Esiste una terra bellissima in fondo allo stivale, e che anzi ne costituisce il tacco. Una terra benedetta da sole, luce e mare, e maledetta da alcuni uomini che le deturpano il volto.Una terra però in cui “gli uomini di buona volontà” esistono non soltanto nelle preghiere delle donne alla domenica.E’ la Calabria: terra di colori e di contrasti, dal turchese di un mare limpido al bianco delle nevi silane ( A.Ve.)
E la Calabria è patria di eccellenze enogastronomiche di tutto rispetto, con le sue 11 DOC IGP: tra i prodotti più commerciali il peperoncino – che è solo il più noto ed attende riconoscimento da parte dell’Unione Europea per divenire la dodicesima DOP IGP, insieme alla cipolla rossa di Tropea, che invece è già una IGP. Ma c’è anche la Nduja di Spilinga, per esempio. Ma non solo: il caciocavallo silano, tra i prodotti caseari, Bruzio. Crotonese e Lametia tra gli oli d’oliva.
Nel comparto ortofrutticolo le dolcissime Clementine di Calabria e la succitata Cipolla Rossa di Tropea. Pochi sanno però che la Calabria produce anche un olio essenziale molto diffuso in cosmesi ed ampiamente impiegato dalle aziende produttrici di profumi e fragranze: il Bergamotto, una delle DOP calabresi. Poi altre DOP nel comparto carni e prodotti tipici: chi non conosce la mitica Soppressata, portata recentemente alla ribalta anche da un comico calabrese all’interno di un format televisivo di successo?
Poi anche la pancetta, e il capocollo, la salsiccia. E quindi prodotti in attesa, insieme al peperoncino, come la liquerizia, la patata della Sila e i fichi di Cosenza. Ma le cose non vanno male neanche nel settore vitivinicolo, con diverse aziende insignite della DOC. La Calabria cresce: ha compreso il proprio territorio e tutte le sue potenzialità, ed ha puntato sul turismo e sull’enogastronomia. Pilastri di ogni economia meridionale.
Noi però in Calabria abbiamo scovato una piccola azienda in una località non certamente ultra nota alla massa: in una frazione di Melito di Porto Salvo, a Pallica. Siamo nella provincia reggina. Un tempo fiorente produttrice di quel Bergamotto di cui abbiamo già accennato, ed oggi zona in forte espansione urbanistica. La cosa singolare di questo luogo è che non vi è una sola Chiesa, ma una meravigliosa Sagra del Pane Caldo, a rappresentare per definizione un’entità suprema.
In questo territorio, in Contrada Melito di Porto Salvo – che pochi conoscono sebbene sia stata teatro dello sbarco di Garibaldi e dei Mille – abbiamo trovato la Cantina Visalli. Una cantina relativamente giovane, sebbene esista dal 1950: ma giovane è l’ambizione imprenditoriale di Diego Visalli, che della cantina tiene le redini con a fianco la moglie Alba e sotto l’occhio vigile di papà Carmelo. Ma la storia della Cantina nasce nei “ giorni buoni” di sessant’anni fa: quando il pane era pane, ed il vino era vino e di quando la vita aveva un passo più lento che indulgeva ai campi e all’aria aperta molto più di quanto non accada oggi.
Diego Visalli lo incontro per puro caso in una sorta di nicchia inserita nella kermesse vinicola par excellence: a Vinitaly.
In un girone dantesco fatto di beoni, di avvinazzati e di scrocconi, mischiati in mezzo ai critici, ai giornalisti ed ai connoisseurs, le aziende sgomitano e lanciano in pista i loro “tira dentro”, offrendo calici a go go e brochures costosissime e patinatissime. Il caldo è asfissiante dentro a quel padiglione omnicomprensivo, dove si salta senza un nesso logico dal Friuli alla Calabria: come fossero aziende di risulta, come se non avessero saputo dove infilarle, come se fossero ospiti non paganti . Eppure sono aziende di grande dignità e che hanno pagato dei bei soldoni per esserci. Eppure la loro sorte promozionale è affidata al caso. Al puro caso, ad una sorta di serendipità che ti porta a cercare un Traminer friulano e che invece ti mette sulla strada di un Passito. Di un Passito Calabrese. Li trovo i coniugi Visalli: stanno sulle loro seggiole, forse stanchi, forse un po’ delusi: ma ben lungi dal mettersi a tirare per la giacchetta i visitatori. Loro se ne stanno li: dignità e compostezza, con la loro bacheca che contiene le loro bottiglie. Questo già di per sé mi colpisce. Quindi sono io a scegliere di avvicinarmi, poiché neanche io amo sgomitare per degustare un vino. In tre si fa fatica a stare nel loro stand, ma la signora si fa da parte e mi siedo a parlare di vini. Ed è li che mi giunge una sorpresa: stavo per assaggiare il vino Passito della Cantina Visalli.
Uno strano fastidio, una remora, mi impone di avvertire i Visalli: sono siciliana, il loro Passito non potrà impressionarmi. Con quel nettare sono nata e cresciuta, è parte di me: lo conosco sin troppo bene. Diego Visalli non si lascia scoraggiare sottolineando che, in quel momento, l’unica cosa fresca che avesse da offrirmi era proprio il Passito. Arsa da una calura ormai pesante, decido di correre il rischio di assaggiare un prodottino mediocre che vorrebbe pretendere di concorrere con il Passito di Sicilia, ma che di certo ha l’annunciato pregio di essere fresco.
E così sia: il Passito dei Visalli trova la sua via verso il mio calice.
Mi risulta subito chiaro, iniziando dal bouquet, che sarà ottimo e piacevolissimo.
Lo giro, lo rigiro, lo guardo in controluce, metto in moto l’olfatto, ritardo deliberatamente l’attimo della degustazione. Mi colpiscono appunto il bouquet, il colore e la limpidezza: indugio perché so che arriverà la delusione gustativa e che sarà un peccato. Infine sorseggio. Che fantastica sorpresa è stata quel vino Passito della Cantina Visalli. E bene ha fatto Diego Visalli a non demordere e a non scoraggiarsi. Gliene do atto, ma se ne era già accorto dalla mia espressione e dal fatto che continuavo, sorso dopo sorso, ad apprezzare il suo prodotto.
Ecco perché,tra tante cantine, cantinelle e cantinone, noi di Scelte di Gusto e di Scelte di Vino, abbiamo eletto la Cantina Visalli come nostro sponsor: perché alcune realtà vanno evidenziate, vanno presentate al grande pubblico, vanno apprezzate. E’ un dovere conoscere una realtà che lavora senza intere pagine sui giornali e nessuno spot nazionale. E’ un dovere, specie per i siciliani, sapere che i “cugini” calabresi producono un Passito degno di questo nome.
“In Sicilia non riusciamo ad arrivare” – dice Diego Visalli ( foto a sinistra) – “ ed in effetti siamo alla ricerca di un canale di accesso: abbiamo ottimi vini che anche la Sicilia apprezzerebbe”.
Non ne ho alcun dubbio, specie dopo avere goduto la fresca esplosione gustativa di un Passito con caratteristiche organolettiche di elevata qualità. Per questa ragione, periodicamente, leggerete di questa Cantina e dei suoi prodotti affidati alla dovizia tecnica di colleghi specializzati e di sommelier. Perché questo è il Sud che ci piace conoscere e far conoscere. Questo è il sud degli “uomini di buona volontà “ che lavorano in silenzio. Il Sud che- quando lavora e produce – lo fa veramente bene.
Alessandra Verzera
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