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Corso per Esperto in Enoturismo a Trapani

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caliciPromosso dall’Istituto Regionale della Vite e del Vino, lunedì 23 maggio p.v. inizia in provincia di Trapani il corso per diventare esperto certificato in enoturismo. Ad organizzarlo è stata chiamata l’AIS, Associazione Italiana Sommelier, nella persona del responsabile dell’area Sicilia, Camillo Privitera.

A fine corso verrà rilasciato un diploma che abilita all’attività di accompagnatore di gruppi in visita alle cantine ed al territorio, con particolare riferimento all’enogastronomia locale. Agli interessati diciamo che le lezioni non saranno giornaliere né si svolgereanno nella stessa sede,ma avranno la seguente dinamica:

– Lunedì 23.05 – Marsala, palazzo Fici, sede dell’Enoteca Provinciale.

– Lunedì 30.05 – Marsala, cantina Donnafugata.

– Lunedì 6.06 – Trapani, az. vin. Fazio

– Lunedì 13.06 – Marsala, Carlo Pelegrino & C.

– Lunedì 20.06 – Trapani, az. vin. Fondo Antico

– Lunedì 27.06 – Valderice, az. vin. Ottoventi

– Lunedì 04.07 – Marsala, Distilleria Conte

– Martedì 05.07- Calatafimi, Baglio Angimbè.

Materiale didattico per ogni corsista :

– Valigetta AIS con 2 bicchieri da degustazione e sacchetta a tracolla

– n° 1 libro di testo su Enogastronomia e percorsi enoturistici

– n° 1 dispensa ( fotocopie testo M. Antonioli)

– Schede per la degustazione dei vini

– Cartella con programma corso e blocco appunti

NB. I vini per le degustazioni e i prodotti tipici saranno forniti dalle aziende partecipanti. I pasti per i relatori e i corsisti non sono inclusi, eccetto quando forniti dalle aziende ospitanti. Non sono previsti trasferimenti individuali per relatori e/o corsisti. Per informazioni rivolgersi alla signora Anna Salamone dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino (centr. 091.6278111), oppure all’AIS di Acireale (095.7634215).

Organizzare questi corsi ci sembra una interessante iniziativa da parte dell’Istituto Vite Vino, ente sempre più attivo nei confronti delle cantine siciliane e delle esigenze del consumatore evoluto: ma ci chiediamo quando e se verrà mai organizzato un corso di preparazione all’enoturismo per le cantine interessate a ricevere ospiti. Troppe cantine non hanno personale preparato ad accogliere, non hanno strutture ricettive adeguate per le degustazioni e non dispongono perfino degli spazi per il posteggio dei mezzi su gomme.

Nostra intervista a Stefano Caruso, Presidente delle Cantina Caruso & Minini

 

D. Quanto può essere interessante per una cantina l’attività enoturistica ?

R. A mio modo di vedere, l’attività enoturistica è fondamentale per una cantina che è ubicata in un luogo di grande tradizione enoica e storicamente interessante: e ciò perché rappresenta la base culturale che ci permette di fare conoscere di più e meglio come i vini possano essere l’espressione di tradizione ed innovazione insieme.

D. Chi è il turista che visita la Cantina Caruso & Minini ?

R. Io distinguerei due figure di enoturista: – Il turista straniero, entusiasta nelle sue impressioni, alla ricerca di veri e propri percorsi del vino dove noi rientriamo come una tappa di un enotour siciliano.  Il secondo tipo di turista è rappresentato dal turista italiano, giovane ed esigentissimo, spesso competente, sempre alla ricerca di vini da nicchia o che esprimano degnamente il territorio che sta visitando.

D. E’ molto costoso attrezzare la cantina per l’accoglienza turistica ?

R.Indubbiamente la cantina che dovesse decidere di supportare l’enoturismo ha certamente costi da sostenere, a cominciare dal personale di cui si deve dotare – mi riferisco a impiegati plurilingue – e per offrire il migliore servizio di degustazione che riguardi non solo i vini prodotti in cantine, ma anche le delikatessen tipiche locali che servono per creare abbinamenti ad hoc.

D. Quali costi deve affrontare il visitatore per degustare in cantina ?

R. La nostra azienda propone diverse tipologie di visite, con costi diversi, ma il costo base è decisamente basso per permettere a tutti l’esperienza degustativa in cantina. Piuttosto devo dirle che per la nostra azienda il bilancio squisitamente economico è sempre in rosso, a differenza del conto economico che riguarda l’immagine di cui siamo orgogliosi e pienamente soffisfatti.

 

La Cantina Caruso & Minini si trova a Marsala, nella centrale via Salemi, ed è sempre disponibile ad accogliere visitatori – singoli ed a gruppi con preavviso – per visite e degustazioni.

 

C’è chi la pensa diversamente sulla importanza dell’enoturismo di gruppo, come il signor Giuseppe Milazzo, patron della azienda agricola omonima di Campobello di Licata, di recente proclamata Cantina dell’Anno al VinItaly 2011 e cantina più premiata al Concorso di Bordeaux.

D. Le sue considerazioni sull’enoturismo.

R. L’enoturismo di massa non interessa alla nostra azienda vinicola, in quanto non siamo preparati ad accogliere gruppi di 40/50 persone, né abbiamo spazi collettivi tali da consentire soste di conforto a gruppi numerosi.

D. Quindi niente enoturismo alla cantina Milazzo ?

R. Vorrei chiarire la mia posizione in merito. Noi siamo sempre felici di accogliere piccoli gruppi, di massimo 4/6 persone: la nostra cantina è stata progettata per fare qualità, per degustazioni organolettiche riservate a poche persone. E poi spesso ho anche il piacere di invitare a pranzo la gran parte dei visitatori che mi onorano con la loro presenza.

D. Pensa che in futuro possiate organizzarvi per gestire maggiori presenze ?

R. Non penso proprio, la cantina Milazzo è nata per produrre prodotti di nicchia, per fare qualità, e quindi gli incontri di massa non credo siano di nostro interesse. Grazie per l’intervista.

Nino Panicola

La “Dolce” Vita di Imma

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Parola di blogger si sofferma su vetrine alla francese adorne di dolci. Torte soffici e profumate fanno bella mostra di sé, come dame di un tempo che resta immutato e velato di dolcezze. Sbuffi di farina come cipria a colorare gote e tanta voglia di assaporare un mondo in rosa, un modo diverso di presentarsi allo sguardo, una ricercata delicatezza che nasce dalla cucina e pervade l’animo: intervista a Imma di “Dolci a go go” ( Ti.Ni.)

18° Concours Mondial de Bruxelles: Sicilia in pole position

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concours-mondial-bruxelles_preview1La Sicilia ottiene il maggior numero di riconoscimenti tra le regioni italiane e con 53 medaglie complessive  conferma il suo primato come regione italiana, al 18° Concours Mondial de Bruxelles; seguita dal Veneto, che si aggiudica 45 allori, e dalla Toscana che ne conquista, invece, 31.

Porta a casa questo risultato la  Sicilia dal Concours Mondial De Bruxelles che si è disputato dal 6 all’ 8 maggio scorso a Lussemburgo. Oltre  7 mila le etichette  in concorso, provenienti da tutto il mondo, in quello che viene definito “il campionato mondiale del vino”. Etichette, che hanno ottenuto il consenso di una giuria internazionale composta da oltre 260 degustatori tra sommelier, giornalisti, importatori e scrittori del vino. Ancora una volta, anche per quest’anno è la Francia che con 628 medaglie complessive si conferma, invece, la nazione più premiata. Seguita a ruota dalla Spagna con 436 e dal Portogallo che, con le sue 235 medaglie scalza l’Italia che si ferma a 197 allori piazzandosi soltanto al quarto posto. Conquistano, poi 131 medaglie il Cile, 88 il Sud Africa e 62 l’Australia. Solo 29 riconoscimenti totali sono andati, invece, al Lussemburgo.  Sui 7386 campioni presentati ad ottenere le medaglie sono state 2145 etichette. Anche questa volta la Gran Medaglia d’Oro è stata attribuita soltanto all’1 per cento dei campioni in concorso. Ben 12 sono, invece, le Gran Medaglie totali conquistate dai produttori italiani. Cinque  alla Sicilia, quattro alla Toscana, mentre Trentino Alto Adige, Puglia e Marche hanno ottenuto un riconoscimento a testa.  Con il Duca di Montaldo Rosso 1999 Sicilia IGT , il Duca di Montaldo Rosso 2002 Sicilia IGT e con il Terre di Baronia 2002 Sicilia IGT  è l’ Azienda  Agricola Giuseppe Milazzo ad ottenere tre delle cinque Gran Medaglie assegnate alla Sicilia. Queste, invece, le sei etichette che hanno ottenuto il punteggio più alto in assoluto nella loro categoria, formando la lista dei sei più prestigiosi riconoscimenti del concorso:

Miglior Spumante :

Cuvée de Prestige 2005 (Champagne – Francia) – Champagne Gallimard Père & Fils –

 

Miglior Bianco :

Vigna Novali Classico Riserva Bianco 2007 (Marche – Italia)  – Terre Cortesi Moncaro –

 

Miglior Rosé :

Terres de Berne 2010 (Provence – Francia)  – Château de Berne –

 

Miglior Rosso:

Domus Pensi 2006 (Catalogna – Spagna)- Altavins Viticultors –

 

Miglior dolce:

Nectar PX (Andalusia – Spagna) –  Gonzalez Byass-

 

Miglior Distillato:

Highland Park 18 Years Old (Scozia– Regno Unito)  – Rémy Cointreau

 

Arianna Zito

Cantine Serego Alighieri: 600 anni di vino

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E’ affascinante la storia delle cantine Serego Alighieri, da oltre sei secoli punto di riferimento per la cultura agroalimentare e vinicola del veronese ma – più ad ampio raggio – uno dei fiori all’occhiello della produzione vinicola italiana, con livelli massicci di esportazione in circa 80 paesi del mondo incluso il medio oriente. Ed è affascinante il modo in cui di questa storia racconta Massimilla Serego Alighieri, discendente diretta del  Sommo Poeta (A.Ve.)

Le polpette di carne al sugo: piatto nobile o povero?

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Cercare di scoprire l’origine delle polpette di carne in salsa di pomodoro sembra essere davvero una impresa ardua, infatti è molto difficile stabilirne un’origine precisa, o tanto meno una zona geografica di appartenenza. Due sono le grandi correnti di pensiero in merito alle origini di questo piatto tipico: la prima lo inquadra come piatto povero della tradizione, e certamente per molto tempo è stato considerato tale Gi.Ca.)

Taboulè di verdure

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Si avvicina l’estate e si sente il bisogno di lasciare gli ingredienti consistenti e coccolosi dell’inverno, zuppe & co. , per lasciarci coinvolgerci dalla freschezza delle verdure grigliate  e da aromi stagionali quali menta e basilico. Il cous cous è per eccellenza il piatto siculo (F.Se.)

Pasta con le sarde: a mare o nel piatto, ca’nciovi o ca’ munnizza?

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A “paista chi saiddi”, pasta con le sarde, e le sue tante varianti: da piatto povero a inganno, da gusto di mare a sapore di raccolta tra i campi, in selvatico incontro per quel finocchietto che in buona parte del globo non viene nemmeno raccolto. A Palermo è storia, povertà in tasca e ricchezza in cuore, è una pasta che per San Giuseppe non può mancare e per il resto dell’anno si fa desiderare (Ti.Ni.)

Siciliamo: a Marsala tempo di tirare le somme

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Grande attrattiva turistica, enogastronomica e culturale ma non solo. La manifestazione Siciliamo, che si è conclusa ieri a Marsala (Tp) con il concerto dei Tinturia, ha avuto anche il merito di fare da fare arrivare nella città dello sbarco dei Mille anche compratori di grandi catene di supermercati negozi di prodotti di nicchia e distributori per ristoranti e grandi magazzini (A.Zi.)

Pesce spada in agro dolce con caponata di cipolle rosse e passata di peperoni di Santa Croce

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Un piatto molto invitante e di difficoltà media. Ricco e corposo, ma ideale da servire anche nell’ambito di un buffet estivo. Nell’elaborazione dello Chef Max Mangano, uno dei simboli della gastronomia siciliana: il pesce spada.

I G.A.S.(ati) del biologico

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pomodoribioSe guardiamo alle nostre spalle, immagini di campi coltivati si tratteggiano come icone di quella vita campestre e sana che oggi appare come vago ricordo. L’essere cittadini diventa un must, anche per chi provenendo dall’entroterra decide di stabilirsi in pieno caotico andirivieni di frenetica attività.Sempre più persone si voltano indietro, rimpiangendo e rincorrendo un passato troppo vicino per essere dimenticato, tentando di ritagliarsi un angolino di salubre scelta di vita e di approccio al consumo.

Nascono così i gruppi di acquisto solidale, da qui l’acronimo G.A.S., gruppi in genere omogenei di persone: individui facenti parte di una stessa categoria sociale, lavorativa, appartenenti ad una stessa cerchia di conoscenze o semplici fusioni di famiglie, condomini interi talvolta, che si aggregano per responsabilizzarsi verso il mangiar sano, il mangiar biologico, il rinnovato gusto per quella stagionalità perduta nei meandri delle serre.

La solidarietà è globale, in questa scelta d’agire, e si rivolge non solo al tipo di acquisto ma anche al venditore. Viene ridata attenzione alle piccole realtà locali, aziende che tentano di sbarcare il lunario in tempi di crisi, verso ogni tipo di interesse umano come le calzature piuttosto che le vacanze. Non solo food, nell’andare a tutto gas.

Si tratta di vere e proprie associazioni di consumatori, con tanto di statuto depositato, che si rivolgono direttamente ai produttori saltando la filiera che segue la trafila “produttore-grande distribuzione-distribuzione al dettaglio- acquirente”. Si acquista bene, coscienziosamente, avanzando il rispetto per le cose e per le persone, per i luoghi di appartenenza e sborsando meno soldi per una maggiore qualità dei prodotti e dell’esistenza intrappolata per scelta nelle città. Nascono i mercatini con le tende gialle, a richiamare l’attenzione verso prodotto ortofrutticoli bio, nascono i momenti di incontro, i punti di aggregazione, i G.A.S., i contatti con le aziende (agricole, di pellame, agrituristiche, lattiero-casearie), si organizzano visite e racconti volti a responsabilizzare con una spinta propulsiva che parte dalla base e si estende a macchia d’olio: noi siamo ciò che mangiamo!

L’idea è quasi vintage, nasce in Italia nel ’94 e in soli tre anni diviene una realtà che collega la penisola da nord a sud in una rete di gente che raccoglie consensi. Si stila una guida per indirizzare il consumatore al consumo critico, si fa squadra, sostegno ai piccoli imprenditori che rischiano oscillazioni di mercato dai forti scossoni e poi le famiglie, i G.A.S., divengono grossisti loro stessi: il portavoce compra poi distribuisce, fornendo una valida alternativa alla passività che travolge l’individuo innanzi a scaffali di supermercato e banchi intrisi di marketing e trovate pubblicitarie.

 

Questo non vuol dire però risparmiare a tutti i costi. L’acquisto solidale non nasce dalla spinta economica, ma dalla voglia di rispetto per l’ambiente, la salute, il lavoro umile e talvolta malpagato, rispetto per tutto ciò che la globalizzazione tende a livellare. Attualmente nel nostro paese sono censiti oltre 750 G.A.S. e la rete che li tiene in piedi consente una facile diffusione delle informazioni. Si stilano liste di aziende da contattare e si istaurano rapporti fiduciari, dettati dalla nuova conoscenza e talvolta da stima e amicizia, tra venditore e compratore mentre la soddisfazione cresce, da entrambe le parti, e la merce diviene non più mero scambio ma il frutto generato dall’istaurarsi di relazioni umane. Il G.A.S. ha prerogative imprescindibili, esso è piccolo, locale, solidale, aggrega comunione di volontà e vedute, voglia di ritrovare gusto, onestà, sana semplicità, trasparenza di prezzo e di sostanza.

Gruppi di Acquisto Solidale – Rete nazionale di collegamento dei G.A.S.: http://www.retegas.org/

Tiziana Nicoletti