Otto cene speciali alla Fiera di Rho-Pero come omaggio a uno spicchio di territorio lombardo, con menù cucinati da un cuoco radioso della “GuidaCriticaGolosa” di Paolo Massobrio e Marco Gatti e con la scuola di formazione “In Presa” di Carate Brianza. Anche questo all’Artigiano in Fiera 2011, evento di punta riservato ad un pubblico generico e variegato del polo espositivo e fieristico milanese con numeri da record (P.Pi.)
Una visita ancora più gustosa, che fa dell’aspetto cultural-gastronomico una parte davvero importante della fiera. L’evento è in calendario dal 3 all’11 dicembre prossimo, con quasi 3 mila espositori da tutto lo Stivale e da tutto il mondo che oltre alle proprie arti, eventi musicali, danze, turismo, colori che ne fanno la storia, porteranno al cospetto di migliaia e migliaia di visitatori anche le loro tradizioni culinarie, prodotti tipici frutto della sapienza del passato, ma anche del lavoro e della capacità innovativa e creativa degli artigiani, con assaggi e dimostrazioni dal vivo. Dall’iperlocale al globale, insomma, per accontentare tutti. Quest’anno tre grandi novità: abitare la casa; moda e design, e passione creativa, ma la tradizione cuciniera la fa sempre da padrona. Per restare al palato, infatti, basti pensare che lo scorso anno erano ben 44 i ristoranti tipici allestiti e 6 le aree degustazione.
E così dal burrito al risotto giallo, dalla sangria alla Barbera, il passo diventa davvero breve. Tutto nella calda atmosfera pre-natalizia, che accentua clima e fascino dell’allestimento. Nove i padiglioni da apprezzare con tutti e cinque i sensi. Anche le istituzioni approfittano dell’evento per promuovere la tipicità e la ricchezza enogastronomica del territorio. La Regione Lombardia, infatti, curerà uno spazio per promuovere agricoltura e buonalombardia. Ecco alcuni piatti del menù tipico lombardo proposto da Massobrio e Gatti (su prenotazione). Per Monza Brianza e Lecco, millefoglie di riso croccante con ragù di agnellone brianzolo e manzo brasato California con polenta. Per Pavia salumi d’oca di Mortara, risotto con ragù di fagioli e salamino, stracotto d’asino.
Per Brescia risotto mantecato al Franciacorta con ragù d’anatra e salamella, e per dolce Bussolà bresciano con crema al passito del Sebino. Per Mantova zucca e ovviamente salumi; per Cremona e Lodi zuppa di legumi e tagliolini di foiolo e la Tortionata (nella foto). Pizzoccheri per Sondrio, mentre per Varese e Como la capra al cubo in tre versioni nello spiedo, fritta, scottata e in umido e, come primo, un antico machìtt. Chiude Bergamo con risotto ai formaggi bergamaschi locali e cotechino in sfoglia su purè di verza. Il tutto ovviamente innaffiato da vini locali. Sapori che nascondono talenti, storie, ricordi a volte dimenticati, oggi spesso recuperati e valorizzati da un concetto di cultura e turismo che passa sempre anche dalla tavola. Prenotazione cene su http://www.clubpapillon.it.
Paola Piovesana