A Padova con “Chef in punta di dita” in vetrina il “finger food”

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Bruschette, focaccine, verdure ripiene, carpacci, fritti e molto altro purchè d’autore, da afferrare e gustare in un sol boccone: è il finger food, un miniatura di sapori, colori, moda, passione e talento, se è vero che anche questa è, oggi, una forma di ricevere e intrattenere, che piace, fa party, ha le sue scuole e ha anche il suo concorso. (P.Pi)

La competizione si chiama “Chef in punta di dita”, è ormai alla terza edizione, si svolgerà alla Fiera di Padova dal 5 all’8 febbraio in concomitanza con “Tecno&Food”, ed è curata da Consorzio Zafferano, Sirman e Padova fiere, promotori di molte iniziative rivolte alla categoria degli chef d’Italia e non solo. Tema del 2012 la carne bianca, interpretata calda o fredda, valutando ordine, pulizia, rapidità, abilità dell’esecuzione dei cuochi, junior o senior. In casa, al bar, al ristorante, si tratta di una forma di cucina allegra, informale, creativa ma allo stesso tempo ricercata e sempre in divenire, potenzialmente infinita nelle sue espressioni artistiche e culinarie e un ottimo veicolo spesso per proporre la nostra cucina regionale e culture locali di ogni continente.

E da questa edizione il campionato diventa internazionale, con la presenza di chef da tutto il mondo. Un termine – quello del finger food, nato una decina di anni fa, quindi giunto ad un compleanno speciale, sinonimo di aperitivi e spuntini ricercati, motivo di sfida e curiosità per tanti professionisti. Aprendo poi una strada che ha fatto proseliti. Sapore, aspetto, presentazione si coniugano e permettono di far esprimere al massimo la fantasia, partendo, si intende, da prodotti di qualità che lo discostino dal primordiale concetto di “tartina”, ma intendendolo oggi come una carrellata di pietanze (anche se non qualsiasi piatto però può prestarsi) solo in porzione mignon, che nulla ha da invidiare ad altre ricercate preparazioni “regular”.

Da allora, questo modo di fare cucina è stato “canonizzato” con proposte, eventi, idee a livello internazionale e nazionale. Ma c’è chi ha fatto di più, dando una definizione, un abc della tipologia. Roberto Carcangiu, Gianluca Tomasi e Marco Valletta, coordinati da Sonia Re – specialista in Scienze e Tecnologie alimentari, e da Ferruccio Ruzzante – direttore esecutivo della Rivista Zafferano, tutti esperti del settore in differenti ambienti gastronomici e culinari, in occasione dell’evento “Chef in punta di dita”, hanno messo a punto una sorta di codifica con i parametri per definire e realizzare il finger food a regola d’arte.

Quel che conta, è che sia comodo da mangiare e sia accattivante prima di tutto alla vista, deve incuriosire, poi anche al gusto. “Chef in punta di dita” si propone come evento di settore per scambiare professionalità, idee, tendenze.

Il clou dell’evento sarà la cena di apertura tutta realizzata con assaggi “finger” dall’antipasto al dolce, e sarà presentato il libro realizzato dagli chef Tomasi e Valletta con l’omonimo titolo affiancato da un percorso sensoriale di cinque portate ispirate alla cucina regionale italiana. Ovviamente, in un sol boccone.

Paola Piovesana

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