Ristorante Italia – Sciacca (Ag)

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antipasto andreaEra ora che la gente di Sciacca si svegliasse e decidesse di valorizzare ciò che la città termale offre: prima tra tutte le altre cose, il buon pesce freschissimo.E così nascono nuovi ristorantini: spesso, piacevolissime sorprese come il Ristorante Italia (SdG)

E’ una vecchia casina di pescatori ad un salto dalla battigia: proprio una questione di passi. Si trova in una delle zone che nel tempo ha subìto un degrado progressivo ed inarrestabile ma che per fortuna, grazie all’intuizione di qualcuno, si sta via via  riqualificando, anche con importatissimi lavori per la ricostruzione della passeggiata che ancora perdurano. Via Gaie di Garaffe, per gli autoctoni semplicemente ” li ai”.
I pionieri del rilancio di quella zona nel quartiere Stazzone, un tempo la spiaggia dei saccensi ma ormai da diversi anni irrimediabilmente erosa e non più balneabile, sono stati tre fratelli che hanno aperto – tra i primi a lanciarsi in questa avventura – un bel B & B dal nome assolutamente reminiscente proprio della zona: il B & B si chiama infatti “Aliai”, ed è appunto tra i primi sorti ed anche tra i più belli. L’unico ristorante dello Stazzone, o perlomeno quello storico che ogni saccense conosce, è quello del signor Marino, Al Porticello, che sta li da quando io ho memoria per ricordarmene, e sono alcuni decenni. Poi sono arrivati i panini, le salsicce, le paranzine e le panelle dei fratelli Patacco, di cui oggi si sono perse le tracce dato che a causa dei lavori di risistemazione della piazza, sono stati spostati. Insomma, lo Stazzone ha smesso di essere una spiaggia per diventare ritrovo serale dei golosi e piccolo mercato improvvisato di varia mercanzia di una mescolanza di provenienze etniche. Le sale gioco e i bar attirano frotte di ragazzi e passeggiare tra un panino ed una bancarella confortati dalla brezza marina è a dir poco piacevole. Alcuni recentissimi lavori alla viabilità della zona poi le hanno conferito una scorrevolezza maggiore in termini di traffico ed inquinamento acustico.

E’ proprio dallo Stazzone inoltre che si può osservare Sciacca di fronte, dal molo in cui hanno sede la Lega Navale ed il porto turistico puntellato di imbarcazioni da diporto grandi e piccole. La sera lo spettacolo è splendido.
Così, poco a poco, sono sorti piccoli ristorantini di pesce in prossimità della Lega Navale e di fianco all’imponente edificio della Guardia Costiera,  ma di fronte a dei vecchi ruderi ormai del tutto deruti. Avevo lasciato così le cose a settembre alla fine delle mie ferie in quel di Sciacca. Ma circa un mese fa sono tornata in passeggiata ed ho trovato una simpatica novità; una di quelle casine di pescatori ormai derute era diventata un delizioso ristorantino tutto azzurrro in fusione con cielo e mare.

Anche qui, un tavolo con vista unica su un mare piatto con improvvisi balugginii dovuti ad una splendida giornata di sole. I tuffi dei gabbiani nelle acque azzurre ci hanno irretiti ed intrattenuti nell’attesa dei nostri piatti in modo decisamente gradevole.
L’arredamento è di buona qualità, sobrio ed elegante, il tovagliato è ottimo ed i menu di una strana gomma fanno un gradevole odore come di pneumatici nuovi: mi hanno molto colpita. I bicchieri, che osservo sempre con grande perizia, sono evidentemente ripassati al tovagliolo più volte, sino al perfezionismo: sono immacolati e privi di qualsivoglia odore più o meno fastidioso. Già una bella stella, per quanto mi riguarda.
Il ristorante Italia è aperto da due mesi, ed infatti tutto è estremamente nuovo fiammante, compreso il sorriso compiaciuto di quello che intuiamo essere uno dei titolari. Il posto lo vediamo già ben frequentato: dopo di noi sono arrivati diversi altri clienti, tutti a godere del sole dietro ad una vetrage e a scorrere quel menu “gommoso” che ho trovato particolarmente glam nella sua nera essenzialità. Una cospicua presenza è forestiera: anche noi, del resto.

Il mio antipasto è un tris di affumicati. Di solito rimango delusa dallo spada che alcune volte sa di plastica o, nella migliore delle ipotesi, di nulla. Ma non è stato questo il caso. Sia tonno, che salmone, che pesce spada erano freschissimi e della migliore qualità. I limoni che ho chiesto in accompagnamento profumavano in modo incredibile ancora prima di essere spremuti. Veramente notevoli. L’antipastino misto del mio commensale era ricco ed invitante composto da piccole vaschette con cocktail di gamberetti, cous cous vegetale, caponatina delicata, insalatina di mare e gamberetti in polpa di cavolfiore. Molto buono, gustoso, non pesante. Squisito il pane di farina rimacinata: ma a Sciacca il pane è quasi sempre ottimo e costituisce quasi una pietanza a sè. Il mio primo sono delle pennette con salsa al pesto di mandorle e gamberetti. Un sugo molto ricco ma, soprattutto, una porzione estrema: come del resto quella del mio commensale che ha ordinato un risotto alla marinara dal buon profumo di po modoro fresco ed una abbondante quantità di pesci. Il secondo è spartano: trigliette fritte, praticamente vive e profumate di mare.

Il dolce è una robetta che io adoro: la cassatella fritta piena di ricotta e cioccolata con una colata di cioccolata calda sopra.
Due appunti ho da muovere a questo locale che ha il potenziale per crescere ed attrarre clientela sempre più numerosa, anche a ragione di un conto modesto intorno ai 25 euro a testa: il primo, e secondo me anche il più severo, riguarda proprio la cassatella. Il cliente non deve capire che si tratta di un prodotto surgelato, se non lo si è avvertito prima: nel mio caso, un passaggio troppo veloce in olio forse troppo caldo, ha dato la sensazione che la cassatella fosse pronta, dorata e fumante, mentre in realtà, al suo interno era gelida. Questo mi ha rovinato il piacere del dessert, che di solito mi piace pensare di fattura artigianale e non industriale.

Il secondo appunto va alle porzioni: eccessive, specie per quanto riguarda i primi. Io ho una personalissima convinzione, per averla sperimentata nei tanti di anni di frequentazione di vari ristoranti in lungo e in largo: se sai preparare bene un piatto, se ritieni che piacerà ai tuoi clienti e se sei intimamente convinto che sia davvero buono, allora la porzione non dovrà mai essere troppo abbondante, perchè non dovrà mai nauseare ma – soprattutto – una porzione regolare dovrà lasciare nel cliente quel leggero languore che lo indurrà a tornare per gustarlo ancora ed ancora. La mia porzione di pennette avrebbe ben contentato tre commensali che si limitino ai 70 grammi di pasta. Lo stesso dicasi per il risotto

Normalmente la gente si lamenta per porzioni esigue, che però hanno un loro perchè: dal tavolo di un ristorante bisognerebbe infatti alzarsi sempre dopo avere ” degustato”, e dunque senza mai sentirsi troppo appesantiti.
Al di la di questi dettagli, di cui quello della cassatella non potevo sottacere, il locale e la sua gestione promettono bene.
Il decoro della sala è ottimo, l’igiene eccellente, il servizio in sala attento e discreto e il panorama davvero strepitoso. Non da ultimo, il conto è davvero abbordabile in rapporto alla qualità del cibo servito. Il locale, come molti altri a Sciacca, è chiuso la domenica.

SdG

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