Sfizi e Delizie. A Valderice ( Tp), non senza sorprese.

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sfizi viniCapita qualche volta che ad ambienti molto chic, raffinati ed eleganti, corrisponda una cucina che esprime l’elogio del nulla, lasciando tutto sommato abbastanza delusi. Quello che non accade quasi mai, invece, è la situazione esattamente opposta. Sfizi e Delizie determina quel “quasi” ed è l’eccezione che conferma la regola dato che, in un ambiente modesto e per alcuni versi fuorviante, si produce invece dell’ottima cucina. Arrivando in Via Vespri, in quel di Valderice, ci si imbatte infatti  in un locale che a prima vista sembra una salumeria. Entrando l’idea della salumeria viene accantonata per lasciare il posto all’impressione di rosticceria: un banco frigo espone la tipica rosticceria siciliana e preparazioni da asporto, sistemate in teglie di alluminio. Però, guardando logo chainesulla destra, si scorgono scaffali con su sistemati in bell’ordine svariati prodotti che costituiscono le eccellenze siciliane: due tra tutti, il miele di ape nera sicula dell’impareggiabile azienda Amodeo, ed il pistacchio di Bronte, quello vero. Ed ancora, confezioni di Busiate, la pasta tipica della provincia trapanese, e che sorprendentemente viene prodotta artigianalmente in quella simil salumeria rosticceria in Via dei Vespri.  slow foodE così si rimane un po’ spiazzati quando, tra girarrosti, teglie in alluminio, e patate al forno, si scorge in fondo al corridoio un delizioso giardino d’inverno che apre a sua volta su un chiostrino ricco di piante, con dei tavolini e salottino.  In quel giardino d’inverno campeggiano alcune insegne: una della Chaine des Rotisseurs, dato che uno dei titolari ne è membro, ed un’altra di Slow Food, dato che il locale è inserito nella guida alle Osterie d’ Italia. E quindi la curiosità cresce. Così mi accomodo ad un tavolo bene apparecchiato e comincio a dare una lettura al menù: troppo vasto per quel tipo di locale, penso, ma il titolare mi legge nel pensiero ed esordisce: ” Quel menù è tutto da rifare, e da ridurre“. Ne convengo e mi metto all’ascolto di ciò che è disponibile in cucina. sfizi antipastoNell’attesa che inizi il mio pasto, do una lettura alla carta dei vini: rigorosamente siciliane le etichette ma è presente anche una bella selezione di grappe. Nulla di scontato e, sugli scaffali, qualche bottiglia davvero singolare, come un Grillo Verde, tanto per citarne uno. Il mio pranzo inizia con un antipasto in cui tutto è disposto con bell’ordine e senza troppi fronzoli. L’apoteosi del gusto in quel piatto è costituito da un cubetto di sarda affumicata, che è davvero straordinariamente buona. Eccellente anche la crocchetta di patate e baccalà, gustosa e delicata, fritta in modo perfetto.sfizi antipasto2 Il gambero rosso di Mazara esprime il meglio di sè stesso da crudo, e su questo non esiste dubbio. Ne ho gustati due, che si scioglievano in bocca, rilasciando quella tipica dolcezza iniziale che lascia gradualmente posto alla delicata sapidità che sa di mare aperto. Ciò che non avrei messo in quel piatto? Un’insalata di polpo. Non se ne sarebbe sentita la mancanza data l’estrema bontà del resto. Ancora una volta, il titolare mi previene e dice : “il polpo lo toglieremo prossimamente, ma almeno non ci mettiamo i sottaceti industriali“. Evviva. Effettivamente non ci sono sottaceti ,ma una gradevole julienne di carote. E basta. Il filo d’olio con il quale ho condito l’insalatina è assolutamente tipico della zona che, da Castelvetrano in poi, produce ottimi oli d’oliva impiegando principalmente i due cultivar autoctoni: Nocellara del Belice e Biancolilla. Quell’olio è vibrante, un novello erbaceo, capriccioso e veste bene anche il pezzettino di pane che ho golosamente irrorato. Molto buono. Crostino con riccio di mare e tonno affumicato completano una gamma molto ricercata di elementi, tutti di ottima qualità e di ricchi contenuti organolettici, con una nota spiccata di sapidità.
sfizi cous cousEssendo nella patria di adozione del cous cous, e benchè io non ne sia un’estimatrice, mi tocca quantomeno assaggiarlo.  Il titolare  ne decanta le lodi, ma la notizia per cui a me il cous cous non piace lo lascia scoraggiato. Ma lo assaggerò. Mi arriva nel tipico piatto di ceramica tunisina variopinta ed ha la forma di un timbaletto. Immediatamente il profumo di crostaceo invade le mie narici, e mi incoraggio all’assaggio. E’ un cous cous atipico dato che impiega pesce San Pietro e gamberi e che il suo sughetto è, appunto, a base di crostacei.  Che dire? L’ho finito tutto e ho anche intinto un po’ di pane nel sugo gustoso, sorprendendo me stessa prima ancora che un, a quel punto, felicissimo titolare.

sfizi busiatePoi è la volta delle famose busiate prodotte artigianalmente nel locale . Il condimento è anche questa volta a base di gamberi e pesce San Pietro, questa volta con l’aggiunta di pomodorini. Molto buone , con un ottimo grado di cottura e una mantecatura delicata che le rende cremose e molto gradevoli. sfizi polpo Dopo questo piatto, e benchè abbia osservato con grande entusiasmo un bel vassoio di pesce fresco in bella vista, devo saltare il secondo: soprattutto perchè, avendo anche apprezzato un paio di tentacoli di polpo fritti su un letto di crema di Piacentino Ennese decisamente esaltanti,  non voglio perdermi l’assaggio della cassata siciliana ” alleggerita”. Che la cassata siciliana, e in modo particolare quella palermitana, sia un po’ pesante specie a fine pasto è cosa nota e risaputa. Ma è anche vero che è uno dei dolci più richiesti, specie dal turista. Ed allora cosa si sono inventati in questo locale? Una “riduzione”: hanno eliminato tout court sia il rivestimento esterno fatto di pasta di mandorla, che la copertura fatta di glassa di zucchero. Rimodulata anche la quantità di canditi, ecco una cassata che non è la cassata di ricotta al forno che conosciamo, ma neanche quella estremamente coreografica che campeggia in tutte le pasticcerie palermitane. La base di questa cassata infatti non è di pasta frolla, ma di Pan di Spagna, e soprattutto non è cottsfizi pescia, come lo è invece la cassata al forno. Insomma, qualcosa a metà tra la cassata siciliana e la cassata al forno, con caratteristiche di entrambe.  Fermo restando il fatto che non è la cassata tradizionale, rimane assolutamente gradevole ed effettivamente molto più leggera. La accompagno ad un vino passito di cassatasfiziPantelleria decisamente molto buono: un altro dei prodotti di nicchia di questo locale.

In definitiva, Sfizi e Delizie è un locale modesto in cui però si realizza un’ottima cucina all’insegna della materia prima di elevata qualità ed in cui l’amore per il cibo è una componente fondamentale. La materia prima è infatti  trattata veramente bene. Le presentazioni sono belle e pulite. Sobria e molto gradevole la mise en place. Adatto a famiglie e piccoli gruppi, ha un rapporto qualità/prezzo eccellente. La mia opinione è che, se mai questa gestione dovesse decidere di cambiare location –  anche per incrementare il numero dei posti disponibili e che oggi non sono più di una quarantina – e di adottare uno stile più ricercato e più consono al tipo di cucina che riesce a produrre, allora di questo locale potremmo sentire parlare a livelli ben più blasonati.

Alessandra Verzera

 

Scheda: 

Patron: Enzo e Nicola Bandi

Cucina :  Nicola Bandi

Coperti: 45 (in) – 10 (out/ lounge)

Range: Medio

Categoria: Trattoria

 

Ranking (*)

Location: 3

Cibo: 4

Carta Vini: 3

Presentazione: 3

Servizio: 4

Mise en place: 3

Atmosfera: 3

Allestimenti: 3

(*) Legenda :

1 = pessimo
          2 = scadente
          3 = sufficiente
         4 = ottimo
            5 = eccellente.

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