Da La Capinera a Kistè: il “volo” non tanto pindarico di Pietro D’Agostino. L’intervista.

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kistè logoPietro D’Agostino non si ferma mai: nasce a Taormina un suo nuovo progetto. Si chiama Kistè e prenderà il via il prossimo 16 marzo nel cuore di Taormina, incastonato in uno storico palazzo del tardo Quattrocento. Si tratta del più recente progetto dello chef Pietro D’Agostino, già patron de La Capinera, stella Michelin da un decennio.

D’Agostino, di che si tratta?

E’ la mia nuova avventura, quasi un regalo che mi sono fatto a dieci dal riconoscimento della stella Michelin, ho deciso di raccontarmi anche attraverso una cucina essenziale, in cui sarà sempre protagonista la straordinaria bontà di ingredienti esclusivamente prodotti in Sicilia. Un contenitore gastronomico, dove vivere la tavola in modo diverso e regalare a tutti, tutti i giorni, gusti e piaceri d’alta cucina in una formula assolutamente easy gourmet.

d'agostino pesceCucina essenziale, a filiera cortissima: un ritorno alla sana e genuina tradizione siciliana?

Sì è fondamentale, un punto cardine del nuovo modo di essere chef oggi, saper seguire il ritmo delle stagioni e la mappa delle materie prime coltivate, prodotte, realizzate con cura e rispetto. La cucina è ricca di prodotti fragranti, sapori che stanno in un delizioso equilibrio tra terra e mare, ricca di spezie e profumi particolari. Nei miei piatti ci sono alcuni ingredienti che non possono mancare mai: Il pesce azzurro dello Jonio, per cominciare, che è un toccasana per la salute. La Sicilia va scoperta in lungo e in largo alla ricerca di prodotti assolutamente Dop, unici per le loro caratteristiche e per l’habitat nel quale sono stati coltivati. Il pomodorino di Pachino, delle suggestive serre delle calde terre più a sud dell’isola o la tipica mandorla di Avola, la cipolla rossa di Giarratana, l’olio extra vergine di oliva, altro pilastro della dieta mediterranea, Ragusa è ancora la terra delle mozzarelle di bufala i del caciocavallo. Trapani con il suo sale di Motia o l’aglio di Nubia. Le isole minori regalano, poi, altri straordinari sapori, come i capperoni di Salina, o l’occhio di pernice di Pantelleria.

d'agostino piattoDa cosa deriva la scelta del nome?

Il nome Kistè è un omaggio alle origini greche della città di Taormina, oggi crocevia di mode e tendenze internazionali, ma è soprattutto ispirato alla presenza all’interno dell’edificio monumentale che accoglie il mio locale, Casa Cipolla (in via Santa Maria dé Greci) uno dei rari esempi di stile tardo Rinascimento siciliano a Taormina, di due enormi cisterne di epoca romana intercomunicanti e ispezionabili. Un luogo decisamente suggestivo.

Cosa è per lei la cucina?

La cucina è un mix di creatività e innovazione, memord'agostino1ia e territorio: gli stessi ingredienti che voglio valorizzare nei miei piatti, un approccio che trova riflesso nei menu creati nel rispetto delle stagioni della terra, nella proposta e rielaborazione dei piatti tradizionali, nell‘utilizzo di ingredienti tipici, dagli ortaggi provenienti da colture locali al nostro pesce azzurro, il vero “re” del Mediterraneo.

E alla Capinera? Quali sono le novità rispetto al suo locale storico?

Ci si evolve continuamente come la Capinera, l’uccello da cui prende origine il nome del ristorante. Abbiamo sottoposto il locale ad intenso restyling, già cominciato lo scorso anno e che vede oggi il suo completamento nel nuovo design della mise en place: tavoli rovere massello lavorati da sapienti artigiani, inserti di maioliche di Scicli e luci dal caldo sapore retrò s’inseriscono armonicamente nel quadro naturale tutto blu e bianco in cui la Capid'agostinonera è nata.

Oltre ad un restyling dei locali, ci saranno rielaborazioni significative al Menù?

Cinque, sei nuove creazione ai fornelli, ho lasciato libera la fantasia con un approccio alla materia prima sempre più rispettoso per riscoprirne l’essenza, gli elementi più genuini e le peculiarità che la collocano in un determinato territorio, sia dal punto di vista geografico che storico-culturale. Un gioco tra arte e conoscenza, tra estro e studio.
La materia prima ha riconquistato una sua identità e un suo protagonismo nelle pietanze che rd'agostino slideisultano più semplici nella elaborazione, ma più ricercate nella interpretazione di ingredienti e accostamenti.

Cosa rimane assolutamente invariato che la sua clientela potrà sempre trovare sedendo ad un tavolo del suo locale?

La filosofia, però, resta la stessa: piatti vivaci eppure essenziali, ricchi di tradizione ma moderni, pensati e voluti secondo il quasi “religioso” rispetto delle stagioni della terra e del mare. Quel mare che avvolge, illumina e protegge la baia da cui la Capinera spicca sempre il volo.

Alessandra Verzera

 

 

 

 

Le foto presenti in questo articolo sono cortesia ed esclusiva proprietà di Pietro D’Agostino. Qualunque uso non autorizzato è pertanto severamente vietato.

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