Catania e Taormina: due salotti in cui gustare un solo sapore. La granita.

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granitaCatania, Acicastello e le “isole Ciclopi”, Taormina, l’Etna a far da sfondo: posti splendidi, vedute da sogno, il profumo dell’estate che incalza una primavera piovosa e poi una granita. Ritrovare il gusto di sapori che rimandano alla pelle bruciata dal sole, al profumo dei solari, alle roventi spiagge d’una Sicilia orientale (Ti.Ni.)

Piove, copiose lacrime rigano il cielo ed i finestrini di un pullman che ci conduce sulla via lastricata di pietre vulcaniche. L’Etna a sovrastare le emozioni, a stagliarsi sui pensieri avvolti in un unico desiderio: godersi una passeggiata su via Etnea, riscoprire un luogo incantato e conosciuto in tutto il mondo come scorcio di paradiso, Taormina ed i suoi sapori.

Arrivare all’ora di pranzo vuol dire gustarsi un paesaggio fatto d’un cielo terso, ormai sgombro di nuvole e pioggia, azzurro come solo nel mese di Aprile sa essere, eppure le cime del vulcano sono ancora innevate, fumanti e candide come zucchero filato appena “forgiato”.
Bella la panorama sule isole Ciclopi (sopra, in Foto), area marino protetta, in quel di Acicastello, comune in provincia di Catania ed a solo trenta minuti d’auto dal centro; un tuffo in acque terse, solo sognato perché le temperature ancora sconsigliano l’abbraccio con il mare, e nel pomeriggio dirigere i passi in quel di Catania.
Cartoline a tinte allegre, chiare, ci mostrano cacocciule arrustute (carciofi arrostiti sulla brace), la Santa (Sant’Agata patrona) che protegge la città e guarda il Duomo, la fontana del Liotru, l’elefante simbolo della città e realizzato in pietra lavica in età romana.

Ed ancora la via Etnea, salotto cittadino in cui gustate una granita – e possiamo assicurare che le migliori granite si possono assaporare nella parte orientale della Sicilia – o bere un caffè, o soffermarsi a scrutare i resti del tempo in quel anfiteatro romano protetto da sguardi immoti, da volti bronzei.
Continua la passeggiata, i quattro canti e le chiese a far da corona al tempo, fino alla villa comunale, Villa Bellini in cui godere un momento di pace: fontane, alberi secolari, statue di ninfee e Giovanni Verga a poetare in duetto con una di loro.

Catania, la perla nera dello Ionio, è così bella, scura ed elegante per la presenza di quella pietra nera e vulcanica che ne connota univocamente i contorni. L’Etna si percepisce, lo si sente nell’anima eppure si stenta a vederlo per le vie della città. Lui, maestoso, sempre vivo e fiammeggiante, gigante disteso sulle vite della gente che dona pace, pur negli schizzi di lapilli, che regala agli artigiani la voglia di forgiare dalle sue ceneri soggetti (sculture realizzate con polvere di roccia vulcanica), che regala alla terra quei sali minerali che arricchiscono di gusto tutto, dalla verdura al vino.

La granita si gusta come fosse un gelato, di vari gusti, dal cioccolato alla mandorla, è delicata, leggera al palato, da non sembrare semplice ghiaccio tritato ed insaporito; amabile, caratteristica, la si presenta anche a colazione, quando il caldo inizia ad essere pressante, in compagnia di una bella “brioches con il tuppo”.

Ed a pochi chilometri, in provincia di Messina, collocata all’incirca a metà strada tra le due sorelle Catania e Messina per l’appunto, incantevole così tanto da rimanere scolpita negli occhi, troviamo Taormina: una bomboniera ammirata e conosciuta in tutto il mondo; le piazze, le fontane, le chiese, il belvedere, i vicoli, il Teatro antico, tutto a Taormina si lascia ammirare senza fiato, con la voglia di fermare il tempo e godere dello spettacolo naturale e paesaggistico che sa offrire questo scorcio di Sicilia.

La costa, il mare, le pietre su cui camminare, tutto a Taormina è narrato nei ricordi di grandi uomini, scrittori, illustri fotografi, regnanti, poeti e pittori. Così arte, negozi, ceramiche, agrumi, strade, piazze e luoghi di culto, panoramiche, un pizzico di armonia, quel tanto di fantasia, divengono gli ingredienti che miscelati, impastati a dovere, fanno di questa cittadina un piccolo angolo di paradiso in cui passeggiare è dolce sospiro che soffia sull’anima.

Persi ad osservar fili d’erba ondeggiare come mare, sotto il soffio incessante di Eolo, l’Etna come acuto osservatore del tutto, vien da pensare che la Terra sa regalare più di quanto l’uomo riesce ad accogliere, e talvolta a godere, in attimi perduti, in istantanee scattate come cartoline in bianco e nero e tutto ciò che con i soldi non si può comperare, ma che solo con il cuore si può assaporare.

Tiziana Nicoletti

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