Terra di castelli e vigneti dove si producono le bollicine più importanti d’Italia, vino ormai di fama internazionale. La Franciacorta è il terreno ideale per i “Metodo Classico”. Tra le cantine spicca Cascina Clarabella, una cooperativa sociale che non ha solo il compito di produrre vini, ma anche quello di facilitare il reinserimento sociale e la riabilitazione al lavoro di persone svantaggiate affette da disagio psichico (M.Ma.)
Colline tappezzate di verde e punteggiate da piccoli borghi, torri e castelli medievali, palazzi cinquecenteschi, ville patrizie del ‘700 e dell’800. Estesa a sud del lago d’Iseo, in provincia di Brescia, il nome “Franciacorta” evoca fascini d’Oltralpe, anche se la vera origine è da francae curtes, ossia le comunità di monaci benedettini che durante il Medioevo erano esentate da tasse a condizione che lavorassero la terra a loro affidata. Vini, dunque, ma anche arte, storia, terme, parchi acquatici, sport, folklore, ottima gastronomia e artigianato. Il clima della zona è temperato-caldo, privo di siccità estiva e leggermente siccitoso d’inverno. Le estati sono fresche e gli inverni non particolarmente rigidi, inesistenti le nebbie e molte le giornate limpide.
Moltissime le cantine nella zona. Tra queste Cascina Clarabella, una cooperativa sociale che svolge un ruolo di encomiabile valenza: l’inserimento lavorativo di persone aventi disagio psichico in diversi settori legati all’agricoltura. Attualmente Cascina Clarabella garantisce lavoro con regolare stipendio a quattro operatori del settore e ad otto persone svantaggiate, offrendo spazi per dieci tirocini formativi a persone aventi disagio. La Cascina dispone di un agriturismo che offre pernottamento e prima colazione in otto appartamenti e due camere, e lavora a pieni giri con ospiti provenienti da tutta Europa, implementando attività didattica con le scuole del territorio che soggiornano in loco durante le gite scolastiche. Queste attività impegnano costantemente la cooperativa e permettono la circolazione di persone, l’inclusione sociale, favorendo dunque la lotta nei confronti del forte pregiudizio esistente nei confronti delle malattie psichiche. La struttura ospita, inoltre, una comunità di persone che vivono il loro percorso di cura; un centro in cui si svolgono corsi di orientamento al lavoro e alcune unità abitative affittate ad equo canone alle persone che escono dalla comunità, al fine di poter far loro intraprendere una vita autonoma.
Cascina Clarabella lavora i prodotti della sua terra e offre ampia gamma di generi quali i mieli (acacia, tiglio, rododendro, castagno, millefiori), l’olio extra vergine di oliva dei laghi lombardi e naturalmente il vino, tutto rigorosamente proveniente da vigneti a lavorazione biologica. Quattro i prodotti delle uve di questa terra: due Terre di Franciacorta Doc e due Franciacorta Docg. Un bianco ed un rosso per le Doc: Chardonnay 100% il primo; un blend di Cabernet Sauvignon (40%), Merlot (30%), Cabernet Franc (10%), Nebbiolo (10%) e Barbera (10%) il secondo. Chiudono la produzione il Brut composto interamente da uve Chardonnay, con invecchiamento minimo di 20 mesi in bottiglia, pieno, morbido e persistente; il Satén (Chardonnay 90%, Pinot Nero 10%) dalla spuma soffice e durevole. In “cantiere” la nuova versione del “Dosage Zero” (sarà in commercio tra qualche mese) provata da Scelte di Gusto direttamente allo stand di Cascina Clarabella del Vinitaly e valutato già a priori con giudizio positivo.
Marcello Malta