L’amore per le verdure nasce nel “pancione” di mamma

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Quante volte è capitato e capita quotidianamente di assistere ad una discussione tra genitori legata all’alimentazione dei figli ed in particolare dell’uso nella dieta quotidiana delle verdure. Si sa che i giovani sono refrattari a tutto ciò che è “verde”. Statisticamente è noto che i bambini, gli adolescenti consumano poca verdura, anzi per niente. Cattivo stile di vita, cattiva abitudine che poi diventerà “routine” per tutta l’esistenza (A.Fi.)

 

 

 

 

Ebbene, oggi uno studio ha dimostrato che l’amore per le verdure nasce nel “pancione”, cioè quando la donna è in gravidanza ed aspetta un bambino. Carota, vaniglia, aglio, anice, menta. Sono questi alcuni dei sapori che, secondo la ricerca Usa, possono essere trasmessi da mamma a bebè durante i 9 mesi di dolce attesa. Per prima cosa gli studiosi, coordinati da Julie Mennella, hanno somministrato capsule d’aglio o di zucchero a donne che dovevano essere sottoposte a un prelievo di routine di liquido amniotico.

Gli scienziati hanno quindi chiesto a un gruppo di persone di annusare i campioni prelevati, è hanno osservato che i “nasi” reclutati riuscivano facilmente a riconoscere i campioni ottenuti dalle donne che avevano assunto pillole d’aglio. Poichè il senso del gusto dipende per il 90% dall’olfatto, gli autori hanno dunque ipotizzato che i bimbi ancora nel pancione possono percepire i sapori della dieta materna, iniziando a familiarizzare con i cibi più consumati dalla mamma. La teoria è stata confermata dalla seconda parte dell’esperimento, il cui obiettivo era appunto quello di verificare che nei bebè ancora in utero si possa effettivamente formare una memoria dei sapori conosciuti attraverso la dieta della madre. Il team statunitense ha quindi arruolato un gruppo di donne in gravidanza e l’ha suddiviso in tre sottogruppi: a uno è stato chiesto di bere succo di carota ogni giorno durante il periodo di gestazione, il secondo gruppo doveva bere succo di carota in fase di allattamento e il terzo doveva evitare del tutto il sapor di carota.

 

Non appena i figli di tutte le donne iniziavano ad assumere cibi solidi, gli studiosi hanno proposto ai piccoli cereali all’aroma di carota. Ebbene, i bimbi che avevano “sperimentato” questo sapore in utero attraverso il liquido amniotico, o con la poppata durante l’allattamento, mangiavano più cereali aromatizzati rispetto ai bebè “naive” alla carota.

 

Morale: fare il pieno di verdure in gravidanza è un modo di portarsi avantì, risparmiandosi la fatica di dover convincere in futuro il cucciolo di casa che le carote, i broccoli, i fagiolini e in generale tutti gli ortaggi sono buoni e fanno bene.

Antonio Fiasconaro

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