Tre Chef per Le Tre Forchette a Catania

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logo cittàLa Sicilia è una delle regioni più ricche e affascinanti dal punto di vista gastronomico e
la Città del Gusto di Catania, apprezzata scuola di cucina professionale e amatoriale del Gambero Rosso, ultimamente sta sfornando eventi e manifestazioni sempre più apprezzate e seguite dell’Isola.
Recentemente il Gambero Rosso ha scelto proprio la Sicilia come prima regione italiana per esportare “Le Tre Forchette”, una serata gastronomica all’insegna dei migliori chef italiani premiati con il prestigioso riconoscimento legato all’omonima guida.

cuttaiaAlla manifestazione era presente anche l’unico chef “Tre Forchette” siciliano: Pino Cuttaia, magistrale interprete della nostra cultura gastronomica.
Gli altri due chef della serata-evento sono stati Ilario Vinciguerra, grande interprete della calorosa cultura napoletana prestato al Nord, e Roberto Petza, primo chef sardo a fregiarsi di questo prestigioso riconoscimento.
Gli chef che hanno costituito il clou della manifestazione hanno puntato alla cultura del Sud, che, come ha affermato Pino Cuttaia, “si è finalmente presa una piccola rivincita sulla ricca cultura del Nord”.
Sarebbe, però, limitante restringere la platea di questi artisti della forchetta alla sola Italia perché la cucina di questi chef è un patrimonio che appartiene a tutta l’umanità.
Il programma della serata prevedeva una cena di quattro portate composta da un antipasto creato dai ragazzi della scuola professionale, un primo piatto proposto da Ilario Vinciguerra, un piatto principale preparato da Roberto Petza e il dessert presentato da Pino Cuttaia, ma la serata ha riservato qualche altra sorpresa.
Si è partiti, infatti, con un crostino di pane d’Altamura con paté di fegatini e tartufo bianco proposto come stuzzichino: se la partenza voleva stupire il risultato è stato stupefacente!
Ma la particolarità è stato il “show cooking”: ogni piatto è stato presentato e raccontato sia su com’è nato, quali emozioni e sentimenti lo hanno ispirato e la sua preparazione.
pizzaiola cuttaiaUn’ulteriore sorpresa è stato il piatto preparato da Pino Cuttaia come antipasto, “La pizzaiola”, è una suggestiva preparazione che visivamente dà l’impressione di trovarsi di fronte a una piccola pizza con un mare di mozzarella sopra. Ma è solo suggestione! La mozzarella non è mozzarella, è una schiuma di patate che copre un delicatissimo baccalà affumicato con la pigna, i cubetti di pomodoro, patate e le olive. Quello che succede in bocca è qualcosa che manda in tilt il cervello, con il palato che invece del gusto riconosce gli odori, come se i segnali del palato non si fermassero nella parte del gusto, ma continuassero la loro corsa verso la parte olfattiva. No, è inutile descrivere un piatto del genere, bisognerebbe essere poeti, si deve provare!
I ragazzi della scuola professionale della Città del Gusto di Catania, hanno creato “Terre di Mare”, una bellissima presentazione servito su un piatto lungo di tre diverse ingredienti: gambero di Mazzara, crudo su una pennellata di pesto di prezzemolo, seppia tagliata sottilissima su un letto di crema di patate con curcuma e zenzero e per finire un filettino di triglia saltata in padella su macco di fave di Leonforte. Una composizione con i colori che si inseguono nel piatto, una miscelanza di ingredienti curata ed eccellente e soprattutto un’interessante accostamento di “cru, mi-cuit et cuit”. Per i ragazzi della scuola era un’impresa difficilissima il confronto con i grandi chef de “Le tre forchette”, ma il risultato è stato più che apprezzabile.
ilario vinciguerraIl primo piatto è stato affidato allo chef Ilario Vinciguerra che ha presentato il piatto “Pasta, patate e cozze”, una rivisitazione della tradizionale cucina napoletana. La presentazione di grande effetto, con le inimmaginabili cozze ripiene di pomodorino e una punta di acidità creata dal limone compensata dalla gustosissima spuma di patate. Un insieme armonioso e, direi, spiritoso come il simpaticissimo chef partenopeo, sempre alla ricerca di accostamenti e proposte azzardate, ma nello stesso tempo morbide e aggraziate. L’imponente presenza sul palco di Vinciguerra ha poi regalato un’ esplosione di simpatia tipicamente napoletana che ha divertito tutti gli ospiti presenti. Insomma: non solo chef, ma vero personaggio a 360 gradi!
Il piatto principale, dal titolo quasi impronunciabile – Purceddu aresti, arenada, cancioffa e zippiri – è stato presentato dallo chef Roberto Petza, fresco del riconoscimento “Le Tre Forchette”, era un maialino da latte incredibilmente morbido con carciofi, melagrana e rosmarino. Piatto di una delicatezza incredibile, un’armonia di gusto sublime con un solo unico, vero… difetto: era troppo poco! Sì, molti hanno richiesto bis e tris!
cannoloDulcis in fundo, la cornucopia di cannolo presentata dal nostro chef siciliano Pino Cuttaia. Rivisitazione del classico cannolo siciliano – anche se chiamarlo rivisitazione è piuttosto riduttivo. Il cannolo è già qualcosa di sublime, ma se poi lo si può fare meglio, non è semplice descriverlo. Il mio invito è di andarlo a provare direttamente, a Licata al ristorante La Madia di Pino Cuttaia, poi provate a descriverlo se ci riuscite!
I tre chef hanno deliziato i palati e hanno confermato che l’arte culinaria è ancora viva e presente nel nostro povero paese e che magari i politici potrebbero ispirarsi proprio a loro per risollevare le sorti di questa povera Italia.
firriato1Non si possono dimenticare i vini accostati alle pietanze presentate, affidati alle Cantine Firriato che hanno proposto alcune autentiche perle, in particolare uno spumante davvero eccezionale in apertura e uno splendido rosso che ha accompagnato il maialino.
Sui vini, però, dobbiamo fare un piccolo appunto, non tanto al vino vero e proprio, quanto piuttosto al servizio. Quando il vino viene versato dai camerieri che girano tra i tavoli con la loro bottiglia, è assolutamente indispensabile che ci sia un degustatore che provi tutte le bottiglie che vengono stappate, si eviterebbe così lo spiacevole episodio, capitato al nostro tavolo e a quello vicino, di una bottiglia che “sapeva di tappo” e che ha rovinato diversi bicchieri.
s'apposentuQueste serate – evento sono occasione per poter degustare una cucina di altissimo livello, raggruppando maestri che difficilmente è possibile incontrare tutti assieme e giovani leve che iniziano a percorrere la strada che potrà portarli molto lontano, e gli auguriamo di sentiremo presto parlare di loro!
Catania deve imparare a far si che occasioni come questa siano crescita ed immagine positiva per la città. Poiché  i fortunati commensali occupano pochi posti disponibili (la logistica e i limiti delle brigate degli chef, non permettono più di 60-80 coperti, nda) vi consigliamo di fare una capatina nei ristoranti dei tre chef che sono: “La Madia” a Licata per Pino Cuttaia, l’Ilario Vinciguerra Restaurant a Gallarate (VA) in Lombardia e il S’Apposentu di Casa Puddu a Siddi (VS) in Sardegna per Roberto Petza.

Giuliana Avila

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