Riccardo Cilia si è aggiudicato il primo posto al concorso La Medusa a WineUp Expo, nella sezione antipasti, totalizzando punteggi altissimi. E lo ha fatto con un piatto che, di primo acchito, mi aveva lasciata visivamente un po’ perplessa, ma che già alla prova olfattiva aveva rallegrato i miei sensi. Un piatto con un nome particolare..
Riccardo, questo 68 : un numero fortunato…
Certamente. 68km. Il nome è nato per caso. Dopo avere perfezionato il piatto dovevo trovargli un nome che comunque rafforzasse il pensiero da cui deriva il piatto stesso . E vedendo il contachilometri girare ho pensato di fare la somma dei km che i prodotti fanno per arrivare in cucina.E’ un piatto a cui sono affezionatissimo poiche è un piatto che deriva da ricordi d’ infanzia, un piatto che mi ricorda i giorni passati in campagna con mio nonno tra un’ insalata di pomodoro e cipolla, un po’ di pane di casa e del pesce alla griglia . Ho voluto riportare quei pranzi in campagna in una chiave contemporanea , fresca e giovane come me.
Un piatto “nudo” senza orpelli e con ingredienti in purezza: sa di avere corso un rischio puntando sull’estrema semplicità?
Sinceramente ? No. E’ un piatto che mi rappresenta al 100 %
Ma questi 68km li vogliamo ripercorrere insieme?
Partendo dal ristorante di famiglia a Comiso a 15km vado in un’ azienda agricola nelle campagne tra Vittoria e Scoglitti, e recupero il Ciliegino.A 11 km andiamo da Molino Soprano, il molino piu antico del ragusano, in cui acquistiamo tutte le farine che usiamo per pane e grissini al ristorante. A 9 km un piccolo caseificio del ragusano di un giovane ragazzo Giovanni Criscione. Da cui acquistiamo la stracciatella. A 16 km ce il mercato ittico di Scoglitti da cui arriva lo sgombro. A 17 km km ci sono gli appezzamenti di terreno in cui vengono raccolte le olive per fare il pate e l’olio con cui viene condito il pomodoro . Ecco i famosi 68km!
Ho definito il suo piatto semplicemente come “pesce, pomodoro, in un connubio felicissimo che ha saputo regalare sensazioni importanti lasciando un “ricordo” appassionato al palato, tra consistenze e sentori da godere appieno”. Si ritrova in questa descrizione?
Abbastanza Non sono uno che ama molto snaturare la materia prima Questo è un dei piatti che rappresenta molto la mia idea di cucina,
fresca,diretta, di territorio ,tradizionale,senza fronzoli ma che colpisce. e mi piace che siano i piatti a parlare . E credo che sia conseguenza del mio carattere . semplice , perchè non sono uno a cui piace pavoneggiarsi.
Quale è stato il collega che ha temuto di più durante la gara?
Un po’ tutti poichè molti non li conoscevo e poi anche perchè, avendo gareggiato come secondo chef il primo giorno, non ho avuto modo di vedere i piatti degli altri colleghi in gara.
Quali sono i momenti più belli di WineUp che ha portato a casa con se?
L’incontro con alcuni colleghi /amici che non vedevo da tempo, i preziosi consigli e dritte degli chef presenti in giuria , l’ aver conosciuto nuovi colleghi con cui subito si è creato un bellissimo rapporto.
Un altro dei suoi cavalli di battaglia?
Un altro cavallo di battaglia è un piatto dedicato a mio padre. Infatti si chiama “ A Mio Padre” perchè dopo molto tempo sono riuscito a fargli apprezzare la senape (°) selvatica, che la rifiutava forse perchè da piccolo mia nonna gliene avrà fatto mangiare un bel po’.
E’ uno spaghetto aglio olio e vongole , mantecato con una crema di senape ( *) selvatica e accompagnata da una mollica di pane croccante grossolana.
Alessandra Verzera