Il Festino di Santa Rosalia: tra giochi d’artificio e babbaluci, svetta la Santuzza

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Ogni anno il 14 Luglio, invocato il tramonto, inizia la sfilata e su un carro sempre nuovo, addobbato di fiori e preghiere, sfila la Santuzza per le vie del centro storico. Intorno alla manifestazione si adunano genti: curiosi, fedeli, turisti e venditori. I chioschetti si preparano ad accogliere tante bocche da dissetare, granite da vendere, acqua da lesinare, e i babbaluci vengono cotti e proposti come passatempo saporito, da pasteggiare per la via seguendo il rituale (Ti.Ni.)

Una festa attesa tutto l’anno, che racconta la sacralità di un rito profano e seicentesco di una rosa senza spine, la giovinetta Rosalia, fiorita nel 1128 e morta meno di 40 dopo da pellegrina sul monte (Monte Pellegrino) dove oggi sorge il Santuario in suo nome. Il culto della Santuzza si riaccende nel 1600 quando a seguito del ritrovamento delle reliquie di Rosalia, del loro essere portate in processione percorrendo le vie di una Palermo scossa dalla peste, il morbo viene miracolosamente sconfitto e la Santa eletta a pratrona della città.

Giunti alla 387esima edizione, nulla si conosce ancora dei dettagli che quest’anno faranno la differenza. In genere cambiano gli addobbi, cambia il carro, ma non la processione che da Corso Vittorio Emanuele parte per lasciarsi alle spalle il Palazzo Reale e prendere potenza espressiva innanzi alla Cattedrale e così, giù verso la cala, fino al mare dove il culmine si avverte, intorno alla mezza notte, con i fuochi d’artificio a chiudere la manifestazione.

I palermitani, gustando melone ghiacciato e sucannu babbaluci (assaporando le lumache), piluccando coppi di simenza e cruzziteddi (semi di zucca e castagne secche) per ammazzare il tempo, assistono alla kermesse vociando e invocando la Santuzza e la città: Viva Palermo e Santa Rosalia!

I giorni che precedono la festa sono ricchi di piccoli appuntamenti, taluni occasionali, in cui si può assistere ad un’antichissima usanza detta “’u Triunfu”. Si tratta dell’orazione, in forma di canti popolari, della storia di Rosalia in genere proposta da suonatori che si esibiscono nei vicoli del centro storico palermitano, davanti alle edicole votive dedicate alla Santuzza.

Il festino di fatto è il 15 Luglio, giorno in cui con una processione si terminano tutti i festeggiamenti, la ricorrenza ufficiale della Santa è il 4 Settembre, venerata come Santa vergine dalla Chiesa cattolica, giorno in cui si fa l’acchiatata (la salita a piedi) del Monte, ma è durante la notte del 14 Luglio che Palermo si feste a festa e torna a cantare le gesta di quella fanciulla che con la sua purezza salvò città e cittadini dall’ira funesta della peste.

Nota: le foto di repertorio sono relative al Festino del 2010, materiale coperto da copyright: http://pecorelladimarzapane.blogspot.com/

Tiziana Nicoletti

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