A Cefalù, nel blu dipinto di blu

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La corsa di Cefalù era iniziata gloriosamente e parallelamente a quella di Taormina, alcuni decenni addietro: le due cittadine, l’una in provincia di Palermo e l’altra in quella di Messina, si contendevano la palma della miglior località turistico balneare della Sicilia. Poi la corsa di Cefalù si è arrestata. E Taormina ha preso tutto: fama, glamour, turisti. Ma adesso Cefalù sta rialzando la testa.

 

La Cefalù che ricordavo, di più di una ventina di anni fa, non è molto diversa dalla Cefalù che ho rivisto e rivisitato con piacere. Bella lo è sempre stata, ma vent’anni fa era anche una località molto à la page. Richiesta dal turismo straniero e nazionale, per i palermitani era una vera fortuna averla tanto a portata di mano.

Sono scomparsi alcuni ristoranti “storici” – uno per tutti l’Osterio Magno –  ma in compenso sono comparsi i cestini portarifiuti ed una serie di servizi che prima non c’erano. Cefalù ha fermato la sua corsa alla fama a causa di scelte amministrative sbagliate e ad investimenti non realizzati. La prima e più vistosa mancanza del comune marinaro è stata per anni la cronica mancanza di strutture ricettive. Solo due hotels sulla bocca di tutti: il Costa Verde, che è a Cefalù per modo di dire, ed il Riva del Sole, che è nel cuore di Cefalù ma che è sempre stato e rimarrà sempre troppo piccolo. Il resto della ricettività era affidato a qualche alberghetto di paese e qualche affittacamere e, in tempi più recenti, alla coscienza di qualche gestore di Bed & Breakfast: e le fregature negli anni si sono davvero sprecate sempre in virtù di quella strana anomalia tipicamente sicula che induce a pensare che il turista vada sempre e comunque fregato, meglio se anche spennato vivo.

Ma da poco più di due anni le cose sono radicalmente cambiate. I pionieri della ricettività di qualità a Cefalù sono stati i coniugi Lombardo. Lei solida e verace figlia di armatore, lui esponente politico rodato con qualche carica assessorile alle spalle.  I due hanno dato vita al primo albergo di lusso proprio nel cuore di Cefalù, senza né se e né ma e senza compromessi. Il Cefalù Sea Palace è un bell’albergo quattro stelle lusso situato proprio sul lungomare Giardina ed a qualche centinaio di passi dal delizioso centro storico della cittadina.

Di certo non è economico, ma questa è stata la scelta dei proprietari, che vogliono riportare a Cefalù un certo tipo di turista e non certo il “weekendaro mordi e fuggi”. Quindi, senza l’assillo dell’auto e degli incolonnamenti, non sono tutti a poter godere di una finestra sul blu del mare di Cefalù, se quella finestra appartiene ad una camera del Sea Palace: ma chi riesce a concedersi questo piccolo lusso riporterà a casa ricordi indimenticabili tra cui alcuni dei più bei tramonti siciliani. Mi colpì, quando visitai e soggiornai al Sea Palace a meno di un mese dalla sua apertura, il fatto che su quel lungomare vi fosse una serie di casermoni in costruzione lasciati a sé stessi e che non costituivano di certo una bella cornice a quell’hotel decisamente elegante.


Sono tornata un mese fa e, colpo di scena, ho visto che uno dei casermoni  è diventato una bella struttura ricettiva, una RTA, ed ho anche appreso che l’ultimo scheletro con le gru al vento diverrà ben presto un’altra struttura di pari livello rispetto a quelle già esistenti.

Architettonicamente abbastanza simile al Sea Palace, l’ Astro Suite Hotel – quattro stelle – costituisce però una soluzione più idonea a soddisfare giovani famiglie, se non altro perché meno dispendiosa, ma non solo. Infatti tutte le camere sono delle suite composte da ampia camera matrimoniale, disimpegno, bagno e grande soggiorno con cucina attrezzata e divano letto a doppio letto estraibile.

Va da sé che per qualsiasi mamma sarà molto più facile preparare una pappina al proprio bimbo disponendo di una cucina completa persino di grande frigo e forno a microonde. La camera matrimoniale in sé gode di un bel terrazzo sul mare ed il soggiorno di un’ampia  finestratura con vista paese.  La biancheria è di buona qualità.

 Il bagno è una chicca: la sua finestra è un oblò, ed il mio guardava sia sul mare che sul paese, e così mi è capitato di fare la doccia guardando la pancia di un gabbiano che volava sull’hotel ed il campanile del meraviglioso Duomo allo stesso tempo. Ma la cosa notevole di questo posto sono proprio gli spazi. Ed i colori. Nelle intenzioni dell’architetto c’era quella di far somigliare l’hotel ad una nave: ed infatti le suites sono dislocate su due piani e su due ali, indicate con i nomi di “Ponte A” e “Ponte B”, ed i colori sono quelli evocativi del mare e del cielo: le uniche cose che si osservano di fatto dal ponte di una nave. E così i pavimenti sono blu, i divani azzurri, e blu sono le tende mentre colore sabbia sono gli arredi e le ampie e comode armadiature, mentre le porte sono di un bellissimo blu d’Antibes. C’è spazio per riporre qualsiasi cosa in quella tavolozza dei toni del blu.


Anche in questo caso ho soggiornato in una struttura aperta da meno di un mese, usufruendo di una bella camera con vista e di una colazione genuina ed abbondante. L’occhio costante ma mai invadente del gestore, ha garantito che tutto funzionasse al meglio : e devo dire che è stato tutto all’altezza delle aspettative, considerato anche un doveroso momento di rodaggio. La nota positiva più evidente è l’estrema gentilezza del personale, ben più che disponibile. Un caffè in camera ci metteva si e no tre minuti ad arrivare: e tanta solerzia non è da tutti. A seguire, la convenzione con la spiaggia attrezzata immediatamente dall’altra parte della strada, che dispone anche di un baretto dove si può consumare un ottimo  pranzo leggero, assistiti dall’affabilità di Osvaldo Mandelli, e poi – ma questo lo davo per scontato – l’estrema pulizia di tutti gli ambienti.

Una nota meno positiva riguarda la piscina: è davvero piccola ed è alta circa un metro e venti. Più adatta ai bambini che agli adulti; ed in effetti gli adulti c’erano per lo più per accudire i propri bambini. Senonchè il  mare è talmente vicino e talmente tanto bello che la piccolezza della piscina assume un’importanza molto relativa: di fatto c’è, e va benissimo se non altro per prendere ancora un po’ di sole prima di salire in camera per prepararsi a godere l’incanto della città di Cefalù alla sera, con la suggestiva passeggiata animata  dai venditori ambulanti che espongono variopinte mercanzie e tutto un susseguirsi di piccoli locali e pizzerie costantemente gremiti di gente. Un piccolo consiglio: tenetevi alla larga da quei locali in cui un insistente “tiradentro” vuole per forza trovarvi un tavolo: spenderete magari poco, ma mangerete cibo di qualità scadente.

Se potete, addentratevi un po’ di più tra i vicoletti del paese, dove un altro locale storico continua la sua esistenza continuando a servire buon cibo in una cornice spettacolare: parlo de Lo Scoglio Ubriaco, ma anche de Il Porticciolo.

Non tornerei per nessuna ragione al Ragno d’Oro, che d’oro aveva solo il conto, e che invece ricordavo come uno tra i migliori.

Per il resto Cefalù val sempre la pena di una passeggiata e, potendo, anche di un sia pur breve soggiorno.

Alessandra Verzera

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