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Capesante con insalata di Wakame Oishì

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Un ingrediente molto apprezzato sulle tavole italiane, ma con un quid esotico e diverso che lo rende ancora più interessante. La ricetta è difficile e la preparazione lunga e laboriosa, ma ne vale sicuramente la pena.

capesanteIgredienti:

  • 4 cappesante
  • 1 pacchetto di  alghe wakame secche
  • 4  cucchiai d’Olio di sesamo tostato
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna
  • 4 cucchiaiate di tamari
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 pezzetto di radice di zenzero fresca
  • semi di sesamo tostati
  • 1 cucchiaiata di aceto di mele

Per la salsina:

  • 2 cucchiaiate di maionese alla soja
  • 1 cucchiaiata di wasabi

Preparazione:

  • Mettete in ammollo le alghe in acqua fredda per 10 minuti.
  • Grattugiate il pezzetto  di zenzero e spremete fra due cucchiai, mettendo da parte il succo che ne otterrete (circa un cucchiaino)
  • Fate una marinatura con 2 cucchiaiate di tamari, lo spicchio d’aglio tritato, il cucchiaino di zucchero, 2 cucchiaiate di olio di sesamo e il succo della radice di zenzero e mettete a marinare per 30 minuti le cappesante.
  • Ora scolate le alghe e tuffatele in acqua bollente per 2 minuti, scolatele e sciacquate con abbondante acqua fredda.
  • Ora fate il condimento delle alghe 1 cucchiaio d’olio di sesamo tostato, 1 cucchiaio di tamari e l’aceto di mele.
  • Condite le alghe con la miscela appena fatta e cospargete di semi di sesamo tostato.
  • Ora mettete ad arroventare una piastra o padella e con l’aiuto di una pinza, piastrate le cappesante.
  • Fate ridurre in un pentolino la marinatura e filtrate.
  • Mescolate la maionese e il wasabi  fino ad amalgamare per bene.
  • Ora impiattate le cappesante con sopra la riduzione con l’insalata di wakame e una cucchaiata di maionese al wasabi.

Spiedini di pesce spada in foglia di limone

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Il pesce spada da noi in Calabria si trova freschissimo ed in pescheria lo tagliano anche a fettine sottilissime tali da poter fare questi ottimi spiedini impreziositi nel sapore e nella presentazione a tavola dalle foglie di limone…

INGREDIENTI

per 3 persone

  • 12 fettine sottilissime di pesce spada fresco
  • panatura profumata
  • qualche fogliolina di menta
  • olio e.v.o.
  • origano
  • la buccia grattuggiata di mezzo limone
  • pepe nero
  • un pizzico di sale
  • 6 foglie di limone
  • PROCEDIMENTO

In una ciotola aggiungete a qualche manciata di panatura profumata l’olio, un pizzico di origano e di pepe nero, qualche fogliolina di menta spezzettata, la buccia grattuggiata di mezzo limone ed il sale e mescolate fino ad avere un composto morbido.

Sopra ogni fettina di pesce spada mettete un pò del composto preparato ed arrotolatela a formare degli involtini che infilzerete negli spiedini di legno. Da una fettina si possono ricavare tre involtini tagliandoli dopo averla arrotolata. Si mettono 4-5 involtini per ogni spiedino. Racchiudete ogni spiedino tra 2 foglie di limone lavate ed asciugate ed infilzatele con lo spiedino o con uno stuzzicadenti  se non riuscite a farle stare aderenti (lo spiedino con i 4 involtini si trova al centro, racchiuso tra le due foglie).

Grigliate sulla piastra o meglio sul barbecue se avete la fortuna di poterlo fare e serviteli caldi…buon appetito!

Con questa ricetta partecipo al contest

Capesante scomposte con salsa di corallo all’aglio

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Vado di corsa…. saro fissata con le capesante e vero… in questo periodo è già la seconda ricetta che posto… ma mi serviva un’idea veloce e originale. Vi assicuro anche buona…..visto che la cavia della famiglia non ha esitato ad assaggiarla.

 

Così ho raccolto la sfida del blog Pecorella di Marzapane ed ecco il piatto è servito.

Ingredienti:

2 capesante freschissime
1 patata
2 spicchi di aglio
olio evo delicato
sale, pepe
prezzemolo per guarnizione

Preparazione:

Intanto che mettete a lessare la patata, sbianchite gli spicchi di aglio, lessandolo e cambiando l’acqua per ben tre volte. A parte cuocete a vapore per pochi minuti il solo corallo (parte rossa) delle capesante, poi mettetelo in un mortaio e riducetelo a crema con l’aglio sbianchito e l’olio extravergine d’oliva.
Scaldate una piastra fino a renderla ben rovente e cuocete per circa un minuto per parte la polpa bianca.
Componete il piatto e servite spolverizzando con sale e pepe e un filo di olio evo.

Con questa ricetta partecipo alla sfida di Tiziana del blog Pecorella di Marzapane per la sfida “Chef per un mese” e Scelte di gusto

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Rotolini di platessa al pistacchio

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Da buona brontese adoro il pistacchio in tutte le sue declinazioni, è un ingrediente molto versatile e di facile accostamento  grazie al sapore intenso e delicato, all’aroma inconfondibile, al colore verde smeraldo. Senza contare che anche gustato da solo è buonissimo, sia da fresco che da secco.

Oggi qui abbiamo la Sagra. Stasera, infatti, approfitteremo delle meraviglie che si trovano in vendita negli stands allestiti per le strade: durante questa occasione i ristoratori in generale e i pasticceri in particolare si sbizzarriscono dando corpo alle proprie idee in fatto di preparazioni gastronomiche. Anche io ho ritenuto “doveroso” portare a tavola il nostro prezioso frutto preparando della semplice platessa che con l’aggiunta di ingredienti comunissimi e una spolverarata di pistacchio diventa un piatto prelibato.

 

Ingredienti per 4 persone
8 filetti di platessa
100 g di pistacchio di Bronte tritato
2 fette di pan carrè tritate
1 spicchio di aglio
prezzemolo
basilico
menta
sale
pepe bianco
olio evo
Preparare un trito con il pan carrè, l’aglio, le erbette aromatiche, il sale il pepe e una bella cucchiaiata di pistacchio di Bronte. Distribuire il trito sui filetti di platessa, arrotolarli e “impanarli” con il restante pistacchio. Sistemare gli involtini su una teglia coperta di carta forno, salare e condire con un filo di olio evo. Infornare a 220° per 10′.
Con questo post partecipo al contest promosso da Tiziana del blog Pecorella di Marzapane e dal giornale di informazione e cultura enogastronomica Scelte di gusto

Come un fiorellino di rosmarino.

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sportinaNon è solo il nome di un blog di cucina, è la rappresentazione che quattro donne regalano alla dolcezza, all’armonia, alla voglia di stare insieme e di creare per il gusto di condividere. Ed è proprio su un fiorellino di rosmarino che le quattro api del web – cucirina, gastronoma, ingegnera e laboriosa – edificano la loro cucina virtuale e la presentano a noi sulle tinte della natura e del loro amato orto (Ti.Ni.)

Ape cucirina, gastronoma, ingegnera, laboriosa… siete voi, le quattro api del web, ovvero? Chi si cela dietro la fantasia di questi nomi?

Semplicemente le donne, la quota rosa di una famiglia e la  poesia “Api d’oro e il fiorellino  azzurro del rosmarino”, poesia che abbiamo scelto come portafortuna ritenendo parli di noi. Siamo mamma, zia,  nipoti, figlie laboriose! Ape cucirina e ape laboriosa sono sorelle, ape gastronoma e ape ingegnera sono sorelle e figlie di ape cucirina. Le specifiche di alveare rappresentano l’abilità di ognuna. Cucirina, con il suo hobby del cucito creativo; Laboriosa è iperattiva, il motore di tutte le attività,  è fantasiosa ed è di sostegno per l’intero alveare; Gastronoma, laureata in scienze gastronomiche, dalla teoria sta scoprendo e appassionandosi agli aspetti più pratici; Ingegnera, laurea in ingegneria, ha l’ hobby della pasticceria.

“Come un fiorellino di rosmarino” accoglie le quattro api del web dando loro casa; una casa virtuale e fantasiosa. Ma come è stata edificata questa casa, da quale spunto nasce il blog?

Sì è proprio così, il fiorellino azzurro di rosmarino è la casa delle api, ma questa casa virtuale prende spunto dalla nostra casa che si trova nell’Appennino parmense, dove crescono profumati cespugli di rosmarino e dove la  grande cucina, con pareti di sasso, nei mesi estivi diventa un “alveare” dove si preparano per l’inverno marmellate, passata di pomodoro, conserve varie e intanto si chiacchiera, si ride, ci si commuove, si scherza, ci si racconta l’emozione di un viaggio… insomma si condivide e quando apecross (il nostro ingegnere maschio, figlio di apelaboriosa) nel settembre dell’anno scorso ha proposto:  perché non create un blog? La risposta è stata “perché no?”.

Nella dispensa di quattro api laboriose e attente cuoche, cosa non deve mai mancare?

Oltre a farina, zucchero e olio, abbiamo due amori: il primo, la salsa di pomodoro che prepariamo ogni anno; il secondo, le spezie (cannella, noce moscata, chiodi di garofano, anice stellato) e le erbe profumate  (rosmarino, salvia, erba cipollina, origano, menta). Durante la bella stagione le raccogliamo e d’inverno prepariamo il nostro sale profumato, “ricetta raccontata” sul nostro blog, così come quella della salsa di pomodoro.

 

Assaporando i piatti da voi proposti in questo anno di attività sul web, sembra di respirare il profumo dell’orto, tra ricette e decorazioni di carciofi fioriti. Una scelta voluta?

Siamo felici di rispondere sì a questa domanda e di poter parlare del nostro orto: Gigi. Di “Lui” abbiamo scritto più volte e lo abbiamo definito così: “GIGI è un aristocratico ORTO di  campagna o per meglio dire dell’Appennino Parmense. Fiero  ed orgoglioso, è contornato da bellissimi panorami che riescono a dargli energia e convinzione per far crescere le tenere piantine che gli vengono affidate all’inizio di ogni primavera. Ma soprattutto Gigi è il nostro orto”.

Il visualfood, una tendenza che le quattro api del web sembrano aver colto nell’essenza: decori eduli per una tavola più invitante. Ed i fiori? Li utilizzereste (o li usate) come ingredienti di una o più ricette o esclusivamente come decori?

Il visualfood è la parte divertente e creativa che amiamo sviluppare anche in altri ambiti, dal cucito al recupero vecchi mobili, per fare un esempio. Ecco allora che in cucina i fiori freschi, ma soprattutto essiccati, diventano parte integrante della ricetta preparata. In primavera i fiorellini di rosmarino, di malva, i fiori di zucchine sono pronti per essere raccolti e poi utilizzati durante l’inverno, per decorare i piatti o per completare una zuppa con crostini e petali, questo per noi è una gioia.

Un blog giovane, con molte idee ancora solo accennate, in che modo pensate di sviluppare la vostra cucina virtuale?

Le api del web sono delle semplici api operaie che credono nell’emozione e nell’entusiasmo di un’idea improvvisa e spontanea e nel divertimento derivante dal condividerla. È quello che ci auguriamo anche per il futuro, andare avanti senza strategie o programmazioni.

Una breve intervista incrociata per conoscere le personalità delle quattro api del web:

Chiediamo ad Ape cucirina, quale aggettivo definisce con più esattezza te stessa ed ognuna delle api con cui condividi questa avventura e perché?

Apecucirina: un diesel, per usare una licenza poetica, ovvero un motore che prima di partire va scaldato, ma poi viaggia che è una meraviglia! Apelaboriosa: disponibile e aperta al mondo. Apegastronoma: sognatrice, in fase di crescita e maturazione. Apeingegnera: rimuginante, la frase più famosa  è “ però è stato bello, mi sono divertita… e pensare che non volevo venire!”.

Chiediamo ad Ape gastronoma, quale ape tua compagna di avventura è colei che assapora con più gusto le tue invenzioni culinarie?

Apelaboriosa… è ovvio!  Lei è felice di mangiare prima con gli occhi: se  la ricetta che ho preparato è bella da vedere, curata, dove lei sente che ho messo il cuore nel prepararla, il suo entusiasmo non passa  inosservato, anzi si sente per tutta casa!

Chiediamo ad Ape ingegnera, quale ape tua compagna di avventura è opposta alla tua vena ingegneristica? La più simpaticamente pasticciona di voi?

Apegastronoma… è ovvio! Colei che sa tanto, ma proprio tanto rispetto a me della storia della gastronomia,  il cibo nelle sue trasformazioni chimiche e fisiche, dei metodi di cottura etc… Ma che nella pratica, qualche volta, i pentolini fumano ed il cibo risulta un po’ troppo “croccante”!

Chiediamo ad Ape laboriosa, quale fiore sceglieresti a rappresentare la personalità di ognuna delle tue compagne d’avventura? E per te stessa, quale fiore per meglio rappresentarti?

E’ una domanda bellissima per un’ape parlare di fiori! Per l’ape gastronoma, alta e bionda, sceglierei un girasole. Lei è solare, sorridente, allegra e convinta delle proprie decisioni, come è convinto il girasole di guardare sempre il sole. Per l’ape ingegnera sceglierei un fiore di delicata bellezza e pieno di grazia
con un nome che è una certezza: il non ti scordar di me, per l’azzurro indimenticabile  dei suoi occhi e per,
nonostante gli studi tecnici, la vena romantica della sua personalità. Per l’ape cucirina, la rosa.  E’ nata nel mese di maggio, sa essere elegantemente e semplice, colleziona cartoline con le rose inizio 1900 della C.
Klein e poi, come recita il detto, non c’è rosa senza spine! E per me, ape laboriosa…? Io sono una viola odorosa, credo nell’ energia e nella forza profumata delle viole. Dopo inverni rigidi, freddi, difficili,
ecco il loro profumo e il loro messaggio positivo: è primavera! Nel nostro articolo “Sono nate le viole”  potrete apprezzare l’energia e l’incanto che un mazzolino di viole sa donare, anche se solo in cartolina.

 Questo lo scorcio di mondo che quattro donne, legate a doppio filo – sono parenti tra di loro, ma sono anche accomunate dalla passione per tutte quelle arti manuali che recano in sé il sapore della genuinità – regalano al pubblico che giornalmente popola le pagine della loro cucina virtuale, la stessa che si apre su un orto ricco di bontà e carico d’armonia familiare, d’amore e di voglia d’appartenersi come protagoniste di uno stesso sogno.

Le quattro api del web, con la loro sporta di crespelle, del blog Come un fiorellino di rosmarino… sono state elette chef per un mese nel mese di Giugno, vincitrici a ex aequo della gara indetta per il mese, ma la competizione è aperta e attende tutti voi con nuove e allettanti ricette… e potresti essere proprio tu lo chef per il mese in corso e il nostro prossimo intervistato.

Per il regolamento completo vai alla pagina “chef per un mese” ospitata sul blog Pecorella di Marzapane.

Tiziana Nicoletti

Foto dei piatti tratti da Come un fiorellino di rosmarino…

Indovina chi viene a cena? Sandra, Chef di giugno.

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tortaPreparare manicaretti è un modo per donare se stessi alle persone che animano la nostra vita; questo lo spirito della protagonista di “…Indovina chi viene a cena?…”. Lei, Sandra, ci racconta da dove nasce la voglia di cucinare, di creare, scrivere e fotografare, raccontarsi attraverso le pagine virtuali di un diario in quella moda che ormai spopola tra gli internauti: l’essere autori di blog e, in questo particolare caso, di foodblog.

Come nasce il tuo blog di cucina, quale la spinta propulsiva che ha dato vita al primo vagito in rete della tua cucina virtuale?

Dopo aver navigato per anni su blog vari, dopo aver conosciuto tante diverse persone mi è venuta piano piano la voglia di diventare una di loro. Una sfida, una 2nd life da affrontare. Ho cominciato per caso a vedere come si apriva  un blog su blogger e mi sono ritrovata “aperta”… non avevo scelta: dovevo andare avanti.  E’ stato uno degli errori informatici più belli che abbia mai fatto.

Indovina chi viene a cena? Il nome di un blog e una domanda che merita risposta. Chi viene a cena in casa tua? Quali i tuoi ospiti ideali, virtuali e non?

Il nome del blog prende il via dal film di Stanley Kramer del 1960  “indovina chi viene a cena”, un film  commovente  e intelligente che istiga a pensare; ricco di profondi dialoghi, toccanti e commoventi che mettono in mostra uno spaccato della società americana degli anni sessanta. Uno dei primi film di Hollywood in cui si affronta il tema del matrimonio misto e con cui ci si può confrontare e rendersi conto di quanto in realtà poco sia cambiato il nostro modo di pensare: vedere una coppia mista può non passare inosservato ancora oggi.

Chi viene a cena da me? Tutti. A cena da me possono venire tutti, a tutte le ore e tutti i giorni: mangiare insieme è un piacere. Più buona una fetta di pane e olio in compagnia che caviale e champagne da soli… o sbaglio?

Ogni blog ha una sua impronta, proprio come le abitazioni che mostrano gli effetti personali e le scelte di gusto; il tuo possiede un’etichetta sotto cui raccogli alcune ricette: “ricette per la lietezza dello spirito”. Mangiare o cucinare, cosa allieta il tuo spirito e ispira tale raccolta?

Mangiare E cucinare. Io vengo da una famiglia in cui fare da mangiare era un’arte. Noi siamo abituati a mangiare bene, sano e naturale. Ho imparato la cucina povera dalla mia mamma e dalla mia nonna, quella vera che cucina stupendamente con un niente e ho imparato la fantasia da mio zio: apri il frigorifero e inventa. Per me cucinare è rilassante: se ho un problema che mi tiene in ansia io “impasto”. I lieviti, l’impastare, il formare, mi rilassano e mi rimettono in linea con il mondo e con me stessa. Se sono arrabbiata cucino piccante, se ho bisogno di coccole mi faccio un dolce. Cucinare per me ha un potere rilassante e poi, …. Mangiare, c’è forse qualcosa che non sia bello nel mangiare? Assaporare il cibo, sentirne le sfumature e le consistenze. Se poi siamo una bella tavola di amici, allora è tutto ancora più buono.

Nella tua dispensa, cosa non deve mai mancare?

La farina. Quella davvero non manca mai. Se apri la mia dispensa troverai farina integrale, farina di semola, farina di kamut, di farro, bianca, manitoba, semintegrale, di riso… farina in tutte le sue declinazioni!

Gli strumenti del mestiere: quanto contano e quali sono i tuoi principali aiuti in cucina?

Io non sono per la tecnologia sfrenata in cucina: mi piace usare la forza motrice delle braccia. Non potrei mai impastare un pane con la planetaria, devo sentirlo crescere e ammorbidirsi sotto le mani. I miei strumenti principali sono la fantasia e la voglia di cucinare.

Di te ci sveli: “mi piacciono tutte le arti: la musica, gli scritti, la pittura, il disegno, la cucina, le arti manuali e…” e poi? Sandra in tre aggettivi, come racconteresti di te in una rapida presentazione?

Io sono una persona curiosa: devo sempre scoprire cose nuove, devo conoscere cose nuove, devo imparare e questo mi porta a sperimentare. Cucinare, dipingere, ascoltare musica, leggere, cucire e tutte le arti manuali mi rilassano e liberano la mia parte creativa. L’unico cruccio è il non avere idea di come si possa scrivere e far vivere la musica: mettimi un pennello in mano e qualcosa riesco a fare, mettimi un mestolo e ce la faccio, ma la musica… invidio chi riesce a farlo e mi tocca accontentarmi d’ascoltarla.

Sono introversa, nonostante non lo sembri da quello che scrivo. Sono gelosa e possessiva nei riguardi dei mie pensieri, non li racconto a tutti. Il mio “io” è in continua evoluzione, mi sento una bambina ancora alla scoperta della vita e mi butto sempre nelle cose; che sia un pregio o un difetto, questo non l’ho ancora capito.

Se dovessi dedicare un piatto all’amore, pensando ai tuoi amori, cosa ti viene in mente? Quale la ricetta che racconta le tue passioni?

Le melanzane alla parmigiana. Lo so, non è romantico, ma è rimasto nella storia un episodio dell’inizio della mia convivenza con il mio compagno e padre dei miei figli. Mi chiese di cucinare le melanzane alla parmigiana: mai fatte e non c’era, all’epoca, internet e i blog a cui chiedere aiuto. Più che melanzane alla parmigiana il risultato sembrò un mattone di melanzane. Ancora oggi quando ci pensiamo ci facciamo delle sonore risate, però oggi le melanzane alla parmigiana sono uno dei miei piatti forti.

E la ricetta chiusa nel cassetto? Cosa attende Sandra in un futuro fatto d’afrori e fuochi accesi all’intenzione?

La ricetta nel cassetto è quella che ancora non conosco, è quella che ancora non ho provato, è quella che troverò domani su un blog che seguo o forse su un blog sconosciuto. Perché come diceva Rossella in Via col vento: in fondo, domani è un altro giorno.

E domani è sicuramente un altro giorno, fatto di nuovi racconti, nuovi incontri, nuove strade da percorrere e piatti da assaggiare; oggi abbiamo gustato i manicaretti di Sandra, abbiamo percepito tra le righe del suo “raccontarsi” una cucina virtuale fatta non solo di profumi, di cibo, fatta di parole e di pensieri in evoluzione alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da condividere.

Sandra, con il suo timballo di riso in crosta offerto a tutti i lettori di Scelte di Gusto, è stata eletta chef per un mese nel mese di Giugno, vincitrice a ex aequo della gara indetta per il mese, ma la competizione è aperta e attende tutti voi con nuove e allettanti ricette… e potresti essere proprio tu lo chef per il mese in corso e il nostro prossimo intervistato.

Per il regolamento completo vai alla pagina “chef per un mese” ospitata sul blog Pecorella di Marzapane.

Tiziana Nicoletti

Foto dei piatti tratti da “…Indovina chi viene a cena?…”

Insalata di riso al prosciutto e melone

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Che soddisfazione quando un’idea prende forma e si rivela un successone! Due classici piatti estivi, l’insalata di riso e il prosciutto e melone, si uniscono e diventano un primo originale e buonissimo. I colori poi mettono davvero allegria! Seguitemi in cucina…

Gli ingredienti sono semplicemente 3: riso per insalata di riso, 200 gr di prosciutto crudo sgrassato, un meloncino dolce e abbastanza maturo. Poi solo olio evo e sale.
Metto a cuocere il riso in abbondante acqua salata e nel frattempo pulisco il melone, tagliando la polpa a pezzetti. Sminuzzo anche il prosciutto e unisco i due ingredienti in una ciotola. Condisco con un pizzico di sale e un filo di olio. Scolo il riso, lo passo sotto l’acqua fredda, lo scolo bene e lo unisco al condimento mescolando bene. Potete lasciare l’insalata di riso in frigo per qualche ora prima di servirla.
Semplicemente..
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Insalata di riso con polpa di granchio e aneto

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Buongiorno e buon lunedì!! Prosegue il bel tempo ed è in arrivo una nuova ondata di caldo…anzi direi che qui è già arrivata!! Non ricordo il suo nome, ne sono susseguite diverse…in ogni caso l’effetto è lo stesso: caldooooo!!! Quindi anche oggi che ne dite di una bella insalata di riso? Ma non la solita insalata!!!!  Un piatto fresco, da preparare in anticipo per pranzo o per cena o anche semplicemente per un buffet.

 

INSALATA di RISO con POLPA di GRANCHIO e ANETO Ingredienti (4 persone):
300 gr di riso  200 gr di polpa di granchio al naturale 1 porro (solo parte bianca) 2 gambi sedano  1/2 peperone rosso 1 spicchio d’aglio 1 pompelmo rosa 4 cucchiai di olio evo aneto in foglie sale e pepe

Scolare la polpa di granchio dall’acqua di conservazione e saltarla velocemente in padella con un cucchiaio di olio e uno spicchio d’aglio intero schiacciato in modo poi da poterlo togliere. Lasciare raffreddare. Lavare il sedano, il porro e il peperone. Tagliare a tocchetti il sedano ed il peperone (eliminando la parte bianca e le semi) e a rondelle il porro e tenere il tutto da parte. Nel frattempo cuocere il riso in abbondante acqua salata e una volta cotto, scolarlo e passarlo sotto il getto dell’acqua fredda. Unire al riso raffreddato e ben scolato le verdure tagliate e la polpa di granchio. Condire il tutto preparando un’emulsione fatta aggiungendo al succo del pompelmo qualche cucchiaio di olio e l’aneto. Mescolare bene e aggiustare di sale e pepe, servire a temperatura ambiente.
Oppure conservare in frigo, consiglio di togliere il riso almeno mezz’ora prima di servirlo.

P.S.
Se non ve la sentite di unire sia il peperone che il porro, potete solo aggiungere uno dei due…^_-

 

Insalata di frutta Icabarù

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Questa insalata di frutta l’abbiamo assaggiata tantissimi anni fa e ci porta alla mente un luogo pieno di ossigeno, acqua cristallina e paesaggi da sogno… “Nella Gran Savana al sud del Venezuela, confinante con il Brasile c’è un villaggio incantevole immerso nella selva amazzonica che si chiama Icabarù”, lì alle rive di un fiume, con il rumore dei salti d’acqua, accampati e dormendo nelle hamacas o chinchorros come li chiamano la gente del luogo,

 

Ingredienti:
Per 8 porzioni

  • 1 papaya
  • 1 mango grande
  • 2 Kiwi
  • 2 banane
  • 1 limone
  • 1 ananas medio piccolo
  • 1 melone piccino
  • 1 pezzo d’anguria

Per il condimento:

 

  • 100 ml. crema di cocco
  • 1 maracuyà
  • 1/2 cucchiaino del interno di una bacca di vaniglia bourbon
  • 50 ml latte di soja fatto concentrare con 2 cucchiaiate di zucchero di canna (o 50 ml. di latte condensato)

Preparazione:

Lavate, sbucciate, togliete i semi  alla frutta.

  1. Tagliate a fette spesse un dito : papaya, melone e anguria
  2. Tagliate a metà il mango, poi incidete la polpa ricavandone una griglia, poi
  3. rivoltate la buccia e così ricaverete dei cubotti (vedi foto)
  1. I kiwi a rondelle spesse
  2. Le banane tagliatele in pezzi diagonali spessi 1 cm.  e cospargete con un po di succo di limone per evitare che annerisca.
  3. Togliete le due estremità all’ananas e poi togliete la buccia e occhi esterni, ricavatene delle fette spesse 1 cm. e poi tagliatele a spicchi, ne ricaverete 4 per ogni fetta.

Preparazione del condimento o crema:

 

  1. Mettete nel vaso del minipimmer la crema di cocco, il latte condensato, la vaniglia e il succo di maracuyà privo dei semi.
  2. Frullate il tutto con il minipimmer fino ad ottenere una cremina fluida, correggete la dolcezza sé necessario.

Ora componiamo il piatto:

Un idea è questa:
In un piatto da portata ovale o tondo disponiamo a raggiera la frutta alternando y colori come se dipingessimo un fiore:

  1. Iniziamo dal bordo esterno dove metteremo le fette di papaya alternate al melone e all’anguria.
  2. Poi la ananas  alternando con l’ananas
  3. seguiamo con il kiwi e mango
  4. infine formiamo il centro con il mango

Dopo essere soddisfatte con la combinazione di colori e sapori, insaporiamo il tutto con la cremina, versandola a filo sottile sopra tutte la frutta, assicurandoci bene che vengano condite tutte.

Con questa ricetta partecipiamo al contest  Chef per un mese del blog Pecorella di marzapane

Nuvole alla crudaiola

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Il caldo oramai è giunto e di conseguenza siamo alla ricerca di piatti freschi e gustosi da proporre per pranzo , cena o pic nic oppure da portare al mare. Un must tra i piatti estivi è rappresentato dalla crudaiola , un piatto di stagione , leggero e che si presta a mille interpretazioni, io ve ne propongo una un po’ insolita.


 Seguitemi  in cucina e vedrete cosa vi combino oggi.

Gli ingredienti principali sono questi nella foto a cui uniremo un formato di pasta chiamato nuvole che a mio avviso meglio si presta per questa insalata alla crudaiola, ovviamente voi usate quella che piu’ vi piace .


 

Ecco a voi la ricetta:

NUVOLE ALLA CRUDAIOLA .

  Ingredienti: per  6 persone

·       450 g. di  nuvole (io uso Granoro)

·       250 g. di pomodorini ciliegini

·       200 g. di polpa d’anguria

·       100 g. di polpa di cetriolo/barattino

·       50 g. di cocco fresco grattugiato

·       olio extra vergine di oliva 

·       prezzemolo e basilico

·       sale

·       pepe


Preparazione:


 
Iniziamo lavando i pomodorini ed i cetrioli, poi tagliamo una bella fetta di anguria spessa e apriamo una noce di cocco.

In una ciotola capiente versiamoci i pomodorini tagliati a cubetti, la polpa dei cetrioli tagliata a cubettini e la stessa cosa faremo con l’anguria. Saliamo leggermente aggiungiamoci dell’olio extravergine, qualche goccia di limone e di aceto bianco . Tritare  prezzemolo e basilico ed aggiungerli nella coppa. Lasciamo macerare o insaporire il tutto per un‘ora circa in frigorifero coprendo la ciotola con della pellicola alimentare per evitare l’ossidazione delle verdure e della frutta.

In abbondante acqua salata cuocere la pasta e scolarla al dente. Versare la pasta direttamente nella ciotola e rimestare per bene completando con una spolverata di pepe creola ed il cocco grattugiato. Lasciarla insaporire per qualche minuto prima di servirla. Se invece vi piace la pasta completamente fredda, potete raffreddarla una volta scolata in acqua fredda salata e poi aggiungerla al condimento.