Non solo food and wine. La promozione del vino italiano in Cina cambia look e indossa i migliori brand del luxury textiles Made inIitaly per la notte più glamour di Shanghai. Sarà, infatti, all’insegna del “Drink and dress”, l’evento che, il 14 ottobre, vedrà le 12 cantine di Italia del Vino Consorzio e i più rinomati brand della moda e del calzaturiero debuttare insieme alla House of Roosevelt a sostegno dei comparti più rappresentativi del life style italiano. Organizzato dal Consorzio Italia del Vino e Ice, Italian trade Agency di Shanghai, in collaborazione con Milano Unica, Ente Moda Italia e Sistema Moda Italia, “Drink and dress” rientra nel progetto triennale ‘Italia in Cina’, il programma di promozione del vino italiano (circa 1,3 milioni di euro di investimento) sostenuto dalle due più grandi associazioni private del settore: Italia del Vino e Istituto Grandi Marchi.
Nei primi 8 mesi di quest’anno il posizionamento del vino italiano in Cina è ancora contrassegnato da luci e ombre. Secondo le ultime elaborazioni di WineMonitor/Nomisma, infatti, il nostro Paese cresce meno del resto del mondo, con le importazioni di vini fermi imbottigliati a +26,4% a fronte del +60,6% delle importazioni complessive (gennaio-agosto ’15). Per Andrea Sartori, presidente di Italia del Vino Consorzio: “In Cina, dal 2000 al 2014, il consumo di vino sul totale delle bevande alcoliche è più che triplicato passando dal 5,1% a una quota del 15,8%. Anche l’incidenza dei vini importati sul consumo nazionale cinese, che ha raggiunto il 19% nel 2014 contro il 3,2% nel 2000, ci indica che il vino italiano ha davanti a sé delle prospettive di crescita interessanti se saprà intercettare i nuovi trend di contaminazione delle abitudini locali con le tendenze occidentali. Serve un cambio di strategia – conclude Sartori – anche in vista dei nuovi scenari che potrebbero complicare ulteriormente la nostra posizione su questo mercato, come l’accordo di libero scambio tra Australia e Cina che prevede una riduzione progressiva dei dazi da quest’anno fino al 2019. Per questo il gemellaggio con la moda potrebbe rivelarsi una leva fondamentale per conquistare questo mercato”.