VINO, CHICCHE DI PRIMAVERA TRA SECOLI DI STORIA, MENÙ DA RIDERE. E CASE VINICOLE CHE NON SONO TRANQUILLE

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Sarà la primavera che, da che mondo è mondo, porta con sé risveglio della natura, delle energie e della voglia di fare. Sarà la crisi dell’economia che impone alle aziende che dentro alle coordinate della globalizzazione, siano ripensate strategie di produzione e politiche di marketing e comunicazione (U.Gi.)

Sarà il Vinitaly che, nonostante le polemiche sui ricavi e i costi, resta un appuntamento di rilievo per le case vinicole italiane.Fatto sta che viene a galla, in questi giorni, un rifiorire di iniziative curiose, più o meno interessanti e originali sul fronte dell’economia, della cultura del bicchiere. E del microcosmo che attorno al vino vive. Segnaliamo alcune chicche.

 

DUE SECOLI DI STORIA PER UNO SPUMANTE DOLCE. Due secoli, tanti ce ne sono voluti, 180 anni per la precisione, perché le cantine in pietra di tufo costruite da Vincenzo Florio a Marsala nel 1832 dessero i natali a uno spumante. Il primo a fregiarsi dello storico marchio nel portafoglio del gruppo Illva di Saronno. Così, anche un metodo Charmat da 7-7,5 gradi alcolici, farà bella mostra di sé a fianco degli Igp Sicilia da Zibibbo, delle Riserve da storiche annate (dal 1941 al ‘64) e in compagnia di Marsala Doc le cui radici affondano nei lontanissimi anni a cavallo tra il 1700 e l’800. Allora, gli inglesi Woodhouse prima e Ingham poi, pressocché per caso, misero al mondo il vino Marsala. I Florio, ricca famiglia di industriali e armatori, lo portarono qua e là a bordo delle loro navi e a Marsala edificarono le cantine da 6.000 metri quadri che custodiscono ancora 1.400 caratelli e 600, tra botti e tini. Le neonate bollicine, lo Spumante Dolce Florio da uve Moscato allevate a controspalliera a 300 metri d’altitudine nella Sicilia centro-occidentale, offrono note agrumate e sentori di pesca e albicocca. Arriveranno ad aprile nei wine-shop. Il prezzo s’aggirerà sui 9 euro.

MENÙ DA RIDERE ED ECOTOUR IN ROSA. L’anno chiamata Rosa d’Eventi Wine & Food Tour. È l’associazione rigorosamente al femminile nata a Palermo per offrire a produttori, consumatori o anche cultori del buon vino, la rotta da seguire in tema di profumi e sapori, luoghi d’arte, storia e cultura legati al made in Sicily del vino. Ad aver fondato il sodalizio, sono Anna Salamone e Masetta Di Lorenzo. E con loro, una schiera di altre donne. «L’idea che ci ha mosso – spiegano – è far luce sui micro-territori di Sicilia, ancora poco noti, custodi di antichi saperi e sapori. Il vino per noi è l’ambasciatore del terroir, le case vinicole saranno le protagoniste dei nostri viaggi sensoriali». In pratica, la Rosa che richiama la pressoché omonima raffigurazione dei punti cardinali, organizzerà “ecotour enogastronomici a tavola” chiamando i vignerons a raccontare, durante serate a tema, storia e vini dell’azienda. Gli chef narreranno di piatti e di ingredienti. Gli intervenuti potranno far domande e soddisfare le curiosità. Inoltre le serate, fanno sapere le signore, ruoteranno attorno a “menù da ridere”. Perché “giovani artisti del fumetto, con disegni, ritratti e caricature, commenteranno piatti, persone, situazioni”. Insomma, tour ironici e gustosi assieme. Le case? Gulfi per cominciare, al ristorante Chirone dell’omonimo Centro Ippico, a Palermo. E il 13 aprile alla Scuderia, sempre a Palermo, i vini dell’Etna targati Benanti.

COSA SI NASCONDE DIETRO AL BICCHIERE.Questo non è un vino tranquillo”. Così recita l’etichetta che più delle altre ha acceso i riflettori, in questi anni, sulla Paolo Calì, la casa vinicola di Vittoria (Ragusa) la cui ragione sociale riprende il nome del farmacista-vigneron che nel 2003, le diede vita. Il vino in questione, è Osa, un Frappato Rosato Igt Sicilia leggermente spumeggiante, firmato dall’enologo superstar, Donato Lanati. Ora, riprendendo il motto di quell’etichetta, si potrebbe dire che neppure la piccola maison, è una casa tranquilla. Ovviamente, nel senso della vivacità delle sue proposte e iniziative. L’ultima in ordine di tempo, vedrà nei 15 ettari in cui l’azienda ha a dimora Nero d’Avola e Frappato, gli studenti dell’Istituto d’arte per la ceramica, di Caltagirone. Un riferimento culturale non da poco per lo studio e la creazione della ceramica artigianale tipica di quell’angolo dell’Isola. Con l’Istituto calatino, la Paolo Calì ha siglato una convenzione e messo a punto un progetto. Così, gli allievi avranno a disposizione locali e vigneti aziendali per ispirarsi, nella produzione dei manufatti. E per comprendere, chiosano scuola e azienda, “cosa si nasconda dietro a un bicchiere”. I pezzi in ceramica smaltata saranno pronti a maggio e portati in giro per il mondo nelle fiere del vino assieme alle etichette della maison. Quanto a Osa, l’edizione 2011, fruttato intenso e pétillant che si fa osservare, arriverà sul mercato a maggio. Costo in enoteca: 13-14 euro.

Umberto Ginestra

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