L’Italia nel Mediterraneo è il paese maggior produttore di olio d’oliva biologico, e l’olio biologico sarà protagonista indiscusso al salone mondiale per prodotti bio in programma dal 15 al 18 febbraio a Norimberga con circa 2.500 espositori di cui 200 al Vivaness, salone pilota della cosmesi naturale e del wellness, nonché 44 mila visitatori professionali (P.Pi.)
Un evento imperdibile per il settore che propone il meglio di alimenti biologici, prodotti tessili naturali, agricoltura biologica e commercializzazione, prodotti del commercio equosolidale, cosmetici naturali e prodotti per la cura del corpo, articoli da drogheria, prodotti wellness, servizi e novità. Al centro dell’attenzione sarà soprattutto la ricchezza biologica di un mercato delle materie prime: infatti, al “BioFach 2012” l’India sarà presentata al settore internazionale come nazione dell’anno. Come già in passato, nell’intero globo sempre più clienti scelgono prodotti biologici: dagli alimenti, alla cosmesi, all’abbigliamento. L’Italia sarà “osservata speciale” perché in nessun altro paese dell’Europa esiste un numero maggiore di aziende biologiche.
Nel 2010 si contavano 47.663 operatori del settore tra agricoltori, trasformatori e commercianti. Per tradizione il mercato italiano degli alimenti ecologici è fortemente influenzato dai negozi biologici indipendenti, in netta crescita. In generale, tutto il settore risente positivamente della passione per i prodotti naturali. Un ruolo privilegiato al “Biofach” sarà riservato all’olio (ma una vetrina sarà anche riservata al vino bio), confermando l’evento come la fiera di riferimento a livello mondiale per questo nettare. A livello internazionale, nell’annata 2010/11 sono stati prodotti circa 2,95 milioni di tonnellate di olio d’oliva, ma dall’area del Mediterraneo proviene niente meno che il 97% dell’intera produzione. Qui 430mila tonnellate (dati 2009) sono olio biologico e di queste 107 mila provengono dalla sola Italia. Segue la Spagna con 100 mila tonnellate e il terzo posto è della Tunisia. Nei Paesi del Mediterraneo occidentale si trovano le superfici di coltivazione più vaste mentre nella regione orientale si coltiva in strutture di minori dimensioni.
Accanto a Italia e Spagna dominano la scena gli altri paesi “classici” dell’Unione Europea come la Grecia e il Portogallo. Considerando la produzione complessiva di olio d’oliva sia convenzionale sia da agricoltura ecologica, la classifica pone, invece, la Spagna sul primo gradino del podio, seguita a grande distanza da Italia, Grecia e Portogallo. Una confortante conferma se si butta uno sguardo al passato: del resto, la storia dell’ulivo vanta radici ultramillenarie legate a doppio filo con la cultura, la ricchezza, la fama (e oggi anche il turismo enogastronomico) dei paesi del sud dell’Europa e del Nord Africa, e in particolare dello Stivale. La novità sta nelle aziende giovani e di piccoli produttori, che presentano qualità alternative alla classiche ormai consolidate sul mercato e che puntano a conquistare nuovi mercati. Questa tendenza era confermata anche dal risultato del Concorso dell’Olio d’Oliva del BioFach 2011: fra i premiati figuravano numerose aziende che si affacciano da poco al mondo del bio presentando però dei prodotti di livello.
L’“International Olive Councils”, (organizzazione intergovernativa unica al mondo che riunisce i produttori, i consumatori e gli operatori del settore con sede e Madrid) conferma che durante gli ultimi 4 anni la domanda è costantemente aumentata mentre la produzione è lievemente diminuita. Un ottimo prodotto di nicchia dunque, troverà facilmente riscontro e investire su questa produzione si presenta oggi come una scommessa quasi già vinta in partenza. Che il Mediterraneo punti molto su questa ricchezza e ne difenda le peculiarità è confermato anche da “Olivebioteq”, conferenza sulle biotecnologie e i prodotti oleari iniziata nel 2004, tenutasi a turno in Marocco, in Italia (a Palermo), in Tunisia e lo scorso novembre in Grecia, a Creta, per la quarta edizione. Scienziati, produttori, esportatori, ognuno ha portato la propria esperienza per fare il punto sul settore e dare impulsi positivi per difendere e consolidare il mercato dell’olio mediterraneo a livello internazionale.
Paola Piovesana