A Pappagone diede vita e fama uno straordinario Peppino De Filippo: questo personaggio si chiamava precisamente Gaetano Pappagone. E chi era? In due sole parole, un pasticcione. Per rimanere nel tema di ciò che diede i natali a Gaetano Pappagone, I Casi Sono Due: o siamo governati da emulatori di Pappagone ed accoliti, o qualcosa sfugge decisamente ai più.
Notizie di stampa riportano notizie dal tono decisamente poco incoraggiante: ” La pandemia in Italia è ormai fuori controllo“. “Ormai”? E da quando? Ma, soprattutto, perchè è andata fuori controllo?In principio fu un lockdown del tutto inutile, almeno in determinate aree del Paese come la Sicilia, poichè i casi erano pochissimi ed i mesi invernali non lasciavano prevedere flussi inarrestabili di turisti e, quindi, di preoccupanti potenziali diffusori del virus cosiddetto di importazione. Sarebbero, allora, bastate misure per la prevenzione ed il contenimento. Un eccesso di zelo, un eccesso di prudenza, o forse anche una paura improvvisa e sconosciuta, hanno invece fatto decidere di chiudere tutto. Va bene, ce lo siamo fatto andar bene.La Sicilia, con qualche centinaio di casi, asserragliata esattamente come la Lombardia, con qualche migliaio di morti. E, benchè non vi fossero di certo numeri allarmanti, si chiuse tutto, tranne i generi necessari alla sopravvivenza. Si chiuse anche la scuola, che però volgeva comunque al termine. E mentre la gente cantava, suonava ed inventava numeri di intrattenimento balconiero, la prima scure si era così abbattuta sulla testa di tanti segmenti dell’economia cittadina, isolana e di tutta la penisola: la ristorazione fu la prima a cadere sotto colpi di maglio che mai avrebbe immaginato di dovere ricevere e che non era in grado di sopportare. Non dimentichiamo, per favore, che oltre alla mancata chanche ed agli incassi persi, molti hanno letteralmente buttato, o diversamente distribuito, molte derrate stoccate nelle dispense e nei frigoriferi. Che le abbiano buttate via o date in beneficenza la storia non cambia: va tutto nel lungo elenco delle perdite patite. Nel frattempo però, in quei due mesi di catene solidali, di pasti da asporto, di passaparola, di buona volontà, il governo diede delle istruzioni nell’imminenza del “rilascio” di 60 milioni di cittadini tenuti ai domiciliari per un paio di mesi, rei di nulla. Tutti liberi il 4 di maggio, tranne alcuni. Tra questi alcuni che si sono visti infliggere una pena accessoria di altre due settimane, i ristoratori. Sempre loro, i grandi malfattori. Che nel frattempo giravano a vuoto tra mille regole, confermate e poi soppiantate da altre, mille cavilli, misurazioni millimetriche e condizioni lavorative da girone dantesco.
Quali erano queste misure? Quasi nessuno lo sa ormai più con certezza nè nell’ ordine cronologico preciso proprio perchè sono state fortemente ondivaghe: ma eccone alcune.
Dimezza la capienza del locale: se avevi trenta posti in tutto sai già che chiuderai. Ma va bene, dimezziamo e speriamo di coprire almeno le spese.Colloca il plexiglas a ” chiudere” ogni commensale: due seduti di fronte devono essere isolati uno dall’altro e, ovviamente, da quelli a fianco, sebbene quelli a fianco siano distanti due metri da te. Il plexiglas costa uno sproposito. E poi come fanno a sentirsi due che mangiano insieme ma vogliono anche parlare, se sono separati da questa lastra? Ci mancava poco che nascesse anche l’idea di auricolari e microfoni monouso da fornire ai clienti. La follia degenerativa non è arrivata a tanto. Distanzia i tavoli di due metri l’uno dall’altro: e qui nacque il primo grosso, grossissimo inghippo. Due metri da dove? Misurando da dove e verso dove? A tutto dentro o a tutto fuori? Con sedia libera o occupata? Ma facile! Due metri PER LATO a tutto fuori, quindi con la persona già seduta. Quindi un tavolo quadrato per due persone prevedeva uno spazio circostante di ben otto metri, più il tutto fuori delle due sedie; appunto due per lato. Se hai una sala di quaranta metri, al netto dei pilastri, del mobilio e dei corridoi per l’accesso alle toilettes, avrai cinque tavoli. La somma che da il risultato viaggia nel campo dei numeri negativi.
Usa il dehors se ce l’hai, se non ce l’hai cercati un pezzo di marciapiedi e crealo. Ok, a volte è scomodo, a volte è troppo stretto, ma va bene. Ed allora ritaglia quel marciapiedi, metti piante, una pedanina, le lucine, insomma rendilo gradevole, piacevole, fornisciti anche in qualche zona di un elemento per il riscaldamento da esterni, ovvero di nebulizzatori per il fresco.No, non farlo! Niente nebulizzatori poichè potrebbero veicolare le droplets. Ok, moriremo di caldo, ma covid free.Metti il gel igienizzante fuori dalla porta, munisciti di menù non cartaceo e stai attento ai bagni: sanificali ad ogni uso. Una ridda di regole folli, esasperanti che in qualche caso avrebbero richiesto l’assunzione in servizio di vere e proprie “guardie” e di un addetto fisso alle toilettes. Ovviamente non dovevano mancare nè la scheda anagrafica dei clienti, nè i termo scanner. Follie su follie.
Naturalmente mascherine per tutti, cuochi e camerieri. Un martirio come pochi, specie per i cuochi, specie alle temperature spesso elevatissime di cucine con sei fuochi fiammeggianti, friggitrici a pieno regime e forni spinti al massimo. Ma, poveracci, lo fanno e si adeguano: dopotutto è in gioco anche la loro stessa salute,se si salvano da un ictus.Su tutto, la madre di tutte le scelte: ognuno faccia le vacanze nella propria regione, che tanto in Italia non manca nulla in qualunque parte si viva. Bene, plauso. Riscopriamo la nostra terra, le nostre bellezze, i nostri stratosferici patrimoni.
Il tutto si è tradotto in spese parecchio ingenti, tanto quanto inutili, di brevissima vita. A queste spese hanno fatto sèguito penosi “ristori”, al livello della carità e ben al di sotto dei livelli di sussistenza: forse, avranno pensato i Pappagone, che i ristoratori da mangiare ce l’avessero già di loro nelle dispense e che quindi con quei 600 euro avrebbero vissuto da pasha, dopo avere mangiato e bevuto a sbafo di sè stessi. Pappagone probabilmente si, lo avrebbe pensato. Poi succede l’imponderabile: arriva l’estate. Chi lo avrebbe mai detto? Un’estate che, dopo maggio, coglie tutti impreparati. E con l’estate si sono sparigliate tutte le carte di mazzi peraltro già difettosi. Una bolgia ovunque, un bordello infernale. Le mascherine, il plexiglas, gli otto metri, le vacanze entro le rispettive regioni e tutto il resto sono lontani ricordi. Non si ragiona più: transumanze di gente in varie zone, non soltanto della movida, ma anche nei lidi balneari. Una Babele di lingue: Mondello sembrava, che so, La Croisette di Cannes durante il Festival del Cinema, con gente parlante in ogni lingua del mondo, ovviamente “smascherata” Il grande turismo internazionale che abbiamo sempre desiderato lo abbiamo avuto quando non avremmo dovuto averlo. Quando, cioè, non poteva andare altrove: non è la prima volta, nè la prima occasione, in cui risultiamo essere “sacca” di altri paesi. E così è stato.I Lidi…questi luoghi mitologici in cui plotoni di ingegneri avevano prima misurato, distanziato, ipotizzato gabbiotti di plexiglas, ombrelloni a tenda dentro ai quali rinchiudersi, sanificazioni continue dei lettini, distanza dentro l’acqua di non ricordo quanti metri l’uno dall’altro. Mattane su mattane: ed i fatti hanno dimostrato che solo di questo si trattava. Di mattane. Consulenze e denari a gettito per dei veri e propri flop. Colpa della gente? Si, certo: anche ed in buona misura colpa della gente. Di quelli che ” ma io così impazzisco” o di quegli altri che ” ma siamo in dittatura?” O di quegli altri che “ la mascherina non la metto perchè limita la mia libertà“. O di quegli altri che ” moriremo per i danni causati dall’ipossia con queste mascherine“, dimenticando magari che forse nel corso della loro vita hanno subìto un’appendicectomia ed hanno visto un chirurgo con la mascherina: nel novero delle morti legate alle malattie professionali dei medici “l’anossia da mascherina chirurgica” credo proprio non figuri in nessuna parte del mondo. Per non parlare di quelli che ” è solo una banale influenza“, o che ” ma figuriamoci, tutto un complotto“. Tra parentesi, di gente morta nell’ordine delle migliaia a causa di “complotti” nel mondo ce n’è stata davvero tanta: dove sta scritto che un complotto debba essere innocuo? Non lo è mai e magari è proprio un complotto; cosa cambia? Detto ciò, ogni governo ha il suo popolo: ed ogni popolo ha il suo governo, anche quando non lo ha eletto.Finita l’estate ci ritroviamo con una pandemia fuori controllo: in circa sei mesi di “lavori estenuanti”, pagati da ciascuno di noi a peso d’oro, la montagna ha partorito il topolino. E le grandi e straordinarie misure sono diventate monopattini, banchi a rotelle e bonus vacanze mentre la gente aveva il contatore della luce staccato e le cartelle esattoriali all’uscio. Risultato? Scuole chiuse, milioni su milioni buttati. Ristoratori in linea con tutte le precedenti prescrizioni ancora una volta chiusi, peggio, gabbati, diciamo pure presi per il culo : chiudi alle 24, chiudi alle 23, chiudi alle 22, chiudi alle 18.00. Non apri affatto. Vorresti salvarti la domenica? Scordatelo: la domenica tutto chiuso. Però puoi consegnare a domicilio. Come se fosse la stessa cosa, come se fosse infinitesimalmente persino simile. Però no, la domenica apri, booh vedremo… Tu fornaio? Apri a turni, una domenica si e l’altra no, anzi no stai chiuso, vabbè apri ogni domenica. Insomma, cari Pappagone cosa dobbiamo fare? I soldi per vivere a questi signori, ed ai signori dell’indotto, chi glieli da? Qualche piccolo prelievo forzoso dai conti correnti di tutti e così ci mettiamo tutti a posto con le coscienze? E chi sarà a prendere il coraggio a quattro mani e a pronunciare quell’antipatica parolina in inglese che ormai sembra inevitabile, se non salvifica, che è “lockdown”? Perchè, sapete, se lo avete proclamato a marzo, quando in alcune zone praticamente non serviva, oggi dovreste proclamarne tre, è ovvio: parlano i numeri e parlano gli ospedali. Altro che ” Strega cambia colore”…Non è facile fare politica avendo per le mani certe gatte da pelare, è lapalissiano; ma nessuno d’altra parte ha mai detto che sarebbe stato facile governare un Paese. Tuttavia è necessario che chi fa politica si occupi del bene collettivo a scapito della vanità e della popolarità personali Non vi mancano solo cuore e fegato per chiudere il Paese; vi mancano i soldi. Bene: trovateli, dal momento che per consulenti, tecnici, squadroni di specialisti, banchi inutili, pattini e vacanze fuori luogo, per voi stessi, li trovate sempre e che finiscono invariabilmente in buchi neri senza sortire alcun beneficio. Com’è che in questo paese si trovano soldi per tutto tranne che per chi ne ha davvero bisogno?La pandemia è fuori controllo: e se chiedessimo lumi a Pappagone? Volendo ci sarebbe anche il Signor Bonaventura, hai visto mai…
Alessandra Verzera
Credits: L’immagine che rappresenta il grafico della curva pandemica in Italia è del CNR. L’immagine di Palermo in lockdown è di rosalio.it. L’immagine dei Navigli è di fanpage.it L’immagine di Napoli e dei festeggiamenti Coppa Italia è di www.salernonotizie.it