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Vincenzo Scarmiglia: lo Chef che ha diretto le cucine di Giada De Laurentis e oggi contribuisce alle aperture delle cucine tra le più famose del Texas.

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fw10-e1320087016447-224x300Cresciuto a Orbetello, Vincenzo Scarmiglia era destinato a diventare uno Chef sin da piccolo! La sua carriera comincia all’età di 15 anni, lavorando per un piccolo ristorante della sua zona. Da lì, gli studi culinari presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto.

Completati gli studi, Scarmiglia inizia a lavorare come cuoco di linea presso il Ristorante Gambero Rosso di Porto Ercole fino a diventarne Executive Chef. Dopo qualche anno ScarmIglia cambia marcia e accetta la direzione di Food & Beverage Manager Chef presso il Lido del Re.

Nel 1998 passa quindi alla direzione dell’esclusivo ristorante Vento di Mare situato nelle suggestive colline di Porto Ercole. Sempre con il pallino in testa di rincorrere l’American Dream, dopo qualche anno, Scarmiglia corona il suo sogno e si trasferisce a Las Vegas ed entra a far parte delle ambitissime cucine di Piero Selvaggio, aiutando il pluripremiato ristorante Valentino a raccogliere onorificenze su onorificenze.

12494719_969842543064827_5524351305897164258_nNel 2005 Scarmiglia si occupa dell’apertura del Wynn di Las Vegas come aiuto cuoco per Bartolotta Ristorante di Mare, per poi trasferirsi al Caesars Palace come executive chef per il ristorante Terrazza.

Nell’agosto 2006 Scarmiglia da Las Vegas si trasferisce in Nevada, per curare l’apertura del ristorante Cortina a Reno.

Dopo pochi mesi si presenta la più grande opportunità professionale della sua vita: lavorare per la famiglia Maccioni come executive chef del rinomatissimo ristorante Osteria del Circo situato nel suggestivo Bellagio Resort. Per 7 anni Chef Scarmiglia guida per la famiglia Maccioni i 3 ristoranti di loro proprietà, Le Cirque, Osteria del Circo e il Sirio.

scamigliaNell’ottobre 2014 passa alla guida del celebre ristorante di proprietà della celebrity Chef Giada De Laurentis, Giada. Nel 2015 accetta l’offerta di affiancare Renato De Pirro nelle aperture delle cucine della famosa Lombardi Family Concepts Restaurant e si trasferisce in Texas.

Scarmiglia, la sua passione per la cucina nasce dall’infanzia. Ci racconta cosa l’ha spinta ad intraprendere la dura ma entusiasmante carriera di Chef?

Cucinare è sempre stato naturale per me, studiare non troppo, Alle fine del ciclo scolastico delle scuole medie mi sono ritrovato a prendere una decisione: dove continuare gli studi. Ho pensato che proseguire il mio percorso scolastico  presso la scuola alberghiera, essendo questa una scuola professionale dove le materie classiche lasciano spazio alle materie pratiche, mi avrebbe dato maggiori possibilità di riuscire a completare gli studi, difatti alla fine mi sono diplomato. Con il passare degli anni questo “dono naturale” nel cucinare si è trasformato in una professione che mi ha portato in giro per l’Italia e negli States.

Cosa l’ha ha spinta a trasferirsi negli USA?

Ho sempre creduto nell’American dream, fin da quando ero ragazzo, forse perche’ ho un cugino di secondo grado che era riuscito a fare fortuna come ristoratore negli States e volevo provare ad emularlo. Di certo sono riuscito ad emularlo ma devo solo a me stesso se sono riuscito ad approdare nelle cucine americane.

<> on October 21, 2011 in Las Vegas, Nevada.Oggi lei affianca Renato De Pirro nelle varie aperture dei Ristoranti Lombardi Family Concept Restaurant. Per lei cos’è più gratificante guidare le aperture delle cucine o esserne il protagonista?

Io e Renato ci conosciamo da 30 anni, entrambi toscanacci della beneamata Maremma Toscana, abbiamo frequentato la stessa scuola alberghiera, anche se in anni diversi e siamo venuti negli States insieme nel ’99. Oggi a distanza di parecchi anni ci ritroviamo a lavorare insieme in questa compagnia  che sta crescendo velocemente e con tantissime nuove aperture da fare. Nonostante il fatto che posso lavorare ancora al fianco di Renato per le aperture, ritengo sia più gratificante per me essere il protagonista.

Nella creazione di un piatto conta più lo studio o l’idea?

Direi che sono due situazioni concatenate, senza l’idea non esiste lo studio, senza la conoscenza e lo studio non c’è l’idea. Ci sono poi molti altri fattori nella creazione di un piatto, ad esempio l’uso di prodotti stagionali, il giusto costo, le tendenze del momento e anche le esigenze del cliente.

Qual è la situazione più impegnativa in cui si è ritrovato o la richiesta più strana che abbia mai ricevuto?

La situazione piu impegnativa senza ombra di dubbio dover trattare giornalmente con i “celebrity chefs, specialmente nel mio ultimo lavoro a Las Vegas. Richieste strane ne arrivano a decine ogni giorno è quasi impossibile elencarle tutte. Ma la richiesta più divertente e quella che mi rimarrà per sempre impressa nella mente è quando un cliente nei miei primi anni negli States ha avuto l’audacia di chiedermi un piatto di “gnocchi al dente”. A dire il vero ne ho anche un’altra, Ossobuco al sangue.

Le aspettative del pubblico influiscono nella creazione di un piatto, di un menù?

Come ho detto prima, si, penso ormai ci siano rimasti solamente 2-3 ristoranti e chefs in tutti gli Stati Uniti che possano permettersi di imporre le loro scelte, per il resto il business e’ business e dobbiamo adattarci. Penso sia importante pero’ porsi dei limiti altrimenti si rischia di perdere completamente la nostra identità.

Lei ha lavorato con personaggi molto noti della ristorazione come Selvaggio, De Laurentiis, chi è stato il Maestro più duro che ha incontrato nella sua carriera?

Credo il secondo chef della mia carriera in Italia quando avevo 16 anni. Chef Franco è quello che mi ha formato e mi ha fatto diventare un “duro”. Ricordo che mi ha fatto pensare più di una volta a cambiare professione, però adesso a distanza di quasi 30 anni tutto quello che ho imparato tramite i suoi insegnamenti mi ha portato ad essere lo chef che sono oggi.

 

Tiziana Ciacciofera Triolo 

Italian Identity, per difendere il Made in Italy

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Made-in-italyDifendere, tracciare, valorizzare e promuovere il Made in Italy. Tutelare le nostre eccellenze dalla contraffazione, dall’Italian Sounding ma anche da chi, in Italia e all’estero, nasconde i propri prodotti dietro la dicitura “Made in Italy” senza garantire i valori di eccellenza e qualità che ad esso sono legati. Offrire, alle aziende e ai consumatori, trasparenza. Valorizzare le realtà che credono in una produzione autentica, tutta italiana. Con questi obiettivi nasce Italian Identity, l’organismo associativo operante a livello internazionale, indipendente e senza scopo di lucro che promuove l’identità italiana dei prodotti, primi ambasciatori del Made in Italy nel mondo, fortemente voluto da un gruppo di imprenditori, professori universitari, professionisti e consumatori che si è unito in questo ambizioso e importante progetto. Un progetto in linea con la proposta di legge n. 1454, attualmente all’esame dell’Aula della Camera, che punta a migliorare l’accesso alle informazioni che consentano la tracciabilità dei prodotti in modo da favorire il diritto all’informazione dei consumatori e tutelarne gli interessi.

frigo italiaItalian Identity si è costituita ufficialmente a Torino il 9 febbraio 2016 da 56 soci promotori con un atto notarile firmato. Presidente Paolo Rovellotti, Imprenditore Vitivinicolo Presidente Agroqualità, vicepresidenti Marco Masselli, ideatore progetto Italcheck, Marco Cassinera, Coordinatore Master in Marketing e Comunicazione IED Torino , Marco Camuccio, Presidente Comitato Made in Italy Gruppo Giovani Imprenditori – Confindustria. L’esigenza di un’organismo nasce dall’impresa, perché sono i prodotti i veri ambasciatori dell’Italia nel mondo e come tali vanno riconosciuti, valorizzati, tutelati e promossi. In questa direzione si orienterà dunque l’attività di Italian Identity, che si costituisce come aggregatore per promuovere l’Italianità.

parmigiano4A credere nel progetto sin dalle prime battute, oltre ai promotori, Marco Gay oggi Presidente dei Giovani Industriali di Confindustria. A sostenere Italian Identity anche RINA Services, società di certificazione leader in Italia che, attraverso la sua Agroqualità, ha da subito creduto nell’iniziativa.

Per loro e per tutti coloro che si uniranno, Italian Identity rappresenta la possibilità di far parte di un organismo strutturato, efficace e coordinato, che ad oggi mancava, che dialogherà con le imprese, istituzioni e le associazioni di categoria, per tutelare e valorizzare il Made in Italy nel mondo attraverso la promozione dello Schema di Certificazione ITALCHECK.

mozzarelladibufalaLo Schema di certificazione ITALCHECK è uno strumento volontario e indipendente, applica i criteri stabiliti dalla normativa vigente in materia di Made in Italy e del Comitato Nazionale Anticontraffazione (CNAC) che sostiene le istituzioni di marchi collettivi, volontari ed indipendenti, idonei a far meglio concepire e valorizzare al pubblico la qualità dei nostri prodotti.

Italcheck, nasce dall’idea imprenditoriale di Marco Masselli come primo strumento per garantire alle aziende e ai consumatori tracciabilità e trasparenza attraverso un sistema di certificazione del prodotto italiano autentico. Oggi cresce e si trasforma in un progetto di più ampio respiro con l’ambizione di diventare un riferimento a livello internazionale.

Da start up innovativa a sistema di certificazione dell’autentico prodotto italiano, che garantisce controlli di conformità seri ed effettuati da un soggetto terzo per assicurare l’assoluta oggettività delle valutazioni: in questa fase Italcheck si avvale del supporto di Agroqualità S.p.A specializzata nella certificazione agroalimentare.

ristorante-primafila-terrasini-bicchieri-proseccoItalcheck è un sistema di certificazione dell’autentico prodotto italiano. I controlli di conformità ai parametri per ottenere la certificazione sono effettuati da un Ente terzo per assicurare l’assoluta oggettività delle valutazioni: in questa fase Italcheck si avvale del supporto di Agroqualità S.p.A. e di RINA Services S.p.A.

olio-cucchiaioIl modello attuale è un marchio di certificazione ancora più forte, diffuso a livello internazionale con una Piattaforma Smart Utility di tracciabilità ed autenticazione che avrà ulteriori implementazioni nel corso del 2016 con la partnership della start up innovativa AD2014/Let.life, avanzata piattaforma in cloud che migliora la SmartUtility della certificazione e la proietta nel futuro, attribuendo un’anima digitale ai prodotti Made in Italy perché possano affrontare l’innovazione dei mercati nazionali ed internazionali.Non solo le prelibatezze dell’agroalimentare italiano, ma anche abbigliamento, calzature, cosmetici, piccola pelletteria, farmaci, occhialeria, ricambi d’auto, gioielli e bigiotteria, componenti meccanici, … nessuno escluso: ogni prodotto made in Italy potrà essere tracciato ed autenticato con un’etichetta digitale da leggere con smartphone che ci dirà come è stato realizzato, dove è stato fabbricato e da chi.

pomodoro_pachinoNell’ottica dell’accreditamento del prodotto italiano sui mercati internazionali, Italian Identity promuoverà anche missioni all’estero e progetti di internazionalizzazione. Fiere ed eventi, in Italia e all’estero, saranno l’occasione per raccontare il progetto e i prodotti italiani.

“E’ con molto piacere che ho accettato la carica di Presidente di questa Associazione sia per l’importanza del tema che l’ha vista nascere, sia per l’entusiasmo e il clima di assoluta collaborazione che anima i soci promotori”, sono queste le prime parole del neo Presidente Paolo Rovellotti.

limoni grande“Ho sempre creduto nel valore del Made in Italy come grande risorsa del nostre paese– dichiara Marco Masselli. Avevo dato vita al progetto Italcheck proprio credendo nell’importanza di tutte le aziende che oggi credono in una produzione 100% Made in Italy e cercando una strada per valorizzare loro e la loro produzione. Oggi sono fiero di vedere come il mio progetto venga ad inserirsi in qualcosa di più grande e più strutturato e sono fiero di poter far parte di Italian Identity”.

spremuta di aranceDichiarazione Marco Gay, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria e sostenitore di Italian Identity, afferma: ” Se il Made in Italy fosse un marchio sarebbe il terzo al mondo. Realizzare prodotti e servizi di qualità ed affidabili che si distinguono sui mercati internazionali è una delle grandi caratteristiche dell’Italia e il nostro più grande patrimonio. Custodire questo patrimonio e renderlo ancora più unico e sicuro è la via giusta per dare alle aziende ed ai consumatori quello che oggi chiedono: più Italia, più Made in Italy.”

“Il RINA sin da subito ha creduto nella necessità di promuovere uno strumento efficace e serio che potesse tutelare il Made in Italy, ecco perchè è stato partner nello sviluppo dei contenuti tecnici dello schema e nella sua prima fase di avvio. Con la nascita di Italian Identity si sancisce il passaggio da una fase iniziale a quella matura di realizzazione degli obiettivi di tutela.” – E’ il commento di Achille Tonani, General manager Business Assurance di Rina Services.

A Paestum arrivano le «Mozzy bag» dello chef Ilario Vinciguerra

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Ilario-VinciguerraLa «bufala arancione» sbarca a Paestum (SA) in occasione dell’edizione 2016 di «Lsdm – Le strade della mozzarella». E lo fa non solo come partner della kermesse tutta dedicata all’«oro bianco» ma presentando anche le ultime creazioni e i brand di successo della «Ilc La Mediterranea».

mozzy bag 1La prima è per la sera di domenica 17 aprile nei saloni del museo archeologico nazionale di Paestum dove lo chef Ilario Vinciguerra offrirà una sua personale interpretazione della mozzarella di bufala con le «Mozzy bag» prodotte proprio dalla «Ilc La Mediterranea».
Fedele al connubio della tradizione che si consolida rinnovando, l’azienda agroalimentare napoletana sarà presente il 18 e 19 aprile al «Savoy Beach hotel» di Paestum con i prodotti più famosi dello storico marchio «Mandara»: dalla mozzarella di bufala ai bocconcini, alla ricotta alle produzioni bio.
mozzy bag 2Spazio anche a «Latterì», tra gli ultimi nati nei laboratori di «Ricerca&Sviluppo» dell’industria lattiero-casearia partenopea: si tratta di latte di bufala dop di prima qualità concentrato ottenuto grazie a un processo che, riducendo del 50 per cento la quantità di acqua, esalta le caratteristiche organolettiche peculiari del latte di bufala e consente la valorizzazione di una vasta gamma di preparati dalla gastronomia alla pasticceria e gelateria. «Latterì» si monta come la panna, grazie a una elevata capacità addensante, e regala un retrogusto dolce e persistente che si sposa benissimo sia con i sapori dolci che salati.
Nello stand di «Latterì» sarà inoltre possibile assaggiare il gelato di bufala, ultima creazione della gelateria «L’Orso bianco» di Aversa.

Nivarata : ad Acireale il Festival della Granita Siciliana.

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Nivarata, il festival internazionale della granita siciliana, torna in scena ad Acireale per il consueto appuntamento di inizio estate, il 3, 4 e 5 giugno 2016. La manifestazione, organizzata da Progetti Collaterali e Studio Muse in collaborazione con il comune di Acireale, alla sua quinta edizione continuerà a deliziare i palati dei numerosi visitatori con le creazioni di “granitieri” provenienti da tutto il mondo, in una location d’eccezione: Piazza Duomo.

Il nome Nivarata prende spunto dagli antichi nivaroli, preziose figure del passato che, attraverso la raccolta e la custodia della neve depositata sulla sommità delle montagne, rendevano possibile la realizzazione del dolce freddo al cucchiaio, tipicamente siciliano.

2013-06-14 a nivarata_2573_2La granita artigianale, oggi come allora, rimane una risorsa economica importante per la Sicilia. Dopo il successo dell’edizione 2015 con oltre 110 mila visitatori, centinaia tra aziende, associazioni, istituzioni e gelatieri internazionali partecipanti, anche quest’anno gli organizzatori di Nivarata presentano un festival all’insegna dell’artigianalità, della qualità e della passione. L’utilizzo di materie prime di eccellenza e l’inventiva dei maestri gelatieri – che fino allo scorso anno, hanno creato oltre 50 gusti diversi di granita – garantiscono il successo di una manifestazione che permette a migliaia di visitatori di assaporare un pro- dotto di altissima qualità, scoprendo inoltre l’architettura, la storia e la cultura dell’isola.

Nivarata è una scommessa vinta”, commenta il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo. “Il festival piace e cresce perché sfrutta con innovazione e originalità una peculiarità della tradizione dolciaria siciliana, che ad Acireale trova una culla d’eccezione. Nivarata promuove una fetta della nostra cultura e attrae ogni anno imprenditori e tantissimi visitatori: per questo l’amministrazione comunale ha sostenuto e sosterrà il festival”. 1186170_1641848592714735_6619602907155123278_n-2

Durante i tre giorni di Nivarata, anche concorsi per premiare le granite speciali e innovative: professionisti del settore si sfideranno nel tradizionale concorso “Granita dell’anno”, e per ottenere gli ambiti premi “Don Angelino” – assegnato a chi saprà distinguersi nella tecnica di lavorazione – e “Caviezel”, dedicato al gelato artigianale.

Nivarata prevede incontri, degustazioni, live food show, attività per bambini, itinerari culturali e naturalistici, artisti di strada e sfilate di mezzi d’epoca.

E ancora, dibattiti culturali, convegni storici, workshop e una mostra storica della granita siciliana, con un percorso espositivo polisensoriale. In programma anche la manifestazione “La granita buona che fa bene anche agli altri”, serata di sensibilizzazione per il tumore.

Il festival, oltre ai produttori di materie prime e alle aziende del settore dolciario, coinvolge anche gli operatori turistici, pronti a valorizzare le bellezze barocche e naturalistiche di Acireale, che gode delle bellezze della Timpa e della magnificenza dell’Etna.

Per info, programma e aggiornamenti: www.nivarata.it e www.facebook.com/anivarata

Ad Asti il Gustadom: passeggiata tra enogastronomia e cultura il 3-4-5 giugno

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Il Gustadom è un percorso all’insegna della convivialità, del gusto e della memoria in cui cibo, vino e cultura si incontrano formando un legame unico e indelebile come la passione che accomuna i borghigiani del Rione Cattedraleimages

logo rione cattedraleIl Rione Cattedrale del Palio di Asti, ogni anno dal 2000, organizza, il primo fine settimana di giugno, il Gustadom. L’evento, giunto alla sua XVI edizione, è tra le manifestazioni culturali ed enogastonomiche più seguite sul territorio regionale, ormai conosciuta e frequentata da migliaia di persone.

Si tratta di una passeggiata enogastronomica nei giardini storici, le vie e gli angoli più suggestivi del Rione Cattedrale, occasione unica per vedere scorci magici intorno alla splendida Cattedrale di Asti.

La ricerca dei piatti, delle materie prime migliori e l’unicità delle ambientazioni fanno del Gustadom una manifestazione unica, il connubio perfetto tra le massime espressioni culturali e quelle enogastronomiche del nostro territorio.

CattedraleAll’ombra della Cattedrale, che è non solo la chiesa più grande del Piemonte ma anche il suo principale monumento gotico, si snoda il percorso del Gustadom. Nei punti ristoro si potranno degustare piatti tipici della cucina artigiana e piemontese abbinati ai vini migliori del territorio. Molte sono le realtà che collaborano alla manifestazione, enti locali e privati, pro-loco e associazioni, per rendere ogni anno il Gustadom più speciale.

Tra le delizie proposte in questi anni troviamo: carne cruda all’astigiana battuta al coltello, frittata d’ortiche, friciula con il lardo, peperoni con bagna caùda, selezioni di formaggi e salumi, agnolotti e agnolotti gobbi piemontesi, polenta, tajarin, lingue di suocera e molti tipologie di dolci, tra cui citiamo il Mon di Mongardino. In alcune edizioni, il Comitato Palio Rione Cattedrale, per rendere ancora di maggior pregio la propria manifestazione, ha collaborato con Slowfood, inserendo tra i piatti, presidi enogastronomici impareggiabili tra cui la robiola di Roccaverano.

In occasione delle Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nel 2011, il Gustadom, con la collaborazione di Slowfood, si è vestito col tricolore, aprendo a piatti e specialità provenienti da tutto il territorio della penisola.

Durante il primo fine settimana di giugno, nel Rione Cattedrale, molte sono le manifestazioni collaterali al Gustadom che ampliano ulteriormente l’offerta culturale: mostre fotografiche, di pittura, concerti e conferenze.

Il Gustadom si propone come celebrazione delle unicità che Asti offre: cibo, vino e cultura e vuole essere un percorso all’insegna della convivialità, del gusto e della memoria.

 

Volantino 2016Quest’anno, il Gustadom si svolgerà nelle date di Venerdì 3 e Sabato 4 Giugno dalle ore 20, Domenica 5 Giugno dalle ore 12. Tra le iniziative enogastronomiche saranno presenti alcune importanti novità e la riconferma di piatti che hanno fatto il pregio e la storia della manifestazione.

Campionato Mondiale della Pizza con le 5 Stagioni di Agugiaro & Figna

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pizzaDodicimila pizzaioli si sono incontrati e sfidati, più di 25 mila pizze sono state sfornate dal 1992 – anno in cui è partito il primo Campionato Mondiale della Pizza, ad oggi. Una generazione di pizzaioli è cresciuta a colpi di acqua, farina, pomodoro e mozzarella, testimone dell’evoluzione di uno dei piatti della tradizione italiana più apprezzati nel mondo.

Il Campionato Mondiale della Pizza coinvolge quasi 35 nazioni (Italia, USA, Francia, Australia, Giappone, Brasile, Thailandia, Messico, Canada, Germania, Gran Bretagna, Russia, Polonia, solo per citarne alcune), con più di 650 concorrenti e quasi 7 mila visitatori.
L’edizione 2016 si tiene come ogni anno a Parma (Palacassa – Fiere di Parma), celebra il 25° anno della manifestazione e sarà ricca di numerose novità: 4 aree tematiche dedicate a specifiche ricette di pizza e primi piatti, 13 specialità tra gare di cottura e abilità e soprattutto, la grande opportunità di vedere riuniti più di 650 pizzaioli in azione e le migliori pizze al mondo in un’unica kermesse.

pizzamichele1L’attore Gian Marco Tognazzi sarà lo speciale testimonial di questa edizione, conosciuto al grande pubblico per la sua carriera di attore: non tutti sanno che ha ereditato dal padre, l’indimenticabile Ugo Tognazzi, non solo l’amore per il cinema ma anche la passione per il vino e la cucina italiana.

Tra i main sponsor dell’evento l’azienda Agugiaro& Figna.

pizza2Negli anni, la professionalità dei pizzaioli è cresciuta enormemente e la pizza è diventata, finalmente e meritatamente, sinonimo di ricerca e alta cucina. Questa evoluzione è anche il frutto della grande circolazione di informazioni e di eventi internazionali come il Campionato Mondiale della Pizza, che hanno portato la cultura della vera pizza italiana anche fuori dai confini nazionali. I tempi della pizza con maionese e ketchup sembrano essere fortunatamente agli sgoccioli: oggi anche a Londra, Berlino, New York e Tokyo è possibile trovare una vera pizza napoletana, cotta nel forno a legna e preparata ad arte secondo la tradizione, anche da un pizzaiolo non “italico”.

Archichef Night 2016. Dopo Milano tappa a Roma

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Gli Archichef in piazza Gae Aulenti_credits Luca TrevisaniSi è conclusa con successo la prima tappa milanese di Archichef Night 2016 tenutasi al ristorante The Stage, sopra lo store Reply in Piazza Gae Aulenti. Dopo Milano proseguirà con Roma il 4 maggio al MAXXI, poi Belgrado, Londra, Copenaghen, Palermo e infine Bolzano.

Peter Pichler Architecture intenti nel realizzare la Torta Scaher Scomposta, giudicata miglior piatto della serata_credits Luca TrevisaniL’evento, con oltre 90 partecipanti, ha portato dietro ai fornelli cinque noti studi ci architettura milanesi. Alberto Gigli Architetto, specializzato in design di interni di noti brand di moda, ha ideato e servito “Il Naviglio Levante”, lasagne fatte con pasta fillo, ripiene di crema di ricotta di capra, cima di rapa, finocchietto selvatico e timo, un rametto di salvia essiccata a ricordare la struttura lignea da pesca del Trabucco e un rivolo di brodetto di pesce all’anconetana a ricordare il mare.
Archichef Night Milano_credits Luca TrevisaniIl Naviglio di Levante” è un immaginario canale navigabile, un nuovo approdo da Milano per l’Adriatico. Questo mare accomuna Alberto Gigli e il collega, Stefano Scianamè.

Progetto CMR, studio internazionale famoso per aver realizzato la sede della Gazzetta dello Sport e le Torri Garibaldi a Milano, ha preparato il piatto “La Strana Coppia” caviale di pepe e limone
su tartare di ricciola al profumo di arancia e finocchio.
Gli accoppiamenti apparentemente in contrasto in realtà hanno valorizzato ogni singolo sapore, dando vita ad un antipasto fresco con alcune note acidule date dalla soya e dalle perle di limone.

DINNDINN!, società italiana di innovazione e design, ha portato in tavola “The DINN!er”, un risotto neutro servito con quattro opzioni di ingredienti da mantecare a proprio piacimento sulla base di quattro gusti:
– Italiano Deciso: Seppia, Asparagi & Arancia;
– Italiano Delicato: Crudo di Gambero Blu Australiano, Vaniglia & Limone;
– Fusion Delicato: Ricciola, Alga Wakame & Sakè;
– Fusion Deciso: Salmone, Avocado & Wasabi.

“Primo Memorial La Luce di Aurora”. Il 17 aprile la Sicilia enogastronomica tutta unita

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pietro d'agostinoGli chef Ciccio Sultano, del Duomo di Ragusa, Massimo Mantarro, del Principe Cerami di Taormina, Pino Cuttaia, della Madia di Licata, Vincenzo Candiano, della Locanda Don Serafino di Ragusa, Piero D’Agostino, della Capinera di Taormina, Tony Lo Coco, dei Pupi di Bagheria, Claudio Ruta, della Fenice di Ragusa, Francesco Patti e Domenico Colonnetta, di Coria di Caltagirone, Giuseppe Costa, del Bavaglino di Terrasini, pino-cuttaia-2Carmelo Trentacosti, del Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, Accursio Craparo, di Accursio Ristorante di Modica, Carmelo Floridia e Stefano Alfano, di Gurmè Vasocottura di Modica, Angelo Treno, del Fogher di Piazza Armerina, Peppe Bonsignore, dell’Oste e il Sacrestano di Licata, Dario Di Liberto, del Tocco di Ragusa,lo coco Peppe Barone, di Fattoria delle torri di Modica, Bianca Celano, di QQucina Qui di Catania, Rita Russotto e Manuel Distefano, di Satra di Scicli, Andrea Macca, di Donna Carmela di Riposto, Giuseppe Raciti, di Zash di Riposto, Ninni Radicini, della Locanda Gulfi di Chiaramonte Gulfi, Salvatore Vicari, del Ristorante Vicari di Noto, Giulia Carpino, di Barone di Villagrande, Corrado Assenza, del Caffè Sicilia di Noto, Giovanni Cappello, della pasticceria Cappello di Palermo, Antonio Colombo, di Modica, Rosario Umbriaco, della Tavola Calda Europa di Enna, Andrea Graziano, di Fud Catania, Giovanni Guarneri, del Don Camillo di Siracusa, la signora ‘Ndina del Dammuso di Noto si riuniranno tutti insieme per un evento che segnerà la storia dell’enogastronomia siciliana.

 

locandinafinaleIl 17 aprile al Golf Resort le Saie di Carlentini (Sr), si svolgerà il Primo Memorial “La luce di Aurora”, in memoria della figlia dello chef Marco Baglieri del ristorante Crocifisso di Noto, prematuramente scomparsa lo scorso 7 dicembre, a soli 13 anni, a causa di una leucemia, e che proprio quel giorno avrebbe compiuto 14 anni. marco-baglieri_01-870x410Sarà una vera e propria festa, all’insegna della buona cucina, dello sport, ma soprattutto della beneficenza. Infatti, tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza a favore di alcune associazioni onlus nate dal desiderio di offrire ai bambini colpiti da malattie oncoematologiche e alle loro famiglie un aiuto concreto per affrontare meglio la difficile e dura esperienza della malattia, di fornire un alloggio “gratuito” soprattutto a chi non è in grado di supportare un non indifferente dispendio economico e di dare la possibilità ai bambini di poter fare una vacanza “normale”: I delfini e di Lucia di Noto, l’Agal di Pavia, Dynamo Camp di Pistoia e Save Moras.

Durante la mattinata si terrà un torneo di golf, durante il quale potranno accedere solo i golfisti, che si concluderà intorno alle 17,00 del pomeriggio.

Alla buca 9 (metà percorso) è prevista una pausa arancino/panino, con gli arancini di Rosario Umbriaco, i panini di Mignemi Mastro Fornaio e Tommaso Cannata e i salumi Il Chiaramontano.

A fine torneo ci sarà un rinfresco con i panini di Fud di Andrea Graziano. Dalle 20,00 in poi avrà inizio la cena buffet preparata dagli chef, che presenteranno i loro finger attraverso un cooking show. In degustazione anche vini, birre ed eccellenze gastronomiche provenienti da tutta la Sicilia.

ciccio-sultano-chefPer mantenere alto il tono della festa, sono previsti momenti di divertimento e condivisione: a metà serata si svolgerà un’asta, durante la quale saranno messi in vendita gadget, vini e altre eccellenze. Batterà l’asta lo chef Ciccio Sultano; a fine serata gli chef prepareranno insieme la “busiattata”, con la pasta di grani antichi siciliani di Molini del Ponte di Filippo Drago.

Proprio perché “la vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi”, il desiderio dello chef Baglieri è quello di mantenere vivo il ricordo di Aurora, festeggiando con i suoi colleghi il suo compleanno, come se lei fosse presente, dove tutti dovranno divertirsi, “regalandole” in questo modo qualcosa che la ricorderà in maniera indelebile e portando avanti ciò che a lei piaceva tanto fare: aiutare gli altri. Gli chef del circuito e delle Soste di Ulisse e non, i produttori di vino e di eccellenze enogastronomiche, i fornitori di materiale per la ristorazione e i catering, gli istituti alberghieri, i sommelier e tanti altri ancora stanno contribuendo a realizzare questo desiderio, mettendo in moto una vera e propria macchina di solidarietà, confermando la grandezza della Sicilia e dimostrando che insieme tutto è possibile, anche realizzare, senza chiedere niente in cambio, una delle feste più belle, mai viste prima in Sicilia. Un evento unico, durante il quale i grandi nomi dell’enogastronomia siciliana porteranno in tavola non solo i loro piatti, i loro vini e i loro prodotti, ma anche la loro sensibilità in nome di Aurora, la cui luce ancora una volta ha brillato, riuscendo a riunire in sua memoria l’intera Sicilia enogastronomica.

 

Fud – Bottega Sicula a Palermo –

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20160405_133352E’ difficile recensire un locale in cui il cibo non è la prima cosa di cui ci si accorge e di cui si parla. Un locale in cui il cibo è la fine ultima di una miriade di idee messe insieme in modo sapiente ed assolutamente innovativo. E’ difficile recensire un locale che si stacca da tutto quanto di consueto si possa essere abituati a frequentare. Recensire un concept, un’idea imprenditoriale brillante, una realtà economica importante ed un locale unico nel suo genere è impresa assai ardua; che parte sicuramente da 5 stelle, proprio per la valutazione di quanto espresso sopra. Sto parlando di Fud, bottega sicula a Palermo, in Piazza Olivella. 20160405_133406Un locale a metà strada tra la road house americana e la bottega di prodotto di eccellenza, in cui tutto è top di gamma e spesso anche biologico. Alla base del concept c’è la territorialità, e un’idea di amore verso una terra generosa e feconda – la Sicilia – che è seconda a nessuno in quanto a produzione di eccellenza enogastronomica. Il progetto nasce da eclettiche e lungimiranti menti etnee, e di fatto vede la luce a Catania circa quattro anni fa e dove cresce con successo, per arrivare nel capoluogo di regione circa sette mesi fa, con una filosofia unica. Il locale è molto bello. tavoloneRaggruppa in sé l’enoteca, la salumeria di nicchia, il ristorante “ sociale” con un grande tavolone centrale in cui accomodare amici che non si sono mai conosciuti prima. L’architettura e l’interior design puntano sull’evidenza del prodotto: scaffali fino al soffitto sono colmi di prodotti per la vendita al dettaglio.
assagginiSui ripiani assaggini di frutta secca e prodotti da comprare e portare a casa : cioccolata, torroni, anche piccole agendine artigianali, matite colorate, spillette, conserve. Tutto frutto di alto artigianato specializzato. Non ci sono particolari decorazioni: il locale è fatto dagli stessi prodotti. Tutto è “local”, “meid in sisili”: si perché da Fud l’inglese si scrive così come si pronuncia, senza deroghe di sorta. Le centinaia di bottiglie e di barattoli che arredano il locale e solleticano il senso del gusto sono pieni di prodotti che nascono in laboratori siciliani, sparsi su tutta la superficie dell’isola.

Laboratori che ormai, vista la richiesta in continua crescita, lavorano in regime di esclusiva proprio per Fud. 20160405_133619Non fanno eccezione neanche i menù, che sono veramente spassosi. Siamo in due nell’ampio e arieggiato dehor, di fronte ad una delle più belle chiese di Palermo e nella zona della movida cittadina, ed il nostro è un pranzo al tiepido sole di una Palermo straordinariamente bella. 2016-04-06 11.16.06Ci sentiamo turisti tra i turisti, ed è sempre una bellissima sensazione. Iniziamo con una porzione di patate fritte in condivisione, accompagnate da salsa barbecue. Le patate sono innanzitutto “vere”: non sono surgelate e vengono fritte con la loro buccia e dopo essere state battute, in freschissimo olio di semi di girasole  sostituito al massimo ogni due giorni. Il colore e il sapore delle patate confermano questa importante informazione. received_10207752353520685A seguire, il mio commensale si lascia tentare da un’insalata mista in cui, oltre alla “fagiolina” sono copiosamente presenti patate, pomodorini, tonno, sarde salate, uovo sodo, olive. Un tripudio di gusti in scala di sapidità perfetta. Piatto ricco, sostanzioso e altamente proteico. La porzione basterebbe per tre persone. Io invece mi oriento verso il panino, che è fondamentalmente al salmone e che scelgo da una lunga lista : ed obietto che c’è poca sicilianità nel salmone, che di fatto è norvegese. 2016-04-06 11.17.01Ma no, mi sbaglio almeno in parte : il salmone, effettivamente norvegese, viene infatti affumicato nel catanese e curato con sale di Mothia diventando un salmone “mezzosangue” siculo norvegese. Ma non solo: il mio strabiliante panino oltre al salmone prevede la stracciatella di bufala ragusana ed una bella grattatina di zest di limoni locali. Il pane stesso si presenta ricoperto di semi di papavero e grani di zenzero. Definirlo esorbitante è probabilmente riduttivo. Un panino per appetiti robusti dato che sia salmone che stracciatella sono presenti in quantità molto generose. Ovviamente il tutto è di una freschezza gratificante ed il sodalizio tra la bufala e il salmone, suggellato dall’aroma di limoni, è di sicuro successo ed interesse. 20160405_141355Mio malgrado devo avanzarne un pezzo, dato che mi attende un dessert al quale non voglio proprio rinunciare e che è un gelo di limoni con fragole e foglie di mentuccia, servito dentro ad un barattolo. Un dessert non eccessivamente dolce che ha diverse caratteristiche vincenti. Intanto è originale, e non è cosa da poco. Poi è ideale come fine pasto dato che per la presenza consistente di agrume ha non soltanto una funzione sgrassante e rinfrescante ma anche digestiva. Infine è stracarico di vitamine, il che non guasta di certo. E poi è deliziosamente buono, con un “gelo” dalla consistenza ideale, servito a temperatura di poco al di sotto del freddo, di buon bilanciamento zuccherino affiancato alla nota acidula delle fragole ed a quella erbacea e terrosa delle foglie di mentuccia. Ottimo davvero e, ancora una volta, decisamente abbondante. Volutamente ho sinora glissato sulle bevande. Ma eccoci al punto. Io scelgo una Cola locale, tutta naturale, ed il mio commensale un succo di pompelmo rosa biologico. La mia Cola è stupefacente, con quel suo colore quasi dell’Alkermes ed un gusto ottimo, fresco e dissetante ma con un’addizione di anidride carbonica di molto inferiore alla Coca Cola tradizionale. Questo è peraltro l’unico prodotto ad essere realizzato in gemellaggio con il Piemonte, dove la bevanda viene imbottigliata. Tutto il resto presente sui menù ed anche sugli scaffali è strettamente di produzione siciliana: persino i barattoli di sughi e condimenti, gli olii, i vini.  Il nostro pasto si conclude con un caffè gustoso e ricco: anch’esso di produzione locale e con una “cudduredda” alla cannella. 20160405_133629Il costo di questo pranzo è pari a 29 euro. Superfluo sottolineare un impareggiabile rapporto qualità/prezzo.
In conclusione, Fud è un locale di tendenza che offre cibo di elevatissima qualità. Frequentato indifferentemente dalla fascia più giovane di avventori, ma anche da famiglie, coppie e turisti, per via di un servizio particolarmente attento, gentile e gioioso e per la particolare attenzione rivolta ai più piccoli – anche con la presenza di seggioloni e palloncini colorati – è consigliato anche a famiglie con bimbi piccoli. La direzione non accetta prenotazioni. Nei giorni di maggiore flusso, dal venerdì alla domenica, è consigliabile presentarsi entro le 19.30

Alessandra Verzera

 

Project Manager  :  Andrea Graziano

Patron : Andrea Graziano, Claudio Bica, Gianluca Cigna

Maitre : Antonella Pitarresi

Chef responsabile cucina  :  Carlo Zuccaro

Coperti: 60 (in) – 70 (out)

Range: Alto

Categoria: Fast Food, Take Away

Ranking (*)

Location: 4

Cibo: 5

Carta Vini:  Nil

Presentazione: 4

Servizio: 4

Mise en place: 3

Atmosfera: 3

Allestimenti: 4

(*) Legenda :

1 = pessimo
          2 = scadente
          3 = sufficiente
         4 = ottimo
            5 = eccellente.

Editoriale. Palermo perde un altro bar. E tanta memoria.

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roney repubblicaSono ormai lontani i tempi in cui Palermo acquistava i dolci della domenica da Caflish e  si incontrava al Roney di Via Libertà, quel bar in vetrina vagamente ammiccante oltre la cui vetrage la gente favoleggiava di cose vere, presunte e fantasiose, imbastendo storie, flirt e pettegolezzo spicciolo. Sono lontani i tempi in cui un The o un caffè, una cioccolata o un aperitivo costituivano una occasione irrinunciabile per “esserci”, molto semplicemente. Tutto questo finì, a ragione di vicende di varia natura, ma la gente si spostò di poco, in un Cafè Nobel carico di marmi e stucchi, per molti pacchiano, per altri opulento. In ogni caso colmo di poltrone , di collane e chincaglieria, di effluvi di profumi femminili , di chiacchiericcio e di “kitch and chic“. Non durò neanche questo, e cambiò pelle e zona. Per finire comunque irrimediabilmente, e spostarsi di nuovo in posizione defilata, dove è ancora. mazzara4I palermitani del the delle cinque dovettero rassegnarsi: in città, nel centro bello della città in cui si decidevano le sorti dei migliori regali di Natale o delle storie adulterine degli amici, non c’era più dove sedersi con il pretesto di uno snack. Lasciata mestamente la via Libertà si prese d’assalto il bar Mazzara, in luogo strategico, ma più nel cuore della city che non dello shopping di lusso, se non per qualche gioielleria o qualche altrettanto storico negozio di abbigliamento maschile. Debacle. La cronaca della chiusura di questo altro storico locale è recente e non conosce rassegnazione , come la dolorosa vertenza dei tanti dipendenti mandati a casa senza troppi complimenti. aluiaE così, come uno sciame mosso dal vento ed attratto da pollini svolazzanti allora la ” societèe” panormita rivalutò quello che fino ad allora aveva definito in termini poco lusinghieri; ovvero il bar Aluia. Di fatto, l’unica vera memoria cittadina in fatto di bar, tornando quindi in via Libertà, quando in via Libertà c’era Fiorentino e – ancora meglio – Cartier. Ed a questo punto, toglieteci tutto ma non toglieteci Aluia, dove si sono trasferiti i chiacchiericci, e le chincaglierie delle signore vip della città, ma anche i briefcases di tanti manager che discettano di economie sfasciate in una città che è l’antitesi perfetta dell’economia e della crescita economica, e dove un broker è molto spesso un semplice promotore finanziario o un rivenditore di polizze assicurative. Ma Palermo ha sempre vissuto di enfasi e di arrotondamenti per eccesso anche in fatto di carriere e di prestigi personali, e quindi ci sta tutto e ci sta anche questo, laddove l’ambizione di molti tutt’oggi è quella di entrare in un locale e sentirsi chiedere : ” il solito?“. Perchè ciò fa presenza, fa influenza, fa trend setting, e testimonia agli altri il fatto di esistere e di avere un peso pregnante nella vita pseudo patinata della città. Ma queste sono altre considerazioni, che scivolano in una analisi sociologica e comportamentale che è meglio lasciare dove sta.  Parliamo di bar, e di migrazioni estive.
Non va benissimo neanche a Mondello, che i palermitani che riescono ad affittare una casetta in quel sito amano chiamare “Mondallo“, con la “e” più aperta del mare del golfo. Caflish toglie le tende anche da Valdesi, e diventa Bar Alba. renato3Ma in piazza intanto, a meno di due chilometri dalla rotonda di Valdesi, si consuma il dramma di un altro locale storico: e va via il bar Renato, cedendo la piazza all’ Antico Chiosco che, oltre ad essere antico è anche molto datato.  Lungo il percorso, brandelli di memoria pendono dalla mente dei più agèe che ricordano con nostalgia la Sirenetta ma che per fortuna ritrovano ancora la Latteria. Non esiste più Alagna e meno che mai Chamade, ma in compenso gli sciami impazziti hanno eletto a fissa dimora strutture precarie pregne di ordinaria sgarberia e supponenza. Bar-AlbaE ora un’altra tegola si abbatte sui plotoni di palermitani che, al vertice di impegnate conversazioni oscillanti tra una falsa conoscenza gastronomica e la leggenda metropolitana, dissertavano delle arancine del Bar Alba, di piazza Don Bosco, stilando classifiche e dividendosi tra detrattori e sostenitori, sull’onda lunga di una sciocchezza nata molti e molti anni fa e che riguardava il ripieno delle famose arancine alla carne. arancinaE’ strano come in questa città le idiozie assurgano al rango di verità storiche, laddove le cose vere ed edificanti vengano elegantemente ignorate e liquidate nello spazio di 24 ore. Ma tornando al Bar Alba, la notizia è che sia la sede storica che la succursale – che prese il posto del Caflish mondellano – chiudono.  Perchè? Debiti, inimmaginabili debiti, sostanziosi, ingenti, insanabili. Mala gestione, cattiva amministrazione: e conseguenza inevitabile. baralbaE dietro all’ennesimo scoramento dei miei concittadini che dovranno presto trovare un’alternativa valida ai loro pomeriggi impegnati a discutere del nulla assoluto, esiste sempre la solita piaga putrescente: i lavoratori, i loro stipendi non pagati, i loro arretrati e le loro aspettative disattese. Ora mi spiego la totale assenza di sorrisi e di garbo di alcuni di loro: ora tutto va al proprio posto ed ha una ragione d’essere. Chi potrebbe mai sorridere non percependo stipendio da quattro mesi e facendo fatica persino a mettere la benzina nella macchina per recarsi al lavoro? Un pazzo, un demente, uno scellerato. Non certo un lavoratore con famiglia a carico. alba arancineE così lo storico locale di Palermo cala per sempre le saracinesche, mentre la società di gestione ha avviato la procedura di licenziamento collettivo. Per il bar Alba si discute di debiti pregressi per svariati milioni di euro e stipendi arretrati trovati in eredità dalla vecchia gestione. Dal 24 febbraio è subentrata un nuovo organo amministrativo, che vede a capo il presidente Giuseppe Caronia, che ha soppiantato  l’amministrazione Porcelli/Tarantino. Il nuovo Cda ha anche avviato un’azione di responsabilità contro i vecchi amministratori. “In questo mese di gestione – spiega al Giornale di Sicilia, Caronia – abbiamo provato a rimettere sul binario giusto le due attività, e la clientela se n’ è accorta. Ma di fronte ci siamo ritrovati una montagna di debiti e una gestione pregressa poco attenta. Finora abbiamo mantenuto gli impegni con i lavoratori, pagando stipendi e contributi, ma adesso la situazione è diventata insostenibile”. alba mondelloCaronia aveva scritto ai sindacati per incontrarli e trovare una soluzione. Ma poi è arrivata la decisione di chiudere. “La convocazione è per la comunicazione di inizio della procedura di licenziamento – dice Monja Caiolo, segretario provinciale della Filcams Cgil – siamo rimasti spiazzati, perché pensavamo che la riunione servisse per discutere il rientro delle somme dovute ai lavoratori dalla vecchia gestione“. Questa è la storia: 50 dipendenti andranno a casa, e per i punti di piazza Don Bosco e Mondello è pure in atto lo sfratto esecutivo. Questa, anche questa, è la Palermo da cui i palermitani avveduti tentano di fuggire. Una città di arte, di sole e di mare, ma dove sole, arte e mare non bastano più.

Alessandra Verzera

 

Foto Roney di repubblica.it

Foto Alba – big slide – blogsicilia.it