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Riccardo Ghironi, lo chef “riservato”. L’intervista.

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Scopro Riccardo Ghironi per puro caso, parlando e girovagando di cucina.  Sui social vedo immagini straordinarie, ma non lo conosco, non ne ho mai sentito il nome. Un cattivo pensiero mi attraversa la mente, ma vedo che tutti gli si rivolgono con deferenza e lo chiamano Maestro. Ma vedo anche che lui si schernisce continuamente definendosi ” cuochetto”. Ed allora il mio dubbio cresce: ma no, non trovo le immagini sul web carpite ad altri; tutte le realizzazioni, di cui alcune davvero eccezionali, sono davvero sue. Che però…

Ghironi, in un mondo di sovraesposti – specie in questo settore – lei sta abbastanza nelle retrovie. Come mai?

Beh , ho sempre considerato il mondo della cucina come un films, come uno show . Ognuno ha il suo posto , la sua mansione, il suo ruolo . Alcuni sono protagonisti o vogliono esserlo , a me invece piace  pensare di essere il regista , un po’ come Francis Ford Coppola :ha fatto dei grandi films, ma stando sempre dietro alla macchina da presa , e mai davanti…L'immagine può contenere: ciboNel suo curriculum appare chiaro che ha girato il mondo in lungo e in largo, praticando quindi ogni tipo di abitudine alimentare e i più disparati ingredienti: è giusto definire la sua cucina “internazionale”?

Si , mi piace scoprire l’ingresso te nuovo, e capire o sapere come si fa ad usarlo, ma non mi sono mai distaccato dalla mia tradizione , la tradizione della Cucina Italiana. Ci metto un pizzico di invenzione, ma la tradizione paga sempre .L'immagine può contenere: ciboLei è di origine Toscana, quindi proviene da una regione con una solida e vasta tradizione enogastronomica peraltro conosciuta ovunque: cosa rimane oggi nella sua cucina del Ghironi di Bagnone?

Ecco, questo e’ un punto molto importante. Si io sono toscano , di Bagnone, ma Toscana del Nord in provincia di Massa Carrara Al confine con la Liguria, e l’Emilia Romagna , e questo mi ha dato tanto. Ho imparato a fare la pasta fresca con l’influenza dell’Emilia Romagna a Nord , il pesce, con la Liguria a Ovest , la carne , la frutta e la verdura , dalla Toscana. E’ stato un punto molto importante da non sottovalutare. Di Bagnone porto dietro tanto, i valori, le mie abitudini, la mia storia, le mie esperienze , la mia vita I miei ricordi.L'immagine può contenere: cibo“Private Chef”; ci racconti. E’ un’esperienza che intende ripetere? Chi è il cliente tipo di uno chef privato del suo livello?

Si, continuo a farlo . E nato tutto in questi anni in Asia . Un cliente mi ha chiesto se fossi disponibile a cucinare solo per lui e pochi altri e così – concordati il prezzo e gli ingredienti-  gli ho affittato il ristorante. Da li poi le cose sono nate e cresciute piano piano, e così siamo andati avanti. Non c’è’ un cliente tipo , la clientela e’ molto varia, mi sono capitate persone normali , con una vita normale , ma anche dottori, avvocati, attori, cantanti, sceicchi…Poi con il passa parola e’ diventato un lavoro.

Si dice che ogni chef abbia i piatti “del cuore”: i suoi, se esistono, quali sono?

I miei sono quelli poveri, quelli della tradizione , della Lunigiana dove sono nato e cresciuto , quelli della mamma e della nonna, sapori imbattibili , un ricordo che inebria ancora le papille gustative e i ricordi.Nessuna descrizione della foto disponibile.I suoi ingredienti preferiti? Quel “tocco da maestro”?

Amo la pasta fatta in casa, ma mi piacciono anche i secondi e i dessert. Cerco di saper lavorare qualsiasi ingrediente mi capiti per le mani, per una mia conoscenza personale.
Non sono un Maestro, e neanche mi ci sento in quella posizione lì , mi sento ancora un alunno, ma un alunno curioso, questo si! L'immagine può contenere: ciboHo visto primi, secondi e con mia grande sorpresa dessert da lasciare a bocca aperta: ma lei, in fondo, cosa preferisce realizzare?

Mi piace dare libero sfogo con qualsiasi ingrediente, che però deve andare di pari passo con la tradizione, in questo modo, riusciamo a valorizzare tutti gli ingredienti , anche quelli più poveri. Mi piace molto la pasticceria, anche se non sono un pasticciere. E’ un mondo a parte : ma ho avuto anche dei Maestri Pasticcieri , dai quali ho imparato tanto, e che mi hanno dato tanto.L'immagine può contenere: dessert e ciboLei ha una mission, ben oltre la fama che non ricerca affatto, che è quella di “comunicare il cibo”, di insegnarlo in un certo qual modo. Si può imparare a mangiare bene e a scegliere il meglio senza che ciò costi una fortuna?

Si, sì puo’ . E penso che sia quello il lavoro più difficile di noi “ Chef” insegnare, non solo ai ragazzi che lavorano con noi, ma anche ai clienti , come mangiare e far capire loro cosa stanno mangiando, perché ogni ingrediente ha una sua storia da raccontare. Si possono fare dei bellissimi piatti e si possono mangiare dei buonissimi piatti, senza spendere una fortuna.L'immagine può contenere: ciboC’è una tappa futura nel suo diario di viaggio, a breve scadenza?

Al momento vista la situazione dovuta al virus, non ho preso impegni con nessuno. Ho declinato tante offerte, e ho passato la palla ad altre persone. Al momento ho deciso di aprire dei nuovi concetti di food; idee che avevo già da tempo ma mai avuto il tempo necessario per svilupparle. In questi mesi , ci siamo messi a tavolino e discusso di progetti.
Il mondo sta cambiando e  dobbiamo seguirlo ed evolverci insieme a lui.  Altrimenti rimarremo tutti indietro.

Alessandra Verzera

Scuola Tessieri, la scuola di cucina nel cuore della Toscana

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Una scuola di cucina nel cuore della Toscana concepita come una bottega del Rinascimento. Un luogo di formazione in cui, grazie ad attrezzature e tecnologie all’avanguardia e sotto la guida di alcuni tra i migliori maestri della cucina e della pasticceria nazionale e internazionale, imparare tutti i segreti della ristorazione guardando con fiducia al futuro.
Si chiama Scuola Tessieri, atelier delle arti culinarie e con i suoi 800 mq di spazi polivalenti, una sala annessa capace di ospitare 110 coperti, un approccio didattico altamente personalizzato, e il totale e completo rispetto delle norme anti-Covid, si configura oggi come il più grande e prestigioso centro di formazione per l’arte culinaria, la pasticceria e la ristorazione del centro Italia. Non è un caso che oggi il 92% dei diplomati di Scuola Tessieri trovi una collocazione entro i 6 mesi dal conseguimento del diploma.
Chef, pasticceri, restaurant manager, bakery specialist, ma anche artisti del cioccolato, maestri gelatai, professionisti della pizza gourmet, cuochi specializzati in cucina veg e gluten free: Scuola Tessieri è il luogo in cui si formano i ristoratori e i pasticceri di domani, dove sviluppare solide basi gestionali e insieme tecniche professionali all’avanguardia e fare i conti con il mondo della ristorazione del dopo-Covid. Alla fine del corso, della durata di sette mesi, di cui quattro di stage all’interno di ristoranti, pasticcerie, laboratori, hotel di eccellenza selezionati, la scuola rilascia tutti gli attestati e le qualifiche necessarie per entrare nel mondo del lavoro.“In Italia esistono esperienze importanti e prestigiose che somigliano a vere e proprie università, spiega Alessio Tessieri, fondatore e direttore della Scuola. Noi avevamo in mente qualcosa di diverso: per questo abbiamo definito Scuola Tessieri “Atelier delle arti culinarie”, proprio perché qui, come nelle botteghe del Rinascimento, maestri e allievi condividono la stessa esperienza e lavorano fianco a fianco ogni giorno, con una visione aperta del mondo enogastronomico nella costante ricerca dell’eccellenza”.

Quello di Scuola Tessieri è un atelier high-tech di altissimo livello, in cui le attrezzature e le tecnologie a disposizione degli allievi sono le più all’avanguardia sul mercato, proprio perché cucina e pasticceria sono professioni che si evolvono di continuo: si imparano le tecniche di lavorazione (dalle più semplici alle più elaborate) e si fa pratica con tutte quelle strumentazioni professionali che ogni ristoratore oggi deve conoscere e saper maneggiare.

In ogni scuola, a fare la differenza, accanto al metodo, alla tecnologia, alle relazioni col mondo del lavoro, sono proprio i docenti. A Scuola Tessieri a salire in cattedra sono chef e maestri che hanno lavorato nei migliori ristoranti e nelle più rinomate pasticcerie d’Europa, professionisti in grado di valorizzare talenti, capacità e predisposizioni degli allievi, siano essi giovani freschi di diploma, ristoratori o pasticceri già affermati che sentono l’esigenza di migliorarsi e aggiornarsi, o ancora amatori che desiderano mettersi in gioco pensando a un piano B per la loro vita professionale e non solo.Scuola Tessieri sorge a Ponsacco, tra Pisa e Firenze, nel cuore dell’arte, della cultura e della cucina italiana. Una scelta non casuale che consente di beneficiare di un filo diretto con le aziende agricole e vinicole del territorio, immergendosi in questo modo nei sapori e negli odori di una terra unica al mondo: la Toscana.

In questo ultimo anno la pandemia globale ha messo sottosopra la vita di ognuno di noi. Uno degli ambiti più colpiti dalla diffusone del Coronavirus è stato senza dubbio quello della ristorazione. Il ripensamento degli spazi, l’implementazione dei servizi di delivery, l’igienizzazione di superfici, utensili e servizi igienici, il ricorso a menu consultabili tramite smartphone, ma anche le norme che riguardano personale di servizio, solo per citare gli aspetti più macroscopici. “Chi si appresta oggi a lavorare nel settore della ristorazione, spiega Alessio Tessieri, deve fare i conti con una serie di complessità che vanno comprese e gestite, e non subite.

Disponendo di spazi ampi che consentono lo svolgimento delle lezioni in totale sicurezza, Scuola Tessieri ha fatto proprie, fin da subito, tutte le normative aggiornando al tempo stesso tutti i suoi contenuti didattici. Inoltre, il fatto di iniziare il loro percorso in un momento così delicato può consentire a questa nuova generazione di ristoratori e pasticceri in erba di crescere più preparati e più aperti a soluzioni innovative, temprando la loro capacità di superare le difficoltà contingenti.

I maestri della Tessieri: la passione al primo posto

I docenti di Scuola Tessieri, oltreché dal loro curriculum di chef stellati, di campioni nazionali e mondiali, di esperienze nelle migliori cucine e pasticcerie del mondo, sono stati selezionati a uno a uno proprio per la passione e la dedizione che guidano il loro lavoro, e per la capacità che hanno di trasmetterla e, naturalmente, per l’eccellenza tecnica.

Mario Ragona, oltre a essere stato consulente per numerose aziende del settore pasticceria in Italia e all’Estero, ha vinto fin da giovanissimo, premi e riconoscimenti, tra cui la Medaglia d’oro alla Coppa del Mondo di Pasticceria nel 2010 in Lussemburgo. Da allora è stato tra i più importanti promotori dell’alta pasticceria in Italia, facendo il giurato in eventi nazionali e internazionali e partecipando in tv a diverse trasmissioni Rai. Dal 2019 è Direttore Operativo di Scuola Tessieri e coordinatore didattico di tutta l’area pasticceria. A coordinare l’area cucina c’è invece Stefano Cipollini, 35 anni e un curriculum che vanta esperienze nelle cucine di Gaetano Trovato, Antonio Guida, Massimiliano Alajmo e Luca Landi. Per tutta la didattica relativa all’arte bianca e l’alta formazione in gelateria il punto di riferimento è Raffaele Musacco, che, oltre ad essere un grande pastry chef, è anche un’autorità indiscussa in tema di merceologia alimentare. Accanto a loro, seguendo un intenso percorso didattico, vengono chiamati a svelare tecniche e soprattutto passione numerosi e pastry chef esterni di grande valore nazionale e internazionale.

 

Il Webinar conclusivo de “Il Nuovo Enoturismo” . Il resoconto dell’estate 2020 e le prospettive 2021 per il Turismo Enogastronomico

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L’Enoturismo è una risorsa strategica sia per il comparto vinicolo che per il marketing territoriale della Lombardia dell’Italia. In un Paese in cui il Turismo rappresenta il 13% del PIL e in cui il settore Vinicolo pesa per 6,2 miliardi nelle esportazioni, l’Enoturismo intreccia questi due importanti volani dell’economia italiana con un fatturato di circa 2,65 miliardi di Euro. I 15 milioni stimati di enoturisti che hanno scelto l’Italia come meta incidono così per il 27% del fatturato delle cantine e addirittura per il 36% per le altre attività della filiera turistica territoriale. Questo Turismo sostiene inoltre le comunità rurali con 42 milioni di fatturato annuo. In Lombardia, una Regione con una superficie vitata di 22.090 ettari e una produzione di 1,3 milioni di ettolitri, l’Enoturismo ha già trovato terreno fertile, ma ha ancora ampi margini di crescita.

Di questo si è parlato ieri,  mercoledì 7 ottobre, in live streaming, nel Webinar “Enoturismo oggi, in Lombardia: sfide e opportunità”, promosso da Unioncamere Lombardia, durante il quale esperti del settore, operatori turistici, stampa specializzata e viticultori si sono confrontati per fare un primo punto su come è andata la stagione enoturistica in Lombardia e per capire quali siano le prospettive del comparto per la Regione e per l’intero Paese, proiettandosi così già nel 2021. Il webinar ha concluso il progetto formativo “Il Nuovo Enoturismo: istruzioni per l’uso”, un ciclo di incontri dedicati alla formazione degli operatori lombardi della filiera enoturistica, dai Produttori agli operatori dell’accoglienza in albergo, B&B e della ristorazione, fino alle guide turistiche, alle agenzie di viaggi e ai tour operator.La stagione 2020 del turismo italiano ha confermato che un numero crescente di viaggiatori – wine lovers, enogastronauti e turisti di varia estrazione – scelgono l’esperienza enoturistica. Quest’anno, viste anche le restrizioni dovute al Covid-19, l’Enoturismo si è spesso caratterizzato come ‘turismo della ripartenza’: un turismo di prossimità, economicamente accessibile, integrato con altre esperienze culturali, gastronomiche, naturalistiche, fruibile anche a piccoli gruppi, praticabile all’aperto preferendo spesso la vigna alla cantina.In Lombardia, ad esempio, il progetto ‘Vigneti Aperti’ – promosso dal Movimento Turismo del Vino della Lombardia – ha coinvolto numerose cantine lombarde, le quali hanno ottenuto un riscontro positivo. Questo grazie alle nuove proposte di servizi e esperienze create appositamente per i turisti italiani, che hanno in parte sopperito al mancato apporto del turismo internazionale di quest’anno.Anna Zerboni, Responsabile Area Servizi per le Imprese – Turismo, Cultura, Territorio di Unioncamere Lombardia, ha ricordato il successo del progetto formativo “Il Nuovo Enoturismo: istruzioni per l’uso”, organizzato nel mese di maggio in collaborazione con l’agenzia The Round Table e dedicato agli Operatori del settore: “Abbiamo fornito informazioni utili per accogliere al meglio gli enoturisti, promuovendo l’uso del web e fornendo informazioni sull’accoglienza in sicurezza e sulle indicazioni che il MIPAAF ha dato con il decreto del 2019 che ha disciplinato la materia dell’Enoturismo. Hanno partecipato oltre 150 tra Produttori vinicoli e Operatori dell’accoglienza in Lombardia. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce in un progetto più ampio di promozione – che comprende azioni a supporto delle imprese e bandi – che stiamo sviluppando in collaborazione anche con Regione Lombardia, che come noi vede nell’Enoturismo una grande occasione per ripensare il settore in un contesto storico così particolare”.

Il contesto italiano e internazionale è stato tracciato da Magda Antonioli, Vicepresidente European Travel Commission e Consigliere ENIT: “Mediamente, l’enoturista è disposto a spendere oltre 120€ per un’esperienza nel mondo del vino, un valore che sta crescendo grazie anche all’attenzione dei consumatori che sempre più vogliono provare prodotti di qualità. È da riscontrare inoltre che l’Enoturismo ha un impatto molto importante non solo a livello economico, ma anche socioculturale su tutto un territorio”.L’enoturismo è ormai una dimensione stabile e rilevante del fatturato delle imprese del settore” – ha spiegato Giulio Somma direttore de Il Corriere Vinicolo – “Rispetto però al mercato del vino, che può essere venduto individualmente dai singoli produttori, l’enoturismo coinvolge un patrimonio collettivo che costringe tutto un territorio a collaborare e fare squadra. Questo porterà a un radicale cambio di visione da parte dei produttori, che attualmente vedono gli altri produttori del proprio territorio come concorrenti e non come possibili partner”.

Carlo Pietrasanta, Presidente del MTV Lombardia, sintetizza così l’estate 2020: “La priorità ora deve essere la preparazione per il ritorno degli stranieri: appena l’emergenza Covid sarà passata e si potrà tornare a viaggiare in sicurezza, dovremo farci trovare pronti per accogliere al meglio le tante persone che hanno voglia di Enoturismo in Italia. Quest’estate, pur con le limitazioni che abbiamo avuto, ci ha dimostrato quanto siano attrattive la vigna, la cantina e le esperienze a esse collegate e che bisogna continuare su questa strada”.

 

Credits : Foto del Vigneto notturno di Fabio Gambino

Tataki di tonno su gazpacho di fragole e pomodoro, gel alla menta e salsa di alici

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Ingredienti per il gazpacho :

-4 pomodori ramati già spellati
-350 gr di fragole
– extravergine d’oliva
-Un gambo di sedano
-mezzo cetriolo
-scorza grattugiata di un lime intero
-sale e pepe q. B
-2 grattugiate di zenzero

Ingredienti per la salsa di alici

-100 gr di alici sgocciolate
-80gr panna fresca
-80 gr latte intero

Ingredienti per il gel di menta

-Mezzo mazzo di menta
-Olio qb
-100gr acqua
-1gr xantana

————

-2 Filetto di tonno da 150 gr cad
Olio e sale qbPer la preparazione del gazpacho di fragole e pomodoro :

-Frullate tutti gli ingredienti insieme con un frullatore a immersione aggiungendo progressivamente l’olio

extravergine di oliva fino ad ottenere una consistenza abbastanza liquida.

Per la preparazione della salsa di alici:

-Frullate le alici, il latte intero e la panna e portare a bollore facendo ridurre la salsa

Per la preparazione del gel di menta:

-Mixare tutti gli ingredienti e passare al setaccio

Procedimento

Prendete un piatto piano, adagiateci al centro il gazpacho di fragola e nel frattempo cuocete i filetti di tonno su una piastra bollente per pochissimi minuti: dovrà essere dorato fuori e crudo dentro. Una volta pronto, tagliate il tonno a fette di medio spessore e adagiatelo sopra il gazpacho . Infine decorate il piatto alternando il gel di menta e la salsa di acciughe e servite

Vito Poma

Terra Madre Salone del Gusto 2020, da domani i primi appuntamenti

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Tutti collegati a partire da domani, giovedì 8 ottobre e per sei mesi, su www.terramadresalonedelgusto.com, la piattaforma che ospiterà gli eventi digitali della manifestazione internazionale più importante dedicata al cibo buono, pulito, giusto e sano organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino.Il Salone del Gusto 2020 di Torino: arrivano le date ufficiali dell'eventoUn evento rivoluzionato per adattarsi alle nuove esigenze di sicurezza dettate dal Covid che, grazie alle nuove tecnologie, permetterà a un’ampia platea di spettatori, in Italia e nel resto del mondo, di appropriarsi delle chiavi di lettura per leggere le crisi climatica, economica, sociale, sanitaria e alimentare che stiamo vivendo e comprendere, grazie all’intervento di esperti, quali strade possiamo percorrere per costruire un futuro migliore, per l’umanità e il pianeta.

Terra Madre Salone del Gusto si apre giovedì 8 ottobre a partire dalle 12 con gli interventi inaugurali di:

Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che rivolge un saluto ai delegati di Terra Madre di tutto il mondo e li invita a essere creativi, a sviluppare idee innovative, a mettere in campo nuovi progetti, che possano essere un esempio anche per altri soggetti che in tutto il mondo lavorano in maniera sostenibile tutelando l’acqua, i suoli, l’aria.Chi è David Sassoli, nuovo Presidente del Parlamento Europeo • Prima Pagina  OnlineDavid Sassoli, presidente del Parlamento europeo, che mette in evidenza la grande sfida che abbiamo davanti, nella possibilità di progettare un’Europa più verde, più equa, più digitale che implicherà un cambiamento profondo degli stili di vita, dei consumi, della produzione, nonché della vita quotidiana delle persone.

Marie Hagavicepresidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), partner di Slow Food per i progetti a sostegno delle popolazioni povere delle aree rurali nel miglioramento della produzione di cibo e dell’accesso al mercato, che sottolinea quanto l’evento digitale rappresenti, quest’anno ancor di più, un’opportunità per unire i delegati di Terra Madre.Terra Madre-Salone del Gusto 2020 cresce: sempre più famiglie pronte ad  ospitare i delegati- Cuneocronaca.itAlle 17 a dare il via ai lavori sarà la prima delle grandi Conferenze Nuove geografie e possibili futuri: la conferenza inaugurale. La geografia è la scienza che più di tutte ci permette di leggere il mondo che ci circonda. Ma per leggere la realtà con lenti nuove è necessario abbandonare confini politici e bandiere per focalizzare l’attenzione sulla terra, i suoi ecosistemi, le relazioni fra gli esseri umani e la natura.

Intervengono nella Conferenza:Radio 3 Franco FarinelliFranco Farinelli, già professore ordinario di Geografia dell’Università di Bologna e docente presso le Università di Ginevra, Los Angeles, Berkeley, e alla Sorbona di Parigi, autore del saggio L’invenzione della Terra;Paul Collier | Economics | Business | Chartwell Speakers BureauPaul Collier, direttore dell’International Growth Centre (IGC), centro di ricerca economica con sede presso la London School of Economics, e autore dei saggi Il futuro del capitalismo e L’ultimo miliardoPerché i paesi più poveri diventano sempre più poveri e cosa si può fare per aiutarli;Auteur Virginie Raisson | Robert Laffont CanadaVirginie Raisson, analista in relazioni internazionali, specializzata in geopolitica prospettiva, direttrice del centro studi francese Lépac, e autrice dell’Atlante dei futuri del mondo.

Modera: Davide Papotti, docente di geografia culturale presso l’Università degli Studi di Parma.Geografia, caleidoscopio di saperi. Ma docenti in calo - Gazzetta di ParmaNel giorni successivi andranno on line sulla piattaforma gli altri format dell’evento digitale.I Forum, l’essenza del grande incontro internazionale della rete Slow Food: produttori delle Comunità e dei Presìdi, cuochi, attivisti ed esperti che si confrontano su tematiche legate ad agricoltura, alimentazione, sostenibilità, biodiversità e modelli produttivi. Quest’anno, i forum sono organizzati intorno ai quattro ecosistemi, per mostrare come essi abbiano fragilità simili e, quindi, simili e condivisibili siano le possibili soluzioni. I forum sono organizzati in forma di webinar e per partecipare è necessario registrarsi.

Food Talk, sono una nuova formula di questo Terra Madre Salone del Gusto 2020. Dieci minuti per fare emergere pensieri e parole davanti alla telecamera. Scrittori, economisti, filosofi, antropologi, ecologisti, educatori, insieme a contadini, pastori, pescatori, cuochi offrono la propria visione su ambiente, agricoltura, alimentazione… Un quadro collettivo sul futuro che vogliamo.

Nuovissimi a Terra Madre arrivano i Come si fa? Per scoprire mestieri e tecniche e approfondirne la conoscenza o per riprodurre, da casa, le preparazioni raccontate dai nostri ospiti.

E infine la Staffetta, una vera e propria miniserie, un viaggio in cinque puntate attraverso i fusi orari e i continenti, un dialogo fra saperi intorno alle grandi questioni contemporanee a cui tutti, in tutto il mondo, possono partecipare on line sulla piattaforma.

 

Mandorle: il break perfetto per il tuo trekking d’autunno

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Le meravigliose mandorle: gustose, facili da portare con sé e piene di energia, sono lo snack ideale per le tue giornate in mezzo alla natura.L’autunno è un periodo meraviglioso per le escursioni. Gli alberi che perdono le loro foglie dorate e l’aria limpida offrono scorci incantevoli, i sentieri sono spesso meno frequentati che nella stagione calda, quindi è più facile osservare la fauna selvatica, e tutto è avvolto dalla magia dei colori del foliage.Inoltrarsi tra i boschi, esplorare nuovi sentieri, vivere esperienze immersive in aree naturali è sicuramente un’attività affascinante, ma non è esattamente come fare una passeggiata nel parco. Non serve essere esperti alpinisti, ma un po’ di allenamento e la giusta carica di energia sono essenziali, non solo per godersi il percorso. Quando si è stanchi, infatti, si perde reattività e brillantezza, situazione in cui è più facile incorrere in un infortunio.Appesantirsi naturalmente non è la soluzione migliore, anche se l’aria fresca dei boschi rende ancor più invitante l’atmosfera calda e confortevole dei rifugi. In questi casi un utile supporto può arrivare dalle mandorle. Le mandorle sono ricche di magnesio, che contribuisce a ridurre la stanchezza, vantano un elevato contenuto di riboflavina (B2) e sono una fonte di niacina (B3), tiamina (B1) e folato (B9), tutti elementi che contribuiscono al metabolismo energetico.In un sacchetto o in una scatolina, una gustosa manciata di mandorle (23 mandorle o 30g), contiene 175 calorie e 6 grammi di proteine vegetali energetiche, oltre che a fibre e grassi sani: uno snack delizioso e facilmente trasportabile, perfetto per stare in una tasca della giacca da trekking, per ricaricare le batterie e rimanere in pista. Quindi mandorle sempre in tasca, le giuste scarpe ai piedi e via a godersi la natura d’autunno!

Il risotto in terrina

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Ingredienti: cipolla , aglio , carota , peperone , ossa con resti di carne , un po di strutto , vino rosso , erbe aromatiche . Passate in forno per circa 6 ore a 140 gradi . Quando è pronto togliete le ossa  e se ci sono, i pezzi grossi di erbe aromatiche.

Fate riposare per qualche ora , e separate i grassi dal composto .

Io per questa ricetta  ho usato un vialone nano .
Brillatura con un pochino di grasso precedentemente tolto dal composto .
Per una porzione ho messo le verdure cotte frullate ( un cucchiaio ) ,.
Portate a quasi fine cottura con semplice acqua bollente , sempre a poco alla volta .
Mantecatura :
Due cucchiaini di ricotta di bufala , un cucchiaino di verdure frullate , e per finire un cucchiaio di caviale ( storione )

Buona ricetta a tutti

Nicola Stillitano

( Nico Rc sui social)

Enoturismo: le sfide e le opprtunità per la Lombardia e l’Italia

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La stagione 2020 del turismo italiano ha confermato che un numero crescente di viaggiatori – wine lovers, enogastronauti e turisti di varia estrazione – sceglie l’esperienza enoturistica. Quest’anno, viste anche le restrizioni dovute al Covid-19, l’Enoturismo si è spesso caratterizzato come ‘turismo della ripartenza’: un turismo di prossimità, economicamente accessibile, integrato con altre esperienze culturali, gastronomiche, naturalistiche dei territori, fruibile anche a piccoli gruppi, praticabile all’aperto preferendo la Vigna alla Cantina.

Di questo si parlerà mercoledì 7 ottobre, dalle 10.00 alle 11.30, in live streaming, nel Webinar “Enoturismo oggi, in Lombardia: sfide e opportunità”, promosso da Unioncamere Lombardia, durante il quale esperti del settore, operatori turistici, stampa specializzata e viticultori si confronteranno per fare il punto su come è andata la stagione enoturistica in Lombardia e capire quali siano le nuove prospettive del comparto per la Regione e per l’intero Paese. Il webinar conclude il progetto formativo “Il Nuovo Enoturismo: istruzioni per l’uso”, un ciclo di incontri dedicati alla formazione degli operatori lombardi della filiera enoturistica, dai Produttori agli operatori dell’accoglienza in albergo, B&B e della ristorazione, fino alle guide turistiche, alle agenzie di viaggi e ai tour operator.

Sono previsti gli interventi di Anna Zerboni – Responsabile Area Servizi per le Imprese | Turismo, Cultura, Territorio Unioncamere Lombardia; Lucia Silvestri – Dirigente Unità Organizzativa Sviluppo, Innovazione e Promozione delle Produzioni e del Territorio – Regione Lombardia DG Agricoltura; Magda Antonioli – Vicepresidente European Travel Commission e Consigliere ENIT; Giulio Somma – Direttore de Il Corriere Vinicolo | Unione Italiana Vini; Carlo Giovanni Pietrasanta – Presidente Movimento Turismo del Vino Lombardia; Claudia Crippa – Agriturismo La Costa (provincia di Lecco); Massimiliano Brambilla – Azienda Vinicola Vigne Olcru (provincia di Pavia), con il coordinamento di Francesco Moneta, Fondatore dell’agenzia di comunicazione The Round Table e della piattaforma ‘Il Nuovo Enoturismo’.

Alla Milano Wine Week, la guida Slow Wine 2021

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L’ appuntamento internazionale dedicato al vino e ai sui protagonisti, la Milano Wine Week,  si apre con la presentazione della guida Slow Wine 2021. L’undicesima edizione, curata da Fabio Giavedoni e Giancarlo Gariglio, sarà disponibile a partire dal 7 ottobre su www.slowfoodeditore.it e in libreria dal 14. Slow Wine, nonostante le difficoltà dovute al Covid-19, si conferma un utile strumento di promozione e conoscenza dell’Italia del vino e un sicuro e approfondito sussidio per wine lovers e non solo.

Anche quest’anno, Slow Wine è andata oltre il bicchiere, alla sola degustazione, sfruttando la tecnologia per coltivare quel desiderio di indagine, di approfondimento, di conoscenza e di confronto con i produttori che sono l’anima della guida da sempre: pur non riuscendo a calpestare i terreni o a stringere le loro mani, gli oltre 150 collaboratori presenti in tutte le regioni sono riusciti ad avere un contatto con la vigna e il suo conduttore realizzando una guida esaustiva, imparziale, capace di offrire un valore aggiunto a chi l’acquista. «Gli autori hanno avuto modo di incontrare i vignaioli in visite virtuali, con un format e una serie di domande studiate in fase redazionale uguali per tutti» hanno raccontato i curatori Giavedoni e Gariglio. «Un tale cambiamento si è rivelato un’opportunità per offrire un ulteriore servizio al lettore: ben 940 schede sono corredate da un QR code che rimanda ai video delle visite virtuali condotte dai collaboratori. Sono oltre 300.000 i minuti di riprese come testimonianza di un anno eccezionale e come apertura della guida al mondo digitale».Testo alternativoAd  inquadrare nell’attuale momento storico il valore di questa rivoluzione è stato Mario Calabresi, il giornalista e scrittore, autore del progetto editoriale Altre Storie, con cui i curatori hanno avviato una riflessione sul tema dell’Informazione ai tempi del Covid: «Avete avuto la lungimiranza di trasformare un ripiego in un’opportunità. Infatti, prima in cantina ci andavate solo voi, adesso ci andiamo tutti. Possiamo permetterci di visitare una cantina molto distante da noi, avere il privilegio di ascoltare la voce del produttore, scoprire cosa c’è dietro al bicchiere che tutti possiamo degustare. Il curatore avrà perso un pezzo del suo percorso, ma da quest’anno voi avete regalato un’esperienza altrimenti impossibile anche per gli appassionati di vino. Avete regalato il viaggio, una storia fatta non solo dei caratteri della guida, ma anche di immagini e parole. E lo avete fatto entrando a casa delle persone, nelle loro vigne e nelle loro cantine. Adesso non si torna indietro, e il prossimo anno alle visite dei curatori in cantina dovete aggiungere anche l’esperienza virtuale per i vostri lettori».Testo alternativoE non è tutto. «Slow Wine non è solamente una guida, ma un progetto che coinvolge tutta l’associazione ed è l’espressione dei valori di Slow Food attraverso il mondo del vino. È per questo che Slow Wine non si ferma con la pubblicazione della guida, ma raggiunge i soci e gli appassionati sia attraverso il web che direttamente sui territori» sottolinea Daniele Buttignol, amministratore delegato di Slow Food Promozione Srl SB.

«Quest’anno la nostra grande degustazione si sposterà sul web: a novembre organizzeremo infatti 4 appuntamenti digitali i cui protagonisti saranno i vignaioli premiati da Slow Wine 2021. A dialogare con loro i curatori, i collaboratori e i tantissimi appassionati che formano una comunità unita dalla passione per il vino buono, pulito e giusto. Poiché con il vino è essenziale l’esperienza sensoriale e non solo la chiacchiera ecco allora che tutti gli appassionati d’Italia che parteciperanno agli incontri potranno ricevere le etichette dei produttori coinvolti, per realizzare il più grande brindisi virtuale che la nostra Italia abbia mai visto» raccontano i curatori.

Un’altra, importante decisione è stata presa sempre a fronte del periodo di lockdown e dell’impossibilità di effettuare le visite dal vivo: nell’edizione 2021 di Slow Wine non sono state assegnate le Chiocciole. Questo, per rimarcare ulteriormente il significato e il valore della Chiocciola, non come premio assegnato una volta per tutte, ma come continua, costante conferma e ricerca della qualità nei vini e nelle cantine.Testo alternativoTutti i vini premiati, inoltre, ottengono il riconoscimento di Top Wine. Tra questi, inoltre, si distinguono i Vini Slow, le etichette che oltre a essere eccellenti per valore organolettico, sono in grado di emozionare, raccontare la storia di un territorio, essere un riferimento per la categoria o esemplare per una cantina, e i Vini Quotidiani, ovvero le migliori bottiglie in Italia vendute a scaffale, nelle enoteche, entro i 12 euro.

Il prossimo appuntamento sarà i domenica 11 ottobre alle 14,30 al Sana di Bologna, dove sarà presentato Il Manifesto Slow Food sul vino: da vignérons d’Europe a Bologna. «Nel 2020 abbiamo deciso di coronare un lungo lavoro che è iniziato nel 2007 con la prima edizione di Vigneron d’Europe a Montpellier, proseguita nel 2009 in Toscana. A Firenze fu letto, nella Sala dei Cinquecento, di fronte a centinaia di produttori, il Manifesto dei Vigneron. Fu un momento toccante e carico di significato. Non per nulla da quelle due esperienze prese vita la Fivi. Ora, Slow Food ha deciso di rivisitare quello stupendo documento e di inserire il percorso che porterà a condividerlo a livello internazionale nei sei mesi di Terra Madre Salone del Gusto» affermano Giavedoni e Gariglio.

Nel 2021 Slow Wine non vuole fermarsi, ma deve fare i conti, naturalmente, con una situazione in rapido mutamento. Per questo motivo la formula tour di Slow Wine all’estero assumerà un’altra formula. «Non si tratterà più di walk around tasting con centinaia di degustatori ma di presentazioni (e degustazioni) one to one in cui i produttori presenteranno i propri vini in totale sicurezza e tranquillità» concludono i curatori.

L’appuntamento è quindi a Monaco di Baviera il 18 di gennaio, poi, tra la fine di febbraio e la prima settimana di marzo ci sono le tappe italiane (Nord Ovest, il Nord Est, il Centro e il Sud). Infine, se sarà possibile, il tour sbarcherà negli Usa a luglio con e in Asia a novembre del 2021.

 

Il Gourmet cena sempre due volte… Il giallo a tavola.

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“Il gourmet cena sempre due volte”, del giallista torinese Enrico Pandiani, e “Il grande libro illustrato del vino italiano”di Eleonora Guerini, già curatrice della guida I Vini d’Italia del Gambero Rosso, si aggiudicano il Premio Iolanda 2020, primo concorso letterario nazionale dedicato esclusivamente ai libri di cucina e di ricette che quest’anno, alla sua terza edizione, si è arricchito di un’apposita sezione dedicata alla letteratura del vino e di un altro riconoscimento riservato alla cucina del benessere con il premio “Giuseppe da Re”. Attribuito al libro “La dieta mediterranea alcalina per essere longevi e in salute”dei pugliesi Rocco e Giuseppe Palmisano, consegnato ai vincitori da Benedetto Cavalieri.La consegna dei tre riconoscimenti sabato 26 settembre a Santa Maria di Leuca, nello splendido giardino ottocentesco della dimora di charme sul lungomare Villa La Meridiana, alla presenza di colei che ha ispirato l’iniziativa: Iolanda Ferramosca, che ha premiato personalmente il vincitore e che è ancor oggi l’infaticabile animatrice ottantacinquennedel ristorante che da lei prende il nome, la Trattoria Iolandadi Lucugnano(Lecce). I vincitori di ciascuna categoria hanno ricevuto un’opera bronzea realizzata per l’occasione dal maestro Gianni Cudin.Realizzato quest’anno in collaborazione con il gruppo Caroli Hotels, proprietario di uno degli edifici simbolo di Leuca – Villa La Meridiana, appunto – il Premio, ideato da Vera Slepoj e Davide Paolini, ha come obiettivo la valorizzazione degli scrittori e di tutti coloro che si impegnano a promuovere i valori legati al mondo e alla tradizione della cucina italiana. E dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto la partecipazione di decine di case editrici e di scrittori provenienti da tutta Italia, l’iniziativa ha inteso anche in quest’anno di grandi difficoltà generali ribadire a maggior ragione la sua missione: valorizzare la grande tradizione gastro-enologica italiana e celebrarne i rituali che si tramandano di generazione in generazione.