A Trino si parla del rapporto stretto fra Mantova e il Monferrato grazie ai Gonzaga in un convegno a Palazzo dei Paleologi per trattare della valorizzazione del territorio con particolare attenzione alla produzione risicola volano dell’economia, della cultura e dello sviluppo di Monferrato e del Mantovano. (M.Agi.)
“Trino e i Gonzaga di Mantova” è il convegno che si terrà sabato 26 novembre alle 16 presso il monumentale Palazzo dei Paleologi di Trino, in provincia di Vercelli. La cornice storica, in un palazzo del XII secolo e recentemente sottoposto a restauro conservativo, è di grande rilievo per sottolineare un convegno che per la prima volta riunisce le varie anime della storia, dell’economia e della tradizione vercellese. Un collegamento fra passato e presente che attraverso ipotesi di promozione turistica del Vercellese, conduce al futuro di questo territorio. Il testimone del passato arriva dalla storia della famiglia Gonzaga e dai Marchesi del Monferrato, come recita il sottotitolo del convegno “1536 – 1631.
Un secolo di storia da riscoprire – Prospettive di valorizzazione territoriale” che è stato organizzato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” di Alessandria in collaborazione e con il patrocinio della Provincia di Vercelli, del Comune di Trino e dell’Associazione Archeologica e delle Belle Arti Tridinum. Dopo i saluti del presidente della Provincia di Vercelli Carlo Riva Vercellotti, del vicepresidente del consiglio provinciale di Vercelli Gian Mario Demaria, e dell’assessore alla cultura del Comune di Trino Giuseppe Ferraro, sarà l’onorevole Roberto Rosso a pronunciare la prolusione al Convegno.
Seguiranno gli interventi di Giancarlo Malacarne della Rivista culturale Civiltà Mantovana su “Vincenzo I Gonzaga – Follie ed eccessi di un protagonista della storia”, Alessandro Bianchi dell’Università di Milano su “22 dicembre 1612 – 25 dicembre 1627: la fine dei Gonzaga di Mantova fra l’Italia e l’Europa”, Lorenzo Parodi e Giuseppe Zorgno dell’Associazione Archeologica e delle Belle Arti Tridinum su “Trino nel Monferrato dei Gonzaga”, e Massimo Carcione dell’Università del Piemonte Orientale su “Percorsi di valorizzazione turistica tra Mantova e Monferrato”; interverrà poi Pier Franco Irico dell’Associazione Archeologica e delle Belle Arti Tridinum su “Le mondine del Mantovano a Trino”, e Cinzia Montagna giornalista e autrice su “Il riso, cultura di acqua e di storia: ipotesi per un progetto di promozione territoriale integrata”.
Modererà l’incontro Roberto Maestri presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”. In occasione dell’evento sarà allestita una presentazione documentaria relativa al Patrimonio storico del Monferrato e alla “Strada di Margherita Paleologo”, percorso ideale che ripropone in chiave di fruibilità turistica il tragitto fra il Monferrato e Mantova utilizzato in epoca gonzaghesca. Durante l’incontro saranno a disposizione anche le pubblicazioni de “I Marchesi del Monferrato”, di “Tridinum” e di Enrica Magnani Bosio.
Ma parliamo proprio di riso con Cinzia Montagna per capire che cosa sia questo progetto di cui tratterà: “Il progetto ha come scopo la valorizzazione della coltivazione del riso, elemento prioritario dell’economia vercellese – spiega la giornalista -. Il contesto in cui sarà presentato il progetto è motivato dal ruolo che storia e ambiente rivestono nella definizione di identità, necessaria quando si tratta di prodotti agroalimentari e soprattutto in un’economia di mercato globalizzato. In particolare, la connotazione risulta significativa riguardo a origine, specificità, filiera, distinzione ed esclusiva rispetto a produzioni similari”.
“Il primo presupposto del progetto – prosegue la Montagna approfondendo il senso del rapporto che il progetto realizza tra storia, economia e cultura del territorio – è la serie di appuntamenti “Monferrato, il gusto della storia” organizzati nel 2011 dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” di Alessandria. Il format dei vari appuntamenti prevede la visita guida a un “luogo” rilevante della storia monferrina, una conversazione con vari esperti sui luoghi visitati e sulla loro storia e, infine, la proposta di “assaggi” di Monferrato, con prodotti agroalimentari, vini e ricette della tradizione locale. I diversi appuntamenti organizzati nel 2011 a Crea, Sezzadio, Moncucco Torinese e Ponzano Monferrato hanno scaturito come risultato una forte domanda di “apprendimento” su più livelli (visitare, vedere, ascoltare, assaggiare) e il coinvolgimento di target nuovi, ad esempio giovani e famiglie, rispetto agli abituali estimatori della storia in senso stretto”.
Una formula che ha dato quindi risultati positivi, commenta Cinzia Montagna, anche in termini di fidelizzazione già sul breve periodo. “Ampliata e rivista, la formula è alla base del progetto che sarà presentato a Trino il prossimo 26 novembre – aggiunge la giornalista enogastronomica -. In questo caso, il punto di partenza storico è il periodo che vide uniti sotto il dominio dei Gonzaga i territori del Mantovano e del Monferrato (1517 – 1708). Dopo una lunga serie di vicissitudini iniziate appunto nel 1517, l’unione matrimoniale tra Federico II Gonzaga e Margherita Paleologo, celebrata il 16 novembre 1531, costituì infatti il momento decisivo del passaggio del Monferrato ai Gonzaga di Mantova. Con Federico II Gonzaga il Monferrato divenne a tutti gli effetti una dipendenza del ducato di Mantova, che amministrò il territorio attraverso un Governatore residente a Casale. Dal punto di vista ambientale, è da sottolineare la rilevanza del fiume Po. In tale contesto storico, il Po venne a rappresentare una vera e propria “Autostrada del Rinascimento”, essendo navigabile per il suo intero percorso da Torino a Venezia. Il porto del Monferrato era Frassineto, da dove le merci provenienti da Mantova sbarcavano per essere trasportate nelle località monferrine e da cui partivano per Mantova altri prodotti”.
“Va però rilevato che il Mantovano e il Monferrato hanno in comune la coltivazione del riso – continua la Montagna spiegando l’approfondimento del lungo cammino storico alla base del progetto -: nel territorio di Trino venne fondata nel 1123 l’abbazia di Lucedio e risale proprio alla presenza dei monaci Cistercensi lì insediati la sistemazione dei campi a risaia e l’avvio della produzione di riso già dal XIV secolo. Nel Mantovano, la coltivazione si diffuse all’epoca di Federico II Gonzaga, lo sposo di Margherita Paleologo, intorno alla metà del XVI secolo. Risulta quindi chiaro come, oltre al legame storico dinastico, i due territori furono e sono ancora oggi caratterizzati di “culture” coincidenti”.
Cosa avverrà concretamente per la realizzazione di questo progetto? “Il progetto che sarà presentato a Trino prevede una serie di azioni mirate al territorio vercellese ma anche aperte a una sorta di “gemellaggio” con quello Mantovano – conclude la Montagna – e, in prospettiva, anche con altri territori del riso italiani: appuntamenti annuali, iniziative per il pubblico indifferenziato ma anche a target mirato, ad esempio incontri B2B, collegamento con proposte gastronomiche e itinerari turistici di impostazione storica. Il tutto anche in vista di Expo 2015, che avrà come tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Miriam Paola Agili