E’ affascinante la storia delle cantine Serego Alighieri, da oltre sei secoli punto di riferimento per la cultura agroalimentare e vinicola del veronese ma – più ad ampio raggio – uno dei fiori all’occhiello della produzione vinicola italiana, con livelli massicci di esportazione in circa 80 paesi del mondo incluso il medio oriente. Ed è affascinante il modo in cui di questa storia racconta Massimilla Serego Alighieri, discendente diretta del Sommo Poeta (A.Ve.)
Intanto Massimilla spiega il perché di quel doppio cognome e a chi appartenga quel “Serego” che con l’autore della Divina Commedia in apparenza ha ben poco a che vedere. Ma non è così: ed infatti la discendenza diretta di Dante si ferma a Ginevra, nipote del poeta in quanto figlia del figlio Pietro e di Teresa Frisoni. Dunque nessun maschio a portare avanti il nome degli Alighieri, e ciò malgrado la brillante idea dello zio di Ginevra il quale – sebbene canonico – ottenne una dispensa al fine di tentare di generare un figlio maschio che portasse avanti la dinastia. Nulla da fare: il canonico dispensato dal voto di castità generò soltanto tre femmine.
Il destino del nome di famiglia dunque tornò a Ginevra che, nel 1549, andò sposa a Marcantonio Conte di Serego – uomo abbiente e ricco possidente della zona appunto di Serego – dando vita così , con la nascita del primogenito Alvise, al cognome attuale della famiglia di cui Massimilla, insieme ad una sorella minore, è la rappresentante più giovane ( foto sotto).
Il padre di Massimilla si chiama egli stesso Pier Alvise, ed il nome attraversa la famiglia da diverse generazioni. Questo ovviamente per brevi, brevissime, linee : non è possibile condensare 650 anni di storia in poche righe, ma c’è un denominatore comune molto forte che lega le 21 generazioni di Alighieri dal 1353 ad oggi che è sicuramente il vino. Una passione che si tramanda di padre in figlio e tra alterne vicende – anche di carattere storico e politico – “Sicuramente” , racconta Massimilla Serego Alighieri, “quello che ci ha creduto di più è stato mio nonno, che ha fondato la scuola di viticoltura nel 1920, nata per il reimpianto delle viti dopo la filossera, malattia che colpì l’Italia e l’Europa nei primi del ‘900” e da cui, anni dopo, prese le mosse l’Università di enologia di Verona, confermando il legame stretto che lega la città alla viticoltura. Poi, il ritorno “in patria” – la Toscana – con l’acquisto di una grossa azienda che la famiglia Serego Alighieri ha acquisito insieme alla famiglia Boscaini titolare della ditta Masi,
da sempre partner della Serego Alighieri, nonchè produttrice sovrana dell’Amarone e ottima produttrice in Valpolicella di eccellenti rossi. Un felice matrimonio dunque tra Veneto e Toscana, due delle regioni d’Italia tra le più vocate e dedite alla cultura enologica di elevata qualità. “Dante cita la Toscana quando dalla sua regione fu allontanato. Avrebbe voluto far ritorno al suo “bell’ovile” e noi ci siamo tornati, col vino e non con la poesia sperando che il vino porti la poesia che deve dare”, racconta ancora Massimilla con commozione ed orgoglio. La incontro presso l’ Hotel Quintocanto di Palermo, in occasione di un pranzo degustazione organizzato per la stampa e per poche, selezionatissime, enoteche. Due per tutte, l’Enoteca Picone e l’Enoteca di Demetrio Zangaloro: la prima una realtà storica nel panorama siciliano, e la seconda giovane ed emergente ma molto promettente.
Insieme a lei ad accoglierci c’è Raffaele Boscaini (Foto)
La cornice è quella delle migliori occasioni: ed in effetti il menu della colazione di lavoro è curato dall’ Officina del Gusto Bye Bye Blues, l’ormai arcinoto locale cult di Palermo anche per essere l’unico ristorante stellato del capoluogo siciliano. E del resto, per far gustare al meglio la qualità di certe etichette, non mi sarei aspettata niente di meno che un ristorante stellato. Ad ogni piatto il giusto vino: ed in un regno in cui i rossi sono sovrani incontrastati mi colpisce molto e mi conquista un bianco del Veneto IGT del 2010. Fresco, leggiadro, dalla sapidità accattivante e dal bouquet delicato e carezzevole. Intenso profumo di Sauvignon in perfetto blend con l’eleganza della Garganega, con un tipico retrogusto dall’aroma di mandorla. Una rarità, se consideriamo che la Valpolicella non è vocazionalmente terra di bianchi. Il Possessioni Bianco 2010 è un vino raffinato. Una nota particolare va al Valpolicella dell’Anniversario 2007 Classico Superiore DOC, giusto accompagnamento ad uno squisito piatto di tortelli ripieni di ricotta con ragù di maialino nero dei Nebrodi. Un vino sobrio e pastoso, dal colore molto intenso, di buon retrogusto corposo e ben strutturato: trovo che sia – insieme – ottimo da meditazione ma al contempo abbastanza “allegro” da convivio. Lascia un’ottima sensazione gustativa e, personalmente, è quello che più risponde positivamente al mio palato.
Di seguito, i piatti proposti dall’ Officina del Gusto ed i vini d’accompagnamento delle Cantine Serego Alighieri e Masi.
Aperitivo “Benvenuto dello Chef”
Possessioni Bianco 2010 – Bianco del Veneto IGT –
Battuta di Carne con “oeuf pochè” e scaglie di caciocavallo ragusano DOP
Possessioni Rosso 2009 – Rosso del Veronese IGT –
Tortelli ripieni di ricotta con ragù di maialikno nero dei Nebrodi
Valpolicella dell’Anniversario 2007 – Valpolicella Classico Superiore DOC –
Filetto di manzo ragusano steccato alla palermitana accompagnato da involtino di rete di maiale e scalogno
Vaio Armaron 2005 – Amarone della Valpolicella Classico DOC –
Vastedda della Valle del Belice, Piacentino Ennese, Pecorino Siciliano, Primosale Madonita, caciocavallo DOP
Vaio Armaron 1995 – Amarone della Valpolicella Classico DOC –
Degustazione di pasticceria secca
Casal dei Ronchi 2007 – Recioto della Valpolicella Classico DOC –
Alessandra Verzera
Trent’anni di matrimonio tra l’Agricola Masi e la Serego Alighieri (Ni.Pa.)
Uno dei più bei matrimoni vinicoli è stato celebrato circa trent’anni addietro tra la famiglia Boscaini, titolare dell’Agricola Masi con sede in Veneto e la famiglia Serego Alighieri, proprietaria di un’azienda agricola in Toscana. Serego Alighieri e Masi hanno dato incarico all’Università di Milano di creare un vigneto sperimentale dove si potessero conservare ed allevare ben 48 dicerse varità e cloni di uve autoctone delle Venezie. La Masi Agricola apporta il suo contributo tecnico nei vigneti e nelle cantine Serego Alighieri, fino alla distribuzione in tutto il mondo dei sei vini e delle specialità alimentari della tenuta.
Ricordiamo, prima di entrare nel tecnico, che i Boscaini sono proprietari dell’Agricola Masi da sei generazioni: l’azienda oggi ha vigneti nel Trentino Alto Adige, nel Friuli Venezia Giulia e nel Veneto.
Con la recente acquisizione dei vigneti “Poderi del Bello Ovile” (75 ettari) a Cinigiano, nella Maremma grossetana, ai confini di Montalcino, nella DOC Montecucco, gli Alighieri segnano il ritorno in Toscana. Il Gruppo Tecnico Masi ha impiantato i vitigni più adatti a realizzare i vini rossi in programma (due supertuscan): quattro autoctoni, Sangiovese, Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo, e uno internazionale, Shiraz. Nel 2007 esce il primo frutto di questo progetto, che mira ad ampliare la gamma dei vini a marchio Serego Alighieri, affiancando quelli grandi della Toscana a quelli altrettanto prestigiosi del Veneto. Si tratta di un rosso toscano nobile dal forte carattere regionale, che riporta il nome delle nuove possessioni, “Poderi del Bello Ovile”, denominazione suggerita da un canto della Divina Commedia dove Dante in esilio sogna il ritorno nella terra natia. Il progetto non prevede solo un’azienda vitivinicola ma anche un centro di cultura per gli appassionati dell’enologia e del territorio: come nell’esperienza veronese, infatti, l’attività didattica e ricettiva affiancheranno quella vitivinicola. Contestualmente è in atto una partnership proprio con Ezio Rivella per produrre da vigne specifiche nell’ampia azienda “Pian di Rota Spa” (115 ettari a Montalcino in fase di completamento di impianto) Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino. La Serego Alighieri è titolare della tenuta omonima nella Valpolicella con la più antica tradizione storica, culturale e vinicola (oltre 650 anni). L’azienda è anche la più ampia della zona Classica, con i suoi 120 ha di terreno per lo più a vigneto, ma anche ad oliveto e frutteto.
La famiglia Serego Alighieri discende dal poeta Dante Alighieri, autore della Divina Commedia e indiscusso padre della lingua italiana, e risiede ininterrottamente da quasi sette secoli nelle storica tenuta, curandone le attività agricole. Nel 1304 Dante, durante il suo esilio da Firenze, fu accolto a Verona prima da Bartolomeo e poi da Cangrande della Scala.
Dante, ricordiamo, lasciò Verona, ma il figlio Pietro vi rimase e nel 1353 acquistò la proprietà Casal dei Ronchi in Gargagnago, che è tutt’ora il cuore dell’azienda nella Valpolicella. Nel XVI secolo, il canonico Francesco Alighieri si trovò nella condizione di essere l’ultimo erede maschio del casato, ma per ottenere una discendenza del casato ottenne una speciale dispensa dal celibato ed ebbe tre femmine, ma nessun figlio maschio. Fu così che Ginevra Alighieri, figlia del fratello di Francesco, Pietro, portò avanti il nome sposando Marcantonio Serego nel 1549. Pieralvise, loro figlio, fu il primo dei Serego Alighieri. Qui l’albero genealogico con l’inserimento nel 1561 del matrimonio di Marcantonio Serego con Ginevra Alighieri.
I Serego, Conti dell’Impero, erano un’importante nobile famiglia d’origini antiche, potente sia dal punto di vista economico che politico. Nel corso dei secoli la storia dei Serego Alighieri si intreccia con le pagine più importanti della storia culturale e vitivinicola delle Venezie:
•Cinquecento:
Marcantonio Serego si dedicò attivamente a inedite forme di agricoltura e a nuove soluzioni per
bonificare e accrescere la redditività delle sue possessioni.
•Settecento:
sviluppo di un’agricoltura intesa come scienza ed arte, dove ogni coltura è ubicata nel suo habitat naturale
•1762: la bottiglia più antica
•Ottocento:
Dante Serego Alighieri, sindaco di Venezia, compì importanti interventi urbanistici e istituì il servizio dei
vaporetti.
•Novecento – Anni trenta:
Pieralvise Serego Alighieri, dopo la filossera, istituì la scuola di Agricoltura a Gargagnago
per reimpiantare i vitigni autoctoni locali.
•Novecento – 25 aprile 1945:
Dante, padre del conte Pieralvise, evitò che il paese venisse distrutto dai Tedeschi in
ritirata invitandoli nelle proprie cantine e offrendo loro il Vaio Armaron e il Recioto Casal dei Ronchi.
•Novecento – Anni Cinquanta:
l’elegante etichetta, ideata dal conte Dante, caratterizzò la produzione degli anni
Cinquanta e Sessanta.
La produzione Serego Alighieri in Valpolicella è caratterizzata da vini dalla personalità unica, sottolineata da:
–Utilizzo nel blend dell’uva Molinara, clone Serego Alighieri
–Affinamento in fusti di ciliegio, che conferisce straordinaria complessità ed eleganza oltre all’utilizzo delle tecniche dell’appassimento e della doppia fermentazione.
I migliori vini dell’Agricola Masi esaminati dal degustatore:
– Osar 2005 – 90 pt. Annuario 2011 di Luca Maroni
– Amarone Costasera Riserva 2005 89 pt. Annuario 2011 di Luca Maroni
– Amarone Classico Costasera 2007 87 pt. Annuario 2011 di Luca Maroni
I migliori vini della cantina Serego Alighieri:
– Valpolicella dell’Anniversario 2007 87 pt. Annuario 2011 di Luca Maroni
– Possessioni Bianco 2009 84 pt. Annuario 2011 di Luca Maroni
Nino Panicola