Alla “Prova del Cuoco” oltraggiato il cannolo siciliano

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Ormai la cucina, l’enogastronomia ed anche la pasticceria sono inflazionate sempre più dalla tv. Troppi programmi che propinano quotidianamente ricette di ogni genere. Ma, quello che fa rabbia è che, più delle volte, alcune trasmissioni si permettono il lusso di oltraggiare anche la tradizione. Stavolta è toccato ai cannoli siciliani ad essere finiti nel “tritacarne” dello schermo. Maltrattati durante la “Prova del Cuoco” dello scorso 26 dicembre. (A. Fi.)

Protagonista in negativo, peccato che non si è potuto avere il contraddittorio in diretta, perchè altrimenti ci saremmo divertiti, è stata la nota cuoca bolognese, Alessandra Spisni, ospite fissa della trasmissione condotta da Antonella Clerici che, nel corso dell’edizione dello scorso 26 dicembre ha presentato i cannoli siciliani e per fare onore alla suocera che è di Leonforte (Enna),  le ha pure dedicati assegnandogli il titolo di “cannoli siciliani di donna Calì”.

Magari avesse rispettato tutti i canoni dell’antica tradizione pasticcera siciliana e nel caso specifico dei cannoli, quella palermitana. Nemmeno per sogno. L’illustre chef, fondatrice tra l’altro de “La Vecchia Scuola Bolognese”, unica istituzione al mondo che forma sfoglini, ha preso una cantonata per presentare al pubblico in studio e soprattutto a quello da casa i “suoi” cannoli siciliani.

Ecco i suoi ingredienti per quattro persone: 100 gr. di mandorle, 50 gr. di arancia candita, 1 uovo, 500 gr. di ricotta vaccina, 1 bicchierino di liquore amaretto, noce di burro, 100 gr di cedro candito, 200 gr. di strutto, 100 gr. di zucchero, 50 grammi di frutta candita, 300 gr. farina 00, 1 bicchiere di succo d’arancia.

Ed ecco anche la preparazione: Lavorare il burro con la farina e lo zucchero (un cucchiaio), unire l’uovo e il succo di arancia e stendere la sfoglia ottenuta. A parte preparare il ripieno unendo nel mixer mandorle, canditi e far riposare per un’ora; rimettere poi nel mixer con la ricotta, 100 gr di zucchero, il liquore. Ritagliare la sfoglia in disci e friggerli nello strutto bollente; dare poi loro la forma di cannoli e quando sono freddi farcirli con il ripieno di ricotta.

Il risultato? Lasciatecelo dire… l’oltraggio al cannolo siciliano. A parte il colore della crema così come quello delle scorze e poi non parliamo degli ingredienti utilizzati a cominciare, ahinoi, dalla ricotta che, come la stessa Spisni ha detto in trasmissione, “dev’essere di vaccina”. Tralasciamo tutto il resto che non fa parte della grande tradizione pasticcera siciliana e palermitana per il confezionamento dei cannoli – si sono salvati soltanto i canditi – ma, per il resto dubitiamo fortemente che la suocera della illustre chef possa avere suggerito alla nuora bolognese che per realizzare la crema di ricotta si utilizza quella vaccina, le mandorle, il liquore amaretto.

Carissima Spisni, lei in tutta la sua carriera di grande cuoca ha mai mangiato o ammirato un vero cannolo siciliano, ma di quelli da far venire gli svenimenti per la goduria? Sinceramente, crediamo che il suo orizzonte si sia fermato a Bologna e dintorni.

Consiglio spassionato: si tenga stretti i “suoi” cannoli siciliani di donna Calì, a noi ci lasci quelli “veri” che, ad onor del vero, andrebbero reclamizzati alla “Prova del cuoco” e in altri palcoscenici e non oltraggiati come è accaduto. Pardon, dimenticavamo: non abbiamo voluto di proposito presentare la vera “ricetta” dei cannoli siciliani perchè sarebbe stato il colmo. E chiudiamo con uno slogan tipico della nostra terra di Sicilia: “I cosi belli sana a taliari!!!”. A buon intenditore…

Antonio Fiasconaro

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