Pasticceria Eoliana – Milano

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Di bar e pasticcerie siciliane, o sedicenti tali, Milano è piena. Ma non soltanto Milano. Tutta Italia, ed in alcuni casi anche qualche città estera, si fregia di insegne che declamano di essere “Pasticcerie Siciliane”. Ma solo per pochissime questo risulta poi essere vero. Uno di questi rari casi riguarda una piccola pasticceria in una stradina della periferia milanese: L’Eoliana.

Un’altra terribile giornata di caldo afoso: Milano una graticola. Avevo da poco fatto un’esperienza assai deludente acquistando pasticceria fresca presso una pessima pasticceria “siciliana”, ed il timore era quello di dover ripetere l’esperienza con la delusione che ne sarebbe ancora una volta derivata.
Con una punta di scetticismo metto dunque piede all’ Eoliana.

 

Mi accoglie uno spettacolo consueto; un banco frigo adorno di dolcetti mignon tipici della nostra pasticceria. Bignè con crema e con ricotta, piccoli cannoli e soprattutto le cassatine, disposte in bell’ordine.L’unica differenza rispetto a quelle che si vedono di solito in Sicilia sta nel rivestimento: di vari colori, tutti assolutamente smaglianti.

Ad ogni colore corrisponde un sapore, e dunque arancia, limone, pistacchio e il classico verde della mandorla. Inoltre non ho visto le solite e tristi macchine a ciclo continuo che rimestano granite in vari gusti: il che mi lascia supporre che le granite le producano artigianalmente e che le conservino nei pozzetti frigo.
La cassatina, così come il cannolo, non è roba che si possa improvvisare, e dunque scelgo di provare se almeno quella pasticceria sia degna di definirsi siciliana. Non appena il titolare mi si rivolge per chiedermi cosa desidero assaggiare avverto immediatamente una sensazione di rassicurante conforto: l’accento è siciliano, intuisco che possa essere catanese. Poi ricordo il nome del locale e viro verso il messinese. Poco importa: è comunque accento di casa mia.
Mi viene servita una deliziosa cassatina verde – ho scelto il gusto classico – insieme ad un espresso. Chiudere gli occhi, mordere la cassatina con il profumo di caffè che saliva dalla tazzina e con il profumo di fondo di quel locale che sapeva di limoni, mi ha immediatamente trasportata a casa. A Lipari come a Favignana, a Palermo come a Mondello, a Taormina come a Cefalù. Era ottima.
Intanto però voglio spendere due parole su quell’espresso. Avevo notato che quando un milanese desidera bere un espresso forte lo chiede “ristretto”: cosa che da noi non si usa visto che casomai lo ordiniamo “lungo”. Questo pechè da noi in Sicilia l’espresso Bar è quasi sempre ristretto di suo, denso, di una cremosità unica. Il top dell’espresso secondo il mio gusto è quando apri la bustina dello zucchero, la versi sul caffè e rimane a galla per un po’ prima di affondare per depositarsi al fondo creando un piccolo cratere. Quello per me è epitomio di un ottimo espresso.
All’ Eoliana temevo di aver omesso quel “ristretto” e che perciò mi sarebbe arrivata la solita tazza stracolma di caffè blando. Errore: ricordate il giochino della bustina di zucchero? Bingo: era rimasto a galla.


Torniamo alla cassatina: il suo rivestimento era di pasta di mandorla e non certo di inutile, economica ed orrenda glassa di zucchero come mi era già capitato di dover osservare altrove. Poi al suo interno un pan di Spagna morbido, imbibito di liquore diluito all’acqua era della consistenza ideale: e non certo il biscotto che mi era toccato di dover assaggiare in precedenza in altri bar. La crema di ricotta: capitolo a parte.
Va da sè che tutta la pasticceria con ricotta, tanto in Sicilia quanto nel resto d’Italia, durante i mesi estivi sarà preparata con ricotta congelata; molto spesso già ” condita” di cioccolata e canditi. Insomma, ricotta di produzione industriale che serve a garantire la produzione di dolci tipici per dodici mesi all’anno. E’ infatti risaputo, specie tra i golosi, che la stagione della ricotta fresca va dall’8 di settembre a subito dopo la Pasqua. Dopo quel periodo il foraggio non è più di qualità, e la ricotta  che si potrebbe ricavare da animali che si nutrono di foraggio scadente sarebbe poco gradevole. Non è un segreto per nessuno che l’estate sia off limits per la ricotta fresca. Quindi è prefettamente inutile, oltre che storicamente falso, che io stia a decantarvi quanto fresca e buona fosse quella crema di ricotta.

Posso però dire che esistono fornitori buoni e fornitori cattivi: l’ Eoliana sicuramente acquista la sua ricotta prelavorata presso un ottimo fornitore, non c’è alcun dubbio. Insomma, estremamente contenta di quanto avevo appena assaggiato non ho esitato a farmi confezionare un bel vassoietto di mignon da portare a casa.

I prezzi sono ovviamente in linea con lo standard milanese e con i venti euro pagati per il vassoietto di mignon a Palermo ne avrei acquistati più di un chilo: ma se vi trovate a passare da Via Ortica a Milano ed avete voglia un dolce siciliano come siete abituati a mangiarlo in Sicilia, allora la visita all’Eoliana è d’obbligo. Saranno soldi spesi bene.

Alessandra Verzera

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