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VINITALY, VESPA E CLERICI IN GREMBIULE E CALICE

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Presentato alla 46ª edizione della fiera veronese “Vini&Cucina”, l’ultimo libro di ricette e abbinamenti col vino del duo più seguito della tv targata Rai Uno. Cento pietanze e duecento vini che spaziano dal Friuli alla Sicilia. E non mancano gli azzardi negli accostamenti cibo-vino (M.Ma.)

VINO, CHICCHE DI PRIMAVERA TRA SECOLI DI STORIA, MENÙ DA RIDERE. E CASE VINICOLE CHE NON SONO TRANQUILLE

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Sarà la primavera che, da che mondo è mondo, porta con sé risveglio della natura, delle energie e della voglia di fare. Sarà la crisi dell’economia che impone alle aziende che dentro alle coordinate della globalizzazione, siano ripensate strategie di produzione e politiche di marketing e comunicazione (U.Gi.)

Lens Culinaris, La Lenticchia Siciliana Del Futuro

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lens_culirnarisPiccola, marrone, gustosa e non ha bisogno di ammollo. Presentata al Centro di Cultura Gastronomica Molino Excelsior di Valderice (Tp) la lenticchia oggi reintrodotta con successo nelle rotazioni agrarie dei campi agricoli e destinata ad entrare nei mercati italiani ormai saturi di prodotti provenienti da Canada, Turchia e India (M.Ma.)

 

A cena con una….cuoca a domicilio.

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frittata-di-pastaMetti una sera in cui si hanno ospiti a cena ma non si ha affatto voglia di cucinare ma è troppo tardi per disdire l’invito né si vuole ricorrere alla solita pizza. In  soccorso arriva un angelo custode vestito da cuoca direttamente a casa vostra. Per concludere, la ricetta di una delle pietanze che più rappresenta la filosofia dell’Associazione Nazionale Cuoche a Domicilio: la frittata di pasta con sorpresa (M.Za.)

L’Associazione Nazionale Cuoche a Domicilio nasce a Catania  il 25 maggio 2011 da un’idea di Maria Elena Curzio, suo presidente. L’attivissima ed entusiasta fondatrice, napoletana trapiantata a Catania, dopo uno stage nella cucina di Gennaro Esposito a Vico Equense, una partecipazione a “La Prova del Cuoco” in tv e altre numerose esperienze di organizzazione eventi e corsi di cucina, ha deciso di riunire in un’associazione altre socie provenienti da diverse città italiane che condividessero questa sua passione per la cucina e per la genuinità delle materie prime utilizzate. Prima di ottenere un  riconoscimento ufficiale, l’associazione rischiava di essere considerata una semplice affiliazione di casalinghe tese a esportare al di fuori delle mura domestiche le proprie capacità e le proprie ambizioni in cucina. In realtà dietro “Cuoche a domicilio” c’è  molto di più. C’è infatti un’ottima capacità creativa,  abilità in cucina e nell’organizzazione e presentazione di sé e dei piatti. A tutto ciò si aggiunge un amore e una ricerca certosina per i prodotti della propria terra, nella logica, mai attuale come in questo momento, di valorizzazione e promozione delle materie prime del proprio territorio.

Le Cuoche a Domicilio offrono alla loro clientela un tocco in più per personalizzare un evento o una cena particolare da offrire ai propri ospiti nella propria casa. Un personal chef per un giorno. La cena (o il pranzo) vengono concordati secondo gusti, stagionalità ed esigenze del padrone di casa e degli invitati. Ci spiega la presidente che «il giorno prestabilito, preferibilmente con almeno con una settimana d’anticipo,  la cuoca a domicilio si presenta con largo anticipo nel luogo in cui svolgerà l’evento  e prende possesso della cucina per preparare tutto sul momento, lasciando i padroni di casa a godersi la cena in compagnia degli propri ospiti e a meravigliarsi quanto loro delle pietanze preparate. In cucina verrà rigovernato e riassettato e alla fine della serata non rimarranno bicchieri da lavare. Per un prezzo concordato all’inizio che non è superiore a quello che applicano ristoranti da costi medi».

L’Associazione è stata creata allo scopo di valorizzare, conservare e divulgare le ricette della tradizione italiana. Si rivolge a tutte le cuoche non professioniste provenienti da tutte le regioni d’Italia che vogliano unirsi in una rete per conservare l’immenso patrimonio delle tradizioni culinarie e per raccontare attraverso le ricette, le storie delle famiglie, del territorio, dei prodotti tipici locali, dei produttori e di tutti coloro che con la loro attività contribuiscono ad accrescere la fama mondiale dell’enogastronomia italiana. Per farsi conoscere l’Associazione organizza dei buffet in cui vengono preparati alcuni dei “piatti forti” che potranno essere proposti durante i pranzi o le cene loro  commissionati. Tra le pietanze proposte ricordiamo cestini di brisée con caponata di sedano, cavatelli fatti in casa con pomodorini e rucola, la pappa al pomodoro, frittelle alle erbe aromatiche e formaggio fresco, solo per citarne alcuni.

Se state pensando che queste cuoche siano “erranti” perché non abbiano una cucina a casa loro o una famiglia abbastanza affamata da placare le loro ambizioni, sappiate che in realtà pur essendo molto apprezzate dai loro familiari, sentono forte l’esigenza di aprirsi ad un pubblico più vasto che apprezzi la loro arte culinaria usando un metro di giudizio scevro da qualsiasi coinvolgimento affettivo ed emotivo e vogliono, cosa non meno importante, far rivivere le ricette delle loro nonne insieme reinterpretandole in chiave moderna rendendole così sempiterne.

Per i lettori che, come noi del resto, sono rimasti incuriositi da questa originale ed apprezzabile iniziativa abbiamo chiesto alla presidente una ricetta che meglio rappresenti la scuola di pensiero a cui si è ispirata nel fondare l’Associazione Nazionale Cuoche a Domicilio. Ci confessa che si tratta di della “frittata di pasta con sorpresa”, «un’antica ricetta napoletana fatta con spaghetti, uova, salsa di pomodoro e altri avanzi e la sorpresa consiste nella mollica di pane usata per ripulire la ciotola delle uova e inserita nella frittata che portava fortuna a chi la trovava». E ancora, ci spiega «rappresenta l’Associazione perché è un piatto  semplice, dal sapore deciso  e molto tradizionale  proprio come le persone che la costituiscono, anche se con qualche piacevole sorpresa».

Frittata di spaghetti con sorpresa (ricetta di Elena Curzio)

Ingredienti
400 g di spaghetti, 6 uova, 50 g di grana grattugiato, un cucchiaio di salsa di pomodoro, 60 g di fior di latte, sale, pepe, qualche foglia di basilico, olio di oliva per la padella, una o più molliche di pane.

Preparazione
Sbattete le uova in una capiente ciotola con sale pepe e grana, mischiatele agli spaghetti (precedentemente cotti al dente) ed unite  la salsa il  fior di latte e il basilico. Prendete una grande padella dai bordi alti ed un grosso coperchio, mettere un po’ di olio e quando è caldo versate l’impasto di uova e spaghetti, raccogliete l’uovo rimanente con una o più molliche di pane e sistematele dentro la frittata, cuocete a fuoco lento e quando ai bordi si fa la crosticina, girate la frittata con il coperchio e continuate a cuocere finché risulti croccante anche dall’altro lato. Servite calda o tiepida.

Manuela Zanni

QUANDO L’OLIO DIVENTA GIOCO PER BAMBINI

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Olio per “grandi” e olio per “piccini”. Presentata in occasione di Olio Officina Food Festival una bottiglia ludica ed ecocompatile su misura per bambini. Si tratta di “Pantaleo Young“, un olio extra vergine di oliva da agricoltura biologica, appena premiato con il prestigioso “BiolPack” (M.Ma.)

NOTO, RISTORANTE “IL CROCIFISSO”: STORIA E FINGER FOOD

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La Sicilia non smette di sfornare eccellenze in campo gastronomico. Marco Baglieri, quarantenne chef e proprietario di un ristorante di Noto, nel segno della tradizione e dell’innovazione darà saggio delle proprie abilità il 20 marzo a Como presso “Il Pomodorino” per la rassegna “Viaggiate con noi” (G.Av.)

 

I Carciofi Cù Tappu D’Ovu

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La festa del papà si celebra il 19 marzo in occasione di San Giuseppe che, vista la sua discendenza, è il più celebre dei padri. Poiché però, ogni papà merita di essere festeggiato degnamente , oltre alla storia e le tradizioni del Santo troverete un carrellata di pietanze per festeggiare al meglio questa ricorrenza e la ricetta di un piatto tipico della tradizione siciliana: i carciofi c’ù tappo d’uovo. (M.Za)

FILETTO DI MAIALE ALLE PERE CON SOFFICE DI PATATE E AVOCADO

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filettoLo Chef Max Mangano oggi ci consiglia un piatto ideale per un pranzo formale della domenica, con buon anticipo per prepararlo a puntino: il filetto di maiale alle pere. Con la sopresa di una salsa esotica e di un fagottino di patate.

La pasta con le sarde e il finocchietto selvatico

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Una tradizione da sempre celebrata a Palermo è la degustazione della pasta con le sarde e il finocchietto selvatico per la ricorrenza di San Giuseppe. Le sarde fresche vengono pescate da Marzo a settembre, cosicché il 19 Marzo risulta facile rispolverare ricetta per allettare il palato di ogni commensale. Viene preparata la “consa”, onorato il Santo, maneggiata la pasta e servita la festa all’odor di finocchietto di montagna (Ti.Ni.)

 

È un piatto tipico della tradizione siciliana e non solo del capoluogo isolano, tanto da entrare di diritto nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La pasta con le sarde, stagionale come si diceva in apertura per i mesi limitati in cui è possibile pescare questo pesce, necessita di pochi ingredienti eppure il gusto che concede al risultato finale sembra una sinfonia ben orchestrata di mille aromi e più profumi. Il finocchietto selvatico viene raccolto in campagna al primo sbocciar della primavera e fino all’autunno. L’accostamento con le sarde sembrerebbe diretto, dato il periodo che ne accomuna la presenza sulle nostre tavole ed al mercato, in verità la tradizione narra di come il finocchietto in origine sia stato aggiunto al piatto per attutire il cattivo odore di un pesce non propriamente fresco.

Oggi il finocchietto selvatico resta tra gli ingredienti, necessario per il profumo, per il gusto di campagna che regala ad una pasta mari e monti, come si potrebbe definire per raccontarla in un menu, che è caratterizzata anche dal sapore fruttato di passoline (uva passa) e pinoli, e guarnita da un velo di pangrattato tostato. Ingredienti di una cucina povera, che rammenta l’influsso arabo di una dominazione passata, che – come molti piatti tipici – diviene con il passare dei decenni la cucina vera, tradizionale, da tramandare.

Diverse sono le varianti per questo piatto: sarà rossa la “conza” se si decide di aggiungere il concentrato di pomodoro, o bianca nel caso in cui la si preferisca con un pizzico di zafferano. C’e chi al posto della cipolla utilizza lo scalogno, chi sfuma il soffritto con il vino, chi ne termina la cottura al forno; comunque la si servi però la pasta con le sarde ed il finocchietto selvatico ha il magico potere di lasciarsi amare.

Ingredienti per 4 persone (circa 350g di pasta):
1 Kg di Sarde (circa 570 g da pulite)
500 g di Finocchietto selvatico di montagna
1 Cipolla
50 g di Concentrato di pomodoro
3 filetti di Acciughe
2 cucchiai di Passoline e pinoli
Sale, Pepe, Olio evo

Formato di pasta consigliato:
bucatini o spaghettoni

Per guarnire:
4 cucchiai di Pangrattato

Esecuzione del piatto:
La prima cosa da fare sarà pulire, eviscerare e diliscare le sarde, operazione che vi permetterà di ottenere solo la polpa di pesce.
Pulite e mondate i finocchietti, tagliando ed eliminando le parti più dure; lessateli in abbondante acqua salata. Serviranno circa trenta minuti per la cottura, da cotti scolate bene i finocchietti, tagliuzzateli a tocchetti e metteteli da parte. Conservate anche l’acqua di cottura che servirà sia per il condimento che per buttare la pasta.
Pulite e affettate finemente la cipolla, trasferitela in un tegame con un generoso filo d’olio e lasciatela rosolare. Aggiungete prima i filetti di acciuga, fateli “sciogliere”, poi le sarde e soffriggetele per un paio di minuti, aggiungete il concentrato di pomodoro e un mestolo di acqua della cottura dei finocchietti che avrete tenuto da parte. Aggiungete ancora passoline e pinoli, i finocchietti tritati e aggiustate di sale e pepe. Mescolate il condimento in modo da amalgamare bene le varie componenti quindi cuocete per circa 15 minuti, se servisse potete aggiungere ancora un mestolo di acqua di cottura dei finocchietti.
Aggiungete altra acqua a quella residua di cottura dei finocchietti, portate a bollore e utilizzatela per cuocere la pasta. Intanto tostate il pangrattato in padella, con un filo d’olio. Appena la pasta sarà al dente, maneggiatela con il condimento e servitela cosparsa di pangrattato tostato.

Tiziana Nicoletti

ASPETTANDO VINITALY 2012: NOSTRA INTERVISTA A DARIO CARTABELLOTTA, DIRETTORE GENERALE IRVOS

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L’edizione Vinitaly 2012 è forse incupita da un clima teso che parla di crisi e contrazioni, di manovre e di spread: ma al buon calice berremo tutti lo stesso, o quasi. Il moderato ottimismo del direttore generale dell’IRVOS, Dario Cartabellotta: niente pronostici però, “attendiamo la conclusione” ( M.Ma.)