Relais Baglio di Pianetto – Santa Cristina Gela –

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pianettoQuando arriviamo al Baglio di Pianetto ad accoglierci c’è  Ginevra Notarbartolo di Villarosa. A non conoscerne il nome e a non conoscere i rudimenti della storia patria, i nobili natali di questa bella  e spigliata giovane donna dallo sguardo smeraldino, li avremmo comunque  intuiti dal suo modo di accomodarsi sul sofa: gambe unite, non accavallate, busto eretto e mani sovrapposte sul grembo.

Un po’ come si vede nei ritratti di certe dimore, ed un po’ come certi nonni ci tenevano ferreamente ad insegnare ai nipotini. Per il resto Ginevra è una donna che vive pienamente nel suo tempo: cordiale ed estroversa, entusiasta di condurci attraverso le tenute di famiglia e di mostrarci tutto con grande trasporto.

Divisa tra il modaiolo frastuono di Milano e l’anacronistica quiete di Santa Cristina Gela, Ginevra Notarbartolo è l’archetipo della donna che gestisce con polso quello che una ricca storia familiare le ha consegnato in custodia: tanto più facile sarebbe demandare ad altri ciò di cui invece è lei stessa a farsi carico, specchio di una gioventù  privilegiata di sicuro, ma anche sana e laboriosa. E’ una bella giornata di sole quando lasciamo Palermo alla volta di Santa Cristina Gela, ad un tiro di schioppo da Piana degli Albanesi . Su, in località Pianetto,l’atmosfera è idilliaca e il cielo mutevole, così come gli scenari siciliani: così diversi tra coste ed entroterra, ma tutti parimenti affascinanti.  I profumi della terra siciliana sono inebrianti ed addittivi da sempre: da quando Goethe se ne innamorò comunicando questo suo amore a tutto il mondo, esaltando gli agrumi e i gelsomini, così come i pini e gli afrori salmastri delle coste .

Le Araucarie creano una barriera naturale tra L’Agrirelais Baglio di Pianetto e i vigneti dabbasso. Due mondi uniti dallo stesso amore per quella terra, ma al contempo distanti, che si guardano con discrezione,senza “spiarsi”. Intorno null’altro: il verde dei campi e dei vigneti si perde a vista d’occhio ed il silenzio è di quelli raramente ascoltati prima. Piccolo aneddoto sul nostro arrivo: incerti se visitare prima il resort o le cantine siamo andati ovviamente nel posto sbagliato, ovvero le cantine. Nella misura in cui Ginevra ci stava attendendo al resort l’abbiamo chiamata al telefono per avvertirla del nostro arrivo. Lei era già sulla strada verso le cantine e, sebbene stesse parlando al telefono con l’editore, io che ero spostata di alcuni passi, ne sentivo la voce dal vivo, trasportata dal silenzio della valle. Piuttosto che telefonare dunque sarebbe bastato chiamarla per nome, facendo “imbuto” con i palmi delle mani davanti la bocca. Questa idea di silenzio, di eco, poco ormai ci appartiene ed è un magnifico stupore ritrovare, di quando in quando.

Sulla bocca di Ginevra torna ricorrente una parola : “nonna”. Della nonna, Florence Daniel consorte del conte Paolo Marzotto e dunque madre di Veronica – a sua volta mamma di Ginevra –  i superbi rosai, o il recupero di maioliche ed altri reperti d’epoca che ora fanno bella mostra di sé nell’ampio “carraio” che conduce al’interno della proprietà; adesso ad esclusivo uso pedonale; come pure la scelta di arredamenti Art Deco compiuta con pazienza girando per mercati di antiquariato. Fa una certa impressione trovare nell’immensità quieta del posto una ragazza, sostanzialmente da sola : lo sottolineo e lei mi spiega che da sola ci sta in effetti ben poco. In quel momento infatti la struttura è in attesa di una folta delegazione di giornalisti esteri. Faccio mente locale sul fatto che il Baglio di Pianetto è un resort di lusso, a dispetto del fatto che sembri una dimora privata,e  che quindi l’andirivieni di un certo tipo di turista la anima molto più spesso di quanto si sia portati ad immaginare.

Penso subito che mi piacerebbe trascorrere in quella pace alcuni giorni, fermo restando il fatto che occorre comunque avere la macchina tanto più che, per quanto ci si sposti nelle immediate vicinanze, non si incapperà mai in ondate di traffico insostenibile né in cortei di scioperanti: Palermo con le sue bellezze ma anche con i suoi clamori e i suoi frastuoni, è a distanza di sicurezza, ed i piccoli comuni jatini garantiscono una vacanza a misura d’uomo spostata indietro nel tempo di qualche decennio. Palazzo Adriano, Contessa Entellina, Misilmeri e la stessa Piana degli Albanesi offrono sé stesse per ciò che sono: luoghi dell’entroterra siciliano che sono rimasti, per fortuna, uguali a sé stessi. Dove permane una certa tradizione, un certo culto per le cose fatte in un certo modo. Più avanti, in questo capitolo dedicato a questo comprensorio, si parlerà di pane, formaggio e  cannoli: ed il quadro si arricchirà dei colori sani di un agroalimentare “conservativo”.

Mi piace molto questo resort, arredato con gusto ma senza sfarzo, dalle camere ampie di cui alcune vestono i colori evocativi di vigne e vini rossi di qualità, e dai bagni davvero spettacolari. Parlare dei bagni potrebbe a prima vista sembrare riduttivo e forse, in qualche misura, anche mortificante. Ed invece no, non è affatto così. Il mio imperativo categorico, quando sono in vacanza, è che ovunque io vada ne debba poi  essere valsa la pena: ovvero, devo stare meglio che a casa mia. E spesso i bagni anche degli hotel più lussuosi segnano la nota negativa dei tanti viaggi lunghi o brevi che ci piace fare. Ricordo ancora dopo molti anni  ed  immutato orrore un bagno parigino di un lussuosissimo hotel della capitale francese, dove ci si incastrava a malapena e dal quale non si vedeva l’ora di fuggire via: è risaputo invece che una sosta prolungata nella salle de bain è un momento altissimo ed impagabile di auto indulgenza.

I bagni di questo resort sono magnifici.  Doppi lavabi ed ampi ripiani su cui appoggiare le mille cose più o meno inutili che noi donne, molto più degli uomini, ci trasciniamo dietro ovunque e foss’anche solo per un week end : creme, flaconi, profumi, cosmetici, batuffoli , lime, pinze, lozioni ed una congerie di spazzole, e chi più ne ha più ne metta. Ma di solito non si sa appunto dove metterli. Et voila, al Baglio di Pianetto trovano tutti felicissima collocazione. Ampie e luminose anche le camere con generosi balconi, comodi disimpegni e funzionali armadiature.  C’è un “quid” di internazionalità negli allestimenti delle camere, che stanno a metà tra il coloniale americano ed il provenzale francese, ed anche nella definizione e nella distribuzione degli spazi. Mi pare anche di vedere che il letto aggiunto in alcune camere abbia la connotazione del “day bed”, tipicamente americano. Poi ripasso mentalmente un paio di nozioni e comprendo: nella famiglia di Ginevra convivono felicemente tante origini e tante provenienze. Ed eccole qui, tutte raggruppate sotto lo stesso tetto.

Il Relais di Baglio Pianetto non è per tutti, ed il target è medio alto. Vivamente sconsigliato a famiglie con bambini piccoli, ai giovanissimi o a gruppi di comitive del fine settimana,  ma abbondantemente consigliato a chi sappia apprezzare la lettura serena di un buon libro al bordo di una piscina di dimensioni quasi olimpioniche ma dalla forma evocativa di un abbeveratoio.

 Al  Baglio di Pianetto, inserito nel prestigioso circuito “Relais du Silence”,  esiste il servizio di ristorazione e catering, gestito da un giovane e  bravissimo chef veneto pugliese e sia all’interno delle sale che all’esterno è possibile organizzare cerimonie per un numero di ospiti che non sia però superiore alle duecento unità.

Alessandra Verzera

 

Baglio di Pianetto, scommessa vinta (M.Ma.)

A 650 metri s.l.m., 88 ettari – di cui 65 in produzione e 10 in reimpianto – situato nel comune di Santa Cristina Gela, 20 km a sud di Palermo, nella zona DOC Monreale, sorge Pianetto, luogo ideale per la coltivazione delle uve destinate a vini di qualità, considerata l’ottimale collocazione pedoclimatica.

70 ettari di cui 39 vitati a 50 metri s.l.m. sono a Noto a 5 km da Capo Passero. Siamo nella DOC Noto dove il clima ed il terreno sono gli habitat ideali per il Nero d’avola ed il Moscato di Noto. La grande avventura della Baglio di Pianetto decolla nel 1997 e nasce dalla passione e dalla tenacia del Conte Paolo Marzotto che trasforma una realtà di punta in una cantina di riferimento, coniugando valori della tradizione e stile familiare. Una creatività imprenditoriale che ha celebrato agli onori della cronaca i vini Baglio di Pianetto in Italia e nel mondo con plurime menzioni sulle più prestigiose guide come Vini d’Italia, Vini di Veronelli, Gambero Rosso, WineSpectator e Decanter.

(Foto: Ginevra Notarbartolo accanto ad una parte della produzione)

L’obiettivo? Contribuire allo sviluppo dei vini di qualità Siciliani valorizzando le cultivar autoctone esaltandone la struttura e la finezza. Il tutto facendo attenzione alla protezione dell’ambiente come ad esempio con l’impianto fotovoltaico con il quale evita ogni anno di immettere nell’ambiente oltre 184.000 kg di CO2, con il riciclo dell’acqua, con la raccolta differenziata e con l’agricoltura sostenibile.

 

Baglio di Pianetto produce Insolia, Viognier, Moscato di Noto per i bianchi, Nero d’Avola, Syrah, Merlot e Petit Verdot per i rossi. Carduni, Cembali, Ramione e Ficiligno alcuni dei prodotti rappresentativi dell’azienda.

Marcello Malta

(Membro Ais )

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