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Tartara di pesce con finocchio e sesamo

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Un piatto fresco dal sapore di mare. Una sobria entrèe, un secondo leggero. In ogni caso una ricetta d’autore a cura dello Chef Max Mangano per Scelte di Gusto. Ingredienti e procedimento per realizzarla nella vostra cucina.

Il polpettone di maiale, un omaggio al gusto

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Il Libro de Arte Coquinaria cita le polpette quali preparazioni fattibili con diversi tagli di carne; è il momento in cui il macinato per la prima volta assume questo nome. L’accrescitivo che delinea la polpetta in polpettone è poi ciò di cui oggi desideriamo parlare: una preparazione fastosa, allegra in tavola e ricca in pancia. Il polpettone può essere realizzato in mille varianti. Oggi il polpettone viene presentato in una ricetta che mostra un cuore verde di spinaci e un “occhio” d’uovo  (Ti.Ni.)

Il 2012, il caso Averna. L’etichetta-culto di Feudo Montoni

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Eppur si muove. Nel 2012 che ha appena alzato il sipario, sulle etichette siciliane si affastellano ombre. Ma anche luci.

Buccellati a salutar le feste

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L’epifania tutte le feste porta via, lascia l’amaro in bocca a chi raccoglie carbone, lascia la speranza di una nuova alimentazione. Archiviati dolci e prelibati manicaretti sarà il caso di ricominciare a prestare attenzione alla linea, al giusto apporto calorico. Con un pizzico di malinconia e con la voglia di coccolarsi – ancora non del tutto accantonata –  salutiamo il nuovo anno in ricordo del vecchio appena trascorso con un boccone al sapor di tradizione: i buccellati, la ricetta senza tempo (Ti.Ni.)

Inizia al calar del sole agostano la preparazione di queste squisitezze: i fichi asciugati al dolce tepore di fine estate, vengono conservati secchi, vengono trasformati in marmellata, stipati nella credenza fino all’avvento del Natale. I buccellati, da “buccelli” o per meglio dir bocconi, sono un tripudio di gusto, colori. Sembrano dolci barocchi, pieni, volitivi, il cui sapore si afferma e sovrasta le nordiche tradizioni che vorrebbero panettoni e pandori a contornar le tavole imbandite. Sono un vero tuffo nella storia, nella tradizione popolare che mai si spegne e che si tramanda diversa a seconda del luogo esatto, della porzione di mondo che ne racconta ricetta.

A Palermo i “cucciddati” si mangiano a forma di grosse ciambelle e ripieni di fichi secchi, ma non solo, cioccolato fondente, frutta secca – dalle mandorle alle nocciole e perché no, anche i pinoli per variare – zuccata, scorze d’arancia candita e quel richiamo alle spezie che si concretizza nel profumo di cannella. La pastafrolla non è delle più semplici, non è delicata, ma imponente anch’essa come una matrona che troneggia sulla preparazione, rigorosamente fatta con lo strutto.

La ricetta prevede una buona dose di fantasia, per i decori, e la voglia di condivisione: sono così buoni che non possono che essere gustati in famiglia e con gli amici.

Ingredienti:
600 g di Farina 00
400 g di Farina di rimacino
300 g di Strutto
300 g di Zucchero semolato
1 bustina di Lievito
1 bustina di Vanillina
250 g (circa) di Latte intero

Per il ripieno:
1 Kg di Fichi secchi tritati
500 g di Cioccolato fondente a cubetti
250 g di Zuccata tritata
150 g (circa) di Miele o marmellata di fichi
1 cucchiaio di Cannella in polvere
Essenza di agrumi (o bucce d’arancia candita tritate)
250 g di Uva passa
500 g di Frutta secca già sgusciata: nocciole, mandorle, noci, pinoli
Acqua calda zuccherata o vino Moscato, per amalgamare il ripieno

Per la decorazione si possono usare diverse varianti:
– Zucchero a velo e cannella
– Cioccolato fondente da copertura e codette colorate
– Glassa di zucchero e confettini

Esecuzione:
Preparare l’impasto lavorando gli ingredienti come una normale frolla: setacciare e disporre le farine a fontana e miscelarle allo zucchero ed alla vanillina. Sciogliere il lievito in una tazza di latte tiepido, aggiungere alla fontana di farina lo strutto a pezzetti e iniziare ad impastare con l’aggiunta del latte (prima la tazza di latte con il lievito e se servisse altro latte, aggiungerlo sempre poco per volta). Lavorare l’impasto fino ad ottenere una palla uniforme e non unta. Più si lavora, più lo strutto tenderà a rilasciare l’unto rovinando l’impasto per cui, così come la pasta frolla, la lavorazione deve essere veloce. L’impasto può essere preparato anche svariate ore prima e lasciato a riposare su una superficie in un ambiente fresco.

Preparare la farcia amalgamando tutti gli ingredienti indicati per il ripieno, con l’aiuto del miele e dell’acqua calda zuccherata. Una valida variante è il moscato, vino profumato e speziato che si sposa molto bene con questo ripieno, da utilizzare come collante dei vari ingredienti al posto dell’acqua calda. Stendere la pasta a listarelle, farcire con il ripieno e dare forma ai biscotti o alle ciambelle. I buccellati andranno cotti in forno preriscaldato a 180°C per circa 15 minuti circa, dunque decorati a piacimento.

Tiziana Nicoletti

Il calcio promuove i prodotti tipici varesini

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Anche il calcio promuove i prodotti tipici varesini. L’anno è appena iniziato, ma in vista della prima partita di campionato dopo la pausa natalizia è stato rinnovato l’accordo tra la società sportiva A.S. Varese 1910 e gli amici biancorossi di “Itinerari e Sapori”. (P.Pi)

Il cannolo siciliano : ritratto di un dolce leggendario

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La cassata è senza dubbio la “regina” della pasticceria siciliana, il titolo di “principe”, invece, spetta al cannolo. Entrambi prima erano i dolci che si consumavano durante il periodo carnevalesco, poi con il passare del tempo e delle mode, sia la cassata che il cannolo hanno finito con l’essere i due dolci tipici della Sicilia, che non possono mai mancare dalle tavole 365 giorni all’anno (A. Fi.)

Così come la cassata, anche il cannolo ha conosciuto nel tempo varie “interpretazioni”. Quello senza dubbio con il marchio della originalità è preparato ancora oggi nella Sicilia Occidentale ed in particolare nel Palermitano con tutti i crismi che si comandano. Poi, ci sono varianti sparse un po’ in tutto il resto della Sicilia. I cannoli non sono uguali a Catania, così come nel Messinese e nel Trapanese e nemmeno nel Nisseno, dove pare che il dolce sia nato per la prima volta. Si racconta, infatti, che uno dei primi cannoli fosse stato confezionato a Terranova, l’odierna Gela. Sarà vero?

Lo stesso Marco Tullio Cicerone, prestigiosissimo oratore e console romano quando fu questore in Sicilia apprezzò i primi cannoli, tanto da scrivere una citazione: “Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus”, cioè “cilindro a base di farina, molto dolce, preparato con latte buono da mangiare”.

Sembra, secondo la tradizione,  che il cannolo derivi dalla cannula, “u cannuolu” delle antiche fonti o delle abitazioni dove scorre l’acqua e proprio la canna fino ad un trentennio fa veniva adoperata per confezionare la “scorza” poi,  nel tempo, soppiantata da un cilindro di metallo. All’interno della “scorza” non scorre acqua, bensì finissima crema di ricotta, rigorosamente di pecora. La tradizione vuole  ancora che i cannoli vengano offerti agli amici o ai parenti nel numero di dodici o multipli. Avete mai fatto caso che il cannolo siciliano non manca mai di essere presente nei film che vengono ambientati in Sicilia, come ad esempio nel celebre “Il Padrino” dove il cannolo “avvelenato” viene offerto, all’interno del Teatro Massimo di Palermo, ad uno dei “Padrini”, di Cosa nostra?

Una curiosità: nel 2003 un pasticcere di Piana degli Albanesi si è aggiudicato la certificazione ufficiale dei Guinnes dei Primati con il cannolo più lungo del mondo… ben 4 metri e 3 centimetri di cannolo! Pensate che questa notizia così bizzarra è pervenuta fino alle riviste di gastronomia americane! Tutti gli anni, a Piana degli Albanesi viene indetta una sagra, nel periodo di carnevale, in cui vengono offerti “cannoli” caratteristici per le loro dimensioni.

INGREDIENTI PER LA CREMA DI RICOTTA

1 chilo di ricotta di pecora freschissima
600 grammi di zucchero
Un pizzico di cannella in polvere
150 grammi di cioccolato fondente a gocce
Ciliege candite (2 per cannolo)
Scorzette di arance candite (1 per cannolo)

 

INGREDIENTI PER LA “SCORZA”

400 grammi di farina
75 grammi di strutto
40 grammi di zucchero semolato
2 uova
1 albume
un pizzico di sale
15 grammi di cacao amaro
60 grammi di Marsala secco
60 grammi di aceto bianco
Cannelle di latta (non saldata) per confezionare i  cannoli
Olio di semi di arachide per friggere

COME SI PREPARANO LE “SCORZE”

Mescolare farina, zucchero, cacao e sale. Aggiungere lo strutto al miscuglio di farina e farlo ben amalgamare, quindi unire le uova, farle assorbire ed infine continuare a lavorare aggiungendo il Marsala e l’aceto, anche se nel passato sembra pure che venisse adoperato il mosto, fino ad ottenere un impasto non troppo morbido ma consistente. Formare una palla, avvolgerla in pellicola da cucina e riporre in frigo per almeno un’ora.
Spianare l’impasto ad uno spessore sottile come quello delle tagliatelle spolverando, man mano, con la farina sia il piano di lavoro che l’impasto. Quando avrete raggiunto lo spessore desiderato, ricavate dei dischetti dal diametro di circa 10 cm., si può adoperare anche il fondo di un grande bicchiere o di una bottiglia di vetro. Avvolgere i dischetti nelle cannelle unte d’olio, congiungendo i bordi spennellandoli con  l’albume battuto. Friggere in abbondante olio ben caldo, due-tre per volta. Non appena la pasta sarà di un bel dorato scuro scolare e mettere a raffreddare su carta assorbente da cucina.


COME SI PREPARA LA CREMA DI RICOTTA

Lasciare sgocciolare il siero e riporre la ricotta in frigo. Prima la ricotta veniva “custodita” nelle “cavagne” in legno, poi anche in quelle in giunco ed ora in fascelle di plastica. Poi, una volta portata fuori amalgamarla con lo zucchero aiutandosi con un cucchiaio in legno. Lasciare riposare per diverse ore e quindi setacciarla.

Prima si adoperava “u crivu” in legno, oggi si usano setacci di plastica. A questo punto unire la cannella e il cioccolato fondente. Riempire le scorze, al momento, con la crema e spianare le parti estreme aiutandovi con un coltello, posare una ciliegia candita alle estremità, mettere in un vassoio e spolverare con zucchero a velo e infine adagiare sul bordo la scorzetta di arancia candita.

P. S. La ricotta, rigorosamente quella  di pecora, non si trova sul mercato tutto l’anno. La produzione avviene ancora oggi, come un tempo, dal giorno dell’Immacolata, cioè dall’8 dicembre e si protrae fino all’indomani di Pasqua. Il segreto di una buona ricotta è il pascolo. Più è ricco e più buono sarà il latte e quindi la ricotta.

Antonio Fiasconaro

Editoriale: giù le mani dai Cannoli.

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Nel grande universo dei tarocchi e delle facili rivisitazioni culinarie delle ormai innumerevoli trasmissioni televisive a carattere gastronomico,  finiscono anche i dolci tipici tradizionali: tutto in nome dell’audience? Forse, anzi sicuro: ma il cannolo non si tocca.

Alla “Prova del Cuoco” oltraggiato il cannolo siciliano

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Ormai la cucina, l’enogastronomia ed anche la pasticceria sono inflazionate sempre più dalla tv. Troppi programmi che propinano quotidianamente ricette di ogni genere. Ma, quello che fa rabbia è che, più delle volte, alcune trasmissioni si permettono il lusso di oltraggiare anche la tradizione. Stavolta è toccato ai cannoli siciliani ad essere finiti nel “tritacarne” dello schermo. Maltrattati durante la “Prova del Cuoco” dello scorso 26 dicembre. (A. Fi.)

Occhio alle mozzarelle blu prodotte con latte estero: la Coldiretti chiede subito l’etichetta d’origine

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Cosa portiamo sulle nostre tavole? E cosa mangiamo? Ci risiamo. Sembrava che il fenomeno si fosse placato ai casi registrati tra il 2010 e il 2011, ed invece… Sulle tavole degli italiani ritorna l’incubo della “mozzarella blu”. Nel giro di appena 48 ore si sono registrati due analoghi casi: uno a Roma e il secondo a Torrice, piccolo paese di poco meno di 5mila abitanti in provincia di Frosinone, sempre nel Lazio. (A.Fi.)

Con il Chanukkà il festival dei cibi fritti ed oliosi

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Quest’anno la festività ebraica di Chanukkà (o Hanukkah o Hanuccà), la Festa delle Luci, si è celebrata dal 21 al 28 dicembre, mentre nel calendario lunario ebraico cade sempre dal 25 Kislev al 3 Tevet, e sono otto giorni per festeggiare. Chanukkà è un termine ebraico che significa inaugurazione, cioè cerimonia in cui si solennizza qualcosa e precisamente si commemora la riconsacrazione del Tempio a Gerusalemme. (E.Ri.)