buon livello, abbiamo avvertito la mancanza in sala di una figura ” fit for the role“? Di una persona discreta, garbata, sorridente, che ci assistesse anche nel comprendere il cibo ed i vini? La  figura professionale in questione è quella del Maitre,  spesso trascurata dagli imprenditori della ristorazione che – abbastanza grossolanamente – lasciano la sala all’improvvisazione. Ne ho parlato con Mario Di Cristina, vice presidente nazionale Amira, la sigla dei Maitres.

Di Cristina, ci racconta la professione  Maitre nel mercato di una ristorazione in continua evoluzione?

Oggi più che mai ci rendiamo conto che la ristorazione cambia continuamente ed è sempre più difficile per un Maitre conoscere come calcolare  un costo pasto o fare  una proiezione di budget –  sul personale,utili, eventuali acquisti –  allora bisogna cambiare il proprio operato e, come diceva Churchill,  “Migliorare è cambiare ..essere perfetti è cambiare spesso”. Anche se alcuni ritengono che non giovi alla nostra professionalità cambiare : ed infatti nella sua lungimiranza diceva ancora Churchill  “Non sempre cambiare equivale a migliorare,  ma per migliorare bisogna cambiare”, cioè essere sempre più aperti ed informati delle nuove direttive che cambiano.

maitreDiciamo che ormai il settore ristorazione prevede conoscenze che vanno ben oltre i piatti e gli ingredienti: cominciando dalle normative, complicate e continuamente in aggiornamento.  Il Maitre ha, o deve avere, queste competenze?

Certamente, ma anche molto di più.  Il Maitre deve conoscere gli allergeni inseriti nei menù,  avere cognizioni sui vegani e i vegetariani, conoscere le intolleranze , i vini ,i cocktails,.. Insomma questo è il momento di allargare il proprio bagaglio culturale  oltre che tecnico.

flambèDopo essere stata assai trascurata, oggi la figura del Maitre sta tornando alla ribalta: cosa cercano i ristoratori, più nel dettaglio? Cosa si aspettano da questa figura professionale?

Oggi  a pari opportunità di Curriculum, il datore di lavoro difficilmente cerca solo un Maitre d’Hotel che abbia esperienza di Servizio , oggi cerca  Il Maitre , che sia Maitre-Sommelier , che abbia competenza,  che rediga menù, che parli almeno due lingue ( almeno B2), che sia in grado di usare il servizio dell’arte del flambè e del tranciare carni, frutta e pesce, che sia in grado di attuare il “problem solving”, che sia attivo ed intraprendente e che agisca in ambienti multiculturali.

maitresQuindi un profilo manageriale, tutto considerato. Ma esistono figure veramente preparate ad un tale livello, attualmente?

Esatto: la ristorazione moderna ricerca un .. maitre d’hotel- manager . In effetti allo stato attuale di profili così corposi ce ne sono pochissimi: .e allora cosa facciamo,  ci fermiamo o ci abbattiamo ? No.. allarghiamo i nostri orizzonti.. Teniamoci al passo con corsi di lingue certificati..
corsi di cucina di Sala (Flambè-Trancheur-Cocktails-). Formiamoci all’ analisi sensoriale, impariamo a riconoscere il linguaggio del corpo.

Quindi, in sintesi estrema, la parola d’ordine per rinnovare una figura professionale decisamente importante è ” formare”..

Si. E questo soprattutto lo ricordo ai giovani Maitres che sono all’inizio della loro carriera e  possono cosi interagire con queste nuove peculiarità operative, ma  lo suggerisco anche a chi già  é Maitre d’Hotel da qualche anno, affinchè possa allargare il proprio modo di interagire e di pensare.

flambèamiraRitorniamo al solito tasto dolente: le ormai innumerevoli trasmissioni sulla cucina. La professione Chef ha grande appeal oggi anche grazie ( o a casua, nda) di questi programmi: ma la sala? Viene tenuta nella stessa e giusta considerazione? 

Ecco, veniamo al punto. Oggi vediamo  tantissime trasmissioni che  parlano di cucina ,di pasticceria di cucina molecolare. Piatti meravigliosi preparati in 5 minuti. Bene. .ma  ? Possibile che nessuno pensi  che questo piatto  cosi ben preparato debba essere portato in sala? Che debba essere servito e soprattutto  debba essere scelto dal cliente?  Potrà essere il piatto più buono che esiste,  ma venduto male sarà il peggior piatto al mondo.

amiraQuali sono le proposte e le iniziative che  Amira ha già cantierato?

L ‘AMIRA (associazione-Maitre-Italiani-Ristaranti ,e Alberghi, nda ) che la più antica associazione di Maitre d’Hotel internazionali, sta cambiando il  proprio modo di pensare. L’obiettivo del Nuovo Presidente. – Valerio Beltrami –  è quello di far nascere dei Maitre d’Hotel che diventino Manager ed a tale scopo verranno istituiti dei corsi dedicati per giovani allievi di 5°anno degli Istituti Alberghieri ,per Chef de rang, per Maitre d’Hotel. Il primo corso partirà  in Puglia per  Maitre -Sommelier e sarà un corso su tre livelli che via via  si terrà in tutta Italia.
amirabeltramiE ci saranno corsi per Professionisti e corsi Amatoriali. Il suggerimento è  quindi quello di arricchire il nostro sapere anche e soprattutto per gli allievi degli istituti alberghieri con i quali nascerà presto un protocollo d’intesa da parte del MIUR e dell’ AMIRA, dedito all’alternanza scuola lavoro.  Ed infine  ancora l’AMIRA  prende a cuore la cura dei giovani diversamente abili nella ristorazione cercando di creare attività che rendano viva l’autonomia di questi giovani anche   con manifestazioni che esaltino la dignità e la volontà. Insomma bisogna sbracciarsi e lavorare : il resto verrà da sè.

Alessandra Verzera 

Sicily in Finger. Cronaca di una serata di successo a Villa Boscogrande

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buffetvilla2La caponata con pesce spada affumicato di Fulvio Papagallo ha attirato tantissimi palermitani che ieri hanno affollato gioiosamente gli splendidi saloni di Villa Boscogrande per prendere parte al tanto atteso cocktail aperitivo, proprio per degustare questo innovativo prodotto.

Con un consistente numero di presenze, circa 250, e con prenotazioni chibuffetvillacalamaiuse già diversi giorni prima della data dell’evento, la serata ha dato ad alcuni una possibilità inattesa: ” Ho letto di questo evento ed ho pensato che fosse un’occasione unica per visitare una dimora storica di tale bellezza, gustando contemporaneamente il famoso street food palermitano ed immergendosi nella vera vita dei palermitani, divenendo parte di loro“. Così ha commentato la signora Calamai, venuta dalla Toscana insieme ad un’amica. E le signore si sono davvero immerse nella “palermitaneità“, dato che erano al tavolo, allegre e festanti, insieme a sconosciuti divenuti subito amici. Un’altra conferma del fatto che quasi niente unisce le persone quanto il cibo su una tavola.

buffetvilla1Ottima la caponata, vera protagonista della serata, ma altrettanto ottima la selezione di finger food allestita dagli chef di Villa Boscogrande, tra cui una selezione di formaggi accompagnati da una deliziosa confettura al Gewurtztraminer, verdurine miste pastellate comprese le…verdure di mare: le ottime alghe in pastella. E poi crostini con filetto di cernia affumicata, paninetti con panelline e uno spettacolare pane artigianale ad accompagnare la caponata con pesce spada affumicato di Fulvio Papagallo.

buffetvillapapagalloAllestimenti e servizio delle grandi occasioni in questa meravigliosa struttura, scelta da Luchino Visconti per le riprese del suo mitico “Il Gattopardo”, con l’intero piano nobile della villa a disposizione degli ospiti. Tre grandi e ricchi buffet ed una elegantissima buvette, hanno segnato il battesimo del prodotto di Papagallo, da oggi ufficialmente reperibile anche se al momento solo su ordinazione diretta.

palmeriTra gli ospiti, il critico Aldo Palmeri, presidente del Club Corone,  che – conquistato dalla caponata – ha deciso di conferire allo chef Papagallo il Premio Corone d’Oro 2018. La notizia, ricevuta dallo chef questa mattina, conferma la bontà di un prodotto artigianale  “per molti ma non per tutti”. Il premio verrà consegnato nel corso di una cerimonia in data ancora non stabilita, ma di cui certamente renderemo conto.

buffetvillaconferenzaEd ancora  Angela D’Angelo, presidente dell’associazione culturale “Musike” e membro del Club Le Cesarine, Home Food, che ha lodato non soltanto la bellezza mozzafiato di una location storica da riscoprire sempre di più, ma anche la bontà del prodotto di Papagallo, degnamente affiancato da una selezione golosissima di altri assaggi.

buffetvillacaponataEra presente anche Tiziana Allegri, chef e patron del ristorante Zia Titì di Carini: “ Un evento straordinario in un luogo di straordinaria bellezza. Giusta cornice ad un prodotto di alta qualità davvero sorprendente“.

Fabrizio Di Carlo, Food Expert & Wine Merchant, ha così commentato: ” Riscoprire Villa Boscogrande ha un qualcosa di magico. E’ sempre più bella di quanto non si ricordasse. Un evento veramente di alto livello, egregiamente organizzato ed allestito meticolosamente. Una location da sogno per un prodotto sicuramenvillasalate unico nel suo genere, e di alto livello”

Ma anche la gente comune ha commentato con entusiasmo: “ In un posto così sarebbe buono anche un pezzo di pane duro. Ma questa caponata è veramente sublime

Insomma, una serata all’insegna della bellezza e del buon gusto, trascorsa in un clima allegro tipico di queste occasioni.

La Caponata di Fulvio Papagallo attualmente non è presente in nessun punto vendita ma si può ordinare inviando un messaggio alla pagina Facebook del prodotto :

https://www.facebook.com/fulviopapagallochef/

Alessandro Lo Iacono

Sicily in Finger: arriva la caponata gourmet

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caponata siciliana con paneTutto pronto ormai per l’atteso evento “Sicily in finger“, un cocktail aperitivo nel corso del quale alcuni fortunati palermitani avranno la possibilità di degustare, in accompagnamento ad altre delizie dello street food e del finger food palermitano, la regina di tutte le preparazioni: la caponata. Ma una caponata un po’ diversa, un po’ ” gourmet”. Nel saloni di Villa Boscogrande, il prossimo 25 gennaio a partire dalle 18,30, lo chef Fulvio Papagallo presenterà infatti la sua personale idea di caponata di melanzane – come nella più solida tradizione siciliana – ma arricchita con pesce spada affumicato, a conferirle il tocco gourmet. Un prodotto realizzato con metodi artigianali che si colloca in una nicchia riservata ai veri connoisseurs che apprezzino le rivisitazioni senza stravolgimenti: ” Ho studiato per alcuni anni questa preparazione – dice Papagallo – ” un prodotto non facile per alcuni versi dato che l’aggiunta del pesce spada affumicato ha comportato modifiche sostanziali alle tecniche di lavorazione e soprattutto alle modalità di conservazione. Ma sono felice che il mio progetto sia finalmente giunto in porto, e confido nel consenso dei palermitani – amanti indiscussi della caponata – che sapranno apprezzare il mio prodotto. Sarà una bellissima serata in cui avremo modo di scambiare opinioni e pareri confrontandoci sulla meravigliosa gastronomia siciliana“. La serata, organizzata in collaborazione con Villa Boscogrande e con il giornale on line di enogastronomia sceltedigusto.it, è sold out già da una settimana, a testimonianza del grande interesse del pubblico verso le tradizioni ed i prodotti di alta gamma, volano indiscusso dell’economia interna siciliana.

La cucina mondiale perde un altro dei suoi grandi. Muore Paul Bocuse, il genio francese

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bocuseE’ morto a 91 anni il più grande chef francese, Paul Bocuse, il padre della cucina francese riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Il tristellato più anziano della storia della gastronomia moderna – le sue stelle avevano 50 anni –  Paul Bocuse lascia un segno indelebile, un trademark, nella cucina francese ed invero mondiale. Uomo granitico, tutto d’un pezzo, geniale ed instancabile, era l’unico figlio di George Bocuse e di Irma Roulier, Paul discende da una genìa di cuochi e proprio nel ristorante del nonno lui ha iniziato a muovere i primi importanti passi nel mondo dell’alta cucina. Passi inarrestabili che lo hanno portato ai vertici: è stato lui, insieme ad altre toques francesi, a dare vita alla Nouvelle Cuisine. Il grande chef era ammalato. Lo aveva colpito il morbo di Parkinson. A dare la notizia della sua scomparsa attraverso Twitter  è stato il ministro francese dell’Interno, Gerard Collomb. “Paul Bocuse è morto, la gastronomia è in lutto”, ha scritto il ministro. “Monsieur Paul era la Franciasemplicità e generosità. Eccellenza nell’arte di vivere. Il papa della gastronomia ci ha lasciati”.

bocuse1Dell’Italia Bocuse diceva: “L’egemonia della cucina francese durerà sino a quando gli chef italiani capiranno l’enorme patrimonio che hanno a disposizione, sia per quanto riguarda le materie prime che per il ricco patrimonio di tradizioni”. Consola il fatto di sapere che un tale genio sia vissuto a lungo abbastanza da attraversare un paio di generazioni  che lo hanno apprezzato e che difficilmente ne dimenticheranno il nome e le opere. Sui social la notizia rimbalza da ore con messaggi di vero cordoglio, tra cui alcuni veramente accorati di giovani cuochi che propongono di entrare nelle rispettive cucine con la giacca nera in segno di lutto e di rispetto per un grane maestro che scompare a pochi giorni dalla dipartita del grande che italiano  par excellence , Gualtiero Marchesi. Due gravissime perdite per l’alta cucina internazionale, che segnano  momenti di tristezza a cavallo tra il 2017 ed il 2018 e che rimarranno indelebili, per gli addetti ai lavori e non soltanto.

E Paul Bocuse è stato ricordato anche dal presidente francese Emmanuel Macron. In un comunicato stampa diffuso dall’ Eliseo si legge :  ” Oggi piangono gli chef dall’Eliseo e di tutta la Francia. Bastava il suo nome per riassumere la gastronomia francese nella sua generosità, nel suo rispetto delle tradizioni ma anche nella sua inventiva“.

bocuse2Anche Bocuse, come il suo illustre collega Marchesi, fu sfiorato da qualche critica proprio per via di quella Novelle Cuisine che non incontrò il favore di tutta la critica ma che si rivelò per la storia della cucina francese un capitolo veramente importante che ha collocato la Francia ai vertici della gastronomia mondiale. Posto che occupa tutt’oggi e che l’ Italia tenta di eguagliare. Di Bocuse ricordiamo alcuni piatti, dal pollo con salsa bianca e tartufi al gratin di code di gamberi, passando per la sua “zuppa VGE”, creata nel 1975 per la consegna della Legion d’Onore che gli fu conferita dall’ Eliseo. Essenzialmente Bocuse si dichiarava affezionato alla  cucina tradizionale: amava il burro, il vino, la crema. Fu eletto  Cuoco del Secolo nel 1989 da Gault & Millau, cui fece seguito un analogo titolo conferitogli dal  Culinary Institute of America. La sua fu una vita ricca, movimentata, costellata di successi: uomo di grandi passioni,  il padrino di Alain Ducasse ebbe una moglie per 60 anni ma anche una relazione durata 40 anni con la sua addetta alla comunicazione. Non lasciò mai la moglie, ma non nascose mai l’altra donna della sua vita, Patricia.

bocuse d'orBocuse  è stato un grane mentore – probabilmente il più grande di tutti i tempi –   che ha formato con la sua cucina a molti grandi chef, ma  che soprattutto ha fatto dell’insegnamento uno degli scopi della sua carriera.  Intanto con  l’istituto di Ecully, dove da decenni arrivano chef da tutta la Francia  per imparare i fondamenti della cucina francese e poi con le altre sue due grandi creature: il  Bocuse d’ Or,  un concorso internazionale rivoluzionario nato  ricalcando la formula dei grandi eventi sportivi. Una sorta di olimpiade dellea cucina:  un grandioso spettacolo gastronomico con un ciclo di due anni e una grande finale di risonanza  mondiale.

bocuse piattoL’obiettivo del Bocuse d’ Or è quello di  riunire 24 giovani chef da tutto il mondo, i più talentuosi della loro generazione, e farli cucinare per 5.35 ore davanti a un pubblico, con una giuria di chef esperti. Oltre all’evento clou il Bocuse d’Or comprende una sessantina di competizioni nazionali che si svolgono nell’arco dei due anni. Infine il suo “progetto formazione” ha visto poi nel 2004 aggiungersi la fondazione Paul Bocuse per i giovani talenti.

La morte di questo immenso personaggio, sopraggiunta comunque alla veneranda età di 91 anni, ha oggi colpito tutta la Francia: paese che aveva già sentito molto profondamente la morte di Gualtiero Marchesi. Allo stesso modo l’ Italia piange oggi un altro grandissimo che se ne va, e che si chiamava Paul Bocuse.

Alessandra Verzera

 

 

Al via Sigep, il salone mondiale dolciario alla sua trentanovesima edizione

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Sigep2017_Stand_FP1_7741Tutto pronto per domani a Rimini, dove Sigep taglierà il nastro per la trentanovesima volta. Alle 14.00 cerimonia inaugurale alla presenza del Ministro Dario Franceschini. A seguire, la conferenza di apertura Food Service 5.0 e Going Global, evento dedicato al focus sugli USA Italian Exhibition Group firma un’edizione record che valorizza le filiere della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali e caffè.

Grandi numeri: 1.250 aziende, 160.000 buyer attesi da 180 Paesi, 900 eventi in fiera, 14 treni al giorno fermano alla Fiera di Rimini, oltre ad un treno speciale sulla costa. Collegamenti gratuiti da sette aeroporti, aggiunta ieri una quarta navetta per i trasferimenti dagli hotel.

SIGEP: Wow! Uno slogan che suona come una promessa di meraviglie quello del 39° Salone della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali e caffè che si apre domani alla Fiera di Rimini. L’appuntamento, organizzato da Italian Exhibition Group – il grande player fieristico internazionale nato dall’integrazione fra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza – sarà inaugurato alle 14 nella grande Arena che nella hall Sud ospita la Coppa del Mondo della Gelateria.

Interverranno l’On. Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti, il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi e Lorenzo Cagnoni, Presidente IEG.

sigep-2016-hotel-eurogardenIl rituale taglio del nastro sarà sostituito in questa occasione da due straordinarie ‘dolci’ creature: una torta che richiamerà le arti domani celebrate a Rimini (inaugurazione del Fulgor ristrutturato, cinema che originò la passione di Federico Fellini e l’arte espressa dai grandi Maestri mondiali della pasticceria) ed una maestosa composizione di gelato artigianale, in omaggio ad un settore in straordinaria ascesa sui mercati mondiali, con al fianco le 12 squadre dei Paesi che partecipano alla Coppa del Mondo della Gelateria.

A seguire, l’appuntamento è alle 14.30 con la conferenza di apertura: Food Service 5.0. In Sala Neri 1, dalle 14.30, Sigep e Seeds&Chips proporranno un dibattito concentrato sulle diverse tendenze attualmente in vigore a livello di mercato dei servizi per il settore agroalimentare, con particolare riferimento alle principali innovazioni sia a livello nazionale, sia internazionale.

Alle 15.00, in Sala Neri 2, Going Global, convegno promosso da Sistema Sigep che da oltre un decennio rappresenta il punto di riferimento assoluto per gli operatori che intendono aprire una gelateria artigianale italiana all’estero, con focus quest’anno sugli Stati Uniti.

Sigep_2016_Pastry_Event_75Sigep è la piattaforma di business per il comparto dolce del foodservice che rappresenta il punto di riferimento del made in Italy più prezioso, legato in particolare al dolciario artigianale; è la rassegna mondiale che anticipa tendenze ed innovazioni delle 4 filiere in quanto a materie prime, ingredienti, impianti e attrezzature, arredamento e servizi. È uno show che premia le eccellenze mondiali, sviluppa la formazione professionale, presenta nuovi format, favorisce il networking internazionale e fa crescere il business.

Obiettivo di SIGEP 2018 sarà esprimere il potente profilo di internazionalità sotto l’aspetto qualitativo. Sempre più elevato è infatti il rilievo economico degli hosted buyers (1.000 da 40 Paesi), la presenza dei grandi distributori e delle insegne leader.

L’edizione 2018 proporrà 900 eventi ed aree test a cura degli espositori; 32 competizioni di cui 7 internazionali (423 fra concorrenti e giudici), fra le quali: la Coppa del Mondo della Gelateria (cerimonia di apertura sempre domani, alle 12) con 12 Paesi che hanno selezionato i loro migliori rappresentanti; il Campionato Mondiale di Pasticceria Femminile The Pastry Queen, con 12 agguerrite concorrenti; The Ultimate Chococake Award e il Campionato Italiano di Cioccolateria tra gli eventi del cioccolato; i Campionati italiani baristi dedicati al caffè e i grandi eventi della panificazione.

Nelle cinque giornate è attesa la presenza di 160.000 buyers, dei quali oltre 33.000 esteri provenienti da 180 Paesi. 1.250 imprese saranno distribuite sulla superficie – record e sold out da mesi – di 129.000 mq., raggiunti dal quartiere riminese con l’ultimo step di ampliamento che inaugura anch’esso domani.

SdA

Risotto speck, mela annurca e fontina

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risotto-alle-mele-900x444Il risotto speck mela annurca e fontina, è un piatto che unisce il sapido dello speck con la dolcezza ed il profumo della mela annurca, il tutto impreziosito dalla fontina. Vi consiglio di usare uno speck dell’alto adige a marchio IGP. Un piatto prettamente invernale ma sicuramente da provare.

Ingredienti per 4 persone:

400 g riso vialone nano o carnaroli
1 mela annurca
1/2 cipolla bianca
100 g burro
200 g speck alto adige igp
200 g fontina
1 dl vino bianco secco
sale e pepe q.b.
50 g Parmigiano Reggiano
Per il brodo:

1 costa di sedano
2 lt d’acqua
1 carota
1 cipolla bianca
Procedimento:

Per preparare il risotto speck mela annurca e fontina, iniziare a preparare il brodo. Riempire una pentola di acqua e mettere il sedano, la carota e la cipolla precedentemente lavati e puliti, a pezzi grossi e far cuocere per circa 30 minuti.

Lavare bene e tagliare a fette sottili la mela annurca, mettere in una bacinella con acqua fredda e limone per evitare che diventi scura. Ricordarsi di lasciarne tre fette da parte per la decorazione finale.

In un rondeau (pentola utilizzata per la preparazione del risotto, bassa e larga) far sciogliere il burro, successivamente versare la cipolla precedentemente tritata molto finemente. Farla imbiondire ed aggiungere infine il riso carnaroli o vialone nano.

Iniziare quindi la tostatura del riso, girando energicamente, appena sarà diventato di colore giallo paglierino, bagnare con il vino bianco secco e far evaporare l’alcol. A questo punto iniziare la cottura del A parte in una padella antiaderente far rosolare lo speck tagliato a dadini e lasciarlo ad asciugare dal grasso in eccesso su della carta assorbente.

Potete continuare la lettura della ricetta qui :

https://fulvioelesuericette.it/primi-piatti/risotto-speck-mela-annurca-e-fondina/

Fulvio Papagallo

Presentato a Castel di Tusa, il brevetto internazionale ” BoxGelina”.

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Pietro Di noto e sindaco Angelo TudiscaIeri pomeriggio, nella sede del vecchio oleificio della famiglia Di Noto a Castel di Tusa, è stato presentato il brevetto internazionale “BoxGelina”, frutto di quattro anni di studi e sperimentazioni di Pietro Di Noto. Erano presenti, il sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, il responsabile di zona delle pagine del giornale di Sicilia, Nino Dragotto, e padre Bernardo, parroco di Castel di Tusa.

Gelina è un box – vaschetta in polietilene, riutilizzabile, che permette di trasportare prodotti alimentari e farmaceutici ad una temperatura di meno 20 gradi, per circa 7 ore, senza alimentatore. Portando la temperatura a meno 50 gradi, la Gelina, sarà, invece, adatta al trasporto di alimenti facilmente deperibili, in tutte le parti del mondo, perchè la sua autonomia é di 36 ore, ed anche al trasporto di organi per i trapianti. Il brevetto è stato realizzato grazie agli investimenti di 8 persone, che hanno creduto nel progetto e che hanno costituito la società “Majora”, con sede proprio a Castel di Tusa. La garanzia della vaschetta è di due anni, passati i quali si può rinviare in laboratorio per essere rigenerata. Il brevetto farà la sua prima comparsa alla Fiera di Rimini nei prossimi giorni. In questo suo ambizioso progetto, Pietro Di Noto è coadiuvato dal suo socio collaboratore Stefano Russo.

Pietro Di Noto è un brillante imprenditore di 54 anni, sposato con Serena dal 1999, ha tre figlie, Maria Grazie, Aurora e Celeste. Sin dall’età di 13 anni ha lavorato nell’azienda di famiglia che si occupava di commercializzare oli vegetali.

Gelina brevetto internazionaleNel 2007, dopo aver portato al successo l’azienda olearia (fatturando per 3 anni consecutivamente, sempre in ascesa, oltre (60) sessanta, milioni di euro), lasciò definitivamente il settore dell’industria degli oli vegetali per dedicarsi al settore dei bar-pasticceria e gelateria. Attualmente ha realizzato circa 50 punti vendita in tutto il mondo, (Italia, Cannes, Dubai, Singapore, Spagna Canada, Stati uniti) , e ad oggi sono quasi tutti ancora esistenti e in piena attività.

Oltre a “Gelina”, Di Noto, ha realizzato altri 2 brevetti il: il primo dal “Mose’ ” nel 1988 venduto ad una società Spagnola inerente la produzione di energia elettrica dagli oli vegetali di scarto e non; il secondo nel 2012 il “Brikone”, una miscela liquida completa surgelata per produrre un gelato naturale al 100% senza bisogno di adeguata professionalità e di un laboratorio.

Tavolo relatoriDAL 1990 è stato il primo in Italia a creare punti vendita di gelateria e pasticceria senza laboratorio. Ad oggi ha realizzato oltre 50 punti vendita sparsi per il mondo tra bar, ristoranti , gelaterie e pasticcerie e almeno il 90 % di questi locali sono ancora in piena attività. Tutto questo ha generato nel tempo oltre 500 posti di lavoro. Nel tempo libero si cimenta anche nella scrittura, realizzando il primo romanzo “L’Onore”, un libro di aforismi “Sintesi di vita”, e un libro-documentario “Consigli di un esperto Viaggiatore”.

Settore della pesca nel Veneto: un decennio in gondola

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gondola-2107x1425Nel periodo 2006-2016 la flotta peschereccia si è ridotta di un quarto (-23%) e di oltre metà la forza lavoro, stabile la produzione. Le dinamiche strutturali del settore della pesca e dell’allevamento ittico regionale nel nuovo rapporto di Veneto Agricoltura. In rialzo il numero delle imprese (+23,8%) e le importazioni ittiche. Allevamento, bene occupazione e mitilicoltura. Male i mercati, specie Venezia e Caorle.

Nel decennio 2006-2016, il settore della pesca nel Veneto ha avuto un andamento altalenante. Lo conferma il Rapporto strutturale sul comparto ittico regionale pubblicato da Veneto Agricoltura che registra una riduzione (-23%) del numero di pescherecci che nel 2016 erano 659. Fa da contraltare però l’incremento (+23,8%) del numero delle aziende ittiche attive nel settore risultanti ben 3.752 nel 2016, mentre nel decennio considerato il numero di occupati (6.937 unità) si è ridotto del -1,3%. Tra il 2006-2016 si registra anche una forte perdita di forza lavoro dal settore delle pesca (-57,4%), mentre risulta in crescita esponenziale l’occupazione nel comparto dell’allevamento (+1843,5%).

In lieve calo (-3,9%) la produzione locale regionale come pure il fatturato (-3%), che giornalmente viene sbarcata nei sei mercati ittici regionali (Venezia, Caorle, Chioggia, Pila, Scardovari e Porto Viro), con i primi due in forte perdita nel periodo considerato.

A tenere, rispetto al 2006, sono solo i quantitativi di pesce azzurro (+15%), mentre sono tutte in diminuzione le altre tipologie di pesce, i molluschi e i crostacei. Se si considerano i transiti complessivi, ossia anche i prodotti di provenienza nazionale ed estera che arrivano a Chioggia e Venezia, risultano in perdita i quantitativi di entrambi (-6,8% Chioggia, -13,4% a Venezia), mentre al mercato ittico di Venezia tiene il fatturato (+5,3%) grazie al prodotto estero.

In forte salita i prezzi medi di quasi tutte le specie analizzate, che portano a un +26,8% del prezzo medio generale.

In calo del -19,6% la produzione complessiva dei molluschi bivalve di mare operata dai Co.Ge.Vo. (Consorzi di Gestione e Valorizzazione dei Molluschi) veneti, diminuzione dovuta sia alle vongole di mare (-14,2%) e ancor più, ai fasolari (-36,0%).

pesca venetoPer quanto riguarda gli allevamenti, si registrano diminuzioni di produzione della venericoltura (-11,1% sempre nel periodo 2006-2016) e della piscicoltura (-17,7%), mentre è la sola mitilicoltura a presentare un lusinghiero +68,9%, rialzo dovuto in gran parte agli impianti longline in mare aperto.

Brutte notizie arrivano anche dalla bilancia commerciale estera, dato che nel decennio 2006-2016 il Veneto risulta ampiamente deficitario di prodotto ittico: infatti, a fronte del calo delle esportazioni del -9,4%, fa eco una forte crescita delle importazioni (+45,5%).

Il valore complessivo del settore ittico veneto, riferito alla produzione complessiva della pesca marittima e dell’acquacoltura, dopo un periodo di lento ma costante calo, negli ultimi tre anni si mostra in salita, assestandosi su un valore di circa 200 milioni di euro, un aumento del +3,1% rispetto all’anno precedente. Confrontando questo valore, registrato nel 2016, con il picco massimo rilevato nel 2006 (242,1 milioni di euro), ne risulta però un calo produttivo in termini di valore del -17,8%.

Il Primitivo di Manduria Doc si presenta ai winelover romani

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foto bottigliaUn viaggio di gusto per conoscere la doc pugliese che rientra nella Top five dei vini più esportati con volume d’affari di circa 100 milioni di euro, amata soprattutto dalla generazione X (37 – 57 anni)

Roma si prepara a conoscere la doc pugliese che rientra nella Top five dei vini più esportati con volume d’affari di circa 100 milioni di euro, amata soprattutto dalla generazione X (37 – 57 anni). Stiamo parlando del Primitivo di Manduria che, con le sue aziende, sarà protagonista domenica 21 gennaio nella Capitale tra degustazioni e banchi d’assaggio.

Rosso Mediterraneo il titolo dell’evento promosso dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria e organizzato dall’associazione GnamGlam, che si svolgerà a partire dalle 15 presso l’Hotel Savoy, via Ludovisi 15 (traversa di via Veneto). Diverse le cantine provenienti dalle province di Taranto e Brindisi pronte a presentare le loro perle enologiche.

Dalle 15 alle 16IMG_5170-3.30, l’appuntamento con il Primitivo di Manduria sarà riservato agli operatori del settore e alla stampa specializzata. Dopo il saluto del presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Roberto Erario, dalle 17 alle 18.30, sarà la volta dell’attesa grande degustazione guidata Conoscere il Primitivo di Manduria dedicata alle tre anime della grande doc pugliese: Primitivo di Manduria Dop, Primitivo di Manduria Dolce Naturale Docg e Primitivo di Manduria Dop Riserva. (prenotazioni: 366.9714107 – gnamglam@gmail.com).

Infine, dalle 16.30 alle 22.30 le porte si apriranno al pubblico enoapassionato.

I visitatori potranno così, presso i banchi d’assaggio, conoscere le diverse aziende con le loro etichette di Primitivo di Manduria abbinate a prodotti gastronomici.

Il Primitivo di Manduria non è più una novità ma una colonna portante del comparto enoico non solo pugliese ma anche italiano. – affermano Roberto Erario e Adriano Pasculli de Angelis, presidente e direttore del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria – È un vino che non conosce crisi con volume d’affari intorno 100 milioni di euro. L’export rappresenta il 60-70% della produzione vendibile e i mercati maggiori sono Sud Est Asiatico, Europa, Canada, Usa, Cina, Giappone, Russia, Brasile, Regno Unito e Vietnam”.

Il nostro Consorzio lavora costantemente sul piano della contraffazione e tutela e, grazie al lavoro di tutte le aziende, offriamo al consumatore finale la sicurezza della qualità di un vino capace di dare gioia e piacere. – continuano Erario e Pasculli de Angelis – La motivazione di acquisto di un pubblico crescente di estimatori si concentra sul bisogno emozionale. Caratteristica che solo la nostra grande sa esprimere”.