Venti Nodi subentra ad un locale precedente che ha avuto pochissima fortuna: ma il successo nella ristorazione è solo in parte infinitesimale attribuibile alla fortuna e, prioritariamente, a quello che si esprime in cucina; al servizio, al personale ed anche – importantissimo – ad un solido rapporto qualità/prezzo.Tutte caratteristiche che, come vedremo in appresso, Venti Nodi dimostra di avere pur con le sue pochissime ( tre) settimane di vita e di attività.
Si trova a La Foggia, una delle spiagge più amate dai saccensi e discretamente frequentata anche dai turisti da qualche tempo a questa parte e soprattutto dopo che il litorale di quella zona è stato riqualificato dopo inspiegabili decenni di incuria e di abbandono. Divenuto un luogo estremamente piacevole di aggregazione anche giovanile, La Foggia difettava di un bel localino di quelli a metà tra il risto ed il lounge. Venti Nodi li racchiude entrambi, con una zona lounge composta di comodi divanetti e tavolinetti all’ingresso dell’arioso dehor, ed il ristorante tutto affacciato sul mare nella parte laterale. Esiste anche una zona interna più ad uso autunnale da parte dei residenti: ma la grande attrattiva è sicuramente il poter gustare un pranzo su tovagliette blu che si fondono al colore del cielo e del mare, o una cena accarezzata dalla brezza marina.
L’offerta è solo ed esclusivamente di pesce, come prevedibile in località marinare e a vocazione turistica.Noi eravamo in cinque, di cui due ben più che “intenditori”. Devo dire che ci ero già stata, di ritorno dalla spiaggia, e che ne ero già rimasta positivamente impressionata, sia per la qualità dei piatti sia per l’estrema gentilezza del personale: va detto che mi sono presentata per pranzare che erano passate le 15.00. Questo “allungamento” dei tempi della cucina è già un punto a favore in una località che deve provvedere agli appetiti fuori orario di turisti abituati a mangiare seguendo l’ effettivo languore più che l’orologio. Mi ero ripromessa di tornare per avere un’idea più chiara e detto fatto, l’idea me la sono chiarita ieri sera.
Acciggendoci al nostro tavolo mi cade l’occhio su qualcosa di magnifico che era stato servito nella zona lounge in cui ancora qualcuno consumava l’aperitivo: un tagliere stratosferico, non soltanto bene allestito e splendidamente presentato ma – soprattutto – estremamente ricco. Mi intrigo molto di quel tagliere, al punto che decido di ordinarlo anche se sono li per cenare. L’impressione visiva spesso corrisponde ad una realtà ancora più positiva, esattamente come in questo caso. Il tagliere infatti trabocca di una serie di cose veramente buone. Lo ordiniamo per due persone ad un costo assolutamente modico, ma alla fine ci mangiamo in quattro. Al punto che acquisiamo la certezza per cui non avremmo ordinato i secondi.
Uno dei miei commensali esagera ordinando l’antipasto che porta il nome del locale, ossia Venti Nodi: un plateau con otto specialità di pesce, dal tradizionale al gourmet, dall’ostrica al capone all’agrodolce, dal polpetto alla Luciana all’ostrica, dalla polpettina di sarda al granchio in tempura immerso in salsa allo yogurt, con la sempiterna presenza del salmone affumicato; che però era morbido, burroso, di affumicatura dolce e per niente salato. Una di quelle varietà di salmone alle quali non aggiungo nulla: nè limone nè pepe, preferendo assaporarlo in purezza per apprezzarne tutte le caratteristiche organolettiche proprie.
I primi piatti , che giungono al tavolo carichi di splendidi profumi ma a pienezza ormai sopraggiunta, avrebbero meritato maggior fortuna: ma, anche per via delle quantità decisamente generose, metà delle porzioni rimangono li, con grande rammarico di tutti noi. Io ordino spaghetti ai ricci, verso i quali nutro sentimenti contrastanti di amore ed odio. Riesco a mangiare gli spaghetti ai ricci solo e solamente se rispondono ad alcuni requisiti ben precisi. Ma sono requisiti che scopri quando il piatto ce l’hai sotto agli occhi e sotto al naso, e questa è una delle ragioni per cui alcune volte non sono riuscita a mangiarli, e neanche ad assaggiarli, nutrendo quindi il sentimento di odio verso un piatto mal realizzato, o realizzato con approssimazione, o con artifici poco simpatici. Questi spaghetti invece erano ottimi, fatti di pasta e di polpa di riccio di mare. Punto. Ottimo il grado di sapidità e cottura dello spaghetto a mio modo di vedere perfetta; giusta viscosità e consistenza e soprattutto quel profumo di mare che non può mancare in un piatto del genere. Ho finito quasi tutta la mia porzione di un piatto di spaghetti veramente ben realizzato. Di fianco a me un’altra porzione assai generosa di busiate al nero di seppia. Eccellenti anche se le busiate risultavano 30 secondi al di sotto del grado di cottura ottimale. Dettaglio trascurabile dato il gusto estremamente gradevole determinato da un blend ottimo di nero e di pomodoro dolce. Molto abbondanti anche le casarecce con spada e melanzane: un piatto classico della ristorazione estiva e marinara, che non ha mancato di gratificare il palato con gusti diversi ed opposti ma assolutamente bene assemblati. Piatti costruiti senza diavolerie visuali ed anzi molto semplici nella loro essenza ed in una presentazione “casalinga”, ma decisamente ricchi di gusto, di struttura e di buona qualità
In definitiva, Venti Nodi è un ristorantino di pesce senza pretese di grandiosità, i cui arredi sono piacevoli ma semplici e dove le tovagliette in TNT sono compensate da tovaglioli in cotone di ottima qualità che “abbracciano” le posate lucenti e di ottimo acciaio. Bella la scelta dei colori, evocativa di mare e di sabbia. I bicchieri sono di bella fattura e pulitissimi.
Il personale è attento, disponibile, allegro e decisamente accogliente e garantisce un servizio piacevole e fluido. L’ottima cucina casereccia lo rende adatto alle famiglie anche con bambini ma anche ad intenditori dai palati più raffinati che non vogliano necessariamente spendere una fortuna per gustare del buon cibo. La cantina è quasi esclusivamente fornita di etichette locali tra cui Planeta, Cusumano e Mandrarossa, ma non manca qualche bottiglia di Champagne per i più esigenti. Il rapporto qualità prezzo è ottimo, in considerazione del fatto che per il maestoso tagliere per due, l’antipasto di mare, tre primi piatti, due bottiglie di minerale, una porzione di patate fritte, due caffè, due calici di buon bianco ed un limoncello, il conto totale è stato poco meno di 75 euro. Un localino interessante che, nel corso della nostra cena, si è riempito di bella gente. Per La Foggia quindi una promessa finalmente mantenuta.
Alessandra Verzera
Cucina : Ida La Bella
Coperti: 30 (in) – 80 (out/ lounge)
Range: Medio
Categoria: Ristorante tradizionale
Ranking (*)
Location: 3
Cibo: 4
Carta Vini: 3
Presentazione: 3
Servizio: 4
Mise en place: 3
Atmosfera: 4
Allestimenti: 3
(*) Legenda :
1 = pessimo 2 = scadente 3 = sufficiente 4 = ottimo 5 = eccellente.