Ivan Scinardo, giornalista “prestato” al cinema divoratore di pizza

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ivanscinar_4605484Quest’oggi alla nostra tavola abbiamo l’onore di ospitare Ivan Scinardo, giornalista siciliano, di Enna, “prestato” al mondo dello spettacolo e del cinema in particolare. Infatti, è direttore della sede siciliana del Centro Sperimentale di Cinematografia la cui “casa” è ai padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Sede istituita il 14 maggio 2008, con l’apertura sempre a Palermo del Dipartimento di Cinema Documentario e Docu-Fiction con orientamento storico-artistico.

Ivan Scinardo è altresì dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche, laurea conseguita con il massimo dei voti all’Università di Catania. E’ segretario provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa di Enna, e componente della giunta regionale dello stesso organismo sindacale. Per molti anni ha lavorato nella “Holding Oasi” di Troina, con la qualifica di capo ufficio stampa della Fondazione Oasi Città Aperta.  Libero docente di comunicazione, uffici stampa, giornalismo elettronico, è da sempre impegnato nella comunicazione e nello sviluppo di nuove  tecniche multimediali  di Ufficio stampa.

Ha curato l’ufficio stampa e le relazioni esterne del S.I.B. Sindacato Italiano balneari di Catania, degli enti di formazione professionale Anfe di Catania e dell’Iraps regionale. E’ iscritto alla Federazione internazionale dei giornalisti free lance. Ha più volte collaborato con la Rai e con diverse emittenti televisive e radiofoniche. E’ specializzato negli uffici stampa e nelle relazioni pubbliche. E’ stato vice direttore dell’agenzia di stampa parlamentare “Camera e Senato”; ha curato l’ufficio stampa dei 50 anni della Ferrari in Sicilia, dell’Associazione degli industriali di Enna.

Vanta una lunga esperienza giornalistica  presso emittenti televisive regionali e locali nelle quali  si è formato sul campo. Per quasi 7 anni è stato corrispondente del Giornale di Sicilia occupandosi della cronaca provinciale e in particolare di nera e giudiziaria. E’ stato corrispondente, per la provincia di Enna, dell’emittente regionaleTelecolor-Video3. Cura da diversi anni la comunicazione dell’Associazione “Sicilia Mondo”, la più importante rete di associazioni di siciliani all’estero.

Ivan Scinardo e il rapporto con la cucina

“Il rapporto con la cucina, con la gastronomia è quasi morboso. Nel senso che mi piace mangiare tanto, gustare le varie pietanze anche con le contaminazioni strane”.

Insomma, lei è come si dice in questi casi, una “buona forchetta”.

“Si, assolutamente si. Buona forchetta, grande pancetta…”

Quali sono i piatti che le piacciono di più, che metterebbe sempre al primo posto nella sua tavola?

“In particolare mi piace la pasta alla carbonara e la metto al primo posto, in assoluto. E’ classico delle tavole italiane, ma è il piatto che preferisco più di altri. Al secondo posto metterei dei rigatoni con melanzane e non ricotta, ma parmigiano”.

E per quanto riguarda la cucina siciliana?

“In assoluto quella che adoro è il bollito, quello che gusto con particolare piacere a Palermo. Ci sono locali nel capoluogo dell’Isola che lo sanno preparare davvero bene. Questo lo metterei in assoluto al primo posto della classifica della cucina siciliana”.

Lei è di Enna, non possiamo non ricordare anche la cucina di Castrogiovanni…

“Per quanto riguarda la cucina di casa mia, cioè di Enna, mi piacciono un po’ tutti i piatti che vengono preparati con il formaggio piacentino. In assoluto i risotto con questo tipico formaggio dop, che piace ecco perchè si chiama piacentino”.

A proposito di formaggio a parte il piacentino quali sono gli altri che preferisce mangiare?

“Dopo il piacentino, mi piace gustare e non deve mai mancare in tavola, una buona fetta di primosale. In assoluto. Poi mi piace anche la tuma, ma  non gradisco il caciocavallo”.

Ivan Scinardo davanti ai fornelli. E’ in grado di cucinare? O rimane digiuno?

“Vorrei svelarle un segreto. Qualche tempo fa ho acquistao un “robot”. Non essendo in grado di preparare da solo qualche tipo di pietanza, quindi mi affido alla macchina. E sono oggi in grado di preparare delle deliziose e straordinarie torte”.

Ha acquistato il “robot” perchè fa tutto senza il suo appoggio, oppure è una sorta di tutor?

“No, l’ho acquistato perchè lo utilizzo tanto. Ormai ho acquisito nel tempo una discreta manualità”.

Ha parlato di torte. Quali sono quelle prepara con le sue mani e con l’aiuto del “robot”? E poi le mangia pure?

“La torta in assoluto che mangerei a chilate è la “mimosa” con una montagna di crema pasticciera, di ananas e panna. E’ questa in assoluto la torta che preferisco e mangio ben volentieri. Ma adoro anche la sacher”.

Mentre dei dolci siciliani, quali preferisce?

“Io su tutto preferisco il salato al dolce. Non vado pazzissimo per i dolci. Certo se sono in tavola li mangio, ma preferisco tutti i piatti della categoria del salato. Per esempio sono un divoratore di pizza, in tutte le sue varianti e sembrerà strano divoro tonnellate di patatine fritte, si vede anche dalla pancia che porto.

Insomma, lei è un “bambinone”. L’immagino con una confezione di patatine in mano intento a sgranocchiarle?

“No, questo no. Mi piace, invece, prepararle in casa. Tagliarle a fettine, friggerle con il nostro olio e divorarle. Non adopero mai patate surgelate”.

Come si coniuga il cinema al mangiare? Si “sposano” bene cinematografia e cucina?

“Intanto, le preannuncio che ho in mente di realizzare al Centro di cinematografia, una rassegna di cinema e cibo. Quando penso al rapporto cinema-cucina, in assoluto mi viene in mente il film interpretato da Alberto Sordi davanti ad un piattone di spaghetti al pomodoro. E poi sottolineare che, nelle rassegne che stiamo allestendo, abbiamo sempre alternato il cinema ad un buffet con dei mignon, per cui abbiamo visto che lo spettatore e la gente comune gradisce molto prima il buffet e poi il film, mentre il classivo è vedere prima il film e poi fare un cocktail con un buffet rinforzato, sempre all’interno della nostra scuola del cinema.

Cosa getterebbe dall’alto di una torre: un cannolo oppure una torta mimosa?

“La risposta è semplice ed immediata. Non ho dubbi: salverei la mimosa”.

Antonio Fiasconaro

 

 

 

 

 

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