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“Nivarata 2017”, fresche anticipazioni d’estate

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Feel of freshnessLa sesta edizione del Festival Internazionale della Granita Siciliana, “Nivarata”, è già all’opera per decretare la migliore granita siciliana del 2017.

Molto più che una prelibatezza tipica siciliana, è un rito, un must che non subisce mode, un’esclusiva riconosciuta in tutto il mondo; anche quest’anno, dal 2 al 4 giugno, ad Acireale, la granita sarà la regina del Festival che lo scorso anno ha registrato ben 100.000 visitatori.

Granita-2_20c9_3545La manifestazione, organizzata da Progetti Collaterali con il Comune di Acireale, è stata presentata alla recente edizione del SIGEP presso lo Stand Conpait Gelato, una delle maggiori associazioni di categoria attivamente coinvolte nell’ambito della manifestazione. A tre mesi dall’evento sono già quasi concluse le iscrizioni ai Concorsi. Adesioni da ogni parte del mondo per:

1) La “Granita dell’anno” premia le granite speciali e innovative realizzate in esclusiva per “Nivarata”

2) “Don Angelino”, il premio riservato alle granite classiche

3) “Caviezel”, il premio dedicato al gelato

granita-al-limoneLa granita siciliana è un bene da rispettare e preservare e lo si deve continuare a fare solo mantenendo alta la qualità. Per questo motivo gli organizzatori impongono ai partecipanti l’utilizzo di materie prime di eccellenza, fresche e genuine. Eresia pura anche solo nominare parole come semi-preparati, sciroppi artificiali, conservanti e additivi. Non ammessi!

Ben 60 sono stati i nuovi gusti creati e lanciati dalla prima edizione del 2012 all’edizione del 2016 per la gioia dei migliaia di visitatori, felici e curiosi di assaporare un piccolo-grande capolavoro.

gelatoConferenze, live food show, corsi, workshop a tema granita e gelato. Oltre che un momento di confronto e riflessione per i professionisti del settore e cultura e approfondimento per il pubblico, il Festival sarà, inoltre, anche un’opportunità che coinvolge gli operatori turistici, pronti a valorizzare le bellezze barocche e naturalistiche di Acireale, che gode dello splendore della Timpa e della magnificenza dell’Etna. Da questo punto di vista “Nivarata” si arricchirà d’arte, mezzi d’epoca, itinerari naturalistici.

Artigianalità, qualità, condivisione, cultura, queste, dunque, le parole chiave di “Nivarata” che però fa rima anche con “famiglia”. Per questo motivo non mancheranno le attività che coinvolgono i più piccoli grazie all’ormai richiestissimo “Festival dei bambini”, che da diversi anni permette di intrattenerli con giochi e workshop, e la mostra storica della granita siciliana, con un percorso espositivo poli-sensoriale per grandi e bambini.

Il pescato d’Alaska protagonista a Identità Golose 2017

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ALESSIO TAFFARELLOEventi, incontri con chef internazionali e stellati ma, soprattutto food, tantissimo food di alta qualità e proposto con grande creatività . Un’edizione, questa del 2017, che si è dimostrata ancora una volta una kermesse di successo, con una presenza di pubblico strepitosa.

Lo stand di Alaska Seafood, al MiCo di via Gattamelata, è stato tra i protagonisti assoluti in fatto di affluenza e di gradimento. In vetrina, come di consueto gli splendidi prodotti ittici dell’Alaska, dal Salmone Selvaggio, al Black Cod, al Granchio Reale, all’Ikura in tutta la loro bellezza e, accanto, tutto il gusto che uno chef riesce a creare con le loro carni d’eccellenza.
Artefice dei deliziosi ed attraenti finger food, lo chef Alessio Taffarello, dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani, che già nella scorsa edizione aveva riscosso favolosi consensi e che, per l’edizione 2017, ha studiato un nuovo particolarissimo menù:pescatore di king crab
– black cod marinato e cotto a bassa temperatura, fagiolini alla pasta di sesamo, riso soffiato allo zenzero
– bignè con merluzzo mantecato alla veneziana e puntina di nduja calabra
– sandwich di salmone sockeye in tartare, cavolo viola agrodolce e tzatziki
– salmone argentato con gazpacho bianco di mandorle e camouflage
– ikura, melatini, mango
– sashimi di salmone argentato panato allo zenzero nero servito con maionese all’avocado.
Un menù da mangiare anche con gli occhi e che ha dimostrato la versatilità di questi pesci. Infatti, grazie alle loro carni di alta qualità, sono perfetti per ogni tipo di ricetta, dalla più semplice alla più creativa.

Da La Capinera a Kistè: il “volo” non tanto pindarico di Pietro D’Agostino. L’intervista.

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kistè logoPietro D’Agostino non si ferma mai: nasce a Taormina un suo nuovo progetto. Si chiama Kistè e prenderà il via il prossimo 16 marzo nel cuore di Taormina, incastonato in uno storico palazzo del tardo Quattrocento. Si tratta del più recente progetto dello chef Pietro D’Agostino, già patron de La Capinera, stella Michelin da un decennio.

D’Agostino, di che si tratta?

E’ la mia nuova avventura, quasi un regalo che mi sono fatto a dieci dal riconoscimento della stella Michelin, ho deciso di raccontarmi anche attraverso una cucina essenziale, in cui sarà sempre protagonista la straordinaria bontà di ingredienti esclusivamente prodotti in Sicilia. Un contenitore gastronomico, dove vivere la tavola in modo diverso e regalare a tutti, tutti i giorni, gusti e piaceri d’alta cucina in una formula assolutamente easy gourmet.

d'agostino pesceCucina essenziale, a filiera cortissima: un ritorno alla sana e genuina tradizione siciliana?

Sì è fondamentale, un punto cardine del nuovo modo di essere chef oggi, saper seguire il ritmo delle stagioni e la mappa delle materie prime coltivate, prodotte, realizzate con cura e rispetto. La cucina è ricca di prodotti fragranti, sapori che stanno in un delizioso equilibrio tra terra e mare, ricca di spezie e profumi particolari. Nei miei piatti ci sono alcuni ingredienti che non possono mancare mai: Il pesce azzurro dello Jonio, per cominciare, che è un toccasana per la salute. La Sicilia va scoperta in lungo e in largo alla ricerca di prodotti assolutamente Dop, unici per le loro caratteristiche e per l’habitat nel quale sono stati coltivati. Il pomodorino di Pachino, delle suggestive serre delle calde terre più a sud dell’isola o la tipica mandorla di Avola, la cipolla rossa di Giarratana, l’olio extra vergine di oliva, altro pilastro della dieta mediterranea, Ragusa è ancora la terra delle mozzarelle di bufala i del caciocavallo. Trapani con il suo sale di Motia o l’aglio di Nubia. Le isole minori regalano, poi, altri straordinari sapori, come i capperoni di Salina, o l’occhio di pernice di Pantelleria.

d'agostino piattoDa cosa deriva la scelta del nome?

Il nome Kistè è un omaggio alle origini greche della città di Taormina, oggi crocevia di mode e tendenze internazionali, ma è soprattutto ispirato alla presenza all’interno dell’edificio monumentale che accoglie il mio locale, Casa Cipolla (in via Santa Maria dé Greci) uno dei rari esempi di stile tardo Rinascimento siciliano a Taormina, di due enormi cisterne di epoca romana intercomunicanti e ispezionabili. Un luogo decisamente suggestivo.

Cosa è per lei la cucina?

La cucina è un mix di creatività e innovazione, memord'agostino1ia e territorio: gli stessi ingredienti che voglio valorizzare nei miei piatti, un approccio che trova riflesso nei menu creati nel rispetto delle stagioni della terra, nella proposta e rielaborazione dei piatti tradizionali, nell‘utilizzo di ingredienti tipici, dagli ortaggi provenienti da colture locali al nostro pesce azzurro, il vero “re” del Mediterraneo.

E alla Capinera? Quali sono le novità rispetto al suo locale storico?

Ci si evolve continuamente come la Capinera, l’uccello da cui prende origine il nome del ristorante. Abbiamo sottoposto il locale ad intenso restyling, già cominciato lo scorso anno e che vede oggi il suo completamento nel nuovo design della mise en place: tavoli rovere massello lavorati da sapienti artigiani, inserti di maioliche di Scicli e luci dal caldo sapore retrò s’inseriscono armonicamente nel quadro naturale tutto blu e bianco in cui la Capid'agostinonera è nata.

Oltre ad un restyling dei locali, ci saranno rielaborazioni significative al Menù?

Cinque, sei nuove creazione ai fornelli, ho lasciato libera la fantasia con un approccio alla materia prima sempre più rispettoso per riscoprirne l’essenza, gli elementi più genuini e le peculiarità che la collocano in un determinato territorio, sia dal punto di vista geografico che storico-culturale. Un gioco tra arte e conoscenza, tra estro e studio.
La materia prima ha riconquistato una sua identità e un suo protagonismo nelle pietanze che rd'agostino slideisultano più semplici nella elaborazione, ma più ricercate nella interpretazione di ingredienti e accostamenti.

Cosa rimane assolutamente invariato che la sua clientela potrà sempre trovare sedendo ad un tavolo del suo locale?

La filosofia, però, resta la stessa: piatti vivaci eppure essenziali, ricchi di tradizione ma moderni, pensati e voluti secondo il quasi “religioso” rispetto delle stagioni della terra e del mare. Quel mare che avvolge, illumina e protegge la baia da cui la Capinera spicca sempre il volo.

Alessandra Verzera

 

 

 

 

Le foto presenti in questo articolo sono cortesia ed esclusiva proprietà di Pietro D’Agostino. Qualunque uso non autorizzato è pertanto severamente vietato.

Pasta al glifosato: “Bianco e Nero” su La7 non smentisce. Anzi…

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bimbo e pastaVi consigliamo di vedere la trasmissione – “Bianco e Nero” condotta da Luca Telese – andata in onda ieri sera su (da 2 ore e 18 minuti in poi). All’inizio sembra sparata contro GranoSalus e le analisi sulla pasta industriale italiana. Poi, però, correttamente, parlano i fatti e ospiti competenti. Ce n’è uno che sputtana il glifosato e il grano duro canadese. E un altro che dice la verità sull’eccesso di glutine che piace tanto alle industrie. Manca solo il passaggio sulle micotossine DON, ma chi esce vincente da questa trasmissione è proprio GranoSalus.

pasta1All’inizio, ascoltando l’introduzione, uno pensa: “Ecco, hanno fatto una trasmissione televisiva per smentire i risultati delle analisi sulla pasta industriale promesse da GranoSalus“. In effetti, nelle prime battute si parla di “bufale”, di “allarmismo” e bla bla bla. Poi, però, ci si accorge che la puntata di Bianco e Nero, la trasmissione condotta da Luca Telese andata in onda ieri sera su L7 (a vostra disposizione qui) dedicata al grano duro e, in particolare, alla pasta industriale, non solo non smentisce i risultati delle analisi sulla pasta volute da GranoSalus, ma – almeno su due punti cruciali di questa storia (e precisamente sul glifosato e sul glutine) – dà ragione alla battaglia che l’associazione che raccoglie produttori di grano duro di tutte Regioni del Sud Italia e di cittadini conduce da tempo.

Laboratorio Museo PastaRibadiamo: l’inizio della trasmissione sembra tutto contro GranoSalus. Si parla anche di un’intervista al presidente dell’associazione, Saverio De Bonis, che poi non è stata trasmessa (su questo punto pubblicheremo più tardi una precisazione dello stesso De Bonis). Luigi Scordamiglio, presidente di Federalimentari, ad esempio, dice che manca un’informazione pacata. Ma non entra nel merito.

Rolando Manfredini, responsabile della sicurezza alimentare di Coldiretti, dice cose molto importanti. E cioè che in Italia si producono 5 milioni di tonnellate di grano duro. Un quantitativo, spiega Manfredini, che non basta non agl’italiani, ma alle industrie della pasta italiane che esportano la pasta in mezzo mondo.

Da qui l’esigenza di acquistare grano duro estero. Il dirigente della Coldiretti spiega che l’Italia acquista 2,3 milioni di tonnellate di grano estero. Che, nella maggior parte dei casi, è grano duro canadese.

A questo punto Manfredini illustra quello che questo blog scrive da tempo come, ad esempio, nel seguente articolo: (——-)

 

Continua a leggere questo articolo qui:

http://www.inuovivespri.it/2017/03/07/pasta-al-glifosato-alla-fine-bianco-e-nero-in-onda-su-la-7-non-smentisce-granosalus-anzi/

 

Chef On Call: Il patrimonio enogastronomico siciliano; un bene da proteggere.

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cheoncallquadrataE’ stato lanciato on line questa mattina il sito di Chef on Call Sicilia: la realizzazione di un progetto al quale hanno lavorato in sinergia Alessandra Verzera, il nostro direttore, e lo chef Ciccio Giuliano.

Ho conosciuto Giuliano circa un anno e mezzo fa ” – dice Alessandra Verzera – ” e da ciò che ho mangiato e dal modo in cui mi parlava del “suo” cibo, ho capito che questo giovane “cuoco filosofo” adottava davvero una sua filosofia in cucina. Una filosofia che dovrebbe essere quella di ogni cuoco, in verità, dato che parla di prodotto interno, sano, garantito, di filiera cortissima“.

E quindi è nata una collaborazione?

Non esattamente. E’ nata prima una forte empatia, tanto che volli intervistarlo subito dopo avere pranzato nel posto in cui a suo tempo lavorava. Poi ci sono state altre occasioni di incontro e di  confronto e, proprio lo scorso novembre, ho voluto mettere Giuliano alla prova commissionandogli una cena “made in Palermo” in occasione del mio compleanno. Inutile dire che sia io che i miei ospiti ne siamo rimasti entusiasti“.

io recenteE da allora cosa è successo?

E’ successo che abbiamo deciso di veicolare nelle case delle persone il messaggio più importante a cui potessimo pensare. Abbiamo un patrimonio immenso: dal pescato, al prodotto caseario, al prodotto trasformato, alla produzione strettamente agricola, le carni, la produzione avicola. In sostanza non necessitiamo di nulla, ma non tutti lo sanno. Ma, quel che è peggio, molti ancora comprano prodotti “belli da vedere”, ignorando il fatto che  sono per lo più di importazione estera e che, peggio ancora, non sono del tutto “naturali”. Un peperone perfetto non è naturale. Una melanzana enorme e perfetta non è naturale. Un pomodoro ed una melanzana perfetti in gennaio seguono solo la richiesta di un certo mercato, ma non hanno nulla a che vedere con gli stessi prodotti agostani. Frutta e verdura non sono mai perfette a vedersi. Ma tanto più sono imperfette tanto più sono cresciute libere da modificazioni genetiche“.

giulianoCome pensate di far girare il messaggio?

Più o meno come è successo in casa mia in occasione del mio compleanno: ovvero, allestendo in casa di chi vorrà avere un approccio di questo tipo con il cibo, una cena, un evento, una degustazione, e spiegando il prodotto, la territorialità, le aziende. Ovviamente se finalmente riuscirà a passare il messaggio per cui siamo in grado di portare in tavola solo prodotto locale, il vantaggio a livello economico sarà notevole per tutto l’indotto che afferisce anche solo ad un semplice evento. Da una semplice cena in poi, il limite è di fatto infinito. Chiaramente contiamo molto sul passaparola, che certamente ci sarà”.

Ma lo chef, ad esempio, che vantaggio ne ha?

pomodoriVeda, il patrimonio enogastronomico siciliano fa parte della cultura stessa della terra siciliana. La cultura, si sa, non ha mai arricchito nessuno, o almeno non in senso materiale. Ma c’è un’esigenza superiore nel voler promuovere il proprio prodotto; c’è un’esigenza impellente nel trasmettere l’orgoglio di ciò che si è e di ciò che si riesce a produrre. Il soddisfacimento di questa esigenza è l’arricchimento mio, a titolo personale, ed il guadagno di Giuliano il quale, in un eventuale futuro e laddove dovesse decidere di avere un locale tutto suo, saprà con assoluta certezza che la sua clientela riconoscerà in lui “quello che usa prodotto locale”. Naturalmente contiamo di rientrare delle spese, è ovvio: quindi, materialmente, il team si aspetta il rimborso delle spese vive, sia di materia prima che di eventuali spostamenti. Tutto qui. Ma il vero valore aggiunto che speriamo ci renda tutti un po’ più ricchi è la mano d’aiuto che saremo in grado di offrire ai produttori locali e la nostra identità che riusciremo a diffondere e a salvaguardare, anche contro l’invasione ormai costante dei prodotti esteri.


cheoncallrotondoQuanto avete investito, in senso materiale, in questo progetto?

“Il progetto ha comportato una spesa pari allo zero. Non è un business, non è e-commerce. E’ cultura. Siamo in possesso di un certo “know how”, ognuno per la propria parte e competenza,  ed abbiamo deciso di farlo viaggiare e di metterlo a disposizione di chi voglia conoscere meglio le realtà enogastronomiche siciliane. La sostanza del progetto è tutta qui. Il sito – ma se ne accorgerebbe chiunque – è stato realizzato usando uno strumento di grafica gratuito presente sul web ed il logo ci è stato regalato da Giuseppe Monni, un bravo cuoco sardo. Non è stato speso un solo euro per portare alla luce il progetto. Sono state spese idee, passioni, amore, entusiasmi: ma quelli tornano sempre indietro, decuplicati, e sono investimenti che sono sempre pronta a fare.”

In concreto come si svolgeranno questi incontri?

In concreto chi vorrà potrà contattarci mediante il sito e chiederci di realizzare qualsiasi tipo di evento che abbia le caratteristiche che ho sopra descritto. Vorrei però precisare che non si tratterà di tediosi seminari: per chi ci contatterà sarà sempre e comunque la celebrazione di un evento e di una ricorrenza; solo con una marcia in più. Naturalmente Giuliano dovrà materialmente cucinare e realizzare i migliori piatti che sia possibile realizzare con prodotti reperibili nell’ambito delle nostre nove province. Io, dal canto mio e per quel poco o molto che conosco di storia e tradizione enogastronomica siciliana, “racconterò” il piatto, il cibo, la sua origine. Sarò infatti presente ad ogni evento proprio per instillare negli altri l’amore per un patrimonio che va protetto, custodito e diffuso. Mai come ora i nostri punti di forza sono il turismo e l’enogastronomia: mancare l’opportunità di affermare ancora di più la forza di ciò che abbiamo è una colpa imperdonabile nei confronti di noi stessi.”


beccaficoMa non ci sono altri cuochi che hanno a cuore queste tematiche?

“Ce ne sono tanti e sono in costante aumento, perchè da qualche anno l’attenzione, la coscienza e la sensibilità verso i nostri prodotti e verso i nostri produttori sono cresciuti esponenzialmente. Non faccio il nome di nessuno per non rischiare di dimenticare qualcuno, ma sono cuochi e cuoche, stellati e non. Loro però per lo più si esprimono nei loro locali. Noi invece andremo nelle case. Questa  piccola “famiglia” nasce da noi, ma siamo aperti a tutti. Qualunque cuoco volesse unirsi al nostro concept girovagando insieme a noi sarà il benvenuto. Del resto è così che si crea “rete”.

E per il bere? Siamo autosufficienti anche in questo?

Certamente. Abbiamo una produzione enoica di tutto rispetto e per ogni capacità di spesa, peraltro sempre più apprezzata anche al di fuori dei confini isolani. Allo stesso modo abbiamo acque minerali eccellenti e liquori assolutamente gradevoli. Abbiamo anche il nostro caffè: siamo in grado di essere siciliani dall’antipasto al caffè; e questa è un’assoluta certezza”.

 

Alessandro Lo Iacono

 

Chef On Call lo trovate qui :

https://chefoncallsicilia.jimdo.com/

Insight. GranoSalus, il CETA e le navi al veleno. Il dossier “pasta”.

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spaghetti diabloVi raccontiamo uno dei più grandi intrighi ‘pilotati’ dall’Unione Europea dell’Euro. Il CETA – approvato qualche mese fa dal Parlamento Europeo con il voto favorevole dei Popolari e dei Socialisti europei – affonda le radici in un sistema che è già operativo da tempo. Di fatto, contro gli stessi regolamenti comunitari, è stato creato un sistema grazie al quale il grano ‘estero’ pieno di sostanze velenose viene tagliato con il grano duro del Sud Italia. Ci guadagnano le multinazionali. Ci rimettono – in salute – milioni di cittadini. La ‘latitanza’ del Governo regionale. L’attacco di Cosimo Gioia all’assessore Antonello Cracolici e agli europarlamentari siciliani di Forza Italia

Lo spettacolo che l’attuale Governo regionale, a tutti i livelli, continua a dare di sé è deprimente. Ieri sera abbiamo dato notizia del fallimento dell’Associazione Regionale Allevatori della Sicilia. Un fatto gravissimo. Un atto che abbandona gli allevatori della nostra Isola in un momento economico difficilissimo. Stupisce e sconcerta il silenzio del presidente della Regione e dell’assessore all’Agricoltura davanti a una vicenda così grave.

suiniBenessere degli animali – si pensi alle malattie che possono colpire gli stessi animali – ‘tracciabilità’ dei prodotti zootecnici (si pensi all’abigeato, cioè al furto degli animali, e alla macellazione clandestina), produzione di latte, formaggi, carne: ebbene, tutte queste cose che riguardano la vita di ogni giorno dei Siciliani non sembrano interessare all’attuale Governo.

Non c’è da stupirsi. Da qualche giorno in tutta Italia si parla dei controlli avviati sulla pasta industriale da GranoSalus, l’associazione che raccoglie produttori di grano duro di tutte le Regioni del Sud Italia e tanti cittadini. E’ venuto fuori che i più noti marchi di pasta industriale italiana presentano glifosato e micotossine DON.

spaghetti nidoEbbene, la Sicilia si trova nel bel mezzo di questa bufera. La nostra Isola e la Puglia producono la maggior parte del grano duro italiano. Nel Sud Italia, per la coltivazione del grano duro, non si usa il glifosato: quanto meno possiamo affermare senza tema di smentite che questo micidiale diserbante non si usa nella fase di maturazione di questa coltura. Dalle nostre parti il grano duro matura naturalmente: il sole e le temperature estive fanno maturare il grano in modo naturale e impediscono la formazione di micotossine DON.

Insomma, se la pasta industriale italiana fosse prodotta con il grano duro delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia questo prodotto non dovrebbe contenere né glifosato, né micotossine.

Invece – come hanno certificato le analisi effettuate, per conto di GranoSalus, da un laboratorio estero – la pasta industriale prodotta in Italia contiene glifosato e micotossine.

C’è chi nega l’evidenza, contestando le analisi di GranoSalus. E chi, invece, ammette la presenza di glifosato e micotossine nella pasta che produce, ma, aggiunge, tale presenza è “nei limiti di legge”… (—)

Continua a leggere questo articolo qui

http://www.inuovivespri.it/2017/03/03/le-denunce-di-granosalus-il-sistema-ceta-le-navi-al-veleno-e-la-pasta-al-glifosato-e-alle-micotossine-made-in-italy/

 

A quartet of sicilian restaurants, including the most famous of Los Angeles: here come the Drago Brothers

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Fratelli Drago 3Born in Galati, Mamentino (Messina), Tanino, Calogero, Celestino and Giacomino immigrated to the United States in the late 70’s.

Growing up in a family which has always cultivated their own vegetables, produced propio wine, fresh cheeses, and with an incredibly talented mother in the kitchen, how could they not inherit a great passion for good Italian food?
After studying at the “Giarre Catania” Culinary School, one by one they moved to America to launch their careers in the restaurant industry.
A look at their number of restaurants will prove just how very successful they are – the Drago empire now consists of:
Celestino
Drago – at the Peterson Museum
Il Pastaio
Il Buco
Via Alloro
Piccolo Paradiso – all of which are located in Beverly Hills
Il Segreto – Bel Air
Tanino’s Ristorante – Westwood
Drago Centro – DTLA
Panzanella – Sherman Oaks
And, of course “Dolce Forno Bakery” ,Pastries which they are famously known for.
Wow!

Tanino DragoTanino, tell us how and when you arrived in the USA. How did you start your career?

My oldest brother Celestino Drago came to the United States in 1979, opening his first restaurant in 1985, in Beverly Hills. From there, Calogero, Giacomino and myself followed in our brother’s footsteps and we began working together. In 1991 “Drago Ristorante was opened, and in 1993 we opened “Il Pastaio”.

“Celestino” in Pasadena opened in 1995, and in 1997 “Il Buco” opened its doors.
“Tanino’s” Later opened in 1998, with “Piccolo Paradiso” opening in Beverly Hills in 1999.
After several years we opened “Via Alloro” and “Drago Centro” along with “Il Segreto” and “
Panzanella” and, our latest addition was this past year opening “Drago” at the Peterson Museum.
Since the beginning, it has been a wonderful journey.

Tanino Drago 2You moved to the US as a teenager, so it may be considered that you are more American than Italian. How strong have your ties remained with Italy and our beloved Sicily?

I was 19 when I arrived to the USA. I grew up in Sicily, and no matter where I go or how long I am gone, my priority is and always will be my culture – being Sicilian.
For the last 27 years, I return to Sicily every single year for two months – Sicily always inspires and motivates me to do more in bringing our beautiful culture to the rest of the world.

You are pioneers of Italian Cuisine in the USA, along with personalities such as Piero Selvaggio. Today you are considered among the greatest exponents in American restaurants. How does it feel to have brought the “Art of Italian Cooking” into American Culture?

It wasn’t easy to educate the American People , however my brother Celestino was among the pioneers of Italian Cuisine in Los Angeles, and more so in 1991, when he opened “Drago Ristorante” .
We introduced authentic Sicilian specialties to 30% of our menu: “Spaghetti Bottarga” (Pasta with sardines), eggplant cooked in many different ways and Couscous- among many other dishes- was on our menu. This was a big success and our guests really appreciated what we were doing.

Fratelli DragoCelestino is considered by “Food and Wine” among the top 10 chefs in the USA, but the key to your successes is said to be linked to the uniqueness given by each of you to your dishes , which is required by the different personalities and demanding customers of Los Angeles – I have seen it for myself.

My brother Celestino – what can I say? Being one of the top ten chefs in the United States, I cannot be more proud to not only call him my brother, but my role model. I cannot tell you what a privilege it is to have learnt everything I know from him.

How does it feel to have celebrity guests such as Nicole Kidman, Al Pacino and Sylvester Stallone (to name a few) frequently dine at your restaurants? Do you feel intimidated, or has it become normality?

Fratelli Drago 2We live in the celebrity capital of the world, so it is inevitable that celebrities will dine with us – from American actors, directors, producers, musicians – you name it – to of course great Italian actors and celebrities from all around the world.

Commitment, dedication and attachment to their origins is what emerges in all Scelte di Gusto International’ interviews and certainly has been the key to the Drago Brother’s success. Point of reference of the Italian Restaurants in Los Angeles and who knows if one day we will find their names on the Hollywood Walk of Fame! Bravi!

Tiziana Ciacciofera Triolo for

SdG International

 

Note : The photos are the sole property and courtesy of the Drago’s  Brothers.  Any unauthorized use is strictly prohibited.

The Drago Brothers: un quartetto tutto siciliano alla guida dei migliori ristoranti di LA

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Fratelli Drago 3Originari di Galati Mamertino (Messina) Tanino, Calogero, Celestino e Giacomino emigrarono negli Stati Uniti a metà degli anni ’70. Cresciuti in una famiglia che ha sempre coltivato i propri ortaggi, prodotto il proprio vino, i formaggi freschi e con una mamma incredibilmente brava in cucina, non potevano non ereditare una grande passione per la buona cucina Italiana.

Dopo gli studi all’Istituto Alberghiero di Giarre decidono di trasferirsi in America per lanciare le loro carriere nel settore della ristorazione. A guardare il loro carnet di ristoranti direi che ci sono ampiamente riusciti. Famosi per le loro paste, oggi dirigono le cucine di:
Celestino
Drago – at the Peterson Museum
Il Pastaio
Il Buco
Via Alloro
Piccolo Paradiso – all of which are located in Beverly Hills
Il Segreto – Bel Air
Tanino’s Ristorante – Westwood
Drago Centro – DTLA
Panzanella – Sherman Oaks

Tanino DragoTanino, ci racconti come e quando arrivate in USA. Come inizia la vostra carriera.

Nel 1979 il più grande dei miei fratelli, Celestino, si trasferì per rincorrere il suo grande sogno di aprire un Ristorante negli USA. E difatti nel 1985 coronò il suo sogno e aprì il suo primo ristorante a Beverly Hills.
Questo segnò le nostre vite e così Calogero, Giacomino ed io partimmo alla volta degli Stati Uniti con l’unico obiettivo di lavorare tutti insieme. Da quel momento ci siamo dedicati a far crescere i nostri concept. Nel 1991 aprimmo Drago Ristorante, nel 1993 Il Pastaio, nel 1995 Celestino a Pasadena, Il Buco nel 1997, Tanino’s nel 1998, nel 1999 Piccolo Paradiso e di recente Via Alloro, Drago Centro, Panzanella ed infine la nostra ultima “creatura”, Drago situato all’interno del famoso Peterson Museum.
Che dirvi … Questa è la sintesi della nostra meravigliosa avventura!

Tanino Drago 2Lei si trasferisce negli USA da adolescente, quindi potrebbe essere naturale considerarsi più Americano che Italiano. Quanto invece è rimasto forte il legame con l’Italia e la nostra amata Sicilia?

Mi sono trasferito in America a soli 19 anni. Sono cresciuto in Sicilia, e non importa dove io vada o quanto lontano io sia dalla mia terra, la mia priorità è e sarà sempre promuovere la mia cultura. Con orgoglio posso dire che mi sento molto Siciliano!
La Sicilia è la mia musa ispiratrice, negli ultimi 27 anni ritorno ogni per almeno 2 mesi in Sicilia alla ricerca di nuove perle da portare in giro per il mondo.

Pionieri negli USA della Cucina Italiana insieme a personaggi come Piero Selvaggio, oggi siete considerati tra i massimi esponenti nella ristorazione Americana. Come ci si sente ad avere trasferito “L’arte del Cucinare Italiano” nella cultura Americana.

Dire che non è stato semplice far comprendere agli Americani la vera “Arte del Cucinare Italiano” è un eufemismo. Di certo mio fratello Celestino è stato uno dei pionieri della Cucina Italiana a Los Angeles e lo ha affermato aprendo nel 1991 Drago Ristorante. Il 30% dei nostri Menù è caratterizzato da specialità siciliane, come la Pasta con le Sarde, piatti a base di melanzane e tanti altri piatti dalle fragranze tipiche della nostra terra. Riteniamo che questa sia la chiave del nostro successo ma di sicuro è molto apprezzata dai nostri clienti.

Fratelli Drago 2Celestino è considerato, da Food & Wine, tra i 10 migliori Chef di tutti gli USA. Ma la chiave del vostro successo si dice sia legata alla unicità che ognuno di voi da ai piatti e alle differenti personalità nel rapportavi con una clientela esigente come quella di Los Angeles. Me lo conferma?

Che dire di mio fratello Celestino. Sono orgogliosissimo che sia considerato tra i 10 migliori Chef degli USA, orgoglioso di potere dire che è mio fratello, la mia guida. Ho avuto il grande privilegio di averlo avuto come maestro e tutto quello che so oggi lo devo a lui.

E adesso ci confidi una cosa, come ci si sente ad avere a cena ospiti come Silvester Stallone, Al Pacino, Nicole Kidman per fare solo un esempio delle Star di Hollywood che frequentano i vostri ristoranti. Si sente un pò inibiti oppure oramai per lei è una normalità?` .

Fratelli DragoViviamo nella capitale mondiale delle celebrità. Inevitabilmente vengono a cenare da noi attori, registi, produttori cinematografici, musicisti, alcuni di questi li ha nominati già lei e naturalmente anche famosi attori Italiani e celebrità da tutte le parti del mondo.

Impegno, dedizione e attaccamento alle proprie origini è quello che emerge in tutte le interviste di Scelte di Gusto International e di certo é stata la chiave di successo dei Fratelli Drago, oggi un punto di riferimento della ristorazione italiana a Los Angeles e chissà se un giorno non troveremo i loro nomi nella Hollywood Walk of Fame.. Bravi.

Tiziana Ciacciofera Triolo per SdG International

 

 

‘A tavula cunzata: omaggio ai sapori antichi

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a tavula cunzata sesta edizioneTorna il percorso enogastronomico A Tavula Cunzata, in programma mercoledì 8 marzo 2017 alle ore 20,30 alla Masseria Carminello di Valverde, in via Carminello. L’evento, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, è dedicato a “Il cibo degli iblei”. Ospiti d’eccezione della serata i tre pasticcieri Mattia Albertin, Francesca Tiranti e Luca Russo, tra i protagonisti di un noto programma televisivo dedicato ai dolci, in onda su Real Time.
mattia albertinI pasticcieri prepareranno per l’occasione tipici dolci siciliani andando a pescare nella ricca tradizione isolana. Nessuno dei tre è nato in Sicilia, hanno storia, background e tradizioni legate ad altre regioni dell’Italia. Mattia Albertin è veneziano, Francesca Tiranti è romana e Luca Russo napoletano. Francesca_350In occasione di A Tavula Cunzata si cimenteranno nella preparazione di specialità dolciarie tipicamente legate al territorio dell’Isola rendendo omaggio da un lato ai nostri sapori antichi, in particolar modo quello di Ragusa e provincia, dall’altro alla donna, a cui è dedicata la serata, vista la concomitanza con la Giornata internazionale della donna.

luca russo“Ci piace molto l’idea di dedicare una serata come questa al mondo femminile – spiegano gli organizzatori Antonio Rosano e Giovanni Samperi – Da sempre il concetto di cucina è legato alle nostre madri, alle mogli, alle nonne. Ripercorrere la nostra storia attraverso le pietanze che ci hanno accompagnato e che fanno parte della nostra tradizione gastronomica ci è sembrato il modo migliore per onorare e celebrare le donne. Dall’altro lato, in linea con la filosofia dell’evento, desideriamo celebrare anche la straordinaria ricchezza dell’enogastronomia siciliana valorizzando i prodotti tipici e di alta qualità”.

A Catania il primo corso per Sommelier dell’olio

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olio-di-olivaLa figura del sommelier dell’olio extravergine di Oliva, un profondo conoscitore delle origini del prodotto e della pianta, che sappia distinguere le cultivar delle terre del nord e di quelle del sud in una panoramica mondiale, o che sia in grado di individuare i sistemi di produzione tradizionali e moderni e che conosca la legislazione Dop, Igp o biologico. Questo l’obiettivo del primo corso nel suo genere proposto a Catania dalla Fondazione italiana Sommelier e organizzato in collaborazione con l’AISO che partirà mercoledì prossimo, 1 marzo, dalle ore 20- 22.30, all’Etna Food Academy, piazza Ogninella, 2.
Si tratta di un percorso di 15 incontri a tema, che prevede sia lezioni teoriche che visite in aziende, degustazioni e cene per una full immersion che si concluderà a fine aprile con la consegna degli attestati.
olioNel corso della prima lezione di mercoledì prossimo, 1 marzo, verrà introdotto il tema “L’olio nel tempo, Origini e storia”. Comprende una degustazione di 6 oli per una introduzione all’analisi sensoriale. L’8 marzo, invece, si parlerà di Olivicoltura: la pianta, tecnica di coltivazione, raccolta. Durante la lezione ci sarà la degustazione di 6 oli. Il 15 marzo “Sistemi di produzione tradizionali dell’olio e conservazione”. L’indomani, il 16 marzo si proseguirà con i “Sistemi di produzione moderni: olio denocciolato da monocultivar”. olio di oliva lo genco 1Il 22 marzo, verranno affrontati i principali difetti dell’olio: i difetti di produzione, trasformazione e conservazione. L’indomani, il 23 Marzo, si parlerà di composizione e analisi chimica, classificazione e legislazione: Dop, Igp, Biologico. Sabato 25 marzo è fissata la visita ad una azienda che produce olio. Il 29 marzo si farà una panoramica delle cultivar del Nord e del Centro Italia e l’indomani, 30 marzo, si proseguirà con quelle del Sud e delle isole, con uno sguardo al mondo. Poi si entrerà nei diversi ambiti in cui viene utilizzato l’olio: 5 aprile: l’olio in cucina. Tecniche di cottura, l’olio giusto per ogni piatto, l’abbinamento con il vino. Avverrà una degustazione di 6 oli abbinati ad alcuni piatti. Il 6 aprile: L’olio nel ristorante. Carta degli oli, conservazione. servizio. Il 13 aprile: Olio e salute, i consigli del medico.
Per mercoledì 19 aprile è in programma una cena didattica di abbinamento cibo/olio e l’avvio degli esami che si concluderanno il 28 aprile.