Automobili “commestibili” : alcune loro componenti sono infatti derivate da scarti industriali alimentari. Patate, noci, carote e cioccolata. Ma le vedremo mai veramente sui circuiti? (A.Ve.)
E’ inglese una delle ultime trovate per creare un’auto da corsa che sia davvero ecocompatibile ed ecosostenibile. Si chiama Eco One ed è una vettura messa a punto da alcuni ricercatori universitari inglesi particolarmente orientati verso la salvaguardia dell’ambiente : presenta pneumatici realizzati a base di patate e pedale del freno realizzato partendo dai gusci delle noci. Ovvio e legittimo lo scetticismo da parte degli osservatori in merito alla sicurezza di una vettura di questo tipo, anche se gli studiosi britannici non demordono: il prototipo della vettura infatti è stato lanciato a ben 200 km orari e la previsione dei suoi ideatori è quella di spingerla sino ai 250 km orari. Ma altri “ingredienti” compongono questa auto, che è stata presentata al Sexy Green Car Show in Cornovaglia : le carote compongono infatti parte dello sterzo e l’olio di soia è presente nei sedili. Il project Manager James Meredith dice che il suo modello è la chiara dimostrazione di come sia possibile costruire un’auto veloce, affidabile, innovativa ed eco-compatibile. E dal canto loro all’Università di Warwick sono tutti entusiasti delle prestazioni del veicolo, tanto da averlo realizzato rispettando scrupolosamente tutte le caratteristiche indispensabili a partecipare ad un campionato di Formula3. Staremo a vedere: intanto la cosa certa è che sinora di questa strana vettura si sa poco o niente. Ma è legittimo chiedersi perché non approfondire lo studio del progetto limitandolo, almeno all’inizio, alle “tranquille” city car, con i loro limiti di velocità urbani fissati ai sani 50 km/h, piuttosto che lanciarsi in un’impresa decisamente ardita puntando a velocità da bolidi ai quali è richiesto un livello di affidabilità elevatissimo. Veder circolare sui percorsi urbani auto ecocompatibili, realizzate con scarti industriali di aziende alimentari a bassissimo costo e ad altrettanto bassissimo impatto ambientale, potrebbe costituire un giro di boa: a patto però che anche il carburante sia della stessa natura e a patto che gli automobilisti siano psicologicamente pronti a comprare i pezzi di ricambio della propria vettura….al supermercato.
Alessandra Verzera