INDOSSANO GIACCHE E TAILLEUR, MA HANNO 20 ANNI. LA MARCIA IN PIÙ DEL FAMILY BUSINESS AL VINITALY 2012

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La lenta, lentissima fermentazione che attanaglia i passaggi generazionali nel nostro Paese è nota. L’Italia, come ci ripetono ossessivamente quasi fosse un mantra dei giorni nostri, non è un Paese per giovani. Perché si sa, la brillantezza e l’entusiasmo contano, ma è l’esperienza la chiave di accesso agli ascensori sociali più nobili. La realtà è, come diceva Calvino, che alle volte uno si crede incompleto, ed invece è soltanto giovane (V.Le.)

 

Ma al Vinitaly, tra un bicchiere e l’altro, non c’è spazio per i sacri mantra dei divini media, e ci piace rilevare dove il nostro sguardo si è andato a poggiare, sui tanti tantissimi ragazzi. Oltre ad essere un momento mondano, una vetrina patinata dell’ostentare, dell’apparire a tutti i costi, il Vinitaly ha anche un altro volto, quello giovane e stralunato di ragazzi e ragazze che si muovono dentro giacche e tailleur con la stessa maestria dei più abbottonati e navigati insider. La marcia in più è la leggerezza dei vent’anni, unita al valore della famiglia: un brindisi perfetto per due elementi che suonano insieme meglio dell’incontro di due calici di cabernet. Si, perché l’alchimia crea un effetto che è ben visibile, o meglio, percepibile, difficilmente quantificabile, se non con l’idea stessa di tradizione. Siamo il Paese epicentro del family business come rivelato dall’omonima rivista americana, e quindi il passaggio intergenerazionale che abbiamo notato con i nostri occhi non è sfuggito agli addetti ai lavori, con una ricerca che dimostra come quello del vino sia il settore più interessato da questo fenomeno. Tra l’altro c’è anche una dichiarazione agli organi di stampa del presidente di Veronafiere, Giovanni Mantovani, che ha osservato come «il successo d’impresa delle famiglie italiane del vino è anche il successo di Vinitaly.  La svolta, in corso, del  passaggio generazionale e la crescente esigenza di internazionalizzazione hanno influito sul nuovo concept di Vinitaly».

E allora il mediterraneo concetto di famiglia poggia le basi per una nuova concezione di azienda, che sempre più spesso è destinata a passare da padre in figlio. Perché se hai visto con i tuoi occhi il sudore di tuo nonno, la fatica dei tuoi genitori e il sacrificio che quindi si cela dietro ogni singola bottiglia, vedi la cantina come una parte della famiglia, una sorta di “sorella minore”, come ci hanno confidato. E allora, sneakers ai piedi, ultimo bottone della camicia lasciato aperto, il risultato non cambia, anzi… L’attenzione alla comunicazione, a politiche aziendali sostenibili, o in ultimo alle capacità di sfruttare al meglio le risorse della rete, aprono alle cantine siciliane la possibilità di fare il salto di qualità, utile per inserirsi in un mercato altamente concorrenziale che non è pronto a far sconti a nessuno. Chi indietro rimane, indietro resta. È sempre più difficile colmare il gap di chi fa, ad esempio sui social network, una capillare opera di marketing e comunicazione continuativa.

Però il valore aggiunto, in mezzo a tutti questi termini ormai di ampio uso ma, diciamolo pure,  emotivamente freddi, è la famiglia. Non è un caso che passando da uno stand all’altro, la conduzione familiare di alcune cantine faccia tornare alla mente un momento che ha al suo interno tutti gli elementi del nostro racconto, la famiglia, i valori che si tramandano di generazione in generazione, con il trait d’union d’eccezione, il vino. E sì, tra fratelli, sorelle e sguardi attenti delle madri, mi è sembrato di vederli, la domenica, uniti tutti insieme a tavola per il pranzo, riuniti in una veranda che potrebbe essere lo scorcio migliore della Sicilia più vera, felici a brindare. C’è Twitter, c’è Facebook,  c’è la Wi-Fi Zone con i Qr-code che ti aprono un mondo di contenuti, per non parlare degli affari davanti ad un i-Pad. Ma c’è anche la voglia di un invito a quella tavola, a bere semplicemente un bicchiere di vino in compagnia. Giovane e genuino, come i sorrisi dei ragazzi del Vinitaly 2012.

Vincenzo Leone

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