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Ad Agira il buon gusto è di casa: Slow Food e Outlet Village insieme per diffondere la cultura del buono e del bello

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conferenza-stampaE’ stato presentato sabato ultimo scorso alla stampa il progetto ”  Village dei Sapori- Festival delle eccellenze enogastronomiche dell’ isola” nel corso di una kermesse che si è articolata in due ricche ed intense giornate, che ha visto un calendario denso di appuntamenti con il gusto e le grandi firme della cucina siciliana, oltre che della moda nazionale ed internazionale, e che ha tenuto a battesimo una iniziativa unica nel suo genere: una collaborazione tra il Sicilia Outlet Village  di Agira e Slow Food Enna, con la nascita del Village dei Sapori. Un progetto ambizioso e forse per alcuni versi inimmaginabile dato che, storicamente, Slow Food agisce distante dai riflettori e da occasioni glitterate. conferenza3Ma questa joint venture, ideata dal presidente di Outlet Sicilia Nicola Sanfilippo, e piombata sulla scrivania prima di Luigi Annino e poi  di Saro Gugliotta – rispettivamente Fiduciario Slow Food Enna e Fiduciario regionale Slow Food –  poggia su motivazioni di sicuro interesse. Gugliotta infatti, anticipando le domande dei giornalisti presenti alla conferenza stampa, ha motivato la scelta di Slow Food di porsi sotto i riflettori precisando che ogni iniziativa volta alla promozione del buon cibo, del prodotto di filiera, delle individualità enogastronomiche dei singoli luoghi, ha bisogno di essere veicolata. Per fare ciò ha quindi bisogno di attingere ad un bacino ricco, per non rimanere fine a sè stessa e consegnata solo alle migliori intenzioni senza un effettivo riscontro pratico. slowfood_ennaEd ecco che i più di due milioni e mezzo di visitatori annui dell’ Outlet sono senza dubbio un pubblico importante al quale far giungere il messaggio. Un messaggio che parla di presidi – nell’isola sono più di 50 – di biodiversità ed anche, per molti versi, di destagionalizzazione turistica. Su questo argomento si è espresso Anthony Barbagallo, Assessore Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, cui ha fatto eco Luisa Lantieri, Assessore Regionale FP ed Autonomie  Locali.
conferenza1Il turismo in Sicilia asseconda sempre più una richiesta enogastronomica ” – ha detto Barbagallo – “ la scommessa da vincere è quella di creare le condizioni affinchè si riesca effettivamente ed efficacemente a destagionalizzare il turismo con presenze che vadano ben oltre i canonici mesi estivi. Le potenzialità esistono tutte, e la Regione – che patrocina l’evento odierno – metterà mano anche ai problemi legati alla ricettività, calmierando i prezzi delle strutture specie in periodi di bassa stagione. Sarà così possibile ricevere il  turismo anche in mesi normalmente poco richiesti, e specialmente in questo comprensorio in cui la realtà climatica è particolarmente favorevole“. outletEd in effetti nelle immediate adiacenze dell’Outlet si respirava aria di piena estate con una temperatura che ricordava quella di Dubai, sebbene in città la realtà fosse abbastanza diversa e più in linea con il mese di ottobre.

conferenza-cassatelleE’ un indicatore chiaro il fatto che due milioni e mezzo di turisti visitino ogni anno un Outlet delle grandi firme ma che solo qualche centinaio di migliaio si rechi anche in visita ai siti artistici, monumentali e culturali nelle zone circostanti, come per esempio la Villa del Casale ed i mosaici di Piazza Armerina ad esempio ” – ha evidenziato Luisa Lantieri –  ” questo suggerisce qualcosa in modo molto chiaro: la collaborazione, la sinergia ed il miglioramento dei servizi devono essere un obiettivo primario in favore dello sviluppo e l’incremento del turismo. Se è vero che la richiesta è orientata verso l’enogastronomia, è anche vero che è possibile creare dei percorsi che conducano il turista attraverso tutto il patrimonio siciliano; che è fatto si di buon cibo, di sole e di mare, ma anche di realtà paesaggistiche diverse, di monumenti, di siti storici ed artistici di immenso valore. Oggi, ed in questa sede, si gettano le basi per muoversi in tal senso con la nascita di questa collaborazione importante patrocinata dalla Regione Siciliana“.

conferenza2E Barbagallo ha tenuto  a sottolineare che  questa prima edizione, oltre al traino del folto pubblico che frequenta l’outlet, ha avuto bisogno anche del seguito delle grandi firme della cucina siciliana che – con la loro presenza – hanno di fatto  posto un’importante firma di approvazione al progetto: la loro stessa firma, ovvero quella di Pino Cuttaia – bistellato patron de La Madia di Licata- e  di Martina Caruso – la più giovane stella Michelin al femminile sulla piazza, patron e chef dell’ hotel Signum di Salina. “Ma – ha proseguito Barbagallo – ” se è vero che una prima edizione di qualsiasi evento deve poter contare su padrini e madrine di eccezione per giungere all’attenzione di quaconferenza-anninonta più gente sia possibile, sono fiducioso del fatto che già dalla seconda edizione il progetto si sarà ormai consolidato, sarà una realtà a tutti gli effetti e che – come tale – camminerà sulle proprie gambe“.

Entusiasta dell’iniziativa anche Luigi Annino, Fiduciario Slow Food Enna, che ha fatto gli onori di casa illustrando il bello e il buono della provincia ennese direttamente dallo stand  dedicato situato nella Piazza centrale di questa cittadella del buon gusto e che, per primo, ha creduto nel progetto di sinergia.  Con il Fiduciario Annino a breve vi proporremo un’intervista con tutti i dettagli su questa ed altre iniziative in atto ed in cantiere.

Presenti alla conferenza stampa di sabato anche le massime autorità del comprensorio ennese.

Alessandra Verzera 

Alberto Lombardi, orgoglio italiano nella ristorazione USA. L’intervista.

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alberto-lombardiNato a Forlì, Alberto Lombardi è uno dei pionieri della ristorazione italiana in Texas. Nel 1977 apre il suo primo ristorante a Dallas. Oggi la sua compagnia vanta più di 14 ristoranti sparsi per gli stati degli USA e precisamente Texas, Nevada, Georgia, California e Messico. Nella sua carriera conta l’apertura di più di 25 ristoranti ed è considerate, di certo, un icona della ristorazione nel Lone Star State . I suoi ristoranti sono considerati dei “salotti” per palati raffinati ed alcuni in particolare, sono dei veri e propri spazi di lusso, intimi dove potersi rilassare davanti ad un bel flute di Champagne. I suoi marchi includono: Taverna Pizzeria e Risotteria (Dallas, Fort Worth Austin e Houston, TX, Akumal, Messico, Atlanta, Georgia e Long Beach, California); Penne Pomodoro (Dallas); Toulouse Café e Bar (Dallas, Houston e Austin); Sangria Tapas y Bar (Dallas); La Fiorentina Tuscan Grill (Dallas), Bistro 31, 31 Lounge (Dallas) e di Lombardi Romagna Mia (Las Vegas) e molto presto, alla già folta lista, si aggiungerà Kai Asian Bistrò (Dallas).

Lo incontriamo nei suoi uffici di Dallas e rimaniamo colpiti dall’atmosfera familiare che si respira. Ci accomodiamo accolti da un gran sorriso, di quelli che solo un Italiano ti sa donare, e davanti ad una vera tazza di espresso e due cantucci inziamo la nostra intervista.

lombardi-family-concepts-catering-albertoLei lascia l’Italia molto giovane per avventurarsi in un settore all’epoca per lei nuovo. Ci racconta come tutto ebbe inizio?

Come tutti gli adolescenti avevo tanti sogni nel cassetto e tanta voglia di cambiare la mia vita. Forlì era una cittadina troppo piccola per potere assecondare le mie ambizioni. Ebbene si, sin da adolescente avevo il desiderio di affermarmi nel settore della ristorazione. Se dovessi paragonare la mia infanzia ad un film, certamente “Nuovo Cinema Paradiso” è quello che si avvicina davvero tanto alla mia. Mio padre era un muratore e mia madre lavorava come donna delle pulizie. Il nostro appartamento aveva due camere: una cucina e una camera da letto.
dsc3741Per fortuna, questa vita spartana è stata anche accompagnata da meravigliose estati che restano impresse nel mio cuore trascorse nella casa di campagna dove viveva mio nonno, una casa che era stata tramandata, di generazione in generazione, dal 13 ° secolo. Giovane, i miei genitori decisero di farmi entrare in Seminario, mai scelta fu più sbagliata. Dopo tre anni lasciai il Seminario e a 17 lasciai casa dei miei e la mia Forlì.
Da quel momento comincia il mio girovagare per il mondo, prima in Germania e poi in Belgio dove ho vissuto per ben 3 anni cominciando dalle mansioni più umili che però mi hanno consentito di diventare ciò che sono oggi. Dopo la mia permanenza in Belgio decisi di lavorare a bordo delle navi da crociera di lusso ma capii ben presto che non faceva per me. Nel 1973, difatti, una delle navi su cui lavoravo fece scalo a Miami e li restai. Lavorai per in pò di tempo per un ristorante di porprietà di persone che avevo conosciuto in belgio. In quegli anni mi proposero di lavorare per il Fairmont di Dallas e ben presto diventai Direttore del famoso Venetian Room. Da qui in poi il resto è storia con il felice inizio della Lombardi Family Concepts.

1-1I suoi marchi più conosciuti sono Toulouse e Taverna. Da dove e come nasce la sua passione per la cucina francese ?

L’esperienza belga ha fatto crescere in me la passione per la cucina francese e per i French Bistrot . Da qui la voglia di importare un tocco di autenticità europea in un Paese che spesso si interfaccia con tante imitazioni che comunque non ci rappresentano come dovrebbero. Appena si solcano le porte di Toulouse vi sembrerà di essere in Francia. L’atmosfera, gli arredi, l’illuminazione, il patio, la musica … tutto, un perfetto mix che fa del ristorante un ambiente unico, dove il binomio tra cibo e luogo diventano vincenti.
Il nostro Chef francese di Houston , ad esempio, Emmanuel Hodencq, Stella Michelin o Yoann Lardeaux lo Chef che guida da tanti anni le cucine di Dallas e le brigate di cucina, sono la nostra più grande garanzia di qualità e autenticità ma con quel tocco di fantasia che rende unici non solo i nostri piatti ma anche i nostri ristornati.
Oggi il marchio Toulouse è presente a Dallas e a Houston, ma entro fine Ottobre aprià le sue porte ad Austin all’interno del famoso centro commerciale di alta moda “The Domain”.

SONY DSCTaverna e i suoi imbattibili cappelletti romagnoli potrebbero indurre a pensare che la cucina sia tipica della Romagna, ma non è così. Un menù costruito per soddisfare tutti i palati e rappresentativo delle cucine regionali più conosciute all’estero. Ci spiega come definisce i suoi menù che sappiamo essere ritagliati ad hoc ristorante per ristorante.

Taverna, il mio grande amore! Taverna è molto più che un ristorante. Taverna è casa, è famiglia, è un luogo dove la gente mangia a ristorante senza avere la sensazione di essere fuori casa. Ecco perchè i suoi menù hanno un pò di tutto e per tutti gusti e rappresentano quasi tutte le cucine regionali italiane. Passiamo dai risotti lombardi, alla caponata siciliana, al cioppino toscano per arrivare ai miei imbattibili cappelletti romagnoli, ricetta di famiglia tramandata di generazione in generazione.
Taverna è un mix di tradizione, cultura e cibo. È un’esperienza che va vissuta per comprenderne appieno lo spirito. Tutto curato nei minimi dettagli, inclusi i tovagliati tipici delle trattorie della mia amata Romagna.

robert-claytonLei sostiene che la sua chiave di successo è molto legata al suo personale. Andando in giro per suoi ristoranti abbiamo scoperto che nel suo staff vi siano persone che lavorano per lei da più di 20 anni e sappiamo bene che, soprattutto negli Usa ed in questo settore specifico, questa sia davvero una rarità. Partiamo dal suo Vice President of Operation, Robert Clayton ad arrivare ai suoi Chef e camerieri. Ci dica quale è il suo segreto?

Il rispetto! Io tratto il mio personale con rispetto e non perdo occasione per ringraziarli per la loro dedizione e professionalità. Ho avuto la fortuna di incontrare persone meravigliose che hanno sposato i miei progetti imprenditoriali come fossero i loro e questo fa tanta differenza. In più, ho il privilegio di avere le mie figlie e mia moglie che si dedicano attivamente al successo della compagnia e mi consentono il lusso di viaggiare e visitare frequentemente tutti i miei ristoranti. Per me è importante creare un rapporto diretto con tutti i miei clienti ed il mio personale sparso per gli USA. Tutto questo mi rende vivo e mi da la forza e la voglia di continuare il cammino sin ora intrapreso.

Ma la chiave del suo successo sappiamo che è l’accoglienza e l’atmosfera nei suoi ristoranti. La sua filosofia è che il cliente deve vivere “un esperienza” legata non solo al cibo ma anche alla cultura che è intriseca in ogni piatto. Ci dica, quale è la caratteristica fondamentale che i suoi impiegati debbono possedere?

oDebbono sorridere, essere garbati, accoglienti e soprattutto preparati. Noi investiamo moltissimo nell’addestramento del nostro personale perchè è assai difficile trovare localmente conoscenza e competenza della cucina Europea. Ogni nostro cameriere deve conoscere ogni singolo ingrediente che compone i nostri piatti, così come i migliori accostamenti di vino. I nostri manager sono focalizzati nella cura del cliente in ogni singola sfaccettatura per far si che si sentano sempre coccolati e insostituibili. La mia filosofia è sempre stata che la popolarità di un ristorante è creata dal personale ed il cibo, è solo un gran bel corollario.

Dopo quanto raccontato, sogni nel casseto gliene sono rimasti?

Assolutamente si, io non mi fermo mai! Viaggio tanto e prendo idee da tutto ciò che è originale e alle quali poi do sempre il mio tocco finale.
Precedentemente vi ho parlato e menizionato solamente Toulouse e Taverna ma questi sono solo 2 dei marchi che fanno capo alla mia azienda. A questi dovete aggiungere Bistrò 31, Lounge 31, Penne Pomodoro, Romagna Mia e presto aprirà i battenti il Kai Asian Bistrò, un concetto di ristorante sofisticato ed elegante con Open Wok kitcken.

Il Signor Lombardi al termine della nostra intervista ci invita a visitare Taverna-Dallas che si trova ad un solo isolato dal Corporate Office, apre le porte del suo ristorante e, soffermandosi tavolo per tavolo con un sorriso disarmante, dice “Buongiorno come stai? How are you today. Thank you for being here (grazie di essere qui). E con questo, comprendiamo quale sia la vera chiave del suo successo, il far sentire calorosamente unici e importanti i propri clienti. Bravo Alberto!

 

Tiziana Ciacciofera

per SdG International, Dallas

A Nicosia, una cucina di classe: quella di Hermès Picone.

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picone-luiIn un posto che non ci si aspetta alcune volte ci si imbatte in un tipo di cucina davvero eccellente. Nello specifico, quella di Hermès Picone, un giovane chef di Villarosa – un minuscolo paese dell’ennese – che in quel di Nicosia, nella parte nord occidentale della provincia ennese, realizza una cucina di ottima qualità, visualmente accattivante ed organoletticamente ragguardevole. Il tutto in una cornice fuori dal tempo e sospesa nello spazio e nel silenzio delle montagne di Nicosia, inerpicata ed incastonata tra quattro rupi, tra le Madonie ed i Nebrodi, in cui i fattori climatici sono repentini e mutevoli, ed in cui le alte querce, sferzate dal vento, parlano di forza ma, soprattutto, di una bella natura ancora per molti versi incontaminata.
baglio-san-pietroPicone, una cucina all’avanguardia e tecnicamente progredita in un luogo che sembra parlare di dame e cavalieri medieveali. Una bella sorpresa…

Grazie per la domanda.
Si in effetti il territorio ricorda tanto dame e cavalieri !e proprio da questo ricordo parte la mia cucina. Le radici culinarie di questo territorio sono molto radicate e sono partito dall’idea di reinterpretare questa cucina.

picone3La sua cucina è fiore all’occhiello per una cittadina di modeste dimensioni. Chi è il suo cliente tipo?

Il  cliente tipo del Baglio ( Baglio San Pietro, nda)  è quella persona a cui  piace la cucina ricercata che però rivive nel piatto quei sapori e quei profumi che mangiava da bambino. Un cliente si emoziona nel rivivere magari quei momenti felici. E’ chi ricerca una positiva esperienza gastronomia e non soltanto il mero appagamento di una necessità fisiologica

picone1Materia prima, territorio e divagazioni di più ampio respiro, oltre ad alcune tecniche complesse di alta scuola. Quale è la sua idea di buona cucina?

L’idea è quella di usare materie prime selezionate, senza nessun tipo di prodotto di sintesi o industriale, riuscire ad esaltare la materia prima al massimo senza alterarne il sapore ma elevandola a protagonista principale di ogni singolo piatto.

picone6Dove inizia il suo percorso tra i fornelli?

Comincia dal primo anno di alberghiero che frequentato ad Enna. Ricordo i professori  che mi portavano con loro a fare del lavoro “extra” nei ristoranti della zona. E da lì è cominciata la mia passione e la mia strada tra i fuochi.

E poi Nicosia, ed un ambiente di grande pace e serenità in un contesto altamente rigenerante: come è lavorare nell’assoluta quiete della natura?

È incantevole, proprio come ha detto lei  è rigenerante,si riescono a trovare tutti gli stimoli necessari che servono in cucina per lo studio e la ricerca, dalla preparazione alle tecniche da utilizzare. La musa ispiratrice è la natura,basti pensare che appena si varca l’entrata del baglio si entra in un bosco di quercia dove è possibile trovare fiori eduli funghi, erbe e piante aromatiche tutte spontanee.

picone-ricordoQuali sono i piatti ai quali è più affezionato?

Sicuramente sono tutti quei piatti che da bambino mangiavo soprattutto la domenica,quando mi alzavo già con l’odore di ragù che inebriava la casa. E da questo nasce anche un mio piatto “ricordo della domenica “una ragu con cottura sous vide accompagnato da un panino a lenta lievitazione alla camomilla,che ricorda la scarpetta fatta con il pane dentro la pentola del ragù.

 tatakiE i più richiesti?

In generale i risotti che abbiamo in carta,il tataki di manzo anche lui cotto sous vide e rigenerato in padella, come pure la guancia di vitello brasata con composta di patate elle erbe aromatiche.

Non posso eludere nè prescindere dal fatto che il rapporto qualità/prezzo è ad oggi tra i migliori che abbia mai sperimentato: come si fa a mantenere prezzi abbordabili producendo però un’eccellente cucina, sotto ogni profilo?

Riusciamo ad abbattere i costi utilizzando strettamente prodotti stagionali,molti dei quali provengono direttamente dal nostro orto, ma soprattutto rinunciando  anche a fare eccessivi ricarichi accontentandoci di un ricarico non esagerato proprio per rapportarci al’leconomia del territorio in cui operiamo.

picone5slideQuesto rende la cucina, quale patrimonio culturale dei popoli, accessibile a molti e non solo a pochi eletti che possano permettersi di sborsare cifre a volte direi anche esose. Quindi il cibo come cultura e non come ostentazione di lusso…

Assolutamente si, ha colto nel segno. Credo che l’approccio ad una cucina distante dagli standard convenzionali sia un salto di qualità per un intero territorio, magari più avvezzo a modelli più convenzionali. Per far conoscere nuovi modi di intendere la “gastronomia” bisogna abbattere molte barriere, non ultima quella del costo. In tutto ciò è impagabile lo “stupore” di chi, proprio perché abituato a standard più convenzionali, mostra meraviglia ed apprezzamento di fronte ad alcuni piatti. Questo per me non ha prezzo.

picone10I suoi progetti futuri?

So per certo che il mio futuro sarà incentrato sul miglioramento delle mie conoscenze per innalzare sempre di più il mio livello tecnico qualitativo.

Il suo sogno nel cassetto?

Sogno una folla che mi applaude.

Ed il mio applauso, insieme a quello del mio commensale , Picone lo ha ampiamente meritato: dopotutto una folla comincia sempre da uno, e poi da due…

 

Alessandra Verzera

 

N.B. Le foto nell’articolo sono cortesia di Hermès Picone, e sono proprietà esclusiva del loro autore. Ogni uso non autorizzato è severamente vietato.

Cosmofood torna a Vicenza, dal 12 al 15 di novembre

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logo-cosmofood-2016-01La quarta edizione della manifestazione ospitata nei padiglioni della Fiera di Vicenza cresce ulteriormente rispetto alle edizioni precedenti con 450 espositori previsti rispetto ai 350 dell’anno scorso e 42.000 visitatori attesi Si conferma così come il principale evento fieristico del Nordest dedicato a food, beverage e professional equipment nella ristorazione. Alla base del successo di Cosmofood la capacità di coinvolgere tanto un pubblico di professionisti della ristorazione, quanto di appassionati di gastronomia. Entrambi possono conoscere da vicino prodotti e produttori, con tantissime occasioni per fare esperienza e trasformare la visita in un’opportunità di crescita professionale e culturale.
100 gli eventi in programma nei quattro giorni tra degustazioni guidate, showcooking con grandi chef stellati, workshop e corsi, molti dei quali rivolti agli operatori del settore per aggiornarsi e scoprire nuove tendenze.
Conosci, degusta, acquista è il principio della manifestazione.
vino-versato-rossoUn’area sarà interamente dedicata ai prodotti alimentari: al suo interno troveranno posto le aree Cosmowine, con il meglio del settore enologico da tutto il mondo; Cosmobeer, dedicata alla birra artigianale; Food, per la ristorazione e i prodotti di qualità e l’area dedicata al mondo delle intolleranze alimentari, Gluten Free, Bio &Vegan; importante presenza è anche quella dell’enogastronomia internazionale per scoprire prodotti e tradizioni di altri paesi.
Cosmotech, l’area dedicata alle attrezzature professionali, raddoppia rispetto alla scorsa edizione. birra4Qui sarà possibile incontrare direttamente le aziende e scoprire le ultime novità tecnologiche nel campo della ristorazione.
A breve disponibile il programma completo degli eventi su www.cosmofood.it
L’orario di apertura è dalle 9:00 alle 19:00. Il padiglione 7, dove ci sono i ristoranti e gli stand con vendita, sabato, domenica e lunedì è aperto fino alle 22:00.
Il biglietto d’ingresso costa 7 euro. Ingresso gratuito per disabili e bambini fino ai 10 anni.

Al “Village dei sapori” food & fashion ai nastri di partenza

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village-dei-sapori_locandina-1E’ ormai tutto pronto per il Festival delle eccellenze enogastronomiche organizzato da Sicilia Outlet Village con Slow Food Enna, col patrocinio dell’assessorato regionale al Turismo e di Slow Food Sicilia. Un evento

A dare il via al weekend del “buon cibo” alla riscoperta della solida tradizione enogastronomica siciliana  targato Slow Food sarà il presidente del Sicilia Outlet Village Nicola Sanfilippo, che in occasione della conferenza stampa di presentazione – domani 1 ottobre, alle ore 11.00 presso la direzione del Village – incontrerà la stampa per illustrare il ricco programma della “due giorni” e per presentare le attività che si svolgeranno durante l’evento. slowfood_ennaUn calendario ricco di appuntamenti e di “firme”, in più di un senso dunque. Un evento che coniuga due dei settori trainanti dell’economia nazionale: il cibo, per il quale l’ Italia è conosciuta in tutto il mondo, e la moda; da sempre volano importantissimo dell’economia nazionale e voce importantissima nel capitolo dell’ export.  Le grandi firme della cucina regionale saranno così ospitate nella casa delle grandi firme della moda nazionale ed internazionale, garantendo ai visitatori  un fine settimana ” bello e buono”.
Saranno presenti inoltre: l’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana Anthony Barbagallo; l’assessore alla Funzione Pubblica e alle Autonomie Locali Luisa Lantieri; il presidente regionale di Slow Food Saro Gugliotta, il fiduciario Slow Food di Enna Luigi Annino e le massime autorità della provincia di Enna.

cuttaia-carusoUn’iniziativa tutta da vivere nel cuore dell’Isola tra esposizioni e degustazioni dei migliori presidi Slow Food siciliani, corner street food e laboratori del gusto per riscoprire e promuovere l’immenso valore del patrimonio agroalimentare regionale e delle tradizioni legate al territorio. Il programma inoltre prevede sabato 1 ottobre gli show cooking “stellati” di Pino Cuttaia (ristorante La Madia di Licata) – alle ore 13.00 – e di Martina Caruso (ristorante hotel Signum di Salina) alle ore 18.00; mentre domenica 2 ottobre salirà sul palco lo chef Angelo Treno (ristorante Al Fogher di Piazza Armerina): gli eventi saranno supportati dal masterchef Salvo Paolo Mangiapane.
Nell’ambito dell’iniziativa si inserisce anche il tradizionale appuntamento del Distretto Rotary 2110 Sicilia e Malta, che riunirà i suoi soci a Sicilia Outlet Village in occasione dei due seminari annuali sull’effettivo e sulla leadership.

Alessandra Verzera

 

Osterie d’ Italia 2017: focus su accoglienza ed ospitalità

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osterie-ditalia-copertina«Ritrovare l’osteria come luogo in cui si sta bene»: si è aperta con le parole del curatore Eugenio Signoroni la presentazione di Osterie d’Italia 2017 alla Reggia di Venaria. Parole dirette e semplici, come la nuova strada che quest’anno ha imboccato la guida: «Abbiamo deciso di puntare sulla riscoperta dei locali autentici e, soprattutto, sull’accoglienza e l’ospitalità, il vero segno di riconoscimento che contraddistingue gli indirizzi presenti in Osterie d’Italia .Con questa nuova edizione desideriamo rimanere il più fedeli possibile al concetto di osteria. Per questo abbiamo scelto di ridurre notevolmente le pagine della guida e raccontare, invece, tutti quei locali che racchiudono in sé l’idea tradizionale: luoghi informali, semplici, accoglienti e la cui cucina si rifà alla tradizione». Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, curatori della guida, commentano così l’edizione numero 27 di Osterie d’Italia. «Per raggiungere questo risultato è stato fondamentale, come sempre, il supporto degli oltre 300 collaboratori sul territorio, che segnalano i locali più caratteristici e autentici». Un volume tutto nuovo che si interroga sul lessico dell’osteria e cerca di individuare quelle che aderiscono maggiormente alla definizione canonica.

Pascale«Quello che proponete nei vostri ristoranti e nelle vostre osterie è quel tipo di cibo che Slow Food vuole nella ristorazione – ha affermato il Presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale –. Il cibo è un diritto e per questo deve rispettare la qualità ed essere venduto al giusto prezzo, per essere accessibile a tutti. Voi osti rappresentate un’avanguardia e un’opportunità per la ristorazione del nostro Paese, e per questo vi chiediamo di farvi portavoce di nuove modalità di distribuzione del cibo». Sulla stessa linea il messaggio di Carlo Petrini: «Il futuro è l’alleanza tra ristoratori, mondo contadino e cittadini. E sono proprio le relazioni che Osterie d’Italia riesce a creare che distinguono “la gialla” dal resto delle pubblicazioni presenti. Relazioni tra gli osti, relazioni tra i produttori e i cuochi, e soprattutto, relazioni tra clienti e ristoratori».

petriniConcludendo, i curatori ribadiscono come sia «interessante pensare alla guida come un sistema, una sorta di Terra Madre delle osterie: non più una guida gourmet, ma uno strumento in grado di creare sinergie tra produttori e clienti, un mezzo per scambiare conoscenze tra i diversi attori della comunità del cibo».

Sono 153 le novità recensite in questa edizione, di cui la maggior parte con un menù che non supera i 35 euro: «Abbiamo scelto di non inserire i ristoranti che per costi, spirito e proposte in carta non rappresentano il concetto tradizionale di osteria, togliendo la storica sezione Oltre alle osterie. Abbiamo comunque mantenuto alcuni locali storici che propongono menù completi sopra i 35 euro, ma che continuano a essere vere e proprie osterie d’altri tempi» proseguono i due curatori. La guida è stata alleggerita anche dagli Inserti regionali: sono rimasti solo quelli che raccontano la cultura del cibo e le modalità di preparazione legate al territorio e alla tradizione, come i cibi di strada siciliani, gli arrosticini abruzzesi, il morzello di Catanzaro, i trippai di Firenze e le malghe del Trentino Alto Adige.

chiocciolaL’attenzione al prezzo è rappresentata anche dal bollino con un euro e una freccia, il nuovo simbolo che semplifica la consultazione della guida, segnalando così i locali più costosi, aprendosi a tutte le tasche e mantenendo un occhio attento alla qualità. La ricerca è agevolata anche dai tre indici organizzati per prezzo, luogo geografico e ordine alfabetico dei locali. Rinnovate anche le schede di presentazione delle osterie: divise in due sezioni, raccontano da una parte la storia del locale e dall’altra quella dei suoi piatti. Osterie d’Italia diventa così una guida interattiva con elementi digitali, come i simboli, gli indici e le schede, che facilitano gli avventori nella lettura. Invariati invece i simboli storici della guida: la Chiave, assegnata alle osterie che offrono ospitalità per la notte; la Chiocciola, per i locali con un’atmosfera in perfetto stile Slow Food; il Formaggio, che indica le osterie che propongono una selezione di prodotti caseari; infine la Bottiglia, che si riferisce alle proposte eccellenti della cantina. Segnalate anche le osterie con un’accessibilità agevolata per i disabili, i locali gluten free e quelli con l’orto. In evidenza anche gli chef che aderiscono al progetto dell’Alleanza Slow Food dei cuochi.

Carne di cane cinese importata in Italia? La verità nell’era dei social.

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carne-grandeIl pregiudizio unito alla viralità del web hanno fatto sì che negli anni, numerose bufale siano state oggetto d’interesse mediatico ed abbiano riscontrato una diffusione talmente vasta da trarre in inganno anche i più esperti. A seguito del nostro precedente articolo riguardante l’etichettature e la tracciabilità delle carni ( https://www.sceltedigusto.it/public/etichettatura-e-rintracciabilita-delle-carni-nella-filiera-alimentare/) , alcuni ci hanno chiesto di far chiarezza su di una notizia che possiamo definire una web-bufala, ovvero la notizia che dal prossimo anno sarebbe stata approvata l’importazione della carne di cane, ad uso alimentare, nell’Unione Europea e dunque anche nello stivale. La notizia che sta circolando sul web, ormai da alcuni anni, recita che: “ entrerà in vigore la certificazione Europea di commestibilità richiesta dalla società Xinshipu Ltd, che consentirà l’importazione di carni congelate di cane per la commercializzazione legale nei Supermarket gastronomici etnici” . Sono diversi i siti e i blog che hanno creduto a ciò, ma ,in questo articolo, approfondiremo e verificheremo come il tutto non sia ammissibile da un punto di vista giuridico. Il consumo alimentare di carne di cane nel mondo è generalmente vietato,ma possiamo dire, che per una tradizione culturale, soprattutto nei paesi asiatici, ma non solo, è accettata. carneNella cultura ebraica, così come in quella islamica, il consumo di cane è proibito dalle leggi alimentari islamiche e dalle regole ebraiche del Casherut. In alcune regioni asiatiche invece, la carne di cane è consumata con regolarità. Casi in occidente di tolleranza verso chi consuma carne di canidi sono da registrare in Canada, dove, la legge ambientale canadese (Canada’s Wildlife Act, 1973) proibisce la vendita delle carni di qualsiasi specie selvatica, ma nessuna legge, tuttavia, disciplina la vendita di carne canina che può essere quindi liberamente distribuita, se preventivamente macellata sotto il controllo di un ispettore sanitario federale. carne1Anche se larga parte della popolazione canadese considera un tabù il consumo di carne di cane, storicamente i cani sono stati una fonte di cibo d’emergenza per vari popoli della Siberia, dell’Alaska, della parte più settentrionale del Canada e della Groenlandia. Affermazione preliminare e doverosa è che non esiste alcuna certificazione Europea di commestibilità, inoltre, nei comitati di sicurezza alimentare, non si è mai discusso di importazione ai fini commerciali di carne di canidi destinata all’uso alimentare. carne3Tale “bufala” ha comunque avuto un eco importante tanto che financo il direttore generale del dipartimento del Ministero della Salute, Silvio Borriello che si occupa dell’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, ha dovuto smentire ufficialmente. Nell’Unione Europea, difatti, non essendo la carne di canide presente nella tradizione alimentare dei Paesi membri, sarebbe da considerarsi come “nuovo alimento” e laddove per assurdo si dovesse richiedere un nulla osta per commercializzare la stessa ad uso alimentare, per ottenere il via libera alla commercializzazione si dovrebbe iniziare una trafila che prevede la consultazione dei comitati veterinari e sanitari, l’autorizzazione e la messa a norma degli stabilimenti, insomma occorrerebbe fare tutta una lista di passaggi a garanzia dei consumatori. In secondo luogo, occorre ricordare che in Europa e per tutti i paesi membri, è in vigore la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia (Strasburgo, 13 novembre 1987) la quale disciplina anche i casi di commercializzazione degli stessi in vita ed al solo fine del trasferimento di proprietà, l’allevamento e la soppressione, definendone modalità e limiti.carne2 I cani dunque, sono animali d’affezione e sono tutelati in Italia nello specifico dalla legge 281 del 1991 che nell’ art.1 comma 1 recita: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”. Infine l’art. 544-bis dello stesso Codice Penale sancisce che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”. Quindi in virtù di quanto visto possiamo affermare che non essendo la carne di canidi considerata socialmente e storicamente come carne commestibile in U.E. essa è esclusa dai protocolli di allevamento, macellazione e commercializzazione europei e che laddove si richiedeste d’importare e commercializzare carne canina vi sarebbero contrasti con le norme vigenti europee ma anche nazionali.

Antonio Zagarese

Studio Legale  Avv. Carmine Coviello

 

Nota : la Redazione, nella persona del Direttore Responsabile Alessandra Verzera, ha scelto di non corredare questo articolo di immagini riguardanti la macellazione ed il consumo di cane di cane in Cina , perchè ritenute cruente , non adatte a persone sensibili ed alla tipologia di lettori della nostra testata. Abbiamo pertanto scelto immagini generiche che raffigurano piatti a base di carne ( bovina) a mero titolo di supporto iconografico. Le foto sono pertanto prelevate dal web e ritenute libere da vincoli di copyright.

Un povero alla nostra mensa : l’aglio

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gino-leo-rettL’aglio ( nome scientifico Allium sativum ) appartiene alla famiglia delle Liliacee. Pochi vegetali come l’aglio possono vantare un numero di proprietà alimentari e benefici salutari tanto alti da farne un alimento assai prezioso,seppur povero.  Conosciuto fin dall’antichità per il suo singolare aroma , con il passare del tempo la sua fama siaglio nubia e’ arricchita di tali e tanti attributi terapeutici si da essere stato spesso impiegato per guarire e prevenire diversi tipi di patologie o addirittura epidemie.  I soldati romani consumavano enormi quantità di aglio in quanto ritenuto in grado di depurare e fortificare il fisico.  Il bulbo dell’aglio contiene piu’ di quattrocento componenti , la gran parte curativi per l’organismo umano.

aglio-e-allicinaOltre a numerosi oligoelementi,sali minerali,ormoni e vitamine le proprieta’ curative piu’ importanti gli vengono conferite da una essenza sulfurea presente nel bulbo:l’allicina.
L’allicina viene liberata ogni qualvolta il bulbo viene “danneggiato”,ad esempio il taglio, la spremitura o la masticazione e proprio la presenza di zolfo gli conferisce il caratteristico “ cattivo odore” che in parte ne limita il consumo ,soprattutto in quantita’ generose.
L’allicina e’ un potente antibiotico,oltre che antifungino ed antivirale, attivo su numerosi tipi di batteri e fin dall’ottocento venne studiato dallo scienziato e microbiologo Louis Pasteur.Garlic press on wooden board on light background
Utilissimo,per le sue proprieta’ battericide ,nelle diarree acute e croniche, in quanto agisce sui batteri nocivi risparmiando la flora batterica intestinale saprofita (batteri buoni).
E’ in grado di abbassare la pressione del sangue per la sua capacita’ di provocare vasodilatazione,in particolare nei piccoli vasi della cute.
Ha anche la capacita’ di ridurre il colesterolo e prevenire l’arteriosclerosi,soprattutto nei soggetti a rischio quali obesi,diabetici,ipertesi,dislipidemici o anche solo per louis_pasteurrischio familiare.
La documentata proprieta’ dell’allicina di ridurre la aggregazione piastrinica,causa di coaguli, riduce il rischio di patologie trombotiche dalle conseguenze gravi,quali ictus ed infarto.
Studi condotti in varie nazioni del mondo hanno evidenziato anche una significativa attivita’ anticancro per la capacita’ di questo prezioso bulbo di neutralizzare sostanze cancerogene,in primis i metalli pesanti quali piombo e mercurio,responsabili di numerose patologie neoplastiche.
Uno studio italiano,condotto su popolazioni del centro Italia,dove il carcinoma gaglio-olioastrico e’ particolarmente frequente,ha dimostrato in maniera inequivocabile che l’assunzione quotidiana di discrete quantita’ di aglio riduce significativamente la incidenza di questa serissima patologia.
Agli amanti dell’estetica va ricordato che l’aglio favorisce il trofismo cutaneo,donando alla pelle un aspetto sano e giovanile ed inoltre riduce riduce in maniera significativa la perdita dei capelli sia nell’uomo che nella donna.
Semaforo verde quindi all’aglio a tavola,possibilmente crudo; i suoi usi sono infiniti,l’unico limite e’ rappresentato dalla fantasia di chi lo prepara.
Mi permetto di suggerire la piu’ semplice ma anche la piu’ salutare delle ricette:spaghetti aglio,peperoncino e olio extravergine di oliva e il pieno di salute e’ assicurato.

Luigi Leo
Medico Oncologo

AORN Dei Colli

” A dire il vero noi abbiamo una cuoca, e anche molto rigida”…

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picca-rett-2Sul terrazzino insieme ai pochi clienti c’era anche un gatto persiano che pareva apprezzare parecchio la cucina di Michelina probabilmente molto generosa con lui, ma come un grande ruffiano non mancava di strusciarsi alle gambe degli sconosciuti per ricevere un extra. Per cominciare Rosario aveva chiesto una impepata di cozze di cui era goloso, mentre la sua compagna un piatto di Palamito, un pesce molto gustoso, usato soprattutto da antipasto e condito con olio, aceto, capperi e prezzemolo. Erano le dieci quando si erano seduti e avevano poco più di un’ora per cenare prima di prendere l’ultimo pseudo traghetto della giornata che li avrebbe riportati indietro.
Le cozze e il Palamito, con il delicato rumore del mare sullo sfondo, si mostrarono come un ottimo biglietto da visita e tutto faceva pensare che il risotto di mare, chiesto da entrambi, sarebbe stato il giusto coronamento della cena. Come al suo solito Saru si era raccomandato con la giovane cameriera, chiedendole di insistere con il cuoco per una porzione abbondante. La ragazza, pugliese come lui, mostrò con un sorriso di aver capito.
«A dire il vero noi abbiamo una cuoca, e anche molto rigida, ma glielo farò presente ugualmente» gli disse recandosi subito verso la cucina dopo essersi segnata l’ordinazione. risotto_alla_marinaraSaru ne aveva apprezzato l’inaspettata spigliatezza, che contrastava con la sua evidente sbiadita personalità, e si preparava a gustare una bella portata di riso, un alimento di cui era sempre stato molto goloso. Purtroppo, con suo grande rammarico, era stato costretto a ricredersi praticamente subito di fronte a una minuscola porzione, neanche ben guarnita, in cui l’attesa di una vivace composizione con il rosso e saporito sugo di Puglia, i gamberetti sanguigni, le vongole veraci e il prezzemolo verde brillante, si era materializzata in un rosa smorto che gli aveva quasi spento l’appetito decretandone la morte definitiva al primo boccone. Per la delusione gli sorse la triste sensazione che la cuoca, per dispetto, gli avesse propinato un risotto di quelli già preparati e congelati. Un affronto se ci si trova a mangiare praticamente sul mare, dove da un momento all’altro un pesce potrebbe saltarti nel piatto direttamente dall’acqua e ancor più per uno come lui, sempre pronto a gustare la sua amata cucina pugliese.

Il cronista da strada non stacca (quasi) mai la spina e mette in conto che la serata, molto spesso, può finire diversamente da come l’aveva immaginata. Proprio come successe a Saru Santacroce quella sera di un luglio particolarmente caldo. Era agli sgoccioli delle ferie alle Isole Tremiti, la scelta del ristorante si era rivelata infelice e si trovò invischiato in un femminicidio. Una ricca signora bolognese, in vacanza come lui nelle Perle dell’Adriatico, era stata ammazzata e lui doveva seguire il caso. Ma, per non tediarvi ulteriormente, vi lascio proseguire con la lettura di questo racconto tratto dal giallo Tremiti di paura che potete trovare in formato ebook o nella versione cartacea.

Mentre a fatica tirava su la forchetta, riflettendo se fosse opportuno commentare con tono sarcastico la portata con la cameriera o recarsi direttamente in cucina per una piazzata alla cuoca, un urlo agghiacciante gli fece venire i brividi mandandogli di traverso il boccone. Per calmare la tosse bevve d’un fiato un bicchiere di acqua minerale, poi lanciò uno sguardo verso la fidanzata, asciugandosi le lacrime agli occhi per mettere a fuoco l’espressione interrogativa di lei. In pochi attimi si guardò intorno, incrociando gli occhi atterriti e sperduti degli altri commensali sulla terrazza e si alzò di scatto.
«Dove vai?» gli chiese Elisa spaventata.
«Vado a vedere cosa è successo» rispose Saru.
«Ma dove?».
«Non lo so, penso da quella parte, così mi è sembrato».
«Che ti importa? Non siamo mica a Bologna. Siamo in vacanza, non devi lavorare» provò a dirgli, ma le era bastato guardare i suoi occhi per percepire il suo cambiamento d’umore come se qualcosa dal profondo dell’animo si fosse impossessato di lui e nonostante fosse in vacanza gli avesse imposto di indossare i panni del cronista che va all’attacco di una notizia.maria-vittoria-morokovski In quel momento le venne in mente un episodio analogo che Saru le aveva raccontato mentre, stesi sul letto dopo aver fatto l’amore, le accarezzava la testa appoggiata sui suoi pettorali muscolosi e le parlava di quel lavoro come di una missione. Quella volta era a cena con un’altra fidanzata in un accogliente ristorante a due passi dalle Due Torri. Sempre fidanzate le chiamava lui, perché ogni volta si lasciava coinvolgere emotivamente e trascinare dall’idea di un eventuale legame a lunga durata.
Avevano appena consumato il primo ed erano in attesa del piatto successivo quando sentirono un boato proveniente da piazza Maggiore dove c’era un comizio del leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Qualcuno aveva fatto esplodere una bomba che per fortuna non causò danni. Prima di muoversi, fu sufficiente un giro veloce di telefonate per capire cosa era successo, poi lasciò di corsa il ristorante per buttarsi nel suo lavoro per il disappunto della commensale che non gradì l’essere mollata da sola e soprattutto cambiare il programma previsto per il resto della serata…
Si era allontanato solo dopo aver buttato giù un altro bicchiere d’acqua, più che per la sete era per levarsi dalla bocca il pessimo sapore di quel risotto smorto che gli avevano rifilato. Sentiva di dover andare da qualche parte, ma non conosceva la destinazione e si mise a correre facendosi guidare dall’istinto…
Mentre l’istinto lasciava il posto alla ragione, cominciava anche a pensare di essere stato troppo affrettato a gettarsi in una situazione sconosciuta, senza prima chiamare in aiuto qualcuno o avvertire la polizia. Adesso che si era infilato in quel vicolo cieco, senza neppure una torcia, percepì dentro di sé i brividi della paura e non sapeva più cosa fare. Cominciava a montare in lui la certezza di aver fatto una grossa cazzata, confermata dal fatto che nessuno dei commensali l’aveva seguito, né tantomeno qualche abitante incuriosito si era spinto a dare un’occhiata consapevole che questo sarebbe servito se non altro a dargli un poco di coraggio. Aveva il fiatone e siccome era abituato a fare footing almeno tre volte a settimana, ebbe la netta sensazione di essere in procinto di fare i conti con un attacco di panico, una sensazione che non aveva mai vissuto prima di quel momento. D’istinto cominciò a guardarsi intorno e soprattutto alle spalle. Nella zona archeologica regnava il silenzio e non si udiva neppure lo sgradevole ronzio di una zanzara…
Poteva udire il rumore del mare in lontananza, l’unico suono che lo circondava finché non cominciò a udire dei lamenti che diventavano sempre più forti. Avanzava verso quei suoni non ben distinti, spaventato senza vergogna dall’ignoto, ma allo stesso tempo animato da una forza che lo spingeva a proseguire per capire cosa fosse successo senza fargli venire il minimo dubbio di fermarsi o chiamare aiuto con il cellulare…
Aveva tanta paura, ma la curiosità di capire cosa stava accadendo era molto più forte. Proseguì per alcuni metri e nel voltarsi per guardarsi le spalle per l’ennesima volta inciampò finendo sopra una persona distesa per terra che indossava un paio di pantaloni bianchi. Era finito su una donna, l’unica certezza in quel momento favorita dalla morbidezza della pelle e dal seno.
Si appoggiò come poteva a terra, per non pesare su quel corpo disteso e quando si tirò su sentì di avere le mani umide e appiccicose e nello strofinarsele addosso per asciugarsele avvertì che anche i vestiti erano umidi in un paio di punti. Fu allora che avvertì l’odore dolciastro e stomachevole del sangue fresco e questa consapevolezza gli giunse come un pugno violento allo stomaco. Fece appena in tempo a girarsi dall’altra parte prima di vomitare il risotto mandato giù controvoglia. In quel momento ebbe come la certezza di essere al centro di un tragico evento…

Cesario Picca 

Credits:

Foto del risotto, puramente indicativa, è di ildelfino.it

 

The State of Texas and the City of Sugar Land open the doors to the Region of Umbria.

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14463070_1384768161564079_7666698686339865512_nThe State of Texas, and specifically the city of Sugar Land, welcomes an exciting collaboration between the Italian Region of Umbria, the International Cinema Festival of the City of Spello and the Suburbs of Umbria, the city of Sugar Land, Texas and the Fort Bend Chamber of Commerce.

v__c8b7The project was created from an idea of Donatella Cocchini, President of the “Aurora” Social Promotion Cultural Association that has been organizing the International Cinema Festival of the City of Spello and the Suburbs of Umbria, since 2012 with extreme success. The “Umbria in Sugar Land” project aims at raising awareness of Umbria’s excellence though Cinema.

noi“Why Sugar Land?” We asked our Head of Foreign Relations for the anglophone area, Tiziana Ciacciofera Triolo
Not only is Sugar Land my American adoptive city, but the State of Texas, the city of Sugar Land and Fort Bend County are amongst the areas with the strongest economical and demographic growth of the entire Nation. Therefore, among the most suitable to host an event aimed at promoting Italian culture, art, excellence, especially that of Umbria, by providing a window into the Spello Cinema Festival.” – says Ciacciofera. “The project aims at promoting tourism, food and wine, handicraft and other products of Umbria in Sugar Land, leveraging attendance through the quality and attractiveness of the Spello Festival” – continues Ciacciofera.

14440992_1384628358244726_8627029664647159975_nNext Spring, the city of Sugar Land, the Region of Umbria, the KCAM Contemporary Art Museum of Fort Bend and other local Italian organizations will organize “Umbria in Sugar Land”, an entire week dedicated to the presentation of Italian movies, seminars, workshops on cinematography careers and events aimed at promoting Umbria’s food and wine.

umbria-in-sugar-landThanks to several months of complex work carried out by Tiziana Ciacciofera Triolo (Project Director for the USA), Manuela Tentoni (Area Director) and Ana Villaronga-Roman (Director of the KCAM Contemporary Art Museum & cultural partner of the project), letters of intent among the parties have been signed, allowing to launch the first phase of the project.

city-of-sugar-land-logoThe first phase of the project, which involves the participation of a delegation from Texas to institutional meetings and visits to discover the artistic and cultural heritage of Umbria is, in fact, currently taking place. This week, the delegation is also scheduled to meet with companies interested in participating to the project in Texas, this spring.

14457269_1384628451578050_1387477108541817265_nThe Texan Delegation includes:

Joe Richard Zimmerman, Mayor of Sugar Land;
• Lindsay Denise Davis, Cultural Arts Manager of the City of Sugar Land;
• Keri Schmidt, President of the Fort Bend Chamber of Commerce;
• Mai Pham, Contributor for Forbes Travel Guide, Luxury Travel, Houston
Press, Houstonia, Local Houston Examiner.com, My Table Magazine,
Dallas Morning News and Fox 26 News;
• Deborah Meehan Beauregard, Contributor for Absolutely! Focus Media.

It is with great pleasure that we announce that Scelte di Gusto will take part in this project as a Media Partner.

 

Alessandro Lo Iacono

Proofreader  : Kelly Ann Larkin